domenica 16 ottobre 2011

Blog in stand by...

...forse (se possibile) ritorneremo. Per ora,se volete, vediamoci su Fb

martedì 28 giugno 2011

Cadreghesofà



( “Bisogna essere più onesti possibile, ma in modo disonesto” C. Dexter)

Il mondo assiste sbigottito alla svolta moderata di Tonino, il professionista dell’antiberlusconismo senza se e senza ma: avrà per caso deciso di accettare quel ministero promessogli subito dopo la discesa in fango (quando papino fingeva di amare le future toghe rosse in realtà cavalcandole selvaggiamente) oppure sarà semplicemente invidioso dello straripante potere del ginecologo omeopata Scilipoti riciclatosi responsabile proctologo per la salvezza delle terga chiacchierate del cainano? Evidentemente il successo dei referendum deve averlo gasato lasciandogli una visione della scena politica strampalata unita ad una gradevole sensazione di invincibilità: non azzecca mai un congiuntivo? poco importa, lui ci piazza un participio, Niki Vendola si candida alle primarie? Soluzione non adeguata alla svolta moderata ed istituzionale: che c’azzecca con la leadership del centrosinistra neodoroteo un candidato invertito e pure con l’orecchino? Molto meglio allora quattro chiacchiere virili e cameratesche tra veri uomini, e se l’interlocutore di turno per caso cela il suo vero volto sotto uno spesso strato di cerone poco male: tra dieci minuti la stampa parlerà d’altro ed il futuro come sempre spedirà fin troppo frettolosamente nell’oblio il passato con tutti i suoi anatemi ed i buoni propositi eventualmente disattesi. Le critiche dei democratici per il nuovo piglio da statista moderato non saranno poi esclusivamente il frutto avvelenato dell’invidia? Difficile ipotizzarlo, in realtà ben pochi tra gli esseri viventi non ricoperti da morbida lana osano ancora avvicinarsi all’utilizzatore finale se non altro nel nome di un sano decoro associato al timore ancestrale di ipotetiche tribù di acari epidermoptidi, ixoditi ematofagi, sarcoptidi scabiei, craxiani folliculorum ed altre simili creature ostili e misteriose annidate sotto al suo repellente tappetino cranico. E non sia mai che il virus della slealtà cronica risulti contagioso come l’escherichia coli del celebre cetriolo, di certo in pochi possono disporre di decine e decine di robusti e costosi anticorpi parlamentari in grado di garantire la salutare immunità della prescrizione…

Nel frattempo risuonano alti i lamenti del povero De Magistris issatosi eroicamente in cima a cumuli di spazzatura maleodorante: “Qui c’entra la camorra”. Bella scoperta, Gigi. Già Roberto Saviano ci aveva guidato con la consueta chiarezza tra i misteri della monnezza partenopea, infatti da tempo è costretto a girare sotto scorta Ricordiamo tutti gli ultimi mesi del governo Prodi quando quello dei rifiuti fu un cavallo di battaglia della campagna elettorale di papino e del suo vicerè campano Cosentino. Passate le urne le strade si ripulirono miracolosamente contribuendo ad alimentare il falso mito del premier del fare, che da parte sua non tardò un nanosecondo ad appuntarsi una lattina usata sul doppiopetto tatuatogli sul busto. Adesso il nuovo sindaco giustamente paventa una catastrofe sanitaria ed invoca l’aiuto del governo, ma la Lega si oppone fieramente..

Fanno quasi tenerezza e suscitano sincera compassione questi poveri vecchi leghisti reduci dal loro carnevale identitario. Il preistorico ma sempre utile armamentario di stanchi insulti rivolti ai romani (porci, cerebrolesi, parassiti, incivili e via discorrendo…) ed i conseguenti dispettucci degni di un asilo nido esprimono perfettamente la misura del loro fallimento ed il tentativo disperato di solleticare gli umori più beceri di una base almeno in parte finalmente consapevole della truffa perpetrata da tempo ai loro danni. Bragheheart incede sempre più vistosamente arruffato, con il sigaro puzzolente pendente dal lato declive delle labbra offese dal temporaneo black out del prezioso ossigeno, con passo reso trafelato e sbilenco da una gamba rigida e ribelle ed affannoso per l’eccesso di alveoli polmonari poco frequentati. Poco male se i roboanti proclami del palco di Pontida siano strati interpretarti da tutti come pallidi beati del più fedele tra i custodi dell’ortodossia arcoriana: i sempre validi insulti ai romani ed ai napoletani li fanno sentire tutti quanti giovani ed inattaccabili e spediscono i loro ultras nel nirvana della secessione immaginaria. “Lavoro per questa maggioranza” dichiarava intercettato il presunto capo della P4, dunque un collega di questi secessionisti divenuti custodi di tutte le cricche. Non otterranno di certo dal padrone la fine delle missioni di pace, i quattro ministeri in Brianza, un autentico federalismo e l’epocale riforma del fisco però le chiappe sulla cadrega (comprese quelle di amici e parenti) rimangono ben salde e vuoi mettere la soddisfazione per questa strana sorta di P5 in camicia verde di lasciar affogare i marocchini in mezzo al mare, i napoletani nella spazzatura ed i romani in coda al casello del grande raccordo anulare?

Le intercettazioni più recenti ci dicono che il partitone dell’amore a pagamento non se la passa poi tanto meglio, infatti vorrebbero imbavagliarle secondo il discutibile principio che il problema non sono i contenuti ma la loro rivelazione con conseguente sputtanamento pubblico globale: “Lui dovrebbe essere intelligente ma non lo è…. Ma quella chi ce l’ha messa? Passerebbe sul cadavere di sua madre… quell’altra invece è una vera stronza, un mignottone, la peggiore di tutte….Maroni non è contento? Peggio per lui, ci metto cinque minuti a cacciarlo via…Ma questa è davvero pazza, lo vuole proprio impalare…. Allora è malato davvero, continua tutto come prima! Aveva ragione Veronica…Il ministro dell’economia ha proprio bisogno di uno psichiatra” Insomma una sorta di impazzimento collettivo che paradossalmente chiarisce come mai contro ogni logica apparente in parlamento i voti di fiducia aumentino: più le correnti marine imperversano più le cozze tendono ad attaccarsi tenacemente al loro scoglio. Questa è dunque la triste realtà del governo guidato dal migliore di tutti i tempi (Scilipoti?) con la più ampia maggioranza della storia repubblicana nel disperato e prolungato crepuscolo del ventennio del bunga bunga, delle prescrizioni ad personam e del rimbalza il clandestino……
.

mercoledì 22 giugno 2011

Le illusioni barbariche


(“L’unico modo per essere saggi è vivere in un mondo di pazzi” A. Schopenhauer)

Con una destra ormai ridotta ormai ad un caotico brodo primordiale insensibile ai tormenti di un cavalier Pompetta totalmente destabilizzato dall’arresto di Lele Mora e dalla prospettiva di interminabili solitari davanti a Mastro Minzo i lungimiranti dirigenti del centrosinistra non trovano di meglio da fare che azzuffarsi tra loro con assoluta dedizione alla causa e già che ci sono far fuori anche Concita De Gregorio: poveracci, evidentemente non si sono ancora ripresi dalla terribile mazzata della triplice vittoria elettorale.
Ma in queste torride giornate di inizio estate i riflettori della politica sono interamente focalizzati su quel pratone sacro nel quale i nostri secessionisti in pantofole hanno celebrato il loro stanco rito carnevalesco. Adesso il problema sarà come al solito lo smaltimento delle scorie, in particolare quelle terribilmente radioattive di un Borghezio leggermente sopra le righe: “Dell’Italia non me ne frega un cazzo, secessione secessione!!!”. Sommessamente proporremmo che gli venga immediatamente riconosciuto lo status di nazione sovrana ed indipendente e subito dopo negato il permesso di soggiorno sul suolo italiano pena immediato arresto per reato di immigrazione clandestina: abbiamo già abbastanza problemi con la pattumiera napoletana per poterci permettere anche quella padana.
Il vecchio Bragheheart in canotta faceva quasi tenerezza costretto com’era a tripli salti mortali con avvitamento dialettico multiplo per conciliare una pancia in odor di secessione con chiappe tenacemente ancorate alla poltrona ed un cuore in tumulto per le perdute cenette arcoriane . E così tra sputazzi e pernacchie roboanti ecco illustrato alle masse atterrite lo scenario di un futuro prossimo venturo nel quale scomparirà la corrente del golfo e tutti gli europei moriranno assiderati, l’Amazzonia si ritroverà irrimediabilmente desertificata, si ritireranno i ghiacciai dell’Artico ed pinguini e le foche monache esauriranno tutte le scorte di creme solari ed abbronzanti, interi continenti prenderanno fuoco mentre altri verranno sommersi dalle acque, la sinistra vincerà le elezioni e si prosciugheranno le sacre sorgenti del Po assieme a quelle del profumo Dur. Il tutto ovviamente se il governo non accoglierà in pieno e senza discussioni le richieste provenienti dal popolo del pratone di Pontida:

-Entro dieci minuti lo spostamento dei ministeri delle papi opportunità, del turismo autoreggente e della pubica istruzione nella loro sede naturale di Villa S. Martino ed il trasferimento del Sacro Graal a Monza.

-Entro mezz’ora “Miss Padania” a reti unificate in prima serata.

-Entro un ora la sostituzione di “Affari tuoi” con il “Rimbalza il clandestino” presentato dalla trota.

-Entro due ore il ritiro di tutti i militari italiani in missione all’estero e la loro sostituzione con le ronde padane che sono pure gratis e non servono a un cazzo.

-Entro tre ore la messa in deposito di tutte le bombe intelligenti per scongiurare il pericolo che ve ne sia qualcuno dotata di Q.I così elevato da invertire la rotta e puntare dritto su via Bellerio.

-Entro domani severi provvedimenti nella lotta all’evasione fiscale affinché venga definitivamente accantonata

-Entro settembre la nazionale Padana in Champions League


Umberto Magno Magno ha concluso il roboante discorso minacciando, in caso di mancato accoglimento di tutte queste richieste ultimative, una sonora pernacchia con tanto di rutto d’accompagnamento e dito medio alzato. Il popolo crociato, memore di quella colossale presa per i fondelli che fu il mai dimenticato contratto con gli italiani, ha accolto queste richieste penultimative con una sana dose di scetticismo, capziosi brontolii sommessi e timidi accenni a quella secessione in realtà impossibile visto la mutazione genetica leghista nella versione riveduta, aggiornata e corretta con effetti speciali non in 3D bensì in P4 di una moderna Roma Ladrona. D’altra parte per gente da sempre pragmatica e concreta l’idealismo è un concetto talmente astratto che nessuno sul pratone o sul palco è stato in grado di formulare obiezioni ragionevoli a simili proposte del tutto strampalate, chiaramente dei semplici palliativi ( leggi: balle colossali) ispirati dall’istinto di sopravvivenza allo scopo di deviare il corso di uno smottamento elettorale con conseguente catastrofica caduta di governo ed emorragia delle amatissime poltrone .
Se poi le cose non andranno come auspicato da Bragheheart e dagli ultimi custodi del tempio profano del Bunga Bunga il pianeta verosimilmente gli sopravvivrà senza grandi rimpianti come già accaduto in passato con i loro parenti più stretti, i dinosauri, ed in capo a qualche milione di anni potranno anche comparire nuove forma di vita forse incredibilmente perfino più intelligenti del trota: a quel punto chi potrà rammaricarsi del fatto che nessuno ricorderà più le eroiche gesta e le roboanti promesse di Bragheheart chiappe impavide, del ministro del terrore e del loro caro amico, amante, sovrano nonché benefattore e datore di lavoro berluskaz, il fu mafioso di Arcore?

sabato 18 giugno 2011

La via trucis




( “Gli amici si dicono sinceri ma in realtà gli unici ad esserlo sono i nemici”. A. Schopenhauer)

1° stazione) Silvio nel panico: il suo caro amico Bettino, inquisito, flagellato, deriso e condannato (l'Italia migliore secondo il nostalgico Brunetta) pensa bene di darsi alla latitanza. Per emeriti statisti di cotanto spessore evidentemente il cuore è proprio come il capitale: molto meglio occultarlo oltre confine piuttosto che gettarlo oltre l’ostacolo. Non bastasse lo scarsissimo sex appeal di un Caf ormai da tempo in caduta libera purtroppo anche il fascino della cara vecchia P2 è paragonabile a quello della tessera a punti di un modesto hard discount di borgata.
Signori miei qui ci tocca scendere in politica altrimenti finiamo in galera oppure sotto un ponte”…..

