domenica 31 gennaio 2010

Il bue prescritto e l'asino cornuto

E così adesso siamo anche costretti a sciropparci il bue che si mette a dare del cornuto all’asino. Una volta scoperta l’esistenza della Calabria grazie all’ultimo Reggina- Milan ( una certa Sicilia invece gliel’avevano già spiegata a modo loro gli eroici Dell’Utri, Cuffaro, Mangano, Schifani, per arrivare ai fratelli Graviano, e pare si siano anche piaciuti molto), papi ha infatti pensato bene di recarvisi personalmente per recitare l’ultimo megaspot elettorale con tanto di strizzatina d’occhio bipartisan ai leghisti in cappuccio bianco ed agli onesti impallinatori dei poveri extracomunitari. “ I reati aumentano a causa degli stranieri!” ha tuonato il bue sfoggiando la sua nuova chioma alla Jimmy Hendrix. Teoria interessante: in effetti molti di loro risulterebbero dei pericolosi criminali, peccato però che il reato del quale si macchino più di frequente è quello terribile di immigrazione clandestina. Lo stesso cioè che è stato ricamato su misura di tutte le paure così redditizie in termini elettorali dai leghisti in tonaca bianca, distinguibili dai veri attivisti del klan solo grazie al tanfo del “profumo Dur”. Sembra che il reato sia stato ideato dal figlio del mitico “Braveheart canottato” in persona, che l’avrebbe ricopiato nientemeno che da un articolo del giochino cult dell’estate leghista, l’indimenticabile “rimbalza il clandestino”.
Ma proprio mentre Chiavatar solletica il piloro del suo elettorato di riferimento, un’ autorevole (ed indipendente) analisi del “Global Agenda Council on Illecit Trade” inserisce inopportunamente il nostro immacolato paese al primo posto nel “G5” delle mafie di tutto il mondo. Disponiamo in pratica della malavita organizzata più potente del pianeta, per volume d’affari criminali seconda solo a quella inarrivabile degli Stati Uniti. Questa poco onorevole “special hit” ci vede davanti alla mafia cinese, alla “Yakuza” giapponese, alla mafia russa ed a quelle dei cartelli sudamericani. La buonanima di Mangano ne sarebbe orgoglioso, Putin invece sta schiattando dall’invidia e pare abbia chiesto a papi la restituzione del lettone e di quell’amato giubbotto del Kgb che gli conferiva un aspetto ancora più autorevole e minaccioso agli occhi di Bondi, Cicchitto e Capezzone. Oltre a trafficare in droghe di ogni tipo, armi, oggetti e medicinali contraffatti, rifiuti e prodotti chimici, questi gentiluomini trattano anche un articolo molto richiesto sul mercato, compreso quello nazionale: esseri umani. In pratica i moderni schiavi nell’era della globalizzazione. Proprio coloro cioè che secondo le camiciole verdi e nere con tanto di cappucci bianchi minaccerebbero al pari di un’orda barbarica i nostri sacri confini. Almeno fino al momento in cui non accettano di lavorare in nero, magari raccogliendo arance per dieci euro al giorno, vivendo stipati come bestie in ignobili gabbioni e privati di qualsiasi diritto, compresi quelli basilari di pregare e di incazzarsi (pena: una bella raffica di pallettoni salati sulle chiappe).
Insomma per contraddire i deliri dei nostri raffinati pensatori non serve neanche le politica, basterebbero il buon senso, i numeri ed un briciolo di umanità. La maggior parte delle denunce contro i cittadini stranieri riguarda il pericolosissimo reato di immigrazione clandestina: in pratica queste persone sono delinquenti per solo il fatto di esistere e perché così ha deciso la Lega, che da quando non può più prendersela contro Roma Ladrona essendone ormai parte integrante, in qualche modo deve pur giustificare la sua esistenza altrimenti inutile. Se poi andiamo ad analizzare i reati commessi da questi feroci criminali, l’unico nel quale sopravanzano i nostri onesti concittadini è la riproduzione illegale di audiovisivi (che poi ci compriamo noi stessi assieme ai RayBan ed alle borsette taroccate, risparmiandoci sopra pure un bel gruzzoletto di euro ), mentre per quanto riguarda spaccio, furto e rapine gli italiani risultano ancora saldamente in testa ad ogni graduatoria. Senza considerare che, ad esempio nel caso del narcotraffico, spesso gli stranieri sono solo l’ultima ruota del carro, mentre chi accumula miliardi possiede passaporto italiano, frequenta paradisi fiscale e magari beneficia anche di un graziosissimo scudo.
E allora il bue prima di cercare la pagliuzza negli occhi degli altri, dovrebbe andare a guardale le travi che si ritrova piantate dentro al suo cerone pluristratificato ormai da un paio di ere geologiche. Il suo amatissimo Cosentino, ad esempio, ha visto confermata la richiesta di arresto per concorso esterno in associazione camorristica nientemeno che dalla cassazione, e se fosse un normale cittadino oggi stesso se ne starebbe tranquillamente al fresco. Ma queste cose da Mastro Minzo e dall’insetto leccaculo di certo non le ascolterete mai. E le dimissioni? Ma per favore! L’hanno imboscato lì proprio per questo, così oggi invece dell’ora d’aria a Regina Coeli si gode le deleghe per il comitato interministeriale programmazione economica e per le frequenze radio tv.
Fantastico: anche di questo Mangano sarebbe orgoglioso, Borsellino magari un po’ meno, ma tanto lui è opportunamente saltato in aria già da un pezzo. Strano? Ma no: cosa aspettarsi da un signore che esulta se sfugge alla condanna in quanto corruttore semplice e dunque attenuato e prescritto “omnia secula seculorum”? Adesso di processi in arrivo ne ha almeno altri tre o quattro ( difficile tenerne il conto anche per Ghedini, che infatti gira sempre con il codice ed il pallottoliere sotto il braccio), ma non c’è da preoccuparsi perché è già pronta ad essere sparata l’ennesima raffica micidiale di leggine ad personam. Tra i suoi collaboratori poi, adesso che gli stanno pure indagando mezza famiglia per frode fiscale ed appropriazione indebita, non è che il quadro sia dei più rassicuranti. Di Cesare Previti e Dell’Utri ormai conosciamo vita morte e miracoli, Nicola Cosentino si gode in beata tranquillità il suo mandato di cattura per camorra, il ministro Raffaele Fotto, rinviato a giudizio per corruzione, turbativa d’asta ed interesse privato, rimane saldamente inchiodato alla poltrona: d’altra parte lui mica aveva l’amante. Così può dedicarsi alla compilazione delle liste della sua “Gnocca prima di tutto” da inviare al boss in vista dei prossimi festini al palazzo. Lady Moratti ha deciso di intitolare una via a Bottino nel giorno stesso nel quale pare l’ abbiano pizzicata assieme al suo staff per sperpero di denaro pubblico in consulenze inutili. Per non essere da meno, al suo fianco anche il leghista Castelli, mentre dicono che Maroni un tempo azzannasse nientemeno che i polpacci a membri di quelle stesse forze dell’ordine che oggi guida con piglio autoritario. Il Pio Formigoni, peraltro formalmente mai indagato, si impantanò anche lui nello scandalo “Oil For Food”, mentre molti dei suoi collaboratori inciampano uno dopo l’altro: da Marco Mazzarino De Petro a Prosperino Piergianni. Il governatore ne chiede le dimissioni e fa pubblica ammenda come capitato a Niki Vendola? Ma no, lui ovviamente si mette a strepitare contro la giustizia politicizzata: tutto suo papi. E della seconda discarica dello stato cosa dire? Ma niente di penalmente rilevante, ci mancherebbe. Solo che Ciancimino Jr. rivela come a suo tempo assieme a Cuffaro e Mannino fungesse da autista negli gli incontri tra due stimati galantuomini quali don Vito padre e Salvo Lima: il passo da quell’ambientino immacolato alla presidenza del senato nell’era di Chiavatar a quanto pare è lungo al massimo quanto una gamba di Brunetta.
Insomma di fronte a questo quadro desolante, disponendo della criminalità organizzata più potente del mondo e guidati da un ventennio da signore che ha collezionato più capi di imputazione, prescrizioni ed impunità delle champions vinte, si capisce perché i criminali di tutto il mondo facciano la fila per entrare qui da noi: in quale altro remoto angolo del pianeta infatti potrebbero trovare dei maestri ed una formazione professionale così qualificati?

venerdì 29 gennaio 2010

Alla ricerca di Noemi

Il vecchio lupo perderà anche il pelo ma, di certo non rinuncia mai all’amato “pilu”. A dire il vero Cicciolino non si fa mancare neanche il pelo, visto che il prestigioso “National Geographic” ha recentemente intervistato uno degli zollatori del suo cranio, che ci ha aggiornati su come il tricoinfoltimento proceda ad un ritmo inversamente proporzionale alla deforestazione amazzonica. D’altra parte, dopo le stigmate di piazza del Duomo e gli innumerevoli “ processi scomparsi”, di fronte alle trovate paranormali (ed anche para… qualcos’altro) dell’Harry Fotter di Arcore non si stupisce davvero più nessuno. E così mentre un tempo ad essere famose erano le “veline rosse”, nell’era della “dittatura dell’amore” impazzano in ogni luogo solo quelle azzurre. La più conosciuta tra loro è senza dubbio l’efebica Noemi da Casoria, colei cioè che si rivolge ad uno che potrebbe tranquillamente essere un suo antenato chiamandolo affettuosamente “papi”. Sarà solo un atteggiamento smielatamente disinteressato da parte di una brava nipotina o ci sarà dietro qualcos’altro? Chissà, intanto dopo aver fatto impazzire tutti gli antivirus del pianeta, straziati a morte dalla terrificante “canzoncina di Natale on line”, l’ambiziosa fanciulla si appresta al temutissimo salto qualitativo dai palinsesti di Villa Certosa a quelli di via Teulada, l’ex Tv di stato facilmente riconoscibile per la solita farfallina ben stampata in basso a destra. Deve essere proprio vero ciò che recitava una celebre, vecchia pubblicità: Rai, di tutto di più!.
Un significativo aumento del tasso di alcolismo, della diffusione di antidepressivi e perfino del numero dei tentati suicidi tra i maestri di canto testimonierebbe, secondo i soliti bene informati, di come la giovane si stia sottoponendo ad un corso intensivo di lezioni private, con risultati peraltro assai modesti, visto che dopo circa sei mesi si troverebbe ancora incagliata all’insuperabile ostacolo del “do”. D’altra parte è nota la tendenza delle aspiranti stelline dell’harem di papi allo stravolgimento del pentagramma: le poverine infatti non riuscirebbero proprio a recitare la giusta successione,” do-re-mi-fa–sol-la si”, risultandogli molto più familiare il “Si-la-do-(al)-mi-re”.
L’esordio televisivo della fanciulla di Casoria non sarà di certo sottotono. Previsto infatti il debutto in una serata del programma cult: “Ballando con le stalle”, presentato per l’occasione dal nuovo eroico stalliere di Arcore prestato eccezionalmente al piccolo schermo. Candidata poi ad un ruolo in una puntata di “X Factor”, la giovane è stata opportunamente dirottata nella programmazione di “X files” ove interpreterà un alieno affetto da laringo tracheite acuta, mentre sarebbero in cantiere nientemeno che due scintillanti fiction create apposta per lei: “Csi Noemi” ed “Il grande fardello”.
Avvicinandosi le elezioni regionali, di veline in rampa di lancio il “presidente(leggi: Il padrone) ne ha in serbo un’intera batteria, calcolando anche quelle malauguratamente accantonate alle europee a causa di forza maggiore (leggi: moglie incazzata). Sempre dalla Campania, ad esempio, scalpita une delle rampanti fondatrici del notissimo club culturale: “Silvio ci manchi”, un’effervescente signorina dal curriculum ideale per il partito dell’amore, essendo passata direttamente dal “Telecafone” ad un consiglio comunale.
Nonostante tutta questa grazia, a sorpresa l’ambitissimo titolo di “Ministro coccodè”, ( nello sconcerto delle galline di tutta Italia), è finito nientemeno che a Renato Brunetta, autore della folgorante proposta comica dell’anno: quella di togliere soldi ai pensionati per darli ai disoccupati. Certo, ad un socialista craxiano come lui non verrebbe mai in mente di reperire risorse andandole a stanare nell’immensa folla degli evasori fiscali, tassando i grandi capitali, equiparando il prelievo sulle rendite finanziarie, richiedendo più del ridicolo 5% a quei galantuomini beneficiati dallo scudo. Tra l’altro, considerando che un giovane privo di lavoro spesso è costretto a vivere in famiglia, viene da chiedersi cosa cazzo speri di risolvere il crax- bonsai togliendo cento euro al padre per girarli al figlio. Misteri di una mente fannullona….
Nel frattempo torna d’attualità la questione morale, quella che vede i dirigenti Democratici impegnati a dimettersi anche a seguito di una multa per parcheggio in doppia fila. Ma nel Gregge delle libertà respingono con sdegno ogni addebito: loro alla moralità ci badano, eccome! Infatti se ti vuoi candidare e sei malauguratamente sprovvisto di un bel paio di puppe ( Denis Verdini dixit), non ti resta che sperare in un bel rinvio a giudizio, meglio ancora in una condanna in primo o magari anche in secondo grado (se si tratta della cassazione poi, strada spianta per una comoda e sicura poltrona al senato). Le dimissioni sono un articolo categoricamente bandito dalla casa madre, d’altra parte è noto a tutti che loro si buttano in politica proprio per evitare la galera. Le qualità maggiormente ricercate sono la corruzione, la concussione, l’appropriazione indebita, la bancarotta fraudolenta, l’evasione fiscale, il falso in bilancio, il concorso esterno in associazione mafiosa, la turbativa d’asta, il finanziamento illecito ai partiti, lo sfruttamento della prostituzione, la diffamazione e la calunnia, l’oltraggio alla bandiera ed ai simboli nazionali. Graditi anche l’omicidio e la strage, ma solo se coinvolgono almeno un magistrato. Chiavatar su queste cose è davvero inflessibile: lui il suo gregge lo pretende tutto a sua perfetta immagine e somiglianza…

