venerdì 29 maggio 2009

Poliziotti panzoni e ministri nani

Grande Brunetta, se non esistesse bisognerebbe inventarlo!
Impareggiabile sopratutto per la furia iconoclasta che contraddistingue lui e gli altri socialisti riciclatisi berlusconiani nel polverizzare tutto ciò che gli ricorda l’odiatissima sinistra.
E così, dopo i sindacati politicizzati ed i dipendenti fannulloni, oggi il cazziatone travolge nientemeno che i poliziotti panzoni... Categoria, peraltro, nella quale trovare qualcosa che ricordi anche solo lontanamente un comunista è difficile più o meno come avvistare un pinguino all’equatore. Pizzicati con i piedi sbracati sulle polverose scrivanie ingombre di inutili scartoffie, intenti a fumare nazionali senza filtro, trangugiare oleose patatine e sorseggiare ruttando birre e coca cola, centinaia di ruvidi piedipiatti si sono così ritrovati strapazzati da un governo che teoricamente credevano loro amico (almeno dai tempi delle malefatte del G8). Nel frattempo tutti gli italiani si chiedono sgomenti a chi toccherà il prossimo ceffone: ai professori pelosi? Alle bidelle cellulitiche? Ai portieri baffuti? Ai portantini pelati? Ai prostatici impotenti? Alle casalinghe in ciabatte e bigodini?
Le uniche categorie che saranno certe della assoluta immunità sono soltanto tre: quelle dei socialisti voltagabbana, dei craxiani riciclati e dei ministri nani. Non sarete mica così fessi da pensare che Brunetta sia capace di mettersi un pò in discussione, no?

giovedì 28 maggio 2009

La controffensiva

Inizia a manifestarsi in tutto il suo vigore la tanto attesa strategia difensiva in puro stile berlusconiano: un misto del solito piagnonismo vittimista (mi odiano, chissà perchè) con venature di esaltazione populista (il popolo è con me) e spiccata propensione alla calunniosa diffamazione altrui.
“Libero” inizia così a rivelare la vera storia di Noemi. Figlia di un umile falegname di nome Giuseppe e della sua devota consorte di nome Maria, fin dall’infanzia, trascorsa in una grotta sotto il Vesuvio, iniziò a mostrare la sua propensione per le opere pie. Silvio Berlusconi la conobbe durante una delle sue frequenti visite alle mense della Caritas, ove si reca per controllare che il vitto sia ottimo e abbondante, e per convincere i clochard che con un pizzico di ottimismo in più potrebbero anche loro permettersi una serata al Billionaire. Colpito dalla purezza della fanciulla, il premier pensò bene di invitarla in una delle sue ville in Sardegna dove in quei giorni alloggiavano in ritiro spirituale le sue zie suore. Da allora le uniche frequentazioni con Noemi si sono limitate a fugaci colloqui nel monastero di clausura nel quale la giovane trascorre da tempo le sue giornate.
“Panorama” di fido Belpietro si occupa invece di demolire il principale teste d’accusa di Repubblica: nientemeno che l’ex fidanzatino della ragazza! La produzione di dossier-patacca risulta d’altra parte un classico della destra berlusconiana, a partire dalla superbufala delle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam, che diede all’amico George il pretesto definitivo per poter iniziare la sua tanto desiderata partitina a Risiko.
Dunque, sembra chi il ragazzo, Gino Flaminio, fin da piccolo abbia manifestato spiccate attitudini antisociali: si ostinava infatti a fare la pipì fuori dal vasetto. Nel corso delle elementari fu poi sospeso più volte perchè continuava impunemente a scaccolarsi davanti alla maestra. All’età di dieci anni, dopo un periodo di relativa calma trascorso a scippare vecchiette, iniziò la scalata nella mala locale fino a divenire il braccio destro di Sandokan, il feroce killer dei casalesi. Il quale però, impressionato dalla malvagità del ragazzo, pensò bene di liberarsene tempestivamente. Pochi mesi dopo il grande salto nel settore rapine a mano armata e sequestri di persona, con successivo arresto e reclusione ad Alcatraz. Evaso grazie all’aiuto di una organizzazione di fondamentalisti mediorientali e della Spectre, si è quindi convertito all’islamismo radicale e si è arruolato in Al Quaeda. Pare che un attentato suicida da lui pianificato nei minimi dettagli sia fallito solo perché, trattandosi di un volo Alitalia, non è decollato a causa di uno sciopero.
Per finanziare la prossima impresa, il lancio a bordo di triciclo imbottito di tritolo contro la basilica di S Pietro, il folle si è quindi deciso di vendere la sua falsa storia con l’ex fidanzatina alla "Repubblica”.
Svelato il poco lodevole intento di distruggere la credibilità di un ragazzo tirando fuori vecchie grane con la giustizia che nulla hanno a che vedere con la sua relazione con Noemi, c’è da chiedersi dove sia finito il tanto decantato garantismo di coloro che difendono un superpotente che è scampato ad infiniti inghippi giudiziari (tutte toghe rosse?) grazie a: a) prescrizioni b) annullamento per legge del reato di falso in bilancio 3) impunità garantita dal lodo Alfano.
In attesa delle prossime puntate del killeraggio, per ora ci godiamo lo spettacolo del mite Bondi schiumante rabbia, odio, bava e furore davanti a milioni di spettatori increduli di tanta grazia: una di quelle serate per le quali vale davvero la pena di vivere !