2° stazione) Silvio viene condannato per falsa testimonianza ma poi si salva grazie all’amnistia mentre molti tra i suoi amici e collaboratori più fidati finiscono nel frullatore di Mani Pulite: dunque tutti coloro che sostengono l’ assoluta verginità penale di Silvio prima della nascita di Forza Italia sono ufficialmente degli spergiuri ma soprattutto dei grandissimi cazzari e dovrebbero essere sottoposti ad amputazione totale della lingua con rito abbreviato ed inappellabile …

3° stazione) Silvio scende in campo per salvarsi il culo. Al suo fianco una pittoresca carovana di socialisti, democristiani, comunisti, veline, pennivendoli, Iva Zanicchi, missini, leghisti, radicali, liberali, zoccole, repubblicani clericoreazionari, monarchici, portaborse, avvocati, leccaculo, secessionisti, calciatori, latitanti, Sgarbi, ergastolani, Fede & Mora, amici dei mafiosi nani e ballerine i cui interessi, al contrario di quanto sostenuto da quegli sfigati dei comunisti, non configgono mai con quelli del padrone: il destino della nostra povera destra appare dunque inesorabilmente segnato…

4° stazione) Silvio incontra un eroe e lo assume come stalliere. In fondo è solo un mafioso ergastolano pluriomicida, mica un giudice. Nel frattempo implora tutti i membri del pool di Milano ( le future bierre dell’apostolo Lassini) di entrare nel partito o nel governo assieme a lui ma questi non ci pensano nemmeno: in fondo sono solo dei giudici, mica dei mafiosi pluriomicidi ergastolani.

5° stazione) Silvio è aiutato a portare la croce e le farfalline da Umberto Magno Magno che assieme al fedele Porcellum Calderolum, a Bobo Torquemada ed a tutti i pretoriani della nuova Roma ladrona reduci da una campagna elettorale in stile vecchio testamento (con tanto di raduno di infedeli sotto un cielo fattosi improvvisamente plumbeo mentre una pioggia di rane ed un turbinar di cavallette impazzavano dinnanzi al duomo sconsacrato della moderna zingaropoli) si appresta a giurare eterna fedeltà, nella gioia e nella prescrizione, a Papino il Breve imperatore del Profano Arcoriano Impero

6° stazione) Santa Veronica asciuga il volto a Silvio. Ma soprattutto, stanca di sopportare le sue derive biochimiche fuori luogo e fuori tempo massimo appresso a candidate, veline, igieniste genitali, escort e minorenni varie, si accinge ad asciugargli il conto .
Silvio inquieto sfoglia dunque il calendario, si sofferma sulle tette del suo ministro preferito ed in quel preciso istante scopre, per la gioia dei leghisti, di essere molto ma molto sensibile al tema delle quote latte…

7° stazione) Silvio viene prescritto una prima volta: sembra infatti che si sia fottuto una celebre casa editrice ma provvidenziali attenuanti generiche lo mantengono miracolosamente impunito. I suoi vangeli non apocrifi lo descrivono come un povero perseguitato politico in realtà sempre assolto: tutti coloro che divulgano simili falsità sono ufficialmente dei bestemmiatori ma soprattutto di nuovo dei grandissimi cazzari. Ed allora, tanto per cominciare, dovrebbero spiegarci come mai Cesare Previti & co. sono stati condannati in via definitiva ( tutte toghe rosse, dalla procura al gip fino alla cassazione?) proprio per aver “comprato” quella sentenza che sottrasse la casa editrice in questione al legittimo titolare per depositarla, guarda caso, proprio tra gli artigli prescritti del cainano....

8° stazione) Silvio ammonisce le donne: “No bunga bunga no posti”

9° stazione ) Silvio viene prescritto una seconda volta: decide allora di ricorrere alla corte europea per i diritti umani. La quale accoglie la richiesta con sincero entusiasmo: dopo tante tragedie finalmente ci voleva un po’ di farsa (peccato che da noi spesso queste coincidano perfettamente). Ecco dunque gli apostoli Cicchitto, Straquaqquaradanio e Quagliarello rispolverare in fretta e furia la vecchia parabola sulla giustizia politicizzata e la persecuzione da parte delle toghe rosse nei confronti di un leader ritenuto invincibile ma in realtà appena bastonato per l’ennesima volta dagli elettori nelle urne. Chissà come faranno i nostri eroi a spiegare alla corte cosa ci fanno al loro fianco personaggi condannati in via definitiva per corruzione, in appello per mafia o sulla cui testa pende magari un bel mandato d’arresto per camorra. E già che ci sono a fare anche qualche accenno sulla vita e le opere dei vai Mills, Brancher, Bertolaso, Scajola, Caliendo, Bisignani, Verdini, Papa e via dicendo. Ma soprattutto riusciranno ad essere convincenti così come lo sono stati in parlamento riguardo al misterioso albero genealogico di Ruby rubacuori? “Diffidate di chi si prende troppo sul serio”: non preoccuparti capo, a te ormai non ti prende più sul serio proprio nessuno….

10° stazione) Silvio è spogliato dalle vesti. E giace supino nel lettone rotondo in attesa della prossima orgettina…
(“…questo qui è malato…continua tutto come prima…ha solo cambiato villa…perfino Lele Mora è in imbarazzo…”)

11° stazione) Silvio è inchiodato da una valanga di prove, testimonianze ed intercettazioni. Qui ci vuole una bella prescrizione breve, un lodo Alfano tris o magari un processo lungo o perché no una bella immunità associata pure ad un giretto di vite sulle intercettazioni. Peccato però che ventotto milioni di italiani si siano appena pronunciati molto chiaramente infilandogli nel c…alzino tutti i suoi ridicoli legittimi impedimenti impunitari…

12° stazione) Silvio dopo l’uno-due delle amministrative si becca una frustata anche ai referendum. Sfoggiando la solita astuzia il volpino aveva per prima cosa provato a piazzarli in piena estate, poi ad aggirarli sospendendo “temporaneamente” il programma nucleare, quindi ha passato al solerte Mastro Minzo le date sbagliate, ha fatto spedire agli italiani all’estero le schede su quello monarchia-repubblica infine ha inoltrato una pioggia di ricorsi disperati a tutti, compreso il notaio di “affari tuoi”, per poi rifugiarsi al mare sostenendo che tanto erano referendum del tutto inutili. Però oggi dichiara che non è vero che ha perso perché aveva lasciato ai suoi elettori liberà di scelta: dunque ufficialmente ( ma già lo sapevamo) è proprio lui il capo dei grandissimi cazzari…

13° stazione) Silvio deve affrontare i belati di lamento di un gregge in preda al panico. Qualcuno giura di averlo sentito nominare le primarie ma come al solito l’avevano frainteso: dopo le veline, le meteorine e le letterine la sua ricetta per rilanciare il partito e la sue serate prevede infatti l’imminente arrivo delle “primarine”

14° stazione) Il corpo di Silvio è incollato alla poltrona. “Alzati e cammina” potrà infatti valere per gli sfigati tipo Lazzaro o Sandrino, non certo per l’unto dal cerone. La sua leadership però è in evidente affanno e Umberto Magno Magno sogna di arraffare prima del tonfo un paio di ministeri, comportandosi così proprio come colui che nel fuggi fuggi generale si ficca in tasca una manciata di tartine, e spera di corrompere gli elettori scambiati per “responsabili” qualunque elargendo mancette fiscali fottendosene di un debito pubblico da brividi (c’è anche un ministro del terrore che invoca coraggio: un ossimoro vivente!) esattamente come i peggiori governicchi balneari e pre elettorali della non rimpianta prima repubblica, E poi dicono che questi detriti fossili della politica non siano coerenti con le loro origini….

sabato 11 giugno 2011

Monster parade 20


1)CORRUZIONE E LIBERAZIONE
Clamoroso al senato, bocciato il ddl anticorruzione: e poi dicono che il Pompetta non sia coerente con i suoi valori di riferimento. E se l’ormai prossimo referendum sul legittimo impedimento dovesse contro ogni pronostico superare il quorum potremo tranquillamente aspettarci già il mattino dopo un ritorno di fiamma per quella “prescrizione precox” così utile per sottrarre un imputato eccellente alle prese con quattro processi penali ad una possibile quanto disdicevole condanna in primo grado proprio per il reato di corruzione. Nel gregge dunque non c’è più spazio per tutti quei burloni che ad esempio estraggono dal cilindro stravaganti proposte tipo l’inasprimento delle pene per i puttanieri costringendo così l’esercito di avvocati deputati ad inventarsi perfino un “lodo bunga bunga” mascherato da conflitto di attribuzione….

4) LA COSCIENZA DEL NANO
Il Cavalier Pompetta intanto ( unico tra tutti gli italiani di qualunque orientamento politico) ancora si chiede incredulo come abbia fatto a buscarle così sonoramente alle recenti elezioni amministrative nonostante il solito faccione variopinto, gli stessi slogan del ’94 (copiati tali e quali da quelli del ’48 ed integrati con alcuni riferimenti alle crociate, alla santa inquisizione, alla pulizia etnica ed alle guerre puniche), le brigate rosse in procura, le barzellette sporche di Pierino la peste, le televendite in stile Vanna Marchi ed i titanici sforzi profusi in decine e decine di comizi spesso sommersi dai fischi giungendo all’inconfutabile conclusione che l’unico errore commesso sia stato quello di sostituire Apicella con Gigi D’Alessio. E così per cercare affannosamente di risalire la china ecco la nomina di Alfano a qualcosa che nessuno ancora ha capito bene cosa sia ed il solito proposito di non mettere le mani nelle tasche degli italiani, tutt’al più nel perizoma delle olgettine. In pieno delirio di onnipotenza (suo status psichico abituale) il pompetta dichiara poi che il paese dovrebbe innalzare un monumento al governo senza rendersi conto che in realtà ce n’è uno già pronto da un pezzo: quello funebre. Dunque l’arma finale per riconquistare il cuore di un popolo sempre più deluso e meno credulone sarebbe la solita storiella stucchevole della riduzione delle tasse….