mercoledì 27 gennaio 2010

Bertoldo Bertolaso e Cacasenno

Il laboratorio pugliese ha fornito il suo attesissimo verdetto: grazie ad un innovativo test di vivisezione elettorale alcuni tra i più raffinati pensatori del Piddì sono risultati esenti dal “Morbo di Cicciolino” in quanto perfettamente in grado di buscarle anche dal leader di un partito stimato attorno al 2%. In questo clima di ritrovato entusiasmo, l’obbiettivo dei ricercatori è adesso quello di riuscire a traghettare il Piddì al di sotto della soglia dell’1%, così finalmente D’Alema potrà dichiarare di aver perso per una volta con onore, contribuendo però a riportare in vita il fantasma di quella povera sinistra radicale già stroncata dal micidiale virus della vocazione maggioritaria diffuso nel paese dall’ untore Walter Veltroni. Niki Sventola intanto vola sulle ali del consenso, ma bisogna riconoscere che quando ci sono da ottenere sconfitte all’altezza delle aspettative alcuni dirigenti democratici non temono confronti. Il giorno (lontanissimo) nel quale si ritireranno(finora l’unico che sono riusciti a pensionare è il povero Romano Prodi, colui cioè che ha disatteso gli ordini di scuderia stracciando per ben due volte su due il compagno costituente bonsai) un impiego come giardinieri non glielo negherà nessuno: come si segano bene i rami da soli infatti non ci riesce nessuno. E così Pierfornicando Casini è costretto per la prima volta in vita sua a ballare da solo, ma pare che in fondo non se ne curi poi tanto: in un modo o nell’altro lui infatti c’entra sempre. Per non perdere le buone abitudini, nella pausa pranzo tra un divorzio ed un family day, il leader moderato porta avanti la sua spregiudicata politica dei due (o tre?) forni, sempre all’insegna però di quei valori così ben rappresentati dall’amena vicenda Cuffaro. Per non rischiare di sbagliare, i custodi dell’ortodossia democristiana si alleano un po’ di qua in po’ di la, vanno insomma dove li portano il vento ed i sondaggi elettorali. Nel Lazio ad esempio, grazie anche al convinto sostegno delle gerarchie ecclesiastiche ed in odio verso l’abortista Emma Bonino, se ne stanno a braccetto con i fasci alleati della candidata soufflé: quella a capo di un sindacatino nero più gonfiato delle labbra della Santanchè. In caso di vittoria festeggeranno tutti assieme organizzando il primo ”Embrione day”, e se nel tripudio generale dei gerarchi qualche omosessuale finirà pestato a sangue o magari un barbone verrà abbrustolito sul barbecue nessun problema: il cardinale di stato ha già garantito l’assoluzione preventiva. Rinviata a tempi migliori l’alleanza tra moderati e sinistra, il laboratorio pugliese potrà così forse tornare a disposizione del delfino di Papi, quel Raffaele Fotto che con la sua lista “La pugna prima di tutto“ ha già dimostrato ampiamente la sua capacità di selezione della classe dirigente. D’altra parte, a differenza di quegli sfigati moralisti della sinistra che finiscono col pagare con le dimissioni ogni scappatella, loro invece le amanti, le escort e le veline del padrone le ripagano con scintillanti candidature, sopravvivendo così eternamente felici, appagati e contenti, ma soprattutto inchiodati nei secoli dei secoli alle comode poltrone.
Nel frattempo il clima preelettorale spinge gli incauti a fare il passo più lungo della gamba, che nel caso di Brunetta significa in pratica fare un passo più corto del suo calzino. Adesso il nostro Robin Hood tascabile si propone nientemeno che di rubare ai poveri per dare ad altri poveri, di togliere soldi ai pensionati per darli ai disoccupati: se la vedessero tra di loro insomma questi dannati comunisti, che ai padroni ci pensa già benissimo il governo. E se avanzerà qualche spicciolo o un paio di social card abbandonate da un pensionato nel frattempo suicidatosi, magari la concederanno generosamente a qualche poliziotto panzone e passacarte. Insomma qui i tornelli non bisognerebbe metterli nei ministeri o nei tribunali, ma tra le circonvoluzioni cerebrali del ministro: forse ci risparmieremmo tutta questa pletora di neuroni fannulloni in libera uscita. Per fortuna a prenderlo sul serio non ci provano nemmeno i suoi compari di simpatiche cenette, infatti Tremonti per levarselo dalle palle già pensa di spedirlo a fare il sindaco in laguna, sperando che nel frattempo affoghi in qualche pozzanghera d’acqua alta. Nella categoria dei troppo seriosi rientrano di sicuro anche certi magistrati, dei quali se proprio dobbiamo trovare un piccolo difetto, non possiamo esimerci dal sottolinearne la completa mancanza di senso di umorismo. Come fanno ad esempio a prendere sul serio le goliardate di un manipolo di sfaccendati perditempo ad elevato tasso alcolico impegnati a giocare ai piccoli secessionisti? Al massimo, se proprio volete condannarli, mandateli a cogliere pomodori giù a Rosarno, oppure a pulir chiappe in qualche casa di riposo: probabilmente gli passerà la voglia di giocare alla rivoluzione e magari anche al rimbalza il clandestino.
In questo clima di equivoci e fraintendimenti il governo ha pensato bene ( e ti pareva…) di spedire Bertoldo Bertolaso e Cacasenno nel bel mezzo dell’immane tragedia di Haiti. Il John Rambo di Villa Certosa pensava di trovare ad accoglierlo il solito tappetino di lingue intrecciate di Mastro Minzo e dell’insetto leccaculo, purtroppo per lui c’era invece Hillary Clinton, la quale a brutto muso lo ha messo brutalmente a tacere. Il povero Cacasenno, che in effetti aveva equivocato e pensava di essere stato inviato sull’isola dei famosi in collegamento diretto con “Lecca a Lecca”, pare abbia accusato duramente il micidiale colpo alla sua immagine. Purtroppo per lui, il metodo “amorevole miracolo di Cicciolino” può riuscire solo in quel gigantesco Truman show nel quale hanno ridotto l’Italia , ma al di fuori dei nostri confini ( con eccezione del cimitero di Hammamet, della tenda di Gheddy, dell’eterna Unione Sovietica di Chiavatar e dello Stato Pontificio) noi ci siamo ridotti ad essere solo gli scemi del villaggio globale: come dargli torto visto che da vent’anni affidiamo il paese ad un clown ed alla sua corte di ministri nani e ballerine?

lunedì 25 gennaio 2010

Lui speriamo che se la cava

Dicono che talvolta il diavolo si nasconda nei dettagli. Supponiamo ad esempio chi io vi affidi cinquanta euro per acquistare un dvd che in realtà ne costa solo dieci. Il “dettaglio” in questo caso consisterebbe nell’imboscare i rimanenti quaranta in un bel conticino occultato chissà dove. Ecco uno dei tanti giochini per dar vita ad un onesto e dignitoso fondo nero. Un’autentica quisquilia: un mix di buona educazione e normale amministrazione in uso tra gentiluomini all’antica. Ma soprattutto un’altra prova lampante dell’accanimento ad orologeria dei fanatici eversori in toga rossa, con conseguente isteria collettiva tra i fedeli del gregge impanicati: come fronteggiare al meglio la nuova sberla giudiziaria in arrivo su quel faccione nuovo di zecca? L’Oronzo Pugliese dagli occhi a palla che funge da scalda poltrona in via Arenula suggerisce il caro vecchio tatticismo all’italiana: catenaccio processuale spinto con rigide marcature “ad personam” su ciascun capo di imputazione nella speranza di prolungare all’infinità il dibattimento, e poi micidiale contropiede sulla fascia a base di processo breve: tana libera tutti, tiè!
Ma il duce bonsai non è soddisfatto: questa volta lui pretende l’impunità universale, la prescrizione omnia seculorum, la benedizione “urbi et orbi”: insomma quella “soluzione finale” che in realtà avrebbe potuto essere perfino alla sua portata se solo si fosse limitato a comportarsi bene. Ma questa robaccia eversiva e comunista come è noto non fa per lui, dunque ha convocato per i solenni preparativi della solita sceneggiata a reti unificate tutta la sua nomenclatura verde, nera, rossa, incappucciata, nonché quella ricoperta da mordila lana.
Primo stadio: piagnisteo! “Lo perseguitano, povero Papi. Se indagano sul figlio è per colpire il padre, se fischiano un rigore all’Inter è solo per danneggiare il presidente del Milan, se l’ Escort o magari la ministra è indisposta oppure ha mal di testa ( comprensibile dopo la decima strimpellata di Apicella, la seconda poesiola di Sandro Bondi e l’ottava proiezione della cenetta al Ranch di Bush con micidiale coretto a base di “Meno male che Silvio c’è”) è solo per far sprecare un paio di viagra al povero utilizzatore finale, se Tartaglia non centra bene il bersaglio disegnatogli preventivamente sulla guancia è solo per abbattere il mito nascente del leader dell’amore, se la moglie gli chiede gli alimenti è perché l’amante bodyguard e mantenuto ( centotrentachili di bicipiti e pettorali: solo in polpette ed in bistecche la povera donna spende di più che per il suo allevamento di mastini) gli ha sfondato l’armadio di Topolanek dove si nascondeva, se gli spunta un brufolo su una chiappa è solo per rovinargli quel suo splendido sorriso….”

