giovedì 30 luglio 2009

Matti da lega...re

Adesso che si sono evoluti in perfetti tappetini del governo del puttan lover, i leghisti avvertono sempre di più l’esigenza di continuare ad atteggiarsi anche a partito di lotta: ecco dunque spiegato il ricorso a carnevalate che si ripetono ormai con cadenza quotidiana.

In questa strana guerra tra nordisti e suddisti che si combatte ormai senza esclusione di colpi in quello che una volta era il partito del predellino, ed oggi è diventato quello del Bagaglino, spicca l’introduzione dell’ esame di dialetto per i professori meridionali. Nel tripudio dei fans, vedremo dunque finalmente messa in opera la celebre e divertentissima “prova della cadrega”? Altro dunque che Cattaneo Chanoux e Ginzburg, i veri ispiratori della lega sono in realtà Aldo Giovanni e Giacomo! Ecco così la prova definitiva che più che di “lotta e di governo”, questi prodi in camicia verde sono una vera forza di “lotta e di cabaret”: Umberto, Roberto e Bobo: “ Tre uomini e un cervello”!
Tutti presi dalla rincorsa della farsa, i padani non hanno forse valutato che ad essere sottoposti al terribile test dovranno essere per primi proprio loro: avendo infatti trovato impiego statale in quella che una volta era “Roma ladrona”, per poter continuare a servire adeguatamente il padrone nell' odiata città eterna dovranno infatti imparare a memoria tutte le poesie di Trilussa, gli stornelli di Gabriella Ferri, la fisica del ponentino ed i sette re di Roma. Infine dovranno essere in grado di esclamare, con perfetta cadenza romanesca,: “Aho’, li mortacci tua e de tu’ nonna!”
Ma soprattutto i leghisti dovranno adeguarsi sempre più al celebre motto del Marchese del Grillo, divenuto la vera filosofia di vita del padrone: “… Perché io so’ io e voi nun siete un cazzo!”

Le ronde padane stanno dimostrando come meglio non poterebbero quanto significativo sarà il loro impatto nell’azione delle forze dell’ordine. Queste infatti sono già impegnate, per la gioia di ladri e spacciatori, a sedare i tafferugli scoppiati tra rondisti neri, rondisti rossi e rondisti verdi di varia natura ed ispirazione. Il Ministro Maroni, quello che ce l’ha duro con gli sfigati e più tenero di un sofficino con Papi, si è dovuto così precipitare a ricordare le regole d’ingaggio delle ronde (sulle quali il nostro blog si è soffermato in precedenza). Ma soprattutto ha invitato tutti quanti a mantenere la calma: si tratta in fondo pur sempre di un gioco!