3) IL PROCESSO DEL LUNEDI
Avendo ormai del tutto perso la sintonia con gli umori collettivi della mitica “gente” e la percezione dei reali problemi da affrontare, gli strateghi della pseudodestra padronale ritengono che gli italiani siano in realtà tutti una massa di “responsabili” pronti a vendere il loro voto per un piatto di lenticchie e pochi spiccioli in busta paga. Evidentemente non li sfiora neanche l’idea che per riconquistare credibilità e consenso sarebbe sufficiente ad esempio smetterla di umiliarsi raccontando vecchie barzellette sconce, di molestare sovrani e presidenti americani con le proprie ossessioni personali, di baciare le mani a dittatori beduini prima di bombardarli in casa loro, di provare ad adottare uno stile di vita adeguato ad un leader di un grande paese e non ad un tenutario di bordello, di evitare di collezionare figure da venditore di cammelli promettendo di trapiantare Las Vegas a Lampedusa, di smetterla di sfornare tonnellate di leggi impunitarie con il pretesto della solita persecuzione giudiziari alla quale credono ormai solo per contratto la Santanchè ed i fascioleghisti in livrea e per atavico furore ideologico Cicchitto, Brunetta, Sacconi e tutta la congrega dei craxiani residui ( il tempo di dimezzamento del loro odio anticomunista equivale ad almeno tre intere ere geologiche), di mettere in soffitta il solito piagnonismo vittimista e tirare finalmente fuori i coglioni in tribunale evitando magari quei ridicoli show del lunedì mattina con comizietto ed esagitati al seguito che così tanto hanno contribuito alla sconfitta della mamma di Batman, e soprattutto di risparmiare al paese ed alla sua stessa maggioranza colossali sputtanamenti cosmici tipo il voto all’unanimità sulla nipotina di Mubarak grazie al quali ci ride ancora dietro tutta la galassia...

2) RAI DI PEGGIO, DI PIU’
Intanto, affinché non si dica più che non mantiene le promesse, il Pompetta finalmente ottiene la sospirata cacciata di Santoro dalla Rai, e per compensare l’inevitabile riduzione degli introiti pubblicitari coloro che vorrebbero tagliarci le tasse ed abolire l’odiato canone saranno così proprio gli stessi che presto ce lo aumenteranno ...

1) A VOLTE RITORNANO
I “servi liberi” (non c’è peggior servo di chi lo è liberamente) richiamati da Giuliano Ferrara si sono radunati in un cinema capitolino e non se ne sarebbe accorto proprio nessuno se contemporaneamente non si fossero avviati tutti gli antifurti e non fossero stati segnalati casi di isteria collettiva tra tutti gli animali domestici del quartiere. Si trattava in effetti di un indigesto concentrato di vecchi reazionari ed irriducibili craxiani radunatisi in un tripudio di cateteri, pannoloni e bava alla bocca tra i quali paradossalmente quello messo meno peggio di tutti sembrava proprio lo spettro dell’esule di Hammamet. La loro mente, obnubilata da un rancore d’altri tempi e dall’eterna ossessione anticomunista, appare proprio tale e quale all’orologio della stazione di Bologna: inchiodata dall’istante della tragedia. L’unica spiegazione possibile di come questi fossili possano ancora rappresentare la classe dirigente del paese è che in realtà la prima repubblica non sia mai finita ma si sia solo limitata ad un accurato maquillage proprio come il faccione posticcio del suo profeta. Che il trauma di Tangentopoli sia stato brillantemente scavalcato sostituendo il Caf con il Cav, irreggimentando la stragrande maggioranza del vecchio pentapartito fuori moda nello scintillante scatolone vuoto di Forza Italia, normalizzando leghisti e post fascisti ed attrezzandosi così per sopravvivere tutti assieme appassionatamente sotto un “monarca” ( definizione testuale di Sallusferatu, quando lo dicevamo noi si incazzavano come bisce) al coro di “meno male che Silvio c’è” per un intero ventennio. Appare dunque verosimile che le prime avvisaglie di un autentico rinnovamento in questo paese si siano concretizzate proprio grazie agli incredibili trionfi di Pisapia e De Magistris preceduti e seguiti da tutte quelle meravigliose piazze arancioni stracolme di giovani e di cittadini radunatisi inseguendo un sogno e non grazie a pullman gratuiti e gettoni di presenza, di rinnovato entusiasmo e passione civile nei confronti della “sputtanatissima” politica, di voglia di rialzare la testa per non rischiare di finire tutti come pecore nel gregge o spettatori della fiction di un pifferaio magico da avanspettacolo: che la primavera italiana stia finalmente iniziando sul serio?

venerdì 27 maggio 2011

Milano da bere?

In quegli stessi giorni in cui, attingendo a piene mani dalle tecniche delle più truffaldine televendite, il partitone dell’amore mercenario tenta di spacciare una riedizione riveduta e corretta della Milano da bere (“Prendi due multe, la terza è gratis!”, “Scopri i nuovi cento fantastici premi del catalogo a punti ecopass , in omaggio a scelta un ministero od una corsia preferenziale!”,“Camicie da stirare? Ci pensa nonna Letizia! Macchie e certificati penali da sbiancare? Rivolgiti a Mastro Minzo!, Problemi col fisco e con il codice penale? Chiama il nostro numero verde, David Mills e Cesare Previti saranno a tua disposizione durante l’ ora d'aria!”, “Vuoi un accompagnatore in mutande per festicciole di compleanno ed addii al celibato? Albertini è colui che fa per te!”,”Moschea sotto casa? Da Calderoli gavettoni di piscio di porco gratis per tutti!”, “Gratta e vinci una crociera sul Nilo in compagnia della nipotina di Mubarak!”) tra tutti i volenterosi elettori pensanti, purtroppo spesso destinati ad essere messi in minoranza da quegli stronzi (limite che nessun sistema elettorale democratico è mai riuscito ad eliminare) che via via li additano come antropologicamente diversi, privi di cervello, puzzolenti e perfino coglioni, si diffonde l’angoscioso dilemma di quanti tra costoro possano essere così idioti da riuscire a bersi tutta quella montagna di balle allucinogene. Ma siccome al peggio non c’è mai fine il Cavalier Pompetta, ormai ridotto a furia cieca e puro istinto primordiale di sopravvivenza e latitanza, carica la sua campagna elettorale paranoica di tutta la coercizione emotiva possibile al punto che, per intuirne l’effetto su tutti noi malvagi zingari estremisti e brigatisti, basta pensare a ciò che provano in natura due animali dei quali uno prossimo ad essere sbranato dall’altro. Nella realtà onirica e squilibrata della propaganda disperata del vecchio molestatore di Obama e di ragazzine, incapace di prendere atto della sua cessata esistenza in vita come premier causa manifesta incapacità ed indegnità, Milano viene tinteggiata come una futura gigantesca zingaropoli, una moderna sodoma in mano ad omosessuali incalliti, un luogo malvagio nel quale la droga scorrerà a fiumi, la nuova capitale del fondamentalismo islamico più radicale, la città nella quale vecchi pervertiti si abbandonano a riti orgiastici con prostitute minorenni e non, la temibile Stalingrado d’Italia ultimo avamposto del marxismo leninismo più ortodosso ( a dire il vero solamente una di queste allucinazioni è purtroppo già realtà: sapreste individuare quale?). Parafrasando Flaiano potremmo dire che Puttankamon ha talmente poca fiducia nel suo paese che si è messo a fare progetti sul passato, incapace di focalizzare la realtà al punto di non riuscire ad ammettere che l’unico angolo davvero multietnico e ( sopratutto) multilingua della Padania si trova proprio sul materasso della sua affollatissima alcova personale.

Ed ecco così che ciò che resta di quel blocco sociale che ama definirsi “destra” ed è ancora disponibile a vivere sotto padrone sciorinare con la bava alla bocca ed il cervello sempre più tenacemente ancorato alle viscere tutto il solito vecchio armamentario propagandistico in salsa craxian-pidduista leghistoide, l’unico del resto che l’erede diretto nonchè figliolo legittimo del caf conosca a meraviglia: Vuoi una zingaropoli sotto casa? Al diavolo: cacciamoli tutti via col loro odore nauseabondo perché si riproducono come criceti e poi sfornano tutti quei ladruncoli marmocchi pronti con le sudice manine a mendicare monetine e subito dopo a fotterti pure l’autoradio! Ed i negri? A cosa diavolo servono le prigioni se non ad imprigionarci i negri, mica i corruttori amici dei mafiosi, i maneggioni delle cricche, gli occultatori di capitali ed i concussori satiro pedofili! E gli sguaiati spacciatori sudamericani con i loro spinelli, le donne zoccole ( ma se vanno al bunga bunga le facciamo meteorine o consigliere) e tutti quei terribili virus contagiosi portati dai topi che li accompagnano in ogni angolo delle nostre strade! E i cinesi ossignur, con i loro disgustosi ravioli da finocchi, gli odiosi involtini radical chic e gli spezzatini fatti con le budella del tuo cane che di certo accopperanno appena ti giri solo per un attimo ! Che ne direste poi di inserire nel programma una bella bombetta intelligente da lanciare contro la moschea e far fuori tutti quei cazzo di islamici prima che ci tirino giù il Pirellone con un aereo da turismo: sai mai che poi spuntano fuori le firme taroccate delle regionali! E poi basta con tutte le donne in genere (tranne quelle agghindate da porno poliziotte, sexy infermiere e deputate hard) con la loro scia di tampax e la lacrimuccia facile! Ed ovviamente foera dai ball la stramaledetta lobby delle checche ancheggianti ed ammiccanti con indosso oscene canottiere attillate e camiciole varipinte, i tamarri puzzolenti di aglio e di sudore, i centri sociali brigatisti e spacciatori di droga, i rumeni che ti fottono il posto all’asilo nido, i magistrati come la Bocassini ( ed ovviamente De Magistris: forza Nick ‘o Miricano!) con le loro toghe insanguinate che pretendono perfino di processare chi è riuscito a farsi i danè ( e sticazzi di come ci è riuscito, solita fissazione da invidiosi comunisti), gli ebrei con quei ridicoli pistolini circoncisi, i marocchini coi loro osceni falli come minareti che ci stuprano le figlie in trepidante attesa delle simpatiche cenette,i giovani sfaticati sempre pronti a piagnucolare ed a menare le mani, i borghesi sinistroidi ed altezzosi con le tonnellate di letame sotto al naso, i ladri di macchine amici dei brigatisti come Pisapia! Basta, cacciamoli via una volta per tutte dalle nostre città blindate e nuclearizzate, dalle nostre splendide oasi del catrame, del mattone e del cemento: abbiamo la maggioranza, un governo con il gradimento al 101% ed il padrone più amato e perseguitato dai tempi dei vangeli e perciò facciamo tutto ciò che cazzo ci pare e piace: se vuoi una cosa prenditela e poche balle, siamo o non siamo il paese delle libertà, cribbio! La democrazia e le regole sono vezzi da finocchi, i nostri (i miei) interessi vengono prima di tutto e volteggiano sopra ogni cosa perciò ‘fanculo ai comunisti e ai culistretti e tutti a votare assieme a Silvio: viva il terrore, viva il partito dell’amore!!!