Secondo stadio: Nonsferatu estrae da una valigetta degna di un venditore di folletti tutto il campionario accumulatosi negli anni: “Maestà, potremmo partire con un antipastino di legittimo impedimento, per poi passare ad un risotto alla Cirami accompagnato da un sorbetto salva Rete 4. Poi potremmo servire ad un bel pasticcio alla Gasparri annaffiato con condono tombale ( per il magistrati). Come secondo suggerirei grigliata di Lodo Schifani, legge Pecorella e Lodo Alfano uno due e ter, magari sul barbecue ci mettiamo pure un marocchino ed clochard: sarebbero cosucce incostituzionali ma tanto noi con la costituzione poi ci prepariamo un bello spezzatino. Come contorno proporrei un’insalata mista con rogatorie, depenalizzazione di falso in bilancio e abolizione delle intercettazioni, il tutto affogato con un bel decreto salvacalcio, così magari ci ricompriamo anche Kakà. Per dessert una Tremonti bis ed un bel condono edilizio per le aree protette, poi ci costruiremo una grande cassaforte per fondi neri in cemento armato accanto alla piantagione di cactus di Villa Certosa: così se si avvicina un magistrato facciamo eruttare il vulcano e lo seppelliamo sotto un mare di lava e lapilli che poi utilizzeremo per il ponte sullo stretto, tanto la “provocata eruzione” con conseguente omicidio colposo rientreranno nel processo breve. L’ex Cirelli invece non sarebbe più disponibile in quanto nel frattempo il poveretto si è malauguratamente suicidato per la vergogna. …”
Insomma, lui speriamo che se la cava anche stavolta…

Ma ci sarà mai questo esotico Mohamed Farouk Agrama? E quelli come lui, Ben Ammar e Gheddy (a quanto pare tra i suoi migliori amici assieme a Putin, Bush e Lukashenko), l’avranno ascoltato quando sosteneva (tra una bomba e l’altra con tanto di migliaia di civili sterminati) che quella araba era una civiltà inferiore?
Questo signore egiziano in affari negli States sembra sia in realtà un socio occulto di papino, quello dei quaranta euro iniziali, per intenderci: secondo alcuni giudici se li si sarebbero imboscati in Svizzera assieme ad un gruzzoletto di un centinaio di milioni di euro, spiccioli insomma. Per i giudici l’amorevole Re Hatù fotteva denaro perfino alla sua azienda quotata in borsa ed ai suoi inconsapevoli azionisti: tutto suo zietto, insomma. Peccato che molti di loro siano troppo impegnati a belare “meno male che papi c’è” per accorgesi che nel frattempo papi più che altro se li fa. Deve essere uno dei tanti insegnamenti del suo antico sodale latitante: forse coloro che ufficialmente si sono recati ad omaggiarlo poi hanno provato anche a scavare qualche buca nel terreno: non sia mai spuntasse fuori qualche vecchio lingottino……..
Agrama, nato al Cairo, iniziò la sua carriera assai sfigata di regista con due titoli “l’amico del padrino” e “ sesso pazzo”, due cagate mostruose che però per i temi trattati dimostrano al di la di ogni ragionevole dubbio come già da allora conoscesse molto bene Ciccioliono. Infatti diventò ben presto il suo uomo di riferimento negli Stati Uniti, ove fondo l’unica sede californiana di “Forza Italia” alla quale si iscrissero lui, il segretario federale del Ku Klux Klan ( attualmente dissociatosi e passato alla lega nord), Jason faccia di cuoio (un vecchio discepolo di Feltry Potter) ed Arnold Schwarzenegger. Secondo l’accusa Mediastet e Fininvest tra il 1988 ed il 1999 spesero 170 milioni di euro più del dovuto per acquistare diritti Paramount. “ La sola cosa di cui siamo orgogliosi è di servire un cliente, e se questi si chiama Berlusconi il servizio deve essere perfetto”. Sembra di sentire un leghista oppure un maggiordomo di aenne, invece a parlare così è nientemeno che un dirigente della major americana! Insomma, la vicenda si fa pericolosa anche perché in America (zio Bernie docet) fottere il fisco è una cosa seria, non una barzelletta da depenalizzare come qui da noi.
Ma come dicevamo il diavolo si nasconde nei dettagli. E così oggi Casini, l’oppositore a targhe alterne inflessibile come una Big Babol masticata, chiosa pure lui contro l’accanimento giudiziario ( gli servirà un accordo per la Puglia? Caltagirone scalpita…) mentre il processo breve potrebbe essere temporaneamente parcheggiato in attesa della sentenza Mills in cassazione, per poi decidere se ritirarlo fuori in fretta e furia oppure passare ad altro, magari al legittimo impedimento. Il tutto ovviamente nel supremo interesse della giustizia e dei cittadini, è evidente. E soprattutto in attesa di una bella riesumazione condivisa dell’immunità parlamentare: provate adesso un po’ voi ad immaginare dove ce li stanno per infilare di nuovo, tutti quanti questi benedetti…. dettagli?

sabato 23 gennaio 2010

Il garofano purpureo di Arcore

Uno dei più autorevoli esemplari del rampantismo socialista, l’ex ministro Rino Formica, era solito chiosare: “La politica è sangue e merda”. Nell’era dell’esangue avvocato Ghedini e del suo boss Saratoga Cicciolino, plasma ed emazie sono divenute in realtà merce molto rara: la “merda” invece abbonda più che mai, soprattutto grazie all’inesauribile “furore salva chiappe” di quei boia del diritto malauguratamente catapultati al governo ed al parlamento (spesso anche infiltrati nell’opposizione, visto lo sciagurato consenso bipartisan all’immunità parlamentare: caro Piddì, ma perché persegui con tanta ostinazione la tua eutanasia?).
Molto istruttiva, per farsi un’idea sul livello della politica italiana nell’era di Re Hatù con i suoi servitori della camera rotonda, l’ultima puntata di Annozero, nel corso della quale “Mister Bean” Gasparetto ha sfoggiato la battuta comica del millennio: “ Come è noto io sono un uomo libero!”. A quel punto nello studio è deflagrata una crisi collettiva di ilarità compulsiva, con conseguenti episodi isolati di crisi convulsive, perdita del controllo degli sfinteri, fino ad arrivare purtroppo ad un caso gravissimo di scompenso cardiocircolatorio. A parte la già discutibile definizione di “uomo” (si evidenzierebbe in questa caso un’evidente sovrastima), chissà se costui era “libero” anche quando scrisse la famosa “Legge mister Bean” sullo scempio del sistema radiotelevisivo (una delle venti “ad libertatem cazzum suum”), quella che secondo il camerata Storace lui non solo non aveva scritto, ma neanche mai letto. Ma in fondo a scusante del povero “Mister Bean de noantri” bisogna dire che non è neanche tutta colpa sua: lo disegnano così…
Di tutt’altro livello (superiore in tutti i sensi) l’irriducibile craxiano impenitente Luca Josi ( chapeau per la coerenza), il quale come al solito ha cominciato a pontificare contro quella sinistra elitaria e snob che a parer suo sarebbe stata spiazzata dall’onda del rampantismo emergente nei meravigliosi anni ottanta ( leggi: l’orda dei micidiali cafoni arricchiti “Chiavatar style”nel decennio decadente della corruzione diffusa e del debito pubblico raddoppiato) così ben rappresentati politicamente dal Craxismo prima (da non confondere con il socialismo: autentica, nobile vittima di San Bottino) e dal partito dell’amore (a luci rosse) dopo. Evidentemente gli eletti di tale stirpe griffata e gaudente ai salotti preferiscono i cessi, ma soprattutto le camere da letto, meglio ancora se riempite con escort a scrocco ed arredate con confortevoli e capienti lettoni regalati dall’amico Putin. Non riescono proprio a digerirlo il fatto che ad esempio uno come Enrico Berlinguer non si sia imboscato in conti esteri i miliardi del finanziamento, legale o meno, che di certo affluivano anche nelle casse del Pci. E che magari ( pensa tu che sfigato!) non si sia intestato baite in montagna, appartamenti negli States o magari televisioni private ad uso e consumo di amanti sparse in giro per il mondo. Molto suggestive poi le immagini di un orgoglioso Craxi al cospetto di un Di Pietro ancora togato: mentre le perpetue sue e di papi starnazzano a pappagallo da anni ( con rispetto parlando per il pennuto) su inesistenti complotti eversivi di toghe rosse, lui sosteneva con piglio autoritario di essere a conoscenza dell’esistenza del finanziamento illecito ai partiti fin da quando portava i pantaloni corti, quelli che ha poi lasciato in eredità al suo vecchio socio che però ha dovuto riadattarli con un bell’ orletto per evitare di inciamparci sopra. Ciò che ai craxiani proprio non va giù è che alla sbarra non ci siano finiti i pure i comunisti, inutile ricordargli che a livello locale spesso il Pci è stato falcidiato eccome: loro ad Hammamet a far compagnia a Bottino ci volevano anche Berlinguer, e magari pure quell’Achille Occhetto impegnato a mettere a punto la sua “gioiosa macchina da guerra” che tanti scompensi avrebbe creato nel futuro: alla sinistra.. …
“Erano finanziati da un paese nemico!”, grida appassionato l’eroico Luca, anche se dai libri di storia non risulta che Bettino abbia mai dichiarato guerra all’Unione Sovietica. Anzi, in maniera assai confusa oggi ci spiegano che tangentopoli fu un complotto ordito dalla Cia, complice Di Pietro, per far fuori nientemeno che il nemico dei tempi di Sigonella. Per non sbagliare, adesso i disorientati nemici mortali dei pacifisti comunisti ed antiamericani sparano a pallettoni sull’abbronzato Obama e frequentano assiduamente quei dittatori comunisti che una volta foraggiavano l’odiato Pci sfoggiando anche scintillanti giubbotti neo-zaristi: misteri dell’amore nel corso della trentaduesima pubertà di Cicciolino. Il problema purtroppo per loro è che qualcuno infrangeva la legge sul finanziamento pubblico per le casse del partito ( fatto certamente disdicevole), mentre altri rimpinguavano conti esteri personali, corrompevano giudici, avvocati e finanzieri, compravano sentenze, saccheggiavano le casse dello stato, brigavano con mafiosi e massoni, stravolgevano le leggi ad uso e consumo degli amici, abbattevano ogni trasparenza, facevano a pezzi la meritocrazia, truccavano tutto il truccabile, a partire ovviamente dal faccione rifatto del leader dell’amore. Insomma finivano per fare a pezzi e derubare il paese, ma anche il loro stesso partito. Dei veri idealisti, insomma.
In conclusione, dicono che noi di sinistra abbiamo la puzza sotto il naso. E ti credo: da vent’anni ci costringono a galleggiare in un mare di “merda”…. !!! ( Rino Formica dixit)

venerdì 22 gennaio 2010

Per grazia ricevuta

“Non ho paura della morte, soltanto che quando arriverà preferirei non esserci”. Parafrasando Woody Allen, papi ha ordinato ai suoi zelanti servitori di sostituire la parola “morte” con “processo”. D’altra parte è noto a tutti i fedeli del Gregge delle Libertà che quello del trapasso è un problema che non lo riguarda, risultando “tecnicamente immortale” come certificato dal suo impagliatore personale, il dottor Scapagnini, nonchè dal direttore del Museo Egizio e dagli scenografi di Belfagor. E così anche questa volta lui non ci sarà: in tutta onestà, quando mai c’è stato in vita sua? Facendo nuovamente riferimento al grande Woody, si potrebbe dire che il suo motto, quello di Nonsferatu e quello di Igor occhi a palla è: ”La cosa più bella del mondo non è quando ti dicono ti amo, è quando ti dicono: sei prescritto..”
In ogni caso per tutti noi lui continuerà per l’eternità ad essere un “corruttore semplice”, titolo onorifico grazie alla quale ha potuto beneficiare ad esempio di attenuanti generiche e prescrizione, e dunque sfuggire ad una inevitabile condanna, nel processo Mondadori. Lo stesso al termine del quale si sono fottuti alla grande, con tanto di condanna in cassazione, tutti i suoi compagni di mazzette, a partire da quel Cesarone Previti che il boss immaginava nientemeno che al ministero della giustizia all’insegna del celebre slogan garantista e pacifista: “Non faremo prigionieri!”. In effetti il corruttore semplice nonchè puttaniere inconsapevole ( tecnicamente un “utilizzatore finale” secondo la definizione del suo esangue servitore, avvocato, deputato nonchè legislatore “a sua disposizione”) non è mai riuscito nell’impresa evidentemente per lui impossibile di farsi assolvere. A pensarci bene, un autentico fenomeno paranormale per uno che si dichiara innocente e perseguitato da magistrati eversori e complottisti: evidentemente il plotone d’esecuzione di cui va farneticando tra una “legge ad personam” ed una “ad libertatem” risulta dotato solo di moleste bombette puzzolenti e di pistole ad acqua, perdipiù schierato su una carica di tritolo simile a quella che fece a pezzi gli odiati Falcone e Borsellino con i loro poveri uomini della scorta. Questi sfigati servitori dello stato non hanno nemmeno avuto l’onore di finire in paradiso: li ha cacciati via l’eroico stalliere dei pascoli celesti nonché ergastolano d’onore Vittorio Mangano (uno dei più incensurati tra i dipendenti del cainano), mentre il pio San Bettino sarebbe stato disposto anche a chiudere un occhio, ma solo in cambio di un modesto 3%.
Dunque lui al processo non ci sarà, peccato però che a causa della sua porcata breve non ci saranno ad esempio neanche Cragnotti, Geronzi, Fiorani, Masera, Fazio, Grillo, Letizia Moratti (quella residente in via Bottino) e sembra anche Sandra Lonardo, già proprio lei: la mastellata di Ceppaloni, la musa dei ginecologi Udeur spedita in esilio nei dorati palazzi della capitale per evitare di procurare altri danni alla sua malcapitata regione. Ecco a voi un esempio concreto di come abbiano risolto il problema della spazzatura: l’organico l’ hanno delocalizzato, il non recuperabile invece è finito tutto sotto copertura del segreto di stato negli archivi del “Giornale” e di “Libero” pronto ad essere utilizzato in caso di necessità (adesso ad esempio inizia ad accorgersene anche la povera Emma Bonino..) .
Dunque la faranno come al solito franca un bel manipolo di colletti bianchi, in ottima compagnia con i responsabili di un po’di stragi, tipo quella della stazione di Viareggio, oppure dei missionari della Santa Rita e magari dai discepoli di De Cubertain orfani di calciopoli, il tutto in un tripudio di mafiosi, camorristi e tangentisti inceppati in qualche processo provocato dai loro reati più familiari, tipo corruzione, turbativa d’asta, finta intestazione di beni. D’altra parte cosa aspettarsi di diverso da un premier recordman mondiale di prescrizioni, impunità e depenalizzazioni a capo di un parlamento così ricco di inquisiti e condannati che al posto degli uscieri hanno dovuto mandare la polizia penitenziaria? Insomma, se intendete dedicarvi alla carriera criminale meglio esordire in grande stile: se vi fottete solo un’ autoradio magari correte perfino il rischio di finire in galera assieme agli immigrati clandestini, sempre che prima non vi spacchino le ossa ed il cranio nel corso di un delicato interrogatorio al commissariato. Oppure se siete così coglioni da pagare le tasse per intero mettete subito da parte questa cattiva abitudine. Molto meglio infatti un bel paradiso fiscale, in attesa dell’inevitabile futuro scudo: perché essere così masochisti da versare il venti, il trenta o magari il quaranta per cento allo stato se poi Tremorti si accontenterà del cinque? E se magari (come è probabile) siete anche dei mafiosi, con i soldi risparmiati potrete comodamente riprendervi con tanto di scuse ufficiali quei beni che malauguratamente qualche magistrato o poliziotto comunista è riuscito non si sa come a sequestrarvi.
Insomma adesso abbiamo finalmente ben chiaro il motivo per il quale nell’Italia di Cicciolino tanta gente commetta ripetutamente un numero enorme di reati: ma per non correre il rischio di finire in galera, ovviamente!