martedì 26 maggio 2009

Dieci domande al Premier

- Presidente Berlusconi, in un' intervista concessa a Repubblica l’ex fidanzato di Noemi dichiara che lei telefonò personalmente alla ragazza esaltandone l’aspetto angelico e la purezza del volto. Non è che per caso aveva sbagliato numero e pensava di parlare con Sandro Bondi?
- Presidente, la curva del Milan l'accusa di comprare da anni solo figurine. Perché non ha chiesto direttamente a Veltroni di regalarle un album completo dei calciatori Panini?
- Presidente, Giuliano Ferrara ha risposto a suo nome alle 10 domande di Repubblica. Provvede lei a dirgli che sarebbe meglio si facesse i cazzi suoi?
- Presidente, sempre a sentire il ragazzo di Noemi, sembra che Emilio Fede si recasse personalmente nelle agenzie per selezionare dei book. Lo faceva per scegliere delle giovani fanciulle da portare alla sua attenzione oppure per compilare le liste elettorali del Pdl?
- Presidente, lei ha dichiarato che Roma è sporca come una città africana. Non l’hanno avvisata che il sindaco non è più Walter Veltroni?
- Presidente, lei è un convinto sostenitore della separazione delle carriere. Si riferisce per caso a quelle di imputato e presidente del consiglio?
- Presidente, sua moglie riferisce che lei frequenta ragazzine. Non è che ce ne lascerebbe qualcuna anche a noi?
- Presidente, lei sostiene che Repubblica è responsabile di una campagna di odio ai suoi danni. Ha mai letto qualche titolo del “Giornale”, di “Libero”, della “Padania”, di “Panorama” e così via?
- Presidente, lei condanna quotidianamente l’uso politico della giustizia. Cosa ci fanno allora tutti i suoi avvocati in parlamento? E che cosa ne pensa delle troppo in fretta dimenticate commissioni “Telekom-Serbia” e “Mitrokin”?
- Presidente, lei si dichiara nemico giurato dei giustizialisti. Pensa che gli ex missini che tiravano le monete a Craxi stessero in realtà facendo una colletta per pagargli gli avvocati? O forse che i leghisti che sventolavano la corda in parlamento lo facevano per suggerirgli di tagliarla?

