sabato 11 giugno 2011

Monster parade 20


1)CORRUZIONE E LIBERAZIONE
Clamoroso al senato, bocciato il ddl anticorruzione: e poi dicono che il Pompetta non sia coerente con i suoi valori di riferimento. E se l’ormai prossimo referendum sul legittimo impedimento dovesse contro ogni pronostico superare il quorum potremo tranquillamente aspettarci già il mattino dopo un ritorno di fiamma per quella “prescrizione precox” così utile per sottrarre un imputato eccellente alle prese con quattro processi penali ad una possibile quanto disdicevole condanna in primo grado proprio per il reato di corruzione. Nel gregge dunque non c’è più spazio per tutti quei burloni che ad esempio estraggono dal cilindro stravaganti proposte tipo l’inasprimento delle pene per i puttanieri costringendo così l’esercito di avvocati deputati ad inventarsi perfino un “lodo bunga bunga” mascherato da conflitto di attribuzione….

4) LA COSCIENZA DEL NANO
Il Cavalier Pompetta intanto ( unico tra tutti gli italiani di qualunque orientamento politico) ancora si chiede incredulo come abbia fatto a buscarle così sonoramente alle recenti elezioni amministrative nonostante il solito faccione variopinto, gli stessi slogan del ’94 (copiati tali e quali da quelli del ’48 ed integrati con alcuni riferimenti alle crociate, alla santa inquisizione, alla pulizia etnica ed alle guerre puniche), le brigate rosse in procura, le barzellette sporche di Pierino la peste, le televendite in stile Vanna Marchi ed i titanici sforzi profusi in decine e decine di comizi spesso sommersi dai fischi giungendo all’inconfutabile conclusione che l’unico errore commesso sia stato quello di sostituire Apicella con Gigi D’Alessio. E così per cercare affannosamente di risalire la china ecco la nomina di Alfano a qualcosa che nessuno ancora ha capito bene cosa sia ed il solito proposito di non mettere le mani nelle tasche degli italiani, tutt’al più nel perizoma delle olgettine. In pieno delirio di onnipotenza (suo status psichico abituale) il pompetta dichiara poi che il paese dovrebbe innalzare un monumento al governo senza rendersi conto che in realtà ce n’è uno già pronto da un pezzo: quello funebre. Dunque l’arma finale per riconquistare il cuore di un popolo sempre più deluso e meno credulone sarebbe la solita storiella stucchevole della riduzione delle tasse….

3) IL PROCESSO DEL LUNEDI
Avendo ormai del tutto perso la sintonia con gli umori collettivi della mitica “gente” e la percezione dei reali problemi da affrontare, gli strateghi della pseudodestra padronale ritengono che gli italiani siano in realtà tutti una massa di “responsabili” pronti a vendere il loro voto per un piatto di lenticchie e pochi spiccioli in busta paga. Evidentemente non li sfiora neanche l’idea che per riconquistare credibilità e consenso sarebbe sufficiente ad esempio smetterla di umiliarsi raccontando vecchie barzellette sconce, di molestare sovrani e presidenti americani con le proprie ossessioni personali, di baciare le mani a dittatori beduini prima di bombardarli in casa loro, di provare ad adottare uno stile di vita adeguato ad un leader di un grande paese e non ad un tenutario di bordello, di evitare di collezionare figure da venditore di cammelli promettendo di trapiantare Las Vegas a Lampedusa, di smetterla di sfornare tonnellate di leggi impunitarie con il pretesto della solita persecuzione giudiziari alla quale credono ormai solo per contratto la Santanchè ed i fascioleghisti in livrea e per atavico furore ideologico Cicchitto, Brunetta, Sacconi e tutta la congrega dei craxiani residui ( il tempo di dimezzamento del loro odio anticomunista equivale ad almeno tre intere ere geologiche), di mettere in soffitta il solito piagnonismo vittimista e tirare finalmente fuori i coglioni in tribunale evitando magari quei ridicoli show del lunedì mattina con comizietto ed esagitati al seguito che così tanto hanno contribuito alla sconfitta della mamma di Batman, e soprattutto di risparmiare al paese ed alla sua stessa maggioranza colossali sputtanamenti cosmici tipo il voto all’unanimità sulla nipotina di Mubarak grazie al quali ci ride ancora dietro tutta la galassia...

2) RAI DI PEGGIO, DI PIU’
Intanto, affinché non si dica più che non mantiene le promesse, il Pompetta finalmente ottiene la sospirata cacciata di Santoro dalla Rai, e per compensare l’inevitabile riduzione degli introiti pubblicitari coloro che vorrebbero tagliarci le tasse ed abolire l’odiato canone saranno così proprio gli stessi che presto ce lo aumenteranno ...

1) A VOLTE RITORNANO
I “servi liberi” (non c’è peggior servo di chi lo è liberamente) richiamati da Giuliano Ferrara si sono radunati in un cinema capitolino e non se ne sarebbe accorto proprio nessuno se contemporaneamente non si fossero avviati tutti gli antifurti e non fossero stati segnalati casi di isteria collettiva tra tutti gli animali domestici del quartiere. Si trattava in effetti di un indigesto concentrato di vecchi reazionari ed irriducibili craxiani radunatisi in un tripudio di cateteri, pannoloni e bava alla bocca tra i quali paradossalmente quello messo meno peggio di tutti sembrava proprio lo spettro dell’esule di Hammamet. La loro mente, obnubilata da un rancore d’altri tempi e dall’eterna ossessione anticomunista, appare proprio tale e quale all’orologio della stazione di Bologna: inchiodata dall’istante della tragedia. L’unica spiegazione possibile di come questi fossili possano ancora rappresentare la classe dirigente del paese è che in realtà la prima repubblica non sia mai finita ma si sia solo limitata ad un accurato maquillage proprio come il faccione posticcio del suo profeta. Che il trauma di Tangentopoli sia stato brillantemente scavalcato sostituendo il Caf con il Cav, irreggimentando la stragrande maggioranza del vecchio pentapartito fuori moda nello scintillante scatolone vuoto di Forza Italia, normalizzando leghisti e post fascisti ed attrezzandosi così per sopravvivere tutti assieme appassionatamente sotto un “monarca” ( definizione testuale di Sallusferatu, quando lo dicevamo noi si incazzavano come bisce) al coro di “meno male che Silvio c’è” per un intero ventennio. Appare dunque verosimile che le prime avvisaglie di un autentico rinnovamento in questo paese si siano concretizzate proprio grazie agli incredibili trionfi di Pisapia e De Magistris preceduti e seguiti da tutte quelle meravigliose piazze arancioni stracolme di giovani e di cittadini radunatisi inseguendo un sogno e non grazie a pullman gratuiti e gettoni di presenza, di rinnovato entusiasmo e passione civile nei confronti della “sputtanatissima” politica, di voglia di rialzare la testa per non rischiare di finire tutti come pecore nel gregge o spettatori della fiction di un pifferaio magico da avanspettacolo: che la primavera italiana stia finalmente iniziando sul serio?