giovedì 21 gennaio 2010

Bettino Magno, Papino il breve e l'intramontabile Ladro Romano Impero

I legali al soldo dell’utilizzatore finale, malauguratamente catapultati alla guida del potere legislativo con la missione di salvare le chiappe restaurate del padrone, hanno dato il via ad un terremoto culturale che stravolgerà per sempre le nostre stesse esistenze: “la rivoluzione breve”. Siete in attesa di un processo rapido e soprattutto giusto? Reclamate il vostro diritto ad una sentenza equa? Appartenete in definitiva al plotone d’esecuzione dei bastardi comunisti e giustizialisti? Beh, attaccatevi al tram (non certo a quello riservato a Matteo Salvini: casomai al carrozzone dei dannati Bingo Bongo): tutti i processi nell’era dell’amore finiranno ammazzati in culla, tranne quelli agli immigrati clandestini ovviamente, a beneficio dei quali il governo si appresta a costruire carceri sul modello Guantanamo in salsa Maroni. D’altra parte Cicciolino mantiene sempre gli impegni presi con i suoi elettori, in particolare con tutti i colpevoli di ogni ordine e grado: altrimenti cosa avrebbero mandato a fare al governo uno di loro? La nuova “Brevemania” non stravolgerà però soltanto la giustizia: a rischio infatti svariati altri settori della nostra vita nel’intramontabile Ladro Romano Impero, a partire da quelli più intimi. Un articolo della riforma degli incappucciati prevede infatti l’introduzione del “rapporto breve”: per raggiungere l’orgasmo avrete al massimo sessanta secondi alla prima botta, novanta alla seconda, centoventi alla terza. Dopo di che su i bragoni e tutti quanti davanti a “Porta a Porta”, così che la vista dell’unico insetto al mondo capace di inciampare regolarmente sulla propria lingua possa abbassarvi il tasso ormonale fin molto al di sotto del livello dei tacchi di Cicciolino. Praticamente l’unico italiano che continuerà a trombare sembra resterà il solo Roger Rabbit ( il quale, secondo i soliti bene informati, altri non sarebbe in realtà che l’arrapatissimo Cicciolino appena fuoriuscito dall’ultimo restauro). In ambito calcistico verrà poi introdotta la “partita breve”: se ad esempio al trentesimo del primo tempo la squadra di proprietà del presidente Chiavatar sarà in vantaggio di almeno una rete la gara verrà sospesa senza possibilità di appello. In caso contrario sarà concesso un ulteriore grado di giudizio di venti minuti, al quale però non sarà ammessa la formazione avversaria in quanto giustizialista, ed infine un calcio di rigore unico: dagli undici metri ecco dunque Dell’Utri in persona armato di pallone metallico con miccia incorporata e lupara, al portiere non resterà che simulare uno svenimento: se non pentito, verrà celebrato come eroe nazionale al pari di Mangano, Graviano e San Bottino e gli verrà anche intitolata una curva del nuovo stadio da un milione di posti (cinquecentomila tra escort, veline e ministre della repubblica, quattrocentonovantasettemila servi più Putin, Gheddy ed un cammello) in costruzione sotto il simil vulcano di Villa Certosa. Nei libri gialli poi il commissario di turno dovrà stanare il colpevole entro pagina cento, ma se questi risulterà assistito dagli Studi Previti o Ghedini il romanzo cadrà in prescrizione alla quinta riga. Sempre che il disgustato lettore non invochi prima il “legittimo impedimento alla lettura” e decida di liberarsi dell’inutile romanzo sbattendolo nel cesso assieme all’ultimo numero del “Giornale”. Trenitalia si adegua con entusiasmo al nuovo corso e lancia il suo “Freccia Rossa breve”: da Roma Termini a Milano in trenta minuti esatti! Per ottenere lo stratosferico risultato al via i lavori per la costruzione della nuova stazione Centrale, che sorgerà all’altezza del casello di Orte. L’ex Alitalia, cioè quella Cai, “salvata” dall’bisunto del Signore con spese generosamente accollate alla collettività ed utili riservati ai soliti noti, ovviamente non sarà da meno: con il volo breve i passeggeri in viaggio da Palermo verso il continente verranno direttamente paracadutati all’interno del cratere del vulcano Etna in eruzione. Il volo sarà ovviamente escluso dalla copertura radar ma compreso in quella del segreto di stato. Per quanto riguarda la carica di “ministro breve” si profila invece un derby all’ombra del garofano tra i prodi Brunetta e Sacconi: “la mazzetta del cuore”. Si tratta di due energumeni che sommati assieme risultano alti più o meno come Alvaro Vitali, ma che contengono al loro interno una quantità di veleno pari a quello presente in una cesta di cobra da combattimento. Brunetta in realtà verrà candidato anche al seggiolone di sindaco di Venezia, previo cambio del pannolino e sempre che nel frattempo riesca a non affogare in dieci centimetri di acqua alta. Anche gli esseri umani infine diverranno brevi: partendo dal tallone potranno durare al massimo fino alle chiappe: ecco perché alla fine, come al solito, il nano rifatto sarà l’unico italiano a non perderci la faccia…

martedì 19 gennaio 2010

Il mistero del "Sacro Grano"

Appassionati di spy story all’erta: trame oscure si dispiegano in queste fredde giornate invernali attorno alle sacre spoglie del povero esule Bettino: esisterà qualcuno così furbo da riuscire a svelare un mistero degno del miglior thriller di Dan Brown? Il mistery si apre con le gesta di un eroico manipolo di ministri e sottosegretari socialisti, misteriosamente in forza ad un governo in fondo (molto in fondo) a destra in Europa, intenti a commemorare la memoria del loro vecchio leader morto esiliato. Si era macchiato di reati politici? No, era stato condannato in via definitiva ad una decina d’anni di galera per corruzione e finanziamenti illecito: dicono fosse un esule, tecnicamente era un latitante. Tra gli illuminati (fulminati?) anche la sottosegretaria Margherita Boniver, l’ex “bonazza di Craxi”, quella alla quale l’ attuale alleato canottato in piena fase testosteronica attiva (precedente a quella secessionista: dai propri ormoni ) si proponeva di far assaggiare nientemeno che il celebre manico celtico. Questi eroici fascio- riformisti auspicano l’intervento dell’Internazionale Socialista per far rimpatriare la salma, non si sa bene per quale misteriosa ragione visto che gli interlocutori istituzionali dei compagni sarebbero nientemeno che Maroni, oppure magari Gasparri e La Russa. In questo clima confuso e torbido perfino il presidente Napolitano, un vecchio incallito comunista con il tic della firma compulsiva, esterna che Bettino fu trattato con eccessiva durezza, omettendo però di farci conoscere la sua opinione su come la classe politica alla quale apparteneva si comportò nei confronti del paese, saccheggiandolo. Intervistata sul perché gente teoricamente di sinistra sia finita con la destra più eversiva del pianeta, l’innocente bonazza candidamente ammette: ” Ai comunisti non la darò mai! “, neanche avessero la candida o magari perfino le piattole ed i condilomi. Molto meglio dunque i fascisti ed i leghisti, che notoriamente ce l’hanno anche duro, ma che incidentalmente una volta erano i primi a sventolargli in faccia cappi e monetine. Cosa accomuna dunque questa eterogenea congrega, più simile più ad una maionese impazzita che ad una coalizione di governo? Ma l’odio per i giudici ed i comunisti, ovviamente! Secondo una loro teoria apocrifa (pare fuoriuscita dallo studio Previti) Gesù non sarebbe stato crocifisso ma avrebbe sposato Mara Maddalena Carfagna, reduce da un calendario di Frate Indovino, con la quale avrebbe dato il via ad una discendenza estintasi nella persona del povero esule perseguitato. Ai seguaci di questa religione veniva garantito un posto in paradiso, magari proprio quello delle isole Cayman frequentato assiduamente dal caro defunto. Ma un manipolo di magistrati rossi e di pericolosi bolscevichi hanno cominciato a perseguitare questa nobile stirpe alla ricerca del “Sacro Grano”, occultato in fondi neri sventuratamente (per loro) in gran parte rinvenuti. Una classe politica di vergini vestali sarebbe stata dunque perseguitata da una setta di pericolosi fanatici in toga rossa. Calcolando tre gradi di giudizio e due condanne definitive, ed in considerazione del fatto chi il mestiere dei giudici è purtroppo ( sempre per loro) quello di far rispettare la legge, forse allora il vero nemico di Bettino era in realtà nientemeno che il diabolico codice penale. Adesso però il sindaco del partito di estrema destra nel quale militano i compagni socialisti vuole dedicare all’esule una via della città che una volta era da bere ma soprattutto da spolpare: Via Bettino, confluente magari su piazzale Mangano: più che una strada una tangenziale. Panico tra gli automobilisti: misteriosamente scomparsi in blocco e contemporaneamente tutti i satellitari riportanti le nuove strade. Ad inneggiare alla memoria di Bettino anche un singolare caso di trans-giornalista: una volta lo chiamava “il cinghialone”, adesso lo vuole santo. Una volta stravedeva per Di Pietro, poi l’ha massacrato, quindi gli ha chiesto umilmente scusa, adesso lo addita niente meno che come una pedina della Cia ( ma per gli spioni non ci lavoravano già i loro Ferrara e Betulla Farina?). Il tutto in attesa di una nuova smentita, inevitabile visto il soggetto: istruttivo a tale proposito anche il caso Boffo: si è cosparso il capo di cenere per aver pubblicato montagne di ciofeca, intanto però la vita gliel’aveva distrutta additandolo come molestatore omosessuale e costringendolo alle dimissioni. Dicono però che Feltri sia un grande giornalista: infatti ha chiesto scusa. Magari quelli bravi le cazzate non le scrivono, ma questa è solo un’opinione comunista… Ad inneggiare a Bettino anche un antico sodale, uno strano residuato bellico delle guerre puniche che prima trafficava con i socialisti, i massoni, i mafiosi ed i cartaginesi: infatti dal suo conto “All Iberian” transitarono svariati miliardi nelle casse dell’esule ed elefanti nelle gabbie di Annibale, ma forse erano solo le donazioni dei fedeli. E forse Napolitano quando parla di eccessiva durezza si riferisce al fatto che qualcuno si sia perfino dato la pena di andarsele a cercare. Al momento il vecchio nano si tiene defilato, magari in attesa di sapere cosa suggeriscano i suoi sondaggi taroccati. Dicono che sia un grande imprenditore, ma in teoria quelli bravi non hanno bisogno di distribuir mazzette, iscriversi alle logge massoniche, corrompere politici e magistrati, frequentare mafiosi, rimodellarsi a propria immagine e somiglianza il codice penale. Se è per questo, dicono anche che sia un grande Latin lover, ma allora perche frequenta (ripagandole con carriere tv, farfalline, bustarelle e poltrone) escort? Eppure questo leader oggi di estrema destra una volta brigava con i socialisti, poi è diventato strenuo tifoso di quel pool di Milano al sostegno del quale schierò compatti i suoi servitori. Poi, visti i guai con la giustizia, ha fatto di nuovo una bella piroetta: ora i giudici sono nemici cosi come per i suoi alleati leghisti e missini, quelli che una volta li osannavano. A dire il vero i padani una volta dicevano anche che papi era “Berluskaz il mafioso di Arcore”: proprio come sostiene quel Di Pietro che oggi odiano, ma una volta amavano.
Insomma i socialisti odiano i magistrati e dunque si alleano con fascisti e leghisti che una volta li volevano in galera in disprezzo a quei comunisti che nel frattempo hanno smesso anche di essere tali. Come in ogni thriller che si rispetti la trama risulta incomprensibile e prelude al colpo di scena finale. Le toghe rosse avrebbero distrutto degli innocenti per portare al potere dei poveri comunisti troppo impegnati però a fasi del male da soli per capirlo? Mavalà, per parlare in Ghedinese antico..
Come in ogni giallo, per scovare il colpevole bisogna trovare il movente: chi sarà colui che al tempo di tangentopoli era sull’orlo del baratro e della galera e poi è diventato via via sempre più ricco e potente, e si è liberato grazie al denaro ed ai suoi servi di tutte le grane? Inutile trattenere il fiato: un avvocato secco secco accompagnato dal suo prestanome con gli occhi a palla ha infatti strappato l’ultima pagina: il finale era caduto in prescrizione. Ma cosa vi credevate, poveri illusi? Questo qui è solo un “romanzo ad personam” ma soprattutto un romanzo breve….