sabato 21 maggio 2011

Puttankamon

Dicono che martedi mattina la Moratti si sia messa davanti allo specchio e si sia subito rovinata la giornata: aveva visto Berlusconi. In effetti dalle parti del primo premier di letto e di (mal) governo, tira davvero una brutta aria: che sia proprio lui quello che non si lava? Il flusso neuroendocrino dei suoi mediatori impazziti da tempo segna tempesta: la bugiarda e scorrettissima mamma di Batman nonchè protetta da batt-man manterrà infatti intatte tutte le sue possibilità di spuntarla al secondo turno ( grazie soprattutto alla terrificante visione di barbuti talebani coltivatori di papavero sul palco della Scala in una Milano post atomica nella quale fiumi di droga scorrono al posto del viagra e del cerone mentre orde di zingari e cosacchi amici dei piemme dissetano le loro bestie immonde nell’acqua sacra dei navigli all’ombra di un’imponente mosche eretta al posto del Duomo, scenario apocalittico solo in parte addolcito dalla speranza di veder scomparire per sempre Mestizia assieme all’odiosa Fascianchè sotto un bel burqua griffato Prada), ma per Berfagor, il fantasma dell’Orgettina, la sconfitta risulta inappellabile e definitiva: si era ridotto ad elemosinare voti sulla scheda elettorale come un povero mendicante per ritrovarsene poi nel cappello esattamente la metà di quelli che aveva nelle precedenti comunali. Così dopo una campagna elettorale visionaria, sociopatica e paranoica che ha finito per tramortire quegli stessi elettori dell’amore dei quali Chiavatar abusa emotivamente da anni, dalla città culla (un secolo fa) del berlusconanismo un clamoroso ed imprevedibile “fora dai ball” si è stampato proprio sul faccione variopinto e rifatto (ma allora è lui quello che quando si guarda allo specchio s’ incazza!) del migliore degli ultimi tre secoli. Ora: uno psicoleader con quattro processi penali ed uno civile a carico alla guida di una zattera che galleggia grazie ad un pugno di impresentabili mercenari voltagabbana ed inseguito da schiere di escort affamate di bustarelle e poltrone da consigliere regionale che vedesse dimezzati i suoi consensi personali verrebbe immediatamente messo alla porta dal suo stesso partito se non fosse che, come è noto, per i pallidi maggiordomi in camiciola bianca, nera e verde e per tutte le pecorelle belanti del “meno male che Silvio c’è” quando le cose vanno male sono gli elettori che sbagliano, non certo i sondaggi.
Nel panico del dopo big bung ed in attesa dell'inevitabile diluvio mediatico ecco così le formiche impazzite esternare su fantomatici pareggi con argomenti quanto meno stravaganti ( chissà perché allora almeno per una volta siamo noi ad essere allegri mentre a loro rode terribilmente il culo), un po’ come quell’allenatore che nell’intervallo si ritrova malauguratamente in svantaggio ma dichiara che in fondo senza quei due pallini si starebbe ancora sullo zero a zero rischiando così un esonero immediato con successivo trattamento sanitario obbligatorio. Nel frattempo quel vecchio 33 giri incantato di Cappuccio Cicchitto ( la cui attività elettrica cerebrale si è irrimediabilmente sclerotizzata ad Hammamet) intonava la solita parabola truffaldina della sinistra malvagia pronta ad abbattere per via giudiziaria il leader più amato dal popolo sovrano ( ma solo quando conviene a loro), malauguratamente smentito ancora una volta proprio dal più attendibile dei testimoni: il popolo. In effetti Cappuccetto Rosso sangue non ha tutti i torti: è cosa nota infatti che fu la Bocassini travestita da Lele Mora a recapitare l’adolescente Ruby per ben 14 notti nell’alcova affollata dell’utilizzatore finale, a suggerirgli che fosse la nipote di Mubarak ed a spingerlo infine a quella devastante telefonata grazie alla quale la pecorella minorenne smarrita finì nell’unico posto al mondo nel quale non sarebbe mai dovuta andare: a casa di una zoccola brasiliana accompagnata dall’igienista genitale personale di Puttankamon.

Ma come è noto Milano è una città moderata e ad uno che quando aveva i calzoncini corti rubava macchinine e frequentava pericolosi estremisti ne preferirà sempre un altro che si destreggia con assoluta disinvoltura tra campioni di sobrietà e moderazione quali Brusca, Dell’Utri, Mangano, Previti e Cosentino, che ammucchia orgettine a strati nel lettone di Putin, bacia le mani a Ghedaffi il giorno prima di bombardarlo e solletica con un pizzico di invidia il consenso notoriamente democratico del tiranno bielorusso. Nel frattempo, mentre quel gran figlio della prima repubblica di Lassini (sospinto nell’oblio elettorale dall’abbraccio mortale del mefitico Sallferatu e subito volgarmente scaricato dal suo mentore ispiratore) pur di risparmiare i soldi del biglietto si è imbucato nel pullman del Milan, la bugiardona in tailleur si è beccata anche la contestazione dei disabili. Subito il camerata da balera La Rissa ( a proposito, chissà chi frequentavano i fascio camerieri con poltrona incorporata negli anni settanta…) si è scagliato bava alla bocca contro i sindromici politicizzati, lo strapotere delle carrozzelle rosse ed i cateteri ad orologeria urlando ai quattro venti che giammai Milano finirà in mano ai paraplegici, cosa che ha contribuito a rabbuiare ancora di più l’umore già tetro del povero Bossi. Il quale notoriamente sfoggia il suo fiuto da politico di razza fin da quando, giovane rivoluzionario secessionista in braghe e canotta, finì per allearsi col figlioccio prediletto del caf. Quindi lo sgambettò con un bel ribaltone per abbandonarsi docilmente tra i baffetti di D’Alema. Iniziarono poi gli anni ruggenti del Berluskaz mafioso di Arcore, quello stesso (udite, udite) con il quale si è ben presto riappacificato nel corso di una romantica cenetta con rutto libero ( annaffiata, secondo i maligni, anche da qualche bella bustarella) per trasformarsi infine nel pretoriano di ferro di Roma ladrona, nell’apostolo dell’impunità dei potenti nonchè sacro templare di tutte le cricche. Lo straordinario risultato è che oggi nella sua presunta capitale conta tanti voti quanti Grillo e Di Pietro messi assieme, cioè un terzo di quelli di Bersani, mentre a Roma amoreggia con Cosentino, Mastella, Pionati, Dell’Utri e Scilipoti: non c’e dubbio che per il mitico leader della Borbonia si stia aprendo ufficialmente un’enorme questione settentrionale.

I milanesi, gente saggia operosa e concreta da sempre, ne hanno evidentemente piene le balle di barcamenarsi tra la mamma di Batman, la nipote di Mubarak e le Br in procura ed hanno voglia di ricominciare a respirare aria pulita e magari di mangiare una mela che sappia finalmente di mela e non di qualcos’altro. Così qualche buontempone ha iniziato beffardamente a raccontare anche lui vecchie e polverose barzellette, magari riadattandole ai tempi moderni: “Osteria numero sette, il salame piace a fette. Ma alla Ruby caso strano il salame lo da il nano”. Oppure, continuando sullo stesso genere: ”Osteria del cimitero è successo un fatto nero: pochi cadaveri putrefatti hanno votato per la Moratti”. E mentre Bragheheart, per dimostrare che anche secondo gli inventori del rimbalza il clandestino e gli innaffiatori di moschee con urina di porco l’amore vince sempre sull’odio e sull’invidia, da del matto al povero Pisapia sottolineando il tutto con un bel grugnito ( o forse sarà stata la solita pernacchia?) siamo in fremente attesi della prossima pagliacciata con tanto di giuramenti mistici, mortaretti elettorali, domandine retoriche ed inevitabile coretto finale: “Meno male che Silvio c’e”. Che, almeno per una volta, accoglieremo con il cuore colmo di gratitudine rispondendo tutti assieme gioiosamente: “ Osteria del gallo d’oro, è uno stronzo che fa il coro”…

venerdì 18 febbraio 2011

Monster parade 29

MONSTER PARADE 29

5) VA’ DOVE TI PORTA AR CORE
Belusconane e berlusconanisti di ogni ordine e grado schiumano rabbia dopo l’oceanica manifestazione di domenica scorsa: cribbio, così tante donne tutte assieme ed in piazza non si vedeva una zoccola neanche a pagarla con una poltrona da assessore, un appartamentino all’Orgettina o magari una semplice particina da meteorina! Rosicando come pazzi per la riuscita dell’iniziativa, una vera e propria montagna se paragonata al topolino delle quattro comparse tirate fuori dal sarcofago Mediaset e spedite con sommo sprezzo del ridicolo davanti al tribunale di Milano, i poveri servi non sono riusciti a produrre altro che sterili belati farneticanti sulla “piazza strumentalizzata” mentre il perseguitato cavalier Pompetta in vita sua giammai si sognerebbe di cavalcare le donne, tranne ovviamente quelle recapitategli a peso d’oro dal sempre Fido Emilio e dall’ igienista sessuale della mutua ( tanto paga la regione…). Inoltre, cosa ancor più grave, tra tutte quelle streghe comuniste nessuna che ricordasse almeno lontanamente a quel micidiale mix tra omino Michelin e Jessica Rabbit che costituisce il tratto fenotipico dominante della donna cartoon dei festini del bunga bunga di Hard core: inconcepibile! Per non parlare poi di tutte quelle minorenni in piazza: che spreco! Chissà quante nipotine di Mubarak in libera uscita e nessuno che si sia degnato di andargliele a reclutare! Ma nel coro padronale quella che stavolta ha superato se stessa, colei che ha stonato perfino più dell’imbattibile Fascianchè e stata Enterogelmini, la ministra che ti depura dentro..

4) L’ALTRA META’ DEL CESSO
Proprio lei, quella che per laurearsi in incognito ha dovuto mettersi in coda sulla Salerno- Reggio Calabria mentre per arrivare alla “pubica istruzione” si è limitata a frequentare la Brianza, ha delirato su poche “radical chic” fornendo così al paese l’ennesima dimostrazione dell’assoluta sconnessione tra i neuroni ( i suoi, non quelli del padrone) e la sua lingua. Forse non si è accorto, l’enterobacillo istituzionale, che a sfilare si sono presentate centinaia di migliaia di persone di ogni età, estrazione sociale, appartenenza politica. Che sono scese in piazza intere famiglie con tanto di cagnolini al seguito, che sul palco sono salite perfino le suore e che gli unici radical chic in giro erano i vari Ostellino, Sgarbi e Buttafuoco incolonnati dietro alle mutande di quel craxiano di Ferrara che, nell’intervallo tra un “family day” ateo devoto ed una crociata in difesa dell’embrione, ha pensato bene di organizzare un “famolo, dai!” nel nome del sacrosanto diritto maschile al libertinaggio antimoralista con tanto di mignotte maggiorenni e non, festini orgiastici e pali da lap dance a volontà: siamo o non siamo padroni in casa nostra, cribbio? Tanto poi, per risparmiare qualche milioncino, ci sono sempre a disposizione le liste elettorali…

3) FRONTE DEL PORCO
Non sapendo più a cosa attaccarsi per difendere l’indifendibile, terminato il mantra sulla giustizia politicizzata i missionari dell’amore hanno eletto a loro icona nientemeno che Bill Clinton! Peccato però che il pur arrapatissimo ex presidente tanto per cominciare non correva dietro alle prepuberi minorenni, poi si è fatto processare da un ringhioso mastino repubblicano iperpoliticizzato come Kennet Starr (nelle democrazie non bananare pare funzioni così anche per gli eletti dal popolo sovrano che, se solo accennassero alle toghe rosse, verrebbero immediatamente internati con una camicia di forza modello Cicchitto), infine si è precipitato a chiedere perdono a tutta la nazione per il semplice fatto di averle mentito. Ma ve lo immaginate voi il cavalier Pompetta in un videomessaggio alla Brambilla chiedere umilmente scusa per le tutte le balle spaziali sparate negli ultimi vent’anni? “…Vi prego perdonatemi se vi ho detto che non ho mai pagato una donna: in realtà sono triste perchè nessuna me l’ha mai data gratis! A proposito: ci sarebbe tra di voi qualche volontaria?Ebbene si, frequento minorenni: non è mica colpa mia se a volte hanno due tette come air bag! Avete ragione: sparo così tante cazzate che per un istante ho creduto anch’io che Ruby fosse la nipote di Mubarak, come le avevo suggerito di dichiarare per giustificare tutti i soldi che le regalavo…. Meno tasse per tutti, poi faccio il ponte sullo stretto…mi sono fatto da solo, anzi no…Dell’Utri, Cosentino dove siete?.... Sono il migliore di sempre, chiedeteglielo a Bondi!!!!.. Aiuto mamma, mi mancano tanto Previti, Mangano e Bettino!.)