domenica 17 gennaio 2010

Diritto di sciopero

Chissà se alla fine riusciranno ad organizzarlo davvero, questo temutissimo sciopero degli stranieri: secondo il giudizio di molti costituirebbe un ottimo punto di partenza per mettere finalmente al centro dell’attenzione la questione del lavoro immigrato nel nostro paese. Possibile infatti che si parli di loro solo quando qualcuno commette un reato? Vi sembra giusto che si debba ogni volta assistere all’abominevole rituale dello sceriffo di turno pronto a seminare odio ed a tuonare contro l’orda barbarica alle porte? Qui sembra che i reati, in questo paese di verginelle, di santi e di unti dal Signore, li commettano solo i “bingo bongo”, i “negher di merda” ( variante post moderna degli antichi “ terun”) e gli sporchi zingari, tanto per esprimerci con lessico neorealista. Ed a seguire, sotto a chi tocca con valanghe di editoriali e servizi pulp: dal prode Mastro Minzo con il suo declinante “Tg slurp”, fino ad arrivare a maestà Belpietro, il direttore del quotidiano che ricevette fondi pubblici nientemeno che in qualità di organo del movimento monarchico italiano!
D’altra parte questo governo ha ottenuto il record mondiale, anzi l’apoteosi planetaria, il Nobel intergalattico delle “leggine ad personam”: solo che quando riguardano Cicciolino e la sua cricca servono per evitare la galera, con i poveri immigrati invece si inventano di tutto per poter sbatterceli dentro. Al contrario bisogna dirlo forte e chiaro che per uno straniero che delinque ce ne sono migliaia che in silenzio e con enorme dignità contribuiscono a mandare avanti questa sgangherata baracca, che a vederla caduta così in basso forse neanche lo meriterebbe. Ecco: se decidessero di incrociare le braccia anche solo per mezza giornata forse qualcuno si accorgerebbero finalmente anche di loro, di quanto siano preziosi e di come in realtà dovremmo ringraziarli, non perseguitarli inventando assurdi reati e impedendogli perfino di pregare il loro Dio. Qualche demente incapace sogna invece di cacciarli via. Poi glielo spiega lui a Tremonti che di punto in bianco gli scomparirebbe sotto il naso il 9,7 % del prodotto interno lordo ? Che evaporerebbero sei miliardi annui tra tasse e contributi previdenziali? Calcolando che tra gli stranieri quelli che ricevono la pensione hanno la rilevanza di un granello di polvere nel deserto, chi glielo spiega poi ai nostri anziani che non sarebbero più garantiti neanche quei quattro soldi che lo stato si degna di elargirgli a fine mese? E chi glielo racconta ai padroncini di tutta Italia che verrebbe improvvisamente meno una manodopera che mediamente costa il 36% in meno di quella italiana (escludendo ovviamente il popolo degli sfruttati in nero: gli schiavi di Rosarno, per intenderci. Cioè di coloro che spesso sono irregolari e dunque, per i geni legislatori in canottiera e bragone verdi, adesso vengono automaticamente assimilati a pericolosi criminali )? Ed i beceri curvaroli neri di mezza Italia contro chi ululerebbero in futuro i loro “buuu”: contro il solo, povero Balotelli? E poi, come dirlo a Matteo Salvini che dovrà cambiarselo da solo il pannolone del nonnetto, magari dopo aver festeggiato il “Bianco Natale” ed inaugurato il tram riservato ai milanesi? Ed al figlio del Braveheart in mutandoni che dovrà arrangiarsi da solo col catetere del paparino nell’intervallo tra una partita al rimbalza il clandestino e l’altra? Ed a Castelli che gli toccherà portare al parco i nipotini rinunciando così a presenziare alla sacra cerimonia dell’ampolla ed all’elezione di Miss Padania? E chi glielo spiega al caporale di turno che a raccogliere le arance per due euro all’ora il padrino locale ci manderà lui stesso a forza di pedate nel fondoschiena? E nell’industria, nei cantieri chi ci va a rischiare la pelle al posto dei manovali extracomunitari, visto che, ad esempio, solo nel 2008 in 176 ci hanno rimesso la vita?
Insomma scioperate pure: qualcuno finalmente si accorgerà di voi e magari vi rispetterà di più.
Ciò che ci stupisce e ci rattrista però sono la diffidenza e la freddezza del sindacato. Atteggiamento incomprensibile, che ci ricorda quello dei dirigenti del Pd posti di fronte al mistero inestricabile del “No B Day”: loro partecipano solo a ciò che organizzano, tutto quello che parte dal basso sembra infatti gli faccia pure un po’ schifo. Bisogna capirli, hanno ancora una concezione vagamente marxista delle masse: vanno bene solo se si lasciano docilmente da guidare dalle elite. Che poi le nostre famose “elite” risultino in pieno stato confusionale, questo è un altro discorso. Nel Piddi, ad esempio, tra un po’ faranno le primarie anche per decidere chi mandare al cesso per primo. Non vogliono rassegnarsi al fatto che il mondo di oggi metabolizza tutto molto più in fretta e che potrebbe benissimo andare avanti anche senza di loro. Tutto è in evoluzione, nuove forme di rappresentanza si creano e si dissolvono alla velocità della luce, la rete ha accresciuto enormemente ( e disordinatamente) la coscienza collettiva ed il potere di autodeterminazione dei popoli, almeno di quelli che la frequentano: chi preferisce restare pecorella nel gregge, libera di continuare a farlo: basta richiedere la tessera del partito dell’amore.
Lo dichiarassero, dunque, questo benedetto sciopero, e per mezza giornata mandassero tutti quanti a cagare: dai piccoli razzisti impauriti in camicia verde ai vecchi puttanieri rifatti col giubbotto della Russia ( non è che adesso si vuole far nominare zar? ), ai professionisti della politica del secolo passato. Voi ci siete, esistete, siete un’ enorme risorsa. Dobbiamo sforzarci tutti assieme di imparare a convivere, a capirci, a rispettarci di più pur nelle inevitabili diversità. Magari un giorno arriveremo finalmente anche noi ad avere un presidente giovane ed abbronzato: sempre meglio di uno vecchio ed imbalsamato!

Il lupo e l'agnello

-Spinga, signora spinga! Forza che sta nascendo: tra poco finalmente vedrete il vostro amatissimo Paolino! Eccolo, guardate: spunta già fuori la testa…
-Amore è bellissimo! Ha anche tanti bei riccioli arancioni….
-Scusi: a me veramente pare più un parrucchino…
-Guarda, guarda amore: ha la lingua lunga lunga! Sembra quasi stia già provando a succhiare……
-Veramente, signore: più che succhiare, questo qui lecca….
-E poi piange! Senti come piange bene, cara!
-Se è per questo, quelli come lui cominciano a frignare appena nati e poi non la piantano mai più…
-Ma i riflessi? Mi dica, signora ostetrica: come sono i riflessi?
-Ottimi: non avevo neanche cominciato a massaggiargli la schiena che il piccolo Paolino già mi ha chiesto una mazzetta
-Ma che caro! Ma Paolino, cosa fai? Lascia stare quella pinza che non è nostra, è dell’ospedale! Ma guarda che carino: ha pochi minuti di vita e già piange come papino e ruba come il povero zietto! Ma che dolce, sembra quasi stia cercando il portafoglio: è proprio uno di noi, buon sangue non mente!
-Ma scusi, suo zietto per caso era un ladro? L’ hanno arrestato?
-No: l’hanno condannato e lui è scappato. Però noi ci vergogniamo di dire che era un latitante, e dunque lo chiamiamo esule. Adesso però papi gli dedica anche una via! Contento vero, Paolino?
-Cuccuuuu, guardate: eccomi qui! Tutto rifatto ancora una volta proprio come nuovo!
-Gesù ma questo qui chi è, Belfagor? Ma che nei paraggi è arrivato un circo? Lei non sa che non potrebbe entrare in sala parto?
-Ma come si permette, cribbio! Non lo sa lei, sfigata di una comunista lettrice di Repubblica, che il 98% degli italiani pensano che io possa fare quello che cazzo mi pare sempre e comunque? Loro sono il gregge delle libertà, cosa crede ! E poi io assisto ogni volta che mi nasce un nuovo servo! Quelli riusciti male, oppure quelli troppo onesti poi li butto giù dalla rupe tappea…
-Voleva per caso dire: Tarpea?
-No, no: Tappea! Ma non li vede i tacchi, crib….
-Emergenza, codice rosso: il neonato della nigeriana qui di fianco ha la lingua tutta blu….
-Anche qui con questa storia del rosso, mi consenta! Ma non vi bastano le maledette toghe? Adesso pure i codici! E poi cosa vuole che sia, gli ho solo fatto un piccolo nodino a quel cordone ombelicale! Volevo far contento il povero Maroni, con tutti questi bingo bongo e clandestini a seminar terrore tra le povere pecorelle innocenti! L’ho fatto per amore, cosa crede? Ed anche per la scuola. Con questo qui andavamo sopra il 30%…
-Dei bambini stranieri nelle classi?
-No, dei neuroni funzionanti della Gelmini. E poi vuoi mettere le povere ronde? Tra una bevutina all’osteria ed una partitina a bocce oppure al rimbalza il clandestino non sia mai che gli tocchi anche correr dietro a questi criminali!
-Ma lei è un mostro!
-Perché, non le piaccio? Non sono venuto bene? Vuol forse dire che, come la Bindi, lei non è a mia disposizione? Guardi, sul prezzo magari ci accordiamo: ci mettiamo sopra anche una bella farfallina, una particina in una fiction….. tra poco ci sono anche le elezioni. E poi come si permette, scusi: mi hanno appena restaurato! Pensi che quel coglione di un chirurgo pensava fossi afflitto da emorroidi, cribbio! Me le sembro uno con la faccia come il culo, io?
-Veramente è un periodo che capitano tanti casi di malasanità. L’altro ieri hanno dovuto rioperare all’addome il presidente della camera…
-Aveva un’infezione?
-No, il medico gli aveva lasciato nella pancia un articolo di Feltri. Ma aspetti: cosa ci fa un uomo in sala parto? Quel tipo laggiù, tutto storto e con gli occhi da pesce palla tale e quale ad Igor? Ma cosa fa? Sta spingendo! Sta partorendo!
-Non si preoccupi, quello è il mio Angeligor Al Nano e mi sta partorendo tre leggine “ad libertatem mea” belle belle, tutte quante a mia disposizione. Per evitarmi la galera, sa: siamo uomini di mondo, noi…
-Ma cosa dice? Ma sono quelle non sono leggi, sono mostruosità! Mai visto nulla di più orribile! Ma lei davvero è convinto di essere superiore a tutti gli altri cittadini ?
-Eh, quante storie: pensi che io sono nato in una grotta
-Assistito da un bue e da un asinello?
-No, assistito da Bondi e da Ferrara
-Appunto, e io cosa ho detto? Ma Bondi non è il ministro della cultura? Quello che scrive poesiole fetenti e vuole dare denaro pubblico ai filmetti natalizi?
-Certo: non lo sa lei che i cittadini hanno al massimo la terza media? E poi io mi rivolgo alle panze, mica alle teste. Per questo mi tengo quel ventriloquo di un direttore al mio giornale.
-Ma il suo Giornale è una vera discarica !
-Certo, ma coperta dal segreto di stato! E poi scusi, dove pensava la mettessi tutta la spazzatura di Napoli? Un sacchetto oggi uno domani : tutta quanta in prima pagina!
-Mi perdoni un attimo: chiamate un dottore, presto! Questo piccolo piange strano, non fa “Ngheee”, sembra piuttosto fare “beeeee”
-Ma non si preoccupi, cribbio!Fanno tutti così appena nati, non lo sapeva? Adesso belano, poi iniziano e ricoprirsi di morbida lana bianca: io sono il pastore e loro il mio gregge: il gregge delle libertà! Il gregge dell’amore…ma cosa succede, chi mi chiama?
-Maestro, sovrano presto: hanno acciuffato Travaglio..
-Arghhh, datemelo che lo scortico con le mie mani! Anzi no: lo do a Dell’Utri che gli tira un badile in faccia e poi lo incapretta e lo scioglie nell’acido. Poi ci pensa Feltry Kruger a ficcarlo in un pilone del ponte sullo stretto: l’abbiamo fatto apposta, cribbio! Viva il Gregge dell’amore, viva l’unto dal signore, viva me…

sabato 16 gennaio 2010

Sos razzismo

-Il bravissimo giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti, nel corso dell’ultima puntata di Annozero, ha fatto fare al leghista Cota una figura da vero “picio”. Non per niente, mentre lui rischia la pelle in prima persona per farci capire in che schifo di mondo viviamo, l’altro viene candidato per una comoda “cadreghina” da governatore del Piemonte. La verità è che coloro che militano nel partitino del “Rimbalza il clandestino”, del “Bianco Natale”, e dei tram riservati agli extracomunitari non possiedono neanche i requisiti minimi indispensabili per poter parlare di immigrazione. Come si può pensare di lasciar legiferare su una materia così complessa coloro che vogliono innalzare steccati di filo spinato, gettano urina di porco sulle moschee, e si propongono di negare ad altri esseri umani perfino il diritto di pregare?

-Nel frattempo a Napoli muore congelato un marocchino gettato per gioco dentro le acque di una fontana . Chi saranno i mandanti morali di un simile, folle gesto? Per caso Santoro, Travaglio o magari qualche magistrato? No: i mandanti morali sono tutti coloro che gettando cinicamente benzina sul fuoco dell’intolleranza e della xenofobia costruiscono carriere, si procacciano poltrone e creano consenso elettorale. I leghisti ed il “Partito dell’amore” in prima fila, dunque. A seguire i servili camerati addomesticati, i socialisti col riporto ( ed il riportino), fino ad arrivare, ad esempio, alla Polverini, la candidata “trans” alla regione Lazio: con la testa finge di parlare alle fasce deboli, con il cuore si allea con i razzisti, i secessionisti, i fascisti di Forza nuova ed i vecchi residuati della prima repubblica. Complimenti..

-Poteva mancare un’esternazione di Cicciolino a proposito del terremoto che ha colpito Haiti? Proprio di colui cioè che lucrando sulle disgrazie altrui costruisce buona parte del suo consenso elettorale? “ Vorrei poter fare qualcosa per loro”. Per carità, lascia perdere, Chiavatar! Tu ed i tuoi servitori siete troppo concentrati su come fare per sfuggire ai processi per potervi occupare di faccende ben più serie. E poi quelle povere persone hanno già subito una catastrofe immane, non meritano una pagliacciata in stile Abruzzo utile solo a far gongolare Mastro Minzo, ad organizzare una bella serata al “ Lecca a Lecca”, ed far salire un po’ i vostri poveri sondaggi.

-Regionali in Campania: Chiavatar promette che parteciperà alla campagna elettorale. Lui in realtà voleva candidare un suo fedelissimo sul capo del quale pende però richiesta di arresto per camorra, ha dovuto perciò ripiegare su un Craxiano. “ Parteciperò alla campagna elettorale, anche perché voglio visitare Pompei”. Fervono dunque i preparativi per uno sbarco stile Normandia tra le rovine della città vesuviana capeggiato da Cicciolino e dal prode Bertolaso. Papi promette che costruirà Pompei più maestosa, splendente ed antica dell’originale. Mastro Minzo, commosso, gli dedicherà un editoriale. Devono piacergli proprio tanto, i ruderi…

- In un cinema romano celebrata ieri sera la memoria di Craxi. Presenti tutti assieme alla cerimonia personaggi tipo Di Donato, Pomicino, De Michelis, Sgarbi, Cicchitto col cappuccio, ed a seguire tutto il gotha del craxismo e della più oscura prima repubblica. Quella cioè che fu abbattuta a furor di popolo da missini e leghisti in testa. Oggi tutti quanti presenti in massa e commossi alla celebrazione. Atterriti, gli abitanti della zona hanno subito chiamato le forze dell’ordine: un ambientino del genere, riferiscono infatti spaventati, non lo si trova neanche attorno alla stazione Termini a mezzanotte..

-Rapporti diplomatici ai minimi termini tra Italia ed Egitto. Sembra che i nordafricani siano gelosi, e dunque che i motivi razziali costituiscano solo un pretesto: quello che non gli va giù è il fatto che da loro le mummie stanno tutte al museo, da noi invece sono al governo. Pensavano poi che i loro avi fossero i migliori impagliatori mai esistiti: non conoscevano certi nostri chirurghi plastici …Cosa dire, in conclusione ? Potere della bandana …

martedì 12 gennaio 2010

Il diavolo e l'acquasanta

IL DIAVOLO: Non appagati dall’imminente stravolgimento costituzionale, ed ispirati come sempre dalle loro misteriose radici cattoliche, in queste giornate cariche d’amore (per la lupara) i leghisti ci propongono nientemeno che una bozza di riforma delle sacre scritture: “Beati gli ultimi perchè saranno i primi..ad essere accoppati”. Il ministro Maroni in realtà, probabilmente non avvertito dal padrone sul nuovo corso dell’amore ed accecato dal clima elettorale (con un bel gruzzolo di nuove cadreghine all’orizzonte), va predicando a destra ed a manca la famosissima “tolleranza zero”. Per una volta concordiamo in pieno con lui. Il paese ha sopportato anche troppo a lungo le sceneggiate di un manipolo di balordi da osteria capeggiati da un signore che pretendeva di ficcare dentro al cesso (testuale) la bandiera nazionale. Che ha vomitato per anni odio a palate contro una metà abbondante degli italiani, contro la nostra lingua, contro i professori terroni, contro quegli stranieri sbeffeggiati nei giorni pari e sfruttati come “negher” oppure “bingo bongo” ( testuale anche questo) in quelli dispari. Che ha prosperato al grido di “Roma ladrona”, e “Bruciamo il colosseo”, oltraggiando così innanzitutto la storia, e poi tutti gli abitanti di quella città nella quale adesso hanno comodamente piantato i loro fondoschiena. I quali cittadini però, a causa di una strana variante della Sindrome di Stoccolma, li votano in massa contribuendo così a spedirli al governo, al Campidoglio e presto anche (probabilmente) alla regione. Contenti loro…
Ma il ministro pensa positivo, ed invita a cogliere l’opportunità presentatasi grazie agli scontri di Rosarno. Sono stati creati infatti migliaia di nuovi posti di lavoro come raccoglitori di mandarini, retribuiti con la bellezza di venti euro al giorno, di cui cinque come pizzo alla ‘ndrina di turno e due per quei poveri camionisti che si occupano del trasporto. E che adesso non se ne esca fuori qualche sindacato a menarcela con la storiella dei diritti: ai lavoratori sarà perfino consentito di pisciare (ma non troppo), e se si comportano bene anche ( forse) di sopravvivere. Con quel che costa la manodopera italiana, infarcita com’è da ideologie distorte inculcategli dai maledetti comunisti, questa in realtà appare l’unica strada percorribile per rispondere alle sfide della globalizzazione. Parola dei “socialisti” Brunetta e Sacconi, ovviamente.
Incredibilmente in questo caso perfino Feltry Kruger sembra solidarizzare con gli immigrati: ”Stavolta hanno ragione i negri”. Li chiama proprio così: “negri” , usando stranamente lo stesso linguaggio dei curvaroli fascisti di tutta Italia. Un caso di razzismo involontario oppure un’altra prova della straordinaria sintonia del direttore con le viscere più fetenti del paese? Qualcuno arriva anche a sostenere che leggendo un articolo di Feltry in ambiente raccolto e silenzioso, giunti alla parola “negro” si riesca perfino ad ascoltare un flebile “buuuu” di sottofondo. Ma probabilmente è solo un caso di clamorosa autosuggestione. Oggi intanto il direttore riesce a superarsi ed a stupirci di nuovo: “ Sparate sui mafiosi”. Probabilmente non rammentava che il suo padrone ci fa affari da almeno mezzo secolo. Ma l’equivoco è stato subito chiarito: lui in realtà si riferiva solo a quelli pentiti!

L’ACQUA SANTA. In vista delle prossime elezioni regionali del Lazio, il partitino di Casini e gran parte del variegato mondo cattolico annunciano il loro incondizionato appoggio a Renata Polverini, la candidata di tutto il centrodestra, dalla Lega a Forza Nuova e Storace passando ovviamente per Chiavatar con la sua corte di craxiani, nani e ballerine. Questione di valori, giurano i fedeli. Alla temuta deriva laicista rappresentata dalla Bonino loro infatti preferiscono alla grande quella fascista. Pare l’abbiano già sperimentata varie volte nel corso del’ultimo secolo, ed evidentemente non deve avergli fatto troppo schifo. A chi “ammazza” embrioni, si fuma qualche spinello, oppure (scomunica!) si ingurgita perfino la pillola del giorno dopo, loro preferiscono di gran lunga quelli che danno fuoco ai barboni, sparano sui “negri”, pestano omosessuali e magari organizzano festini a base di escort ed alla faccia delle adorate mogliettine e dei figli confinati chissà dove. L’importante è che tra un' orgetta e l’altra si pentano e frequentino devotamente tutti i vari family day. Il perdono infatti non si nega a nessuno (esclusi ovviamente tutti i maledetti laicisti) anche perchè la carne, come è noto, è debole: a volte perfino quella delle gerarchie ecclesiastiche.
Curioso anche il fatto che in un sistema politico avviato verso un ( tormentato) bipolarismo, le forze maggiormente corteggiate dai due partitoni di massa ( oppure di messa?) risultino le due che raccolgono assieme poco più del 15% degli elettori, e rivendichino orgogliosamente il loro carattere antinazionale ( la lega) e proporzionalista ( l’Udc, nostalgica della prima repubblica e della rendita di posizione che questa garantiva al centro democristiano. Peccato che la storia adesso sia un po’ cambiata…). Quello di Casini poi appare come un vero e proprio capolavoro tattico: si allea in ogni regione col più forte, fantastico. Ad uno che elabora schemi così raffinati non si vede cosa aspettino ad offrire su di un piatto d'argento il comando del Pentagono e la panchina della Juve .
Alcuni nel Pd teorizzano che l'alleanza con il partitino centrista sia necessaria per vincere le elezioni. Potrebbe anche essere vero. O non sarà forse al contrario che è proprio per correre dietro a gente così che la sinistra è sparita dalla scena politica nazionale ed il Piddì continua a rimediare schiaffoni a destra ed a manca? Ai posteri (ed a D’Alema) l’ardua sentenza…