2) PIOVONO POMPETTE
Il fine ultimo della persecuzione giudiziaria, secondo il miniculpap, sarebbe quello di azzoppare papi assieme a tutto il centrodestra per consentire finalmente ai cosacchi di abbeverare i loro cavalli nella piscina dorata del bunga bunga: cazzata atomica! Facciamo un’ipotesi alla Philip Dick: il pompetta, finalmente ben consigliato dai suoi adepti, si degna di compiere il fatidico passo indietro. Al suo posto probabilmente andrebbe Tremonti ( o magari Gianni Letta, tanto citare i nomi più gettonati): dunque due personalità di spicco del Pdl perciò per favore niente piagnistei su inesistenti ribaltoni visto che gli elettori hanno votato una coalizione di centrodestra, non un monarca al di sopra della legge. L’alleanza con la Lega Ladrona resterebbe di certo solidissima mentre finiani e casiniani si riavvicinerebbero (gratis…)alla maggioranza che dunque ne uscirebbe enormemente rafforzata. Il termometro istituzionale si raffredderebbe, Morfeo Napolitano dormirebbe finalmente sonni tranquilli, la Marcegaglia smetterebbe di rompere le balle, le toghe politicizzate non avrebbero più nessuno da perseguitare ( semplice no? basta soltanto rispettare la legge), la Santa Sede potrebbe ricominciare a guardare senza imbarazzo alla sua parte politica preferita, il mondo non ci riderebbe più dietro e perfino Bersani si è reso disponibile ad un’opposizione responsabile (leggi: nulla di nuovo sotto al sole e semaforo verde al federalismo). Insomma un incubo si, ma per la sinistra! Questo è ciò che accadrebbe fisiologicamente in qualunque paese civile al mondo, monarchie e dittature escluse. Peccato però che il cavalier Pompetta non sia un premier bensì un padrone disperatamente in fuga dalle proprie responsabilità, ferocemente adeso al salvagente istituzionale e pronto a difenderlo a suon di manganellate contro qualunque incauto dissenziente. Ed ecco così spiegato l’ indegno spettacolo di una maggioranza parlamentare, che per raggiungere l’agognato vitalizio guarda caso deve completare almeno una legislatura, incredibilmente intenta ad autoconvincersi della balla spaziale sulla nipotina di Mubarak. Come dire: trecentoquindici pompette impegnate a tenere ben su un cazzone….

1) CHI DI ESCORT FERISCE DI DONNA PERISCE
Il leader del copulo delle libertà si definisce un miliardario molto perseguitato che nella vita si è arricchito facendosi un mazzo così: in effetti non deve essere stato facile riuscire a violare sistematicamente, uno ad uno, tutti quanti gli articoli del codice penale. Adesso, fatta strada anche grazie al Caf ed a Dell’Utri, a Mangano ed alla P2, a Previti e a David Mills, potrebbe davvero dedicarsi alla costruzione di tanti ospedali nei paesi sottosviluppati come ci ha promesso pubblicamente e dei quali ovviamente si terrebbe ben stretti il primariato di pediatria e di ginecologia ad honorem. Nel frattempo le sue deputate coccodè, indignate per tutte quelle donne che hanno osato sfilare gratis al di fuori del salone del bunga bunga non agghindate da porno infermiere, vogliono proporre una loro contro manifestazione hardcoriana. E già sulla rete si segnala un’ intensa ed entusiastica mobilitazione: “ AAA stupenda accompagnatrice disponibilissima, completissima offresi per seratine piacevoli, body massage con pulizia dentale, rapporti sadomaso, scambi di coppia, manifestazioni del Pdl”. Per riuscire a replicare il mitico milione di piazza S Giovanni (veramente erano qualche migliaio stipati in un fazzoletto) sembra che Verdini abbia perfino ordinato novecentonovantamila bambole gonfiabili! Forza ragazze: se non orgia, quando?

sabato 12 febbraio 2011

Il patto della prostata

“Io resisto perché ho le ossa dure”: caspita, non sapevamo che in commercio esistessero anche le pompette ortopediche! Più prosaicamente lui resiste perché al posto di una protesi i previdenti medici dell’ospedale San Raffaele gli hanno impiantato una comoda poltroncina istituzionale modello “salvalagalera” Beghelli (della quale, al netto della propaganda, almeno due italiani su tre lo ritengono spudoratamente indegno), unica polizza a vita contro magistrati non corrotti (da lui) e non asserviti (a lui) in grado di proteggerlo da qualunque tribunale che non sia l’unico che si degna di riconosce come competente: Forum. Certo dobbiamo constatare che la sua armata Brancaporcone lentamente lievita ed ai voti portatigli in dote dai “responsabili” voltagabbana di palazzo pare possa aggiungersi nientemeno che quello del vecchio guru radicale iperpartitocratico: ma chi l’ha detto che al boss le zoccole piacciono solamente giovani? Di certo funziona sempre alla grande l’asse prostatico pedemontano con Bragheheart, il leader fossile dell’unico partitino sopravvissuto all’estinzione della prima repubblica: la Lega Ladrona. Il fu inventore del “Berluskaz mafioso di Arcore” oggi vendutosi a uomini d’onore, camorristi e corruttori in cambio di un piatto di pizzoccheri, il metabolizzatore di ogni legge vergogna, il templare della casta, il cavaliere della cricca, il rimbalzatore di tutti i clandestini non imparentati con Mubarak e non dediti alle orge, il centralista che difende e moltiplica le province, lo spacciatore di un falso federalismo all’amatriciana che provocherà il più colossale incremento fiscale dal dopoguerra ad oggi, il maggiordomo dei ricchi e dei potenti, il fannullone di un governo che vegeta limitandosi a fare il palo agli avvocati del pompetta. Commuovente in effetti lo spettacolo di trecentoquindici anime pallide prezzolate ( da tutti noi) impegnate in una sorta di seduta di autoipnosi collettiva per convincersi della veridicità della barzelletta globale del millennio sul padrone e la nipotina di Mubarak. Proprio lei, l’”escort”allora minorenne ladruncola e rissosa affidata ad una zoccola brasiliana spacciata per cognata di Lula e fatta evadere illecitamente dalla questura di Milano contro il parere del giudice minorile e ben prima di aver preso contatto con i genitori naturali grazie ad una delle tante donne canotto del “Bunga bunga privè” di Arcore scambiata nientemeno che per un consigliere regionale! In effetti almeno per una volta siamo quasi tentati di credere alla parole di Al Porcone: lui probabilmente voleva davvero evitare un imbarazzante incidente diplomatico, sai infatti come si incazzava Mubarak se sapeva che gli trombava la nipotina minorenne? Ecco perché si è ben guardato dal percorrere i normali canali diplomatici e dal coinvolgere ambasciata e consolato. E poi di certo nel chiamare ossessivamente la questura terrorizzando così i poveri funzionari ha chiaramente agito nel pieno dell’esercizio delle sue funzioni (quelle di organizzatore di orge) e nel suo alto ruolo istituzionale ( quello di utilizzatore finale). Nel frattempo un povero pseudo ministro capitato per grazia ricevuta alla Farnesina, il piccione viaggiatore incaricato di recapitare le veline tossiche di Lavitola al senato, interrogato dalla stampa sulla sconvolgente rivolta popolare che sta infiammando il Cairo ha esternato tutto il suo sgomento: lui infatti pensava che in Egitto regnassero ancora faraoni! Intanto oggi, travolto dalla melma e dal discredito globale ed in attesa di escogitare l’ennesima porcata grazie alla quale darsela a gambe (Processo breve? Intercettazioni?), per gettare un po’ di fumo negli occhi alle masse incollate al minzogiornale ecco che il governo Vanna Marchi-Scilipoti-Lele Mora si prepara a tirar fuori la frusta dal privè e ad utilizzarla per rilanciare nientemeno che l’economia: ecco così in arrivo un milione di bustine bianche nuove di zecca per tutti! Come se non bastasse per liberare il paese dall’odiata burocrazia di stampo stalinita tanto invisa ai craxiani alla Sacconi ancora ben trincerati dietro al muro di Berlino riecco di nuovo la tanto sbandierata ( da un quarto di secolo) rivoluzione liberale grazie alla modifica dell’articolo 41 della costituzione: d’ora in poi infatti “tutto ciò che non è vietato per legge diventa consentito”! Davvero una svolta epocale per uno da sempre abituato a fare impunemente proprio tutto ciò che è proibito dalla legge ( tanto poi, nella peggiore delle ipotesi, c’è sempre un intero parlamento a sua disposizione per cambiarla a piacimento).
Nel frattempo, mentre il “Popolo ciula” organizza malinconiche scampagnate per pochi pensionati davanti al palazzo di giustizia di Milano, nel nostro paese continua ad impazzare il gossip: Ruby, dopo aver trovato grazie a Signorina un fidanzatino e forse anche un maritino, sembra che sia pure rimasta incinta tanto che nel suo test di gravidanza al posto delle due barrette è comparsa una $. Pare inoltre che sia stata segnalata dalle parti della segreteria di stato intenta a chiedere cinquemila euro per presenziare col pancione al prossimo family day e che successivamente abbia sporto denuncia al boss e richiesto conseguente e cospicuo risarcimento per danni morali e materiali: gli aveva assicurato che la pompetta era caricata a salve! Ma il premier indignato si è difeso con fervore: ogni qualvolta che lui si fotte il codice penale infatti entro settantadue ore assume la legge del giorno dopo!
Di sicuro comunque siamo di fronte ad un decennale e disumano caso di accanimento e persecuzione giudiziaria: quello del Cainano e della sua cricca contro la legalità e la costituzione. Tanto poi, come diceva la Minetti, i suoi avvocati ed i suoi maggiordomi ce li infila tutti in parlamento e dunque nel nostro libro paga anche se sono incapaci e maldestri al punto da non riuscire a produrgli neanche un piccolo lodino o magari un semplice legittimo impedimentucolo in grado di scavalcare l’odiata consulta comunista e parargli il culo flaccido una volta per sempre: sarà per questo che adesso vuole farci causa?

venerdì 4 febbraio 2011

Dieci piccoli indiani bugiardi versione completa ( Piccolo manuale di resistenza umana contro le menzogne del regime)

Una volta eliminato l’impossibile non farti prendere per il culo: ciò che rimane anche se improbabile è certamente la solita menzogna.
(S. Holmes. Più o meno…..)