sabato 9 gennaio 2010

Chiavatar

Finalmente, dopo una travagliata fase di montaggio e di restauro, si appresta ad irrompere nelle sale cinematografiche italiane l’attesissimo kolossal del secolo: Chiavatar. L’unico effetto speciale della storia fattosi presidente del consiglio, il primo film candidato non al premio Oscar ma al Nobel per la pace, l’opera che segna la definitiva consacrazione della magia in 3D? No: la consacrazione delle porcate in P2! Lo spettacolo mozzafiato ed il trionfo del cinema fantasy: quattro processi scomparsi in poche scene! Il film narra le picaresche gesta di una anziano corruttore semplice, massone ed amico dei mafiosi, che spedisce il suo doppione plastificato e siliconato alla presidenza del consiglio, mentre lui se ne sta imboscato nelle ville ed i suoi adepti gli organizzano uno sbarco in Normandia di escort e di veline, condotte dal generale Giampi ed accompagnate dalle solenni note del maestro Apicella . Entusiasmo alle stelle tra i devoti. Unica voce stonata, quella del prode Cecchetto: “ Capo, ma qui non ci si vede un cazzo!”. “Devi prima levarti quel cappuccio, coglione!”. Sandrino, commosso come sempre fino alle lacrime quando si trova innanzi al suo signore, ha insistito per portare gli occhialetti 3d anche alla guida della sua autovettura, finendo così per centrare in pieno una povera vecchina. Resosi conto dell’accaduto, il raffinato poeta di corte gli ha subito dedicato una delle sue celebri odi: ” Oh mia povera vecchietta: il tuo femore ti ho rotto, ma lo sai cosa ti dico? Io davvero me ne fotto! Il padrone, quel marpione, non gradisce le vecchine, nel lettone lui ci stende solamente le veline”. Sotto l’alto patrocinio del ministro della poesia e della cultura viscerale (il neonato miniculpap), prossimamente arriverà nelle sale cinematografiche anche il prossimo cinepanettone finanziato con denaro proveniente dalle tangenti sulla metropolitana milanese, in memoria dei bei tempi andati: “Natale ad Hammamet”. Si tratta della storia di un manipolo di eroici tangentisti, pregiudicati, pluricondannati, massoni e corruttori in viaggio all’estero per rendere omaggio alla tomba del loro vecchio mentore defunto in esilio. L’immancabile equivoco in questo caso è rappresentato dal fatto che costui, spacciato per un esule, in realtà era un famoso latitante. Nel corso del viaggio ecco le inevitabili ed esilaranti disavventure dei prodi col garofano, impegnati via via nel furto di un cammello, nel chiedere tangenti sui datteri ed urinare contro il muro di una moschea.
Anche il Piddì si prepara per la prossima stagione cinematografica. Cicciolino ha offerto agli amici oppositori un posticino al tavolo delle riforme, associato alla comparsata nel remake del celebre: “Giù la testa”. La continuazione in pratica di quel “Giù le braghe” interpetrato con passione e devozione da leghisti e missini. Ma i democratici, per essere all’altezza della rinomata superiorità morale e culturale della sinistra, hanno deciso di presentare anche i film dedicati ai prossimi candidati in Campania ed in Calabria: “L’uomo senza ombra” ed “ Il mio nome è nessuno”. Nel Lazio invece, con una spiazzante mossa strategica, il lider maximo ha deciso che per vincere bisognerà appoggiare la Polverini. “Si tratta”, ci ha spiegato, “di una scelta nel nome della continuità: anche il suo predecessore gradiva molto la polverina”. Per la Puglia, dopo Vendola sgradito all’Udc, Emiliano sgradito alla sinistra radicale e dopo il virus H1N1 sgradito a Topo Gigio, si è deciso intanto di candidare Lino Banfi.
Agli elettori democratici in realtà non resteranno molte opzioni. Gli unici film ai quali potranno assistere in santa pace saranno: “Ricomincio da tre”, dedicato alle uniche regioni conquistate alle prossime elezioni, ma soprattutto dovranno sciropparsi per l’ennesima volta il loro più autentico, eterno ed intramontabile cult: “Non ci resta che piangere” !

venerdì 8 gennaio 2010

Rosarno, Italia...

(Rosarno brucia. E mentre infuriano gli scontri e si già contano decine di feriti, il Ministro della paura in camicia verde straparla sull'eccessiva tolleranza. Bisogna capirlo: il suo partitino xenofobo e razzista ha puntato tutto sul clima di terrore per fare man bassa alle prossime regionali. Ma quel che è peggio, da un sondaggio di Sky Tg 24 apprendiamo che il 70% degli intervistati sembrano concordare..Eccolo qui dunque, il paese dell'amore!
Siamo andati così a rileggerci questo testo, attuale oggi più che mai...)

Chi è senza peccato...

Esiste nel vecchio continente un paese innocente nel quale i poveri cittadini sono assillati dal problema sicurezza. E’ il paese nel quale intere regioni sono nelle mani delle rispettabili e temutissime cosche. Il paese che ha esportato mafia di prima qualità in tutto il mondo. Il paese della camorra, della ‘ndrangheta e della sacra corona unita. Di Totò Riina e dei Casalesi, di Sandokan e dei Corleonesi. Delle brigate nere e delle brigate rosse, dei Nar e di Prima Linea, degli stragisti coperti dallo stato, degli incaprettatori di professione, degli scioglitori nell’acido, dei taglieggiatori e dei cravattari. Il paese della banda della Magliana, della banda della Uno Bianca, degli stupratori del Circeo, delle stragi impunite, degli insabbiatori e dei depistatori, dei servizi deviati coperti dal segreto di stato, dei giornali killer, di Ustica, di Gladio, di Piazza Fontana, della stazione di Bologna, dell’Italicus, di Piazza della Loggia e della P2. Il paese di Olindo e di Rosa, di Erika e di Omar, della Franzoni, di Pietro Maso e dei compagni di merende. Degli ubriachi stragisti del sabato sera e dei bravi ragazzi incendiari di barboni. Il paese dei furbetti del quartierino, dei bancarottieri in colletto bianco, degli imprenditori in affari con la camorra, dei professionisti “off-shore”, del debito pubblico, dello scudo fiscale, dei falsificatori di bilanci e delle leggi ad personam. Degli stallieri amici dei mafiosi e dei pentiti trattati come infami, dei giudici e dei politici corrotti, dei tangentisti, dei finanzieri d’assalto, di Tanzi e di Cragnotti, di Moggi , di calciopoli e di vallettopoli. Di Fabrizio Corona e del grande fratello, degli ultras pungicatori, dei razzisti curvaroli, degli intercettatori e degli evasori fiscali. Il regno dell’economia sommersa, della corruzione, dei voltagabbana e dei maggiordomi a servizio permanente effettivo, della tangente elevata a pratica di governo e delle strade dedicate ai latitanti.
Ora questo paese perbene si sente minacciato nella sua incolumità da qualche migliaio di lavavetri, di colf e di badanti (rigorosamente impiegate in nero da tanti onesti cittadini). Pare che qualcuno di questi intrusi sia perfino solito violentare le ragazze, svaligiare appartamenti e creare risse, reati fino ad oggi sconosciuti nella nazione del Santo Padre e del Bianco Natale. Ma il Premier, un anziano populista miliardario plurinquisito, già riconosciuto corruttore semplice e scampato a condanne multiple grazie a leggi ad personam, immunità e prescrizioni a volontà, occhiuto e vigile ha già pronte nel cassetto le sue miracolose contromisure: un militare per ogni bella ragazza, reato di immigrazione clandestina, ronde padane e medici pronti a denunciare ogni extracomunitario non in regola, compresi quelli bruciati vivi ma sventuratamente sopravvissuti.
Signor ministro della paura: che fortunato questo paese avere un governo così miope, ipocrita, razzista ma soprattutto…inetto ed incapace come il vostro!

giovedì 7 gennaio 2010

Maledetti vi amerò

Anno nuovo, porcate vecchie! Cicciolino restaurato si appresta a riprendersi il centro della scena ed a mostrare al paese il suo amorevole “pacco”, quello ispirato alla celebre “bozza” di Violante. E tutto questo virile sventolar d’iperprostatici attributi smaschera fatalmente la sua inevitabile conseguenza: questi qui si preparano a farci un gran bel mazzo bipartisan!
I sopravvissuti della P2, di tangentopoli, dei servizi deviati, della peggior prima repubblica, del golpe sfiorato per un soffio e della secessione annunciata da decenni hanno infatti stabilito che la costituzione e le istituzioni così come sono non vanno più bene: in effetti proprio sul più bello, quando ormai ci avevano preso gusto, rubavano e si arricchivano alla grande ballando sopra una voragine di debito pubblico, qualcuno si è permesso di interrompere un’emozione…
In questo clima drogato di purificazione ed autoassoluzione collettiva osserviamo così padroni e maggiordomi farsi in quattro per negare anche le più banali evidenze storiche: ma quali tangenti, ma chi l’ha vista mai, la corruzione? E le mazzette nei paradisi fiscali, i lingotti dentro le poltrone, i soldi buttati in fondo al cesso? Risparmi di qualche vecchia zia e carta igienica griffata: sono gente di classe loro, cribbio! E la metropolitana milanese pagata quattro volte il necessario, le tangenti anche sull’aria che si respirava? Un teorema delle fabbriche dell’odio, ovviamente! Il debito pubblico alle stelle? Disinformazione dei giornali comunisti e disfattisti! Pensandoci bene: le stese vecchie barzellette che ascoltiamo almeno da vent’anni. Siamo l’unico grande paese, in un mondo che marcia spedito verso il futuro, nel quale la storia procede al ritmo di moviola, andando però rigorosamente all’indietro. Sentendoli parlare fanno tutti quasi tenerezza: si erano cosi assuefatti alle ruberie diffuse che sembrano davvero convinti d’ essere innocenti! Ecco, a pensarci bene questa potrebbe essere l’unica attenuante e la vera strada per la pacificazione nazionale: assolviamoli tutti per seminfermità mentale. Se erano incapaci di intendere e di volere come pensare di poterli condannare? Molto meglio allora mandarli al governo ed anche a Palazzo Chigi. E magari dedicargli pure qualche bel monumento equestre, con tanto di onorato stalliere al fianco. Evidentemente devono essere seminfermi mentali anche tutti coloro che anni fa li disprezzavano ed oggi invece li sostengono in massa. A partire dai tanti illustri giornalisti come Feltri e Fede, con tutta la Fininvest a soffiare compatta sul fuoco di quella Mani Pulite che allora faceva audience, per arrivare al popolo inferocito in camicia verde ed in camicia nera! Buon gioco avrà dunque la truffaldina operazione riabilitativa dei professionisti del terzismo e dell’amnesia collettiva strategicamente imboscati ad esempio dentro l' autorevole ”Estintore della Sera”. Ecco: per certa gente più che una riforma istituzionale ci vorrebbe una terapia psichiatrica di gruppo.
In questo clima di oblio e di voglia di impunità diffusa Cicciolino si prepara a calare i suoi assi nella manica: Lodo Alfano costituzionale, che resterà comunque incostituzionale perché malauguratamente per Brunetta i cittadini sono e restano tutti uguali davanti alla legge, compresi i suoi padroni di ieri e di oggi. Poi la tanto attesa separazione delle carriere dei magistrati, con relativo controllo politico sui pubblici ministeri, così che non si permettano mai più di ficcare il naso negli affari del padrone e dei suoi amici. A coloro che sgarreranno verranno applicate pesanti sanzioni punitive, dalla somministrazione di olio di ricino fino alla tecnica “Via D’Amelio”, già sperimentata con successo nel passato ( a proposito: l’agenda rossa che fine avrà fatto? Segreto di stato, ovviamente!). Poi sotto a chi tocca con l’ immunità parlamentare, la più condivisa tra le riforme del pacchetto. Impunità garantita per tutti, dunque: corruttori, falsificatori di bilanci, calunniatori, amici dei mafiosi, ricettatori, puttanieri e cocainomani. Tutte qualità molto istituzionali e notoriamente bipartisan… Poi più potere al premier, senato federale al quale saranno attribuite competenze esclusive sulla scelta delle canottiere del senatur, sui cappucci dei fans del Bianco Natale, e sulle pettorine e le cerbottane delle ronde. La camera diverrà un monolocale con angolo cottura, utile come garconniere per le new entry di Giampi. I ministri potranno essere revocati in qualunque momento, sopratutto se ne arriverà nel frattempo qualcuna più giovane e ..disponibile. Napolitano intanto è disperato: non dovrà più neanche firmare le leggi, saranno infatti pienamente operative non appena partorite dalla mente diabolica degli avvocati di Cicciolino. Il Csm, costituito da Previti, Ghedini, Al Nano e Pecorella, sarà supremo organo a tutela della neutralità e della imparzialità della magistratura.
Severamente proibite ovviamente le intercettazioni, possibili solo i dossieraggi killer ai danni di magistrati, giornalisti ed oppositori, che ovviamente saranno coperti dal segreto di stato.
Quest’ultima, accanto allo riedizione annuale dello scudo fiscale, alla vendita all’asta dei beni dei mafiosi ed all’alleggerimento del 41 bis, sarà la riforma delle riforme: quella che finalmente istituzionalizzerà la mafia e la riconoscerà come patrimonio culturale della nazione, e magari anche dell’Unesco, assieme ai cinepanettoni già gratificati dal ministro della cultura con contributi a base di denaro pubblico. I Fratelli Graviano, commossi, ringraziano. Ed ovviamente continueranno a tacere…
Tutto ciò richiederebbe uno scatto d’orgoglio da parte dell’opposizione, e la ghiotta occasione di un riscatto sarebbe già alle porte: quelle regionali dove cinque anni fa papi prese una robusta mazzata. Ma il Pd si è impantanato nel gioco suicida delle alleanze, cosi alla fine si è giunti alla più saggia delle decisioni: le elezioni regionali serviranno ad individuare i candidati per le primarie, che ovviamente si terranno solo successivamente. Tanto il tempo a loro non mancherà di certo. Il tempo infatti è galantuomo… ecco perché qui da noi passa sempre invano!

mercoledì 6 gennaio 2010

Caramelle e carbone

Carbone: C’era una volta il partito che sognava di riformare e rinnovare la sinistra italiana, e per ottenere tutto ciò scelse un’alleanza organica con le forze più conservatrici, clericali e reazionarie del paese. A forza di rinnovamenti così questa strana sottospecie di gauche in salsa di garofano ha finito per scavalcare a destra perfino Pinochet. Avete presente ad esempio il ministro dei fannulloni? Ma si, quello che basta prendere il meglio da Brad Pitt, Gabriel Garko e George Clooney, buttarlo via, e con gli avanzi assemblare un panciuto, piccolo, iracondo bonsai? Costui pretenderebbe ( nel nome del suo strano socialismo) di riformare nientemeno che l’articolo uno della Costituzione, quello che recita: ”La repubblica è fondata sul lavoro”. Che schifo di parola agli occhi di questi compagni: lavoro! Volete mettere come suoni meglio, ad esempio: “rendita da capitale”? Si spende molto meno anche di tasse! Oppure, ancor meglio: paradiso off-shore: una meraviglia! E poi che roba da sfigati, il lavoro. Soprattutto se statale: peggio di così! In effetti però il crax-bonsai ha ragione: di lavoro non ne esiste quasi più, di diritti e garanzie non ne parliamo: su cosa la fondiamo questa benedetta repubblica dell’amore? Non soddisfatti vogliono anche modificare l’odiato e comunista articolo 3: “La legge è uguale per tutti”: apriti cielo! Gli incappucciati col garofano proporrebbero di sostituirlo con: “La mazzetta è uguale per tutti”. I post missini non ci stanno, a loro andrebbe più a genio:” La mancia è uguale per tutti”. I leghisti del Bianco Natale e delle nuove leggi razziali tuonano da par loro: “La Mecca è uguale pere tutti: sbattiamoceli vivi o morti!”. Papi allora, con il suo solito spirito pragmatico, ha trovato la quadra: “La gnocca è uguale per tutti”.
Fervono intanto i preparativi per trovare una strada meneghina adeguata al celebre esule (tecnicamente un latitante): la via dovrà incrociare vicolo della mazzetta e scalinata del bottino, e confluirà necessariamente su piazzale dello scudo fiscale. Pena: la galera. E poi non sarà solo una via, sarà un viale. Di più: sarà una tangenziale. Anzi , meglio: sarà una tangente…

Caramelle. I dirigenti del Piddì sono in pieno stato confusionale: non sanno se a fine pranzo aprire un pandoro oppure un panettone. Hanno deciso così di convocare le primarie. Il panettone però va indigesto al’Udc, intollerante a canditi ed uva passa, così si sarebbe optato per il torrone. Infuriato in questo caso Di Pietro, che si è appena rifatto la dentiera e rischierebbe di giocarsela in un baio di bocconi. Allora qualcuno ha proposto un bel panforte, considerato però dolce borghese ed antipopolare dalla sinistra radicale. Alla fine perciò la scelta è risultata obbligata: alla sinistra sono rimasti in mano solo un po’ di fichi secchi

martedì 5 gennaio 2010

E' un paese per vecchi

Strategia della tensione: anni settanta, clima di piombo. Aria resa irrespirabile dal fumo acre dei lacrimogeni e da un odio così spesso da potersi affettare con l’accetta. Mondo diviso in blocchi contrapposti, Stati Uniti impantanati nella tragedia e nei genocidi vietnamiti, Partito Comunista Italiano sempre più forte. Milizie extraparlamentari in armi, vecchi fucili partigiane tirati fuori dai fienili, l’eterno sogno di una rivoluzione proletaria da portare a compimento. E sullo sfondo quella formula magica che toglie il sonno ed obnubila troppe menti, da Washington a Palazzo Chigi, dagli incappucciati col compasso fino ai porporati della Santa Sede: il compromesso storico. Ed ecco allora il filo oscuro che tutto lega: eversione nera, servizi segreti, Gladio, Massoneria, criminalità organizzata, uomini d’onore. E soprattutto ecco le bombe, ecco i rapimenti, ecco l’uomo dell’apertura a sinistra giustiziato da un tribunale del popolo. O forse da qualcos’altro. Il tutto sotto la guida della stella polare di sempre: il centro. Ovvero il punto di equilibrio perfetto, la vera fonte del controllo e del potere assoluto.
Giustamente qualcuno scrive: l’Italia non è mai stata innocente. Tantomeno oggi, nell’era artificiale ed apparentemente frivola di Cicciolino primo imperatore dell’amore. Solo che, in piena sintonia con quella decadenza che viviamo quotidianamente sulla nostra pelle, la tragedia si è trasformata in farsa, la grandezza umana in parodia e macchietta, la smania di potere in semplice interesse, gli ideali in profitto. Non è più l’epoca di grandi uomini e di grandi passioni, spesso anche malate: è l’epoca di un padrone unico con una corte di servitori attorno. A pensarci bene è l’epoca del vecchio schema degli incappucciati finalmente divenuto realtà. Sempre al passo con i tempi, dalla strategia della tensione siamo finiti alla strategia dell’erezione. Gli ingredienti sono quelli di allora: i servizi segreti innanzitutto. Dall’era del Sismi e del Sisde a quella dei polli e dei Pollari. Nella città della breccia di Porta Pia impazza oggi la Feccia di Pompa Pio. Il tutto sotto l’occhiuta copertura del segreto di stato e nell’interesse esclusivo dell’amore, ovviamente. Una volta si costruivano trame occulte per deviare il corso della storia, pericolosamente pendente a sinistra. Oggi si fabbricano dossier monnezza ad uso e consumo del padrone e dei suoi media asserviti per colpire più modestamente il direttore di un quotidiano cattolico, un oppositore pallido oppure n alleato riottoso. Da Gladio e dal colpo di stato schivato per un soffio siamo finiti al Conte Igor Marini, a ranocchia, a cicogna, a mortadella: la storia divenuta farsa, appunto. Si cerca faticosamente di tenere in piedi lo spettro di quel comunismo così utile al potere, ma ciò che si vuole ottenere non è più la salvaguardia della libertà e del capitale, ma solo l’impunità per una banda di malfattori. E così l’effetto è surreale: Cicciolino con il suo amato comunismo ricorda il Norman Bates di Psycho, un folle accanto al cadavere mummificato di quella madre morta da troppo tempo. In grado comunque di pianificare dall’al di là trame oscure alle menti malate, perfino di commissionare delitti..mediatici, si intende. Non per niente nell’era della mediocrità assoluta fattasi classe dirigente i consiglieri più preziosi dell’imperatore con le stigmate sono sempre loro: i comunisti. Tutti gli altri sono solo utili idioti, carne da cannone e da telegiornale. I socialisti al contrario svolgono alla perfezione il loro ruolo di portatori d’ideologie distorte, di odio e di atavico rancore. Cioè del combustibile ideale per le viscere turbolente del popolo dell’amore malato. I comunisti sono gli strateghi perfetti, le menti pensanti in patria ed anche all’estero, soprattutto se hanno dismesso giusto l’altro ieri la divisa del Kgb. A fare da catalizzatori d’odio sociale poi, in mancanza di pericolosi brigatisti rossi e di proletari in armi, vanno a ruba i poveri magistrati politicizzati, i giornalisti scomodi, ma soprattutto quei derelitti degli immigrati: sempre facile e molto comodo prendersela con i più deboli, vero ex rivoluzionari in camicia verde e bragone ben calate?
La strategia dell’erezione però per essere perfetta non può non ricevere un battesimo di sangue: mettere anche oggi delle bombe? Antieconomico, fanno male ai sondaggi, disturbano i Tg fiction di regime, riducono i consumi, inquietano il “Lecca a Lecca”, non si possono attribuire ad Al Quaeda. Molto meglio il sangue del capo, molto meglio le stigmate. Ecco allora che nel momento di massima difficoltà, nell’istante in cui sei nell’angolo e non bastano più i media asserviti, i killeraggi mediatici, le fabbriche del fango, ecco dunque comparire una preziosa manina armata chissà da chi e chissà come pronta a sparigliare il campo. A sortite lo stesso effetto di un attacco al cuore dello stato, di una bomba piazzata in una piazza oppure sopra un treno: riposiziona il santo al centro esatto di tutto, al centro del potere, all’apice del controllo assoluto…Basta uno svitato, un altro utile idiota, una mano inopinatamente caricata con una statuina ( mica una pistola, troppo pericoloso per una fiction) che magari doveva centrare un po’ più in basso, poi delle guardie del corpo molli, compiacenti ed opportunamente distratte ( forse perché assuefatte da tempo agli spettacolini a luci rosse di palazzo più che alla strada ed alla lotta armata) e soprattutto una confezione di Pomì ben spalmata sul faccione. La storia a volte è ingrata con gli esseri umani: dagli anni di piombo siamo passati agli anni di silicone. Ogni occasione è buona per dare una ritoccatina ed un restauro ai patrimoni storico artistici di questo paese troppo vecchio.
Sullo sfondo l’eterno progetto eversivo di propaganda due. Le riforme condivise in salsa di pomodoro: potere assoluto al premier, impunità per i potenti, magistratura separata e procure sotto il diretto controllo del padrone (del padrino), Csm asservito, camere svuotate e ridotte a votificio del governo del superpremier, ministri marionetta, presidente della repubblica a scodinzolare nel giardino del Quirinale. Pensandoci bene molto di tutto ciò è già perfettamente avviato. Questi sono tempi: dall’era del compromesso storico all’era dell’inciucio storico; dal pericolo del Pci al governo all’incubo (per noi) degli eredi del Pci eternamente all’opposizione. Dalla repubblica parlamentare a quella presidenziale e magari oltre, fino alla monarchia del Bagaglino. Dalla costituzione dei padri a quella dei figli … di puttana. La legge è uguale per tutti? Si, per tutti coloro ai quali si applica. Per tutti gli altri semplicemente non esiste. Benvenuti nell’era della costituzione incostituzionale. La strategia dell’erezione paga sempre, anche le escort sono comprese nel prezzo.
Nell’era dell’confusa dell’amore una sola realtà appare dunque ben delineata : Cicciolino predilige i rapporti contro natura: sono vent’anni che piglia il suo sfortunato paese beatamente per i fondelli…