Dieci piccoli servetti se ne andarono a mangiar uno fece indigestione solo nove ne restar…

“Ad anomalia si risponde con anomalia!” sbraita nel saloon polveroso il pistolero Sallusti agitando il winchester davanti al povero Rodotà intento a smascherare la menzogna n. 1: in nessun paese europeo è prevista l’immunità per il premier, al massimo per qualche sparuto monarca o presidente della repubblica. Manca in effetti una legislazione aggiornata in materia di cesari ( secondo la vulgata della P3) ed aspiranti faraoni, sarà forse per questo che il fido Al Nano si ritrova con due globi oculari sempre più schizzati ed un traffico neuronale caotico come una tangenziale ed intasato più di un cesso di una mensa universitaria. Confessiamo che almeno stavolta siamo d’accordo col pistola: all’anomalia di un presidente del consiglio indagato per molteplici reati gravissimi e totalmente estranei alla sua attività di governo si risponde con l’anomalia di un parlamento di servitori ed avvocati sempre pronti a cucirgli addosso mostruosità giuridiche in serie solo per garantirgli l’eterna impunità…
Ma al maldestro pistolero è poi malauguratamente esplosa in mano la canna della vecchia barzelletta sconcia sull’avviso di garanzia di Napoli…

Nove poveri servetti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato otto solo ne restar

Capita ancora oggi infatti di imbattersi in stonati e polverosi 33 giri di regime incantati nel ripetere (menzogna n.2) che il Chiavatar uno scivolò dai tacchi e si lussò il cerone a causa di un avviso di garanzia recapitatogli in data 22 novembre 1994 nel corso di un G Tappo da lui presieduto a Napoli ( sapete bene infatti che stiamo parlando di un vero e proprio intenditore di punti G). In realtà si trattava di un semplice mandato di comparizione (menzogna n.3), a lui noto almeno dalla sera prima ma del quale come sempre aveva fatto un uso improprio ( ci si era pulito…la faccia). Il governo della “discesa in fango”, il primo in questi vent’anni di latitanza dalla legge, l’esecutivo nel quale Cicciolino voleva far entrare nientemeno che Di Pietro (menzogna n.4 : “Non sapevo sbattesse dentro tanti innocenti”, gli avvocati scendilettone dovrebbe almeno spiegargli che i Pm non hanno il potere di arrestare proprio nessuno) cadde in realtà in seguito ad una mozione di sfiducia presentata in data 16 dicembre 1994 da D’Alema, Bossi e Buttiglione anche sull’onda della protesta montante nel paese contro la riforma pensionistica. Fu dunque l’alleato Braghehear ad ammosciare la pompetta di Chiavatar grazie ad un semplice rutto e ad un dito medio mulinatogli in faccia almeno due settimane prima del G Tappo. Presero così il via gli anni dei lunghi coltelli, di Berluskaz mafioso di Arcore e della Lega costola della sinistra (mentre in realtà si tratta solo dello scroto del partitone dell’amore: tiene da sempre bene in alto i coglioni): insomma di tutta quella paccottiglia frettolosamente occultato sotto il tappeto nell’era dell’amore tossico e delle abbuffate di pajata, polenta e poltrone nella moderna “Roma Magnona” in salsa leghista.
Già allora circolava nella corte dei nani e delle ballerine riciclate l’antica storiella craxiana riveduta e corretta di una prima repubblica abbattuta solo grazie ad un golpe ordito da micidiali magistrati politicizzati (menzogna n 4: gli unici in realtà esistenti sono, ad esempio, i tristemente noti ammazzasentenze del porto delle nebbie) e non schiantatasi sotto il peso di un colossale debito pubblico e di una corruzione diffusa ormai così spudorata da non essere più tollerabile neanche in un paese storicamente dotato di più peli nello stomaco di quanti ne abbia Gallo Cerone sul suo tappetino cranico color mogano. A questo punto però prestate bene attenzione a queste poche, illuminate parole: “La vecchia classe politica è stata travolta dai fatti e superata dai tempi, l’autoaffondamento dei vecchi governanti schiacciati dal debito pubblico ( ma non erano state le toghe ?) e dal finanziamento illecito ai partiti ( e chissà chi era il primo a foraggiarli in gran segreto grazie alle sue 64 società off-shore…) lascia il paese impreparato nel momento del rinnovamento (ma tu con chi intrallazzavi fino a ieri: con Mangano e Dell’Utri? Con gli amichetti della P2? Con il vecchio socio latitante ad Hammamet?)...”. Sono certo che avrete intuito al volo la fonte purissima di queste nobili ed ispirate parole da statista: ma quell’ingrato volpone di papino appena disceso in fango, è chiaro! Ed ancora, furiosamente giustizialista:“Basta con i ladri di stato ( esclusi i presenti)! Noi siamo per una politica nuova (!), diversa (!!), pulita (!!!). Siamo l’Italia che lavora contro l’Italia che ruba (!!!!)”. A quel punto, vittima di un’’irrefrenabile commozione, è corso in bagno a sciacquarsi il viso: nel bidet.
Ma il padre (ma che dico: il padrino) di tutti gli onesti era purtroppo ignaro del mortale pericolo che incombeva sul suo capoccione non ancora rizzollato dalla Protezione Civile spa: il ribaltone..

Otto poveri servetti se ne vanno a passeggiar, uno ahimè rimane indietro sette solo ne restar..

Su questa favoletta buffa ( menzogna n.5) la propaganda del Miniculpap ha edificato memorabili grattacieli di sabbia . Il governo tecnico presieduto da Lamberto Dini ( ex ministro del Chiavatar 1, dunque non di certo un premier comunista) nacque perché in parlamento, come ampiamente previsto dall’odiatissima costituzione, esistevano i numeri per una maggioranza alternativa ( ed ecco perché oggi hanno tanta strizza di andare alle urne). Tra l’altro gli unici a negare la fiducia al futuro “Ranocchio” furono proprio quelli di Rifondazione, mentre Forza Mafia benevolmente si astenne. E così, sempre secondo la propaganda, le sinistre andarono al potere ( assieme ai cosacchi democristiani ed ai leghisti bolscevichi, con un premier proveniente da Forza Italia ed i veri comunisti, forse distratti, stranamente all’opposizione…) non rispettando le regole costituzionali ma solo in virtù di un inesistente “ribaltone” e dei tanto esecrati giochi di palazzo ( tipo quello di Tremonti, eletto con il patto Segni e presto transitato tagli e bagagli nella corte di nani e ballerine. O tipo quelli che piacciono tanto ad “I love shopping” quando se ne va a caccia di parlamentari a buon mercato nelle lande desolate dell’opposizione, magari offrendo il saldo di qualche rata del mutuo o piccole tele particine per mogli, fidanzate ed amanti varie…). Peccato per lui però che due anni dopo L’Ulivo di Prodi lo stracciò alla grande nella cabina elettorale dimostrando al di la di ogni ragionevole sondaggio quale fosse in quegli anni la reale volontà del popolo sovrano. Così, tanto per non perdere l’abitudine, loro continuarono ad architettare depistaggi ed a diffondere spazzatura tossica tipo la denuncia di strampalati brogli elettorali (vero, Cota? E poi aspetta a cantar vittoria, vediamo prima come va a finire con i tuoi cari “Pensionati per Cot@”..) e l’altra storiella davvero comica dei comunisti salvati dalle inchieste dai loro amici magistrati in toga rossa… ( menzogna n. 6).


Sette poveri servetti legna andarono a spaccar un di lor s’infranse a mezzo e sei soli ne restar

In realtà gli scheletri negli armadi polverosi del bottegone i magistrati li cercarono eccome, al punto che i primi a finire in galera negli anni della Tangentopoli lombarda furono proprio due ex compagni doc come Soavi e Li Calzi ed i patteggiamenti e le condanne per finanziamento illecito ai partiti si sprecarono anche tra i reduci dell’ex Pci. Voi però non vi azzardate a farlo presente a quelli come Cappuccio Cecchetto, Sandrino, Giulianone oppure ai due ministri bonsai Pena e Panico: il ventre molle del berlusconismo militante, i visceri del padrone che con i loro rutilanti borborigmi diffondono incessantemente scariche di mefistofelico odio anticomunista, i sacerdoti di quel fasciosocialismo all’italiana transitati contro natura dall’internazionale alla Padania, dal sol dell’avvenire al cul delle veline, dalla sinistra lombardiana a Storace e Calderoli (guarda caso all’epoca tra i più accesi fans di tangentopoli). Altrimenti a quelle anime pallide gli piglia pure un colpo apoplettico e stramazzano al suolo trascinandosi appresso tutto il loro vecchio armamentario di lingue ipertrofiche, cappucci, compassi, canzoncine di Apicella e falsi dossier correndo anche il rischio di incappare in un micidiale contrappasso politicizzato tale da spedirli direttamente in paradiso. Poveracci: provate ad immaginare tutti questi nanetti atterriti eternamente sospesi in una rarefatta atmosfera di celestiale purezza, sobrietà e castità governata da quell’immutabile regola divina: “La legge è uguale per tutti. Almeno quassù…” dal sapore così esplicitamente comunista. Sicuramente penserebbero di essere finiti in procura, ed a quel punto non gli resterebbe altro da fare che dichiararsi prigionieri politici..

I sei poveri servetti giocan con un alvear da una vespa uno fu punto cinque soli ne restar

“Sarebbe bene che un uomo con le qualità di Di Pietro scendesse in politica. La sua ansia moralizzatrice è patrimonio di tutti e potrebbe essere utile al paese. I miei giornali, le mie tivvù, il mio gruppo sono stati sempre in prima fila nel sostenere i giudici di mani pulite...” (menzogna n.7). Ma si, avete capito bene: e chissà di quale devastante senso di ingratitudine deve essere stato vittima il povero San Bottino da Hammamet, patrono di tutti i latitanti, ascoltando queste parole oscenamente contro natura. Il papino della discesa in fango ( con tutto il suo codazzo di aspiranti stelline e pennivendoli scendiletto) era in effetti un convinto (?) fan di quei magistrati allora sulla cresta dell’onda al punto da volerseli portare tutti quanti nel governo, nelle istituzioni e perfino nel partito ( c’è riuscito solo con la Parenti, però adesso lui ed i suoi trombettieri si scagliano contro Di Pietro e De Magistris perché stanno nell’Italia Dei Valori: ma allora è proprio vero che la coerenza è la virtù dei coglioni..). Quegli stessi giudici divenuti nel corso degli anni via via delirando: “attentatori contro organi istituzionali”, “volenterosi carnefici dello stato di diritto”, “golpisti”, “toghe rosse” , “braccio armato della sinistra”, “eversori antropologicamente distanti dal genere umano” e contro i quali scagliare nientemeno che una spudoratissima commissione d’inchiesta parlamentare promossa dalla maggioranza attraverso la quale la casta dei ladroni si arroga il diritto impunitario alla censura nei confronti del proprio giudice naturale. A tal proposito sembra che sua altezza il conte Igor Marini, scongelato ed imbeccato ancora una volta di tutto punto, abbia già iniziato il riscaldamento a bordo discarica. In pratica ci tocca sempre riascoltare la solita stucchevole storiella della “giustizia politicizzata” (menzogna n 8) che a sentirla pronunciare dagli inquisiti e dai vecchi attrezzi di quel Caf crollato in realtà per volontà degli elettori ( che poi hanno subito mandato al potere tutti i riciclati, i portaborse ed loro sodali tuttora saldamente in sella: proprio una bella rivoluzione all’italiana, insomma..) può avere un senso, ma ritrovarsela innestata nelle zucche di quelli come La Rissa e Gasparetto che allora tiravano le monetine in camicia nera fuori dal Raphael, dei secessionisti in bragone verdi che sventolavano cappi dentro quel parlamento dove oggi alpeggiano beati limitandosi a far scudo a ladroni, corrotti e camorristi di ogni ordine e grado e del riciclatore Feltry Kruger, che a quel tempo dirigeva un “Europeo” ipergiustizialista vittima di squassanti polluzioni notturne al solo pensiero di Borrelli, sinceramente fa un po’ pena ed anche parecchio schifo In realtà quello che abbiamo visto in azione per sedici anni in Italia è stato un macroscopico quanto inedito caso di “politica giudiziarizzata”, e la tutta l’epopea del partitone dell’amore ( a pagamento) in fondo non è altro che un indigesta miscela di vittimismo della casta sapientemente divulgato quanto falso e truffaldino associato alla pretesa di impunità per il boss e tutta la sua corte e farcito da obbrobri legislativi ad personam quasi sempre pasticciati quando non palesemente incostituzionali. Tutti sanno infatti benissimo che lui è sceso in politica solo perché finanziariamente in pessime acque ed angosciato dalle inchieste della magistratura che coinvolgevano eccome la sua illustre persona ed il suo gruppo già prima di quella vittoria elettorale che avrebbe sottratto il potere nientemeno che alla gioiosa macchina da guerra del pericoloso mangiatore di bambini Achille Occhetto. Al di la di quello che narra la propaganda infatti ( menzogna n 9) già prima del ‘94 papi si era beccato una condanna in appello per falsa testimonianza sulla P2, e dal 1992 al 1994 finirono nel mirino della giustizia autentici pezzi da novanta della sua corte quali Brancher, Paolo Berlusconi, Letta, Galliani, Confalonieri, Dell’Utri, Foscale, ecc: altro dunque che giudici scatenati contro di lui solo dopo la nascita di Forza Mafia!
La giustizia politicizzata in Italia in definitiva è solamente quella che galleggia sul loro fango: chi sono d’altra parte i veri inventori nonché utilizzatori finali di quel maleodorante “Metodo Boffo” teorizzato dal prode Straquaqquaraquadanio?..


Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar, un lo ferma il tribunale quattro soli ne restar

Questa strofa verrà saltata perché palesemente intrisa di odio giustizialista e forcaiolo e traboccante intollerabile antiberlusconismo militante….


Quattro poveri negretti salpan verso l’alto mar uno un granchio se lo prende quattro soli ne restar

Ultimo bunga bunga a Palazzo Chigi. Prima di deliziarci con le balle spaziali sulle inesistenti assoluzioni del cainano (menzogna n 10: ma quando mai!) inspiriamo profondamente e tuffiamoci in apnea nella maleodorante melma quotidiana iniziando col suggerire allo zelante Beldidietro di non gettare più la scucchia oltre l’ostacolo, anche perché questo risulta posizionato ad un livello talmente infimo che per oltrepassarlo dovrebbe come minimo mettersi a strisciare. Qui infatti il gossip (menzogna n 11) c’entra come i cavoli a merenda, come Sandrino con la poesia, come Apicella con la musica, come Di Pietro con la grammatica, come Bonaiuti con le tinture per capelli oppure come il Pdl con la legge. La cronaca infatti riporta le vicende di una ladruncola marocchina minorenne trattenuta dalle forze dell’ordine per dei piccoli furti in appartamento e non rispedita di corsa nei lager libici da Bobo il terribile ma difesa ad oltranza nientemeno che da Palazzo Chigi nel nome del celebre “Lodo Bunga Bunga” ( quello che prevede l’immunità per le frequentatrici dei festini delle più alte cariche dello stato, gli stessi che a loro volta costituiscono legittimo impedimento per evitare al premier di recarsi in tribunale. Evidentemente, oltre alla legge, anche la gnocca nel paese dell’amore non è più uguale per tutti…). La furfantella, imbottita di gioielli donatigli dal suo misterioso ed altolocato protettore, è stata perfino spacciata per la nipote di Mubarak ( dunque nella cricca del predellino un negro vale l’altro, inutile stare tanto a sottilizzare tra Marocco ed Egitto: sono gente pratica che lavora e non ha da perder tempo con la cultura, loro. Al massimo,se gli avanza tempo, vanno a mignotte…) ed onorata dalla scorta della mitica igienista dentale personale del padrone ( considerando ciò che esce da quella bocca la sua deve essere davvero una missione ai limiti dell’ impossibile). Altro dunque che gossip e bunga bunga: siamo di fronte ad un torbido caso di concussione e di violazione delle leggi sull’affidamento dei minori ( che in questo caso secondo i pifferai non varrebbero in quanto la fanciulla era dotata di tette e culo almeno da ventiquattrenne) con annessi retroscena di uno squallore tale da suggerire ad un individuo dotato di un minimo di dignità e d’ amor patrio immediate dimissioni con ignominia e conseguente esilio a vita in una delle sue sessantaquattro off shore di Antigua. Ma già, dimenticavo: come diceva mons. Fisichella anche il bunga bunga con ministre, attricette, veline e minorenni così come le bestemmie e la comunione ai pluridivorziati deve essere contestualizzato. In parole povere se a praticarli sono i potenti bastano un paio di pater nostrer ed un po’ di leggine giuste: che sia per caso proprio questa la teoria alla base delle famose radici cristiane della Lega? Lui intanto sostiene di amare le donne ( però solo quelle della mitica “Orgettina” che gliela sventolano davanti: le mogli infatti le ha inesorabilmente pluricornificate e la povera Rosy Bindi la insulta tutti i giorni)e di aiutare i bisognosi: chissà se telefonerebbe con la stessa veemenza anche per difendere le ragioni di un povero disoccupato, di un padre di famiglia cassaintegrato o magari di un altro ladruncolo extracomunitario non accessoriato con tette xxl e non habitué delle sue cenette con bunga bunga incorporato (magari tentando di spacciarlo per il cugino del cammello di Gheddafi).
Pur non amando il gossip, ammettiamo che saremmo tanto curiosi di conoscere l’identità delle fantomatiche ministre partecipanti alle festicciole, anche se in realtà qualche sospetto in proposito ce l’avremmo: vuoi vedere che si trattava proprio di Sacconi e di Brunetta?. E poi che squallore desolante questo mondo nel quale vecchi porcelloni ai confini con la pedofilia se ne vanno in giro a reclutare povere minorenni disiminbite e disponibili da spedire in batteria nelle seratine hard dell’attempato mandrillone. Capitasse una cosa del genere ad un qualunque genitore di ragazza una minorenne altro che madonnina, ci sarebbe da stampargli sul faccione come minimo una scarpata col tacco della Fascianchè tale da fargli cascare per terra tutto quel cazzo di cerone assieme a tappetini cranici ed optional vari annessi e connessi (ecco a voi un inequivocabile esempio di clima d’odio comunista, povere vittime innocenti…). La stessa fascia dura e pura che oggi corre in suo soccorso dicendo che lui le donne le seduce: bello sforzo, tanto quando gli dice male poi le paga (sembra anche con posti da ministro e sottosegretario). Il capo bunga bunga comunque di spazzatura non intende più parlarne: lui infatti preferisce di gran lunga viverla. Per quanto riguarda quella di Napoli, le scorte non pubblicabili nei giornali di famiglia (magari perché troppo profumate) verranno fatte sparire entro tre giorni. E così, mentre Bertolaido fruga disperatamente tra i sacchetti alla ricerca dei suoi preservativi usati con la massaggiatrice in tanga, chissà Gallo Cerone a chi telefonerà stavolta. E soprattutto: lo farà di persona o incaricherà per suo conto il prode Cosentino?


I tre poveri negretti allo zoo vollero andar uno l’orso ne abbrancò e due soli ne restar

“Noi non teorizziamo né tantomeno pratichiamo l’informazione come strumento di ricatto politico(!), i nostri sono eccellenti prodotti editoriali (!!), non fabbriche di derisione, calunnie, disprezzo(!!!). Non ho mai usato né mai userò i miei mezzi di comunicazione per scatenare campagne di aggressione contro chi non è d’accordo con me, lascio questi metodi ad altri (!!!!). In effetti l’ultima affermazione non fa una piega: l’importante è che questi siano sempre ben posizionati sul suo munifico libro paga. D’altra parte il minuculpap dell’utilizzatore finale rappresenta la dimostrazione vivente di come una menzogna ripetuta all’infinito possa trasformarsi in verità condivisa, soprattutto se si possiede un intero impero mediatico per spacciarla e si può contare su almeno una buona metà della popolazione equamente distribuita tra qualunquistica indifferenza e colpevole narcosi (quando non vera e propria, sfrontata adulazione). Fantastica ad esempio la megaballa spaziale che vorrebbe il solo cavalier Pompetta perseguitato da tonnellate e tonnellate di processi (quando fin dai tempi di Tangentopoli tutti i principali gruppi imprenditoriali italiani sono finiti nel mirino della magistratura, Fiat, Coop rosse, Parmalat e Cirio tanto per citarne alcuni, al punto che qualcuno come il povero Gardini ci ha pure rimesso le penne) dai quali sarebbe sempre uscito immacolato come una candida nipotina di Mubarak (menzogna n 12). In realtà, a parte qualche sporadica assoluzione spesso con formula dubitativa, Chiavatar è incappato in più o meno sedici processi, quattro dei quali ancora in corso, ed il più delle volte l’ha scampata solo grazie a prescrizioni ed opportune depenalizzazioni. Qualche esempio concreto? Processo per quattro tangenti alla guardia di finanza: primo grado, condanna. Appello: prescrizione per tre tangenti assoluzione con formula dubitativa per la quarta. Cassazione: assoluzione con formula dubitativa (in pratica la vecchia poco nobile insufficienza di prove). Processo “All Iberian uno” ( finanziamento illecito ai partiti: le mazzette partite da conti off shore Fininvest e dirette ai paradisi del latitante di Hammamet). Primo grado: condanna. Appello: concessione di attenuanti generiche e prescrizione. Cassazione: prescrizione. Processo “All Iberian due” ( falso in bilancio): proscioglimento di tutti gli imputati perché la contabilità venne si taroccata, ma poi Roma ladrona (Lega in testa, come sempre) ha spudoratamente quanto opportunamente depenalizzato il reato (quando si dice un miracoloso caso di autoassoluzione). Ed infine, per non dilungarci troppo, il celeberrimo processo Mondadori, quello nel quale bunga bunga man è stato beneficiato con le attenuanti generiche ( in quanto incensurato anche grazie alle false testimonianze del corrotto Mills) riconosciuto corruttore semplice e prescritto.


I due poveri negretti stanno al sole per un po’ un si fuse come cera uno solo ne restò

Adesso l’Unto dal cerone rispolvera nientemeno che la rivoluzione liberale ( la aspettiamo tutti da diciassette anni), ma chi ancora si beve ancora la truffaldina propaganda del mitico inventore del “meno tasse per tutti”, invece di continuare ad implorare di lasciarlo lavorare ( menzogna n 13: lavora infatti benissimo e si produce tonnellate di leggine ad personam), dovrebbe ricordare, ad esempio, la più colossale opera di presa per il culo mediatica della storia delle telecomunicazioni planetarie: il “contratto con gli italiani”! “Nel caso in cui al termine di questi cinque anni di governo almeno quattro di questi cinque punti non fossero raggiunti mi impegno a non presentare la mia ricandidatura alle prossime elezioni” (menzogna n 14). Si partiva con il fisco e le tanto sbandierate due aliquote: qualcuno per caso le ha mai viste? Poi sotto con le città più sicure con tanto di statistiche ufficiali concordi nel certificare il contrario. Meno di un quarto dei pensionati teoricamente aventi diritto ottennero poi una pensione minima elevata ad un milione di lire al mese. Il miraggio del milione di nuovi posti di lavoro si ridusse in pratica a poche briciole ed oggi registriamo drammaticamente una disoccupazione giovanile al 29%! Per quanto riguarda i nuovi cantieri gli unici aperti sono stati quelli sul suo cranio e sulle labbra e le tette delle mitiche Orgettine. Ma soprattutto l’attempato Pinocchio di Arcore, al quale per ogni menzogna pronunciata non cresce il naso ma qualche altra cosa assai più spendibile nei mitici Bunga a Bunga, non ha mantenuto all’impegno più importante di tutti: quello di levarsi finalmente dalle palle causa manifesta incapacità ed indegnità alla carica come gli chiedono da tempo oltre il sessanta percento degli italiani.
Perché in fondo è proprio lui ad impersonare una colossale bugia vivente inversamente proporzionale alla sua statura alla quale incredibilmente molte persone ancora credono o almeno si sforzano di continuare ostinatamente a farlo (menzogna finale): il “grande imprenditore”, quello che si è fatto da solo magari con l’aiutino di capitali provenienti da chissà dove, con in tasca la tessera P2, con san Bottino a proteggerlo ed a legiferare per lui ( ben remunerato, si intende), con l’eroico Mangano nella stalla e Dell’Utri al suo fianco mentre il povero Borsellino (opportunamente ed eternamente dimissionato) iniziava a spiegarci come i mafiosi riciclavano alla grande enormi quantità di capitali al nord grazie alla cortese collaborazione di imprenditori assai spregiudicati ( ma per il fido prefetto Lombardi, quello che riceveva con tutti gli onori la pericolosissima pupa del narcos habitué dell’orgettina, la mafia in Lombardia non esiste). L’uomo che non paga mai le donne, casomai da buon utilizzatore finale lo faceva fare al fido Spinelli ( come dire: una vita a farsi il mazzo sui libri per poi finire a fare il porcomat per le smanie lussuriose di un vecchio satiro). Quello che non si accompagna alle minorenni ed allora dovrebbe spiegarci le parole della moglie, i sodi ( pare) versati alla mamma di Noemi e le celle del telefonino di Ruby rubasoldi agganciate per ben nove notti nel bordello di Arcore. L’ingenuo play boy in buona fede che telefona dodici volte in questura perché sinceramente preoccupato per la povera nipotina di Mubarak ( a proposito: che ci faceva tutte quelle notti in casa sua?) salvo poi affidarla ad una prostituta extracomunitaria (davvero un bell’esempio di politica estera da statista!). Quello che organizza solo cenette simpatiche e di classe alle quali le signore sono pregate di presentarsi in massa e vestite solo da sexy infermiere e porno poliziotte. L’uomo nuovo in realtà vecchissimo, il figliolo prediletto della prima repubblica distante a chiacchiere dal teatrino della politica in realtà abbarbicato alla poltrona come una cozza, impegnato in un’epocale operazione di trasformismo mercantile per tenere in piedi la sua traballante armata Brancaporcone. Insomma un caso umano esteso a tutta la corte di zerbini genuflessi, una parabola oscura fatalmente discendente e falsamente scintillante che la storia si incaricherà di confinare a metà strada tra la cronaca giudiziaria ed un trattato di psicopatologia. Potrà durare ancora ? Certo, ma noi tutti resteremo qui in fiduciosa e paziente attesa perché tanto prima o poi inevitabilmente..

Il povero pompetta in un bosco se ne andò, ad un pino s’impiccò e nessuno ne restò..

sabato 29 gennaio 2011

Il Corriere della Sega

Questo porno show politico giudiziario a base di intercettazioni hard e testimonianze a luci rosse ha finito per stravolgere i costumi nazionali al punto tale che molti genitori pare abbiano sorpreso i loro figlioli adolescenti intenti a smanettare furiosamente col quotidiano di via Solferino mentre le società scientifiche segnalano una singolare riduzione del visus tra i lettori della Stampa, di Repubblica e del Fatto Quotidiano ( quelli del “Giornale” sono già accecati da un bel pezzo). In effetti quell’universo perverso e godereccio che emerge sempre più in tutta la sua incredibile similitudine con le antiche trame di “Giovannona Coscialunga” e “L’infermiera ci sta col colonnello”, indipendentemente da quello che sarà l’esito del processo (proviamo ad indovinare basandoci su una sconfinata letteratura: prescrizione!), risulta così spudoratamente affine a quello rilanciato su scala planetaria ( ecco un altro buon motivo per sloggiare al più presto) del patetico italiota cafone, bugiardo, misogino ed eternamente arrapato che non si capisce come uno come Mubarak abbia potuto lasciare che la sua nipotina trascorresse ben nove notti nella sala del “Bunga Bunga” del vecchio satiro in pompetta con il quale inoltre intratteneva una intensa attività telefonica e del quale collezionava quelle misteriose bustine piene di banconote così familiari in quel dell’”Orgettina”. Come è noto elargite con puro spirito ecumenico e solidale, lo stesso che ispirò la compulsiva serie di telefonate in questura per strappare l’illustre minorenne (a detta dei conoscenti escort e ladra: non ci sono più le egiziane di una volta!) dalle grinfie dell’odiato giudice minorile per affidarla alle più rassicuranti e soprattutto adeguate cure di una zoccola brasiliana. Ma tant’è: questo evidentemente è il senso dell’umanità nell’Italia dei gerontoporcelli che definiscono “cosiddette” le signore che non gliela danno a pagamento ed organizzano sbarchi in Normandia di giovani assatanate di soldi e di carriera al fine di sollazzare le fantasie senili e patologiche del vecchio satiro. Stiamo dunque parlando di batterie di spregiudicate (e spesso minorenni) prostitute? Piano con le definizioni! Un illustre opinionista del “Corriere della Sega”, uno di quelli pagati un tanto al chilo (di lingua) che hanno trascorso tutta la loro povera esistenza sotto il padrone sbagliato ( prima il latitante di Hammamet, poi il mandrillo di Hardcore) ha illustrato infatti una sua personalissima teoria: una donna consapevole della fortuna che “la natura le ha riservato” e che voglia renderne partecipe un uomo magari ricco e potente per tornaconto personale non è detto che sia una mignotta. Interessante teorema: chissà se si riferiva a sua madre.
Il cavalier pompetta intanto, asserragliato nel lettone rotondo ed in piena crisi di astinenza da pilu, sfoggia attraverso videomessaggi compulsivi il suo miglior vittimismo persecutorio ed indignato di stampo craxian pidduista e convoca il gregge di servitori nani e ballerine in piazza in difesa del suo “culo flaccido”. Si preannuncia pertanto una sbracatissima ed ultracafona “orgettina” alla quale le signore sono pregate di presentarsi agghindate da sexy infermiera o porno poliziotta. Eventuali toghe a luci rosse verranno ritenute incompetenti ed indirizzate a lezione di stile dall’igienista sessuale personale del vecchio satiro seriale. Per l’occasione, nel nome della sacralità della famiglia e per placare i turbamenti della Santa Sede, verranno allestiti dei baby parking la cui gestione verrà affidata direttamente a Lele Mora ed Emilio Fede. Nel corso della manifestazione il Popolo Dei Ladroni illustrerà le sue prossime riforme della giustizia: spostamento del tribunale di Milano in uno scantinato all’Orgettina, maggiore età portata a cinque anni, istituzione del “processo basso” (impunità per tutti gli arrapati mafiosi e corruttori al di sotto del metro e quaranta) ed inasprimento delle pene contro i puttanieri al fine di sgominare la concorrenza al nano. Al termine della parata le cortigiane saranno invitate a ritirare l’apposita bustina bianca direttamente dal rag. Spinelli mentre ai profilattici usati provvederà tempestivamente la già collaudata scorta di Bertolaido
A questo punto, al netto della nebulosa sapientemente diffusa a piene mani dalla disinformazione di regime ( signorina Signorini: ma dove è finita la nuova fidanzatina di papi: l’avrà mica violentata lo ziaccio di Ruby? Ma Mubarak è pure stupratore?) e limitandosi ad osservare sbigottiti i FATTI che emergono oltre ogni ragionevole dubbio ( in realtà già dai tempi delle dichiarazione di Veronica e delle poco edificanti vicende di Noemi e della D’Addario) viene da chiedersi sommessamente se esista ancora in questo povero paese uno straccio di dignità di destra: sembrerebbe proprio di no nel vedere come si sono asserragliati nel bunker immolati a difesa del culone molle e flaccido del padrone tutti i servi, le cortigiane siliconate ed i leghisti pretoriani della neo Roma ladrona ( e porcellona) . Sarà questa prova di vero amore? La risposta l’ha fornita, in un inconsapevole slancio di sincerità, la protesi di Ghedini al ministero di grazia ( ricevuta) e giustizia:”Potrebbe esistere il Pdl ( discendente di quella Forza Italia creata da papi in società con un condannato in appello per mafia ed uno in via definitiva per corruzione) senza Berlusconi? Certo che no, il nostro è un movimento tutto fondato sul suo carisma e sulla sua capacità di leadership”. In soldoni: sui suoi quattrini e sul suo sconfinato impero mediatico accaparrato solo grazie alle leggine compiacenti del Caf ed alle sentenze acquistate nel porto delle nebbie. Il Pdl: il comitato elettorale permanente che reclama a gran voce la presunzione di innocenza ( leggi: impunità a vita) ed il diritto alla privacy ( leggi: libertà di sputtanare il paese che indegnamente rappresenta abbandonandosi a festini orgiastici con prostitute maggiorenni e non ) per il puttan lover atteso da quattro processi per prostituzione minorile, concussione, corruzione e reati fiscali vari mentre invoca a gran voce le dimissioni di Fini, neanche raggiunto da un avviso di garanzia, per un appartamentino forse del cognato (vatti a fidare degli pseudo documenti provenienti da uno piccolo paradiso fiscale fantoccio nel quale galleggiano depistatori di ogni genere e grado e veri squali alla Lavitola). Lo stesso predellino ad personam che spaccia il padrone per un povero perseguitato (lo è, ma solo da se stesso). Che oggi si scaglia contro le intercettazioni delle chat line di Chiavatar mentre ieri brindava in attesa di pubblicare nei media di famiglia quelle di Fassino.Che blatera su centinaia di processi quando invece sono stati al massimo sedici, quattro dei quali ancora in corso. Che mistifica fantomatiche assoluzioni per impunità, prescrizioni e depenalizzazioni ghedinodirette. Che denuncia imperterrito un’inesistente giustizia politicizzata praticando in realtà a piene mani una spudorata politica giudiziarizzata e stroncando col dossieraggio taroccato tipico del metodo Boffo qualunque sia pur pavido dissenso. Che spaccia la frottola di un cavaliere mai indagato prima del ‘94 quando invece già nel ‘92 si era beccato una condanna per falsa testimonianza P2 mentre i suoi stessi sodali dichiaravano che se non entrava in politica finiva sotto i ponti oppure in galera. Insomma, carissimo ed inesauribile mandrillo: oltre che dalle ragazze che forse ti illudi di conquistare ma che in realtà al rientro dai festini parlano di te solo come un vecchio patetico e flaccido da spolpare e magari anche ricattare e derubare, guardati bene anche da coloro che ti circondano e ti adulano perché non è del tuo nobile culo che si preoccupano ma dei loro perennemente dilatati e siliconati destinati a sprofondare in una gigantesca e maleodorante discarica appena un istante dopo la tua prima o poi inevitabile caduta.
Quella che emerge è insomma la tragedia di un paese da anni prigioniero di un miliardario dal losco passato reso tanto più ridicolo proprio dal suo smisurato potere, della sua volgare ricchezza, dal suo immorale stile di vita, dalla sua maschera bolsa, dal servilismo senza se e senza ma dei suo miracolati, dal fanatismo dei suoi elettori che incredibilmente si bevono tutte le sue balle e non mostrano un briciolo di dignità ed amor patrio neanche dinnanzi a tutta questo squallore. “Finche c’è lui io mangio”: sono parole della nipotina di Mubarak ma evidentemente quelli che mangiano finchè lui sta lì sono molti ma molti di più