lunedì 25 maggio 2009

Interruzione volontaria della Ragione

Il lavoro di coloro che operano nel reparto di maternità dell’Ospedale di Chieri si basa su quella cultura della vita, della solidarietà, del rispetto della dignità della persona che hanno consentito nello scorso anno il raggiungimento di un numero di nascite mai visto in precedenza. In quanto divisione pubblica si deve poi far carico di un servizio che, piaccia o meno, è previsto da una legge dello stato, approvata dalle camere e successivamente legittimata da una consultazione popolare. Qualcuno è intenzionato a proporre delle modifiche? Si rivolga al parlamento e veda se ci sono i numeri per farlo. Ma nel frattempo correttezza e sobrietà suggerirebbero di non utilizzare argomenti così sensibili come materia di propaganda elettorale.
Il numero di interruzioni di gravidanza risulta fortunatamente in lenta ma costante diminuzione. Purtroppo è ancora relativamente diffuso tra le cittadine provenienti da paesi nei quali la cultura della prevenzione del concepimento è tuttora insufficiente. Noi riteniamo che e’ sopratutto in questa direzione che dovrebbero impegnarsi concretamente coloro che hanno a cuore la soluzione del problema.
Intollerabile poi che poi tali lezioni di etica provengano da quella parte politica responsabile dello scadimento della moralità collettiva ai livelli dell’attuale velinismo. Di coloro che ieri hanno fiancheggiato una guerra illegittima nonostante le grida di dolore provenienti in primis dalla Santa Sede, mentre oggi risprofondano a suon di manganellate centinaia di profughi disperati verso quell’inferno al quale tentano di sfuggire. Evidentemente per certe persone anche la cultura della vita deve essere in regola con il permesso di soggiorno.
Ciò che a noi proprio non piace non è certo la fede, che anzi consideriamo un valore assoluto, ma la religiosità a corrente alternata, da utilizzare come una clava contro operatori sanitari che cercano soltanto di svolgere correttamente il loro ruolo di servizio pubblico.
Sarebbe interessante conoscere il parere dei numerosi esponenti provenienti dal mondo laico e socialista, che hanno dato vita a questa alleanza con una destra così intollerante ed estrema in alcune sue componenti. A partire, ovviamente, dal candidato sindaco. Siamo purtroppo certi che tutto ciò non accadrà e che il silenzio sarà destinato a rimanere, oggi più che mai, assordante.

www.spaziodeberlusconizzato.blogspot.com per Manuela Olia Sindaco

domenica 24 maggio 2009

10 Domande al candidato sindaco del centrodestra chierese

Signor candidato sindaco, in considerazione della sua mancata disponibilità ad un confronto diretto con i suoi competitori, desideriamo porle dieci domande a nome dai cittadini elettori:

1) La sua biografia politica e quella di molti esponenti della lista “X Chieri” parla di una lunga militanza socialista. Sulla base di quali valori condivisi si è dato vita a questa alleanza con le destre e la Lega Nord?
2) Un esponente del suo schieramento ha etichettato l’ospedale di Chieri come un sorta di abortificio. Lei è d’accordo con questa definizione?
3) Vedremo in azione nelle strade della nostra città le ronde padane?
4) Qualora nella pratica professionale un medico venga a contatto con un bambino di genitori non in regola con il permesso di soggiorno, dovrà secondo lei denunciarlo come sostengono debba fare i suoi alleati?
5) Il “Club Pertini”, che nacque nel 1997 e la vide tra i promotori, si proponeva la creazione di una forza progressista di ispirazione laburista da condurre nell’internazionale socialista. Nel 2009 pensa di poter andare nell’internazionale socialista assieme a Berlusconiani e Leghisti?
6) A Chieri è presente una numerosa comunità di cittadini stranieri. Si lavorerà per favorirne sempre più l’integrazione o vedremo autobus con posti riservati agli italiani?
7) Nel suo programma si fa riferimento alla valorizzazione dell’area metropolitana. Assisteremo ad una ininterrotta colata di cemento per tutta la collina, fino alle porte di Torino?
8) Sempre nel suo programma si accenna al potenziamento del corpo dei vigili urbani. Ci si propone di migliorare i bilanci comunali con un aumento delle contravvenzioni a carico dei cittadini?
9) Ci sono delle motivazioni particolari per le quali non è possibile organizzare prima delle elezioni un confronto diretto tra candidati?
10) In conclusione, pensa di poter garantire agli elettori cinque anni di governabilità in alleanza con i suoi avversari di sempre?

www.spaziodeberlusconizzato.blogspot.com per Manuela Olia Sindaco

giovedì 21 maggio 2009

Il Copione

Come era purtroppo facilmente prevedibile siamo di nuovo accerchiati, e ce lo vediamo sbucar fuori da ogni angolo mediatico pronto a riempirci di suoni assordanti gli occhi e le orecchie, rabbioso ed indignato come quand'è in forma smagliante: nello spazio di pochi giorni siamo passati dal divorzio orchestrato dai giornalisti di Repubblica, alla favoletta della crisi dovuta al pessimismo di sinistra fino ad arrivare al classico dei classici del trash berlusconiano: il giudice comunista con la sua sentenza politica ad orologeria.
Verrebbe quasi la voglia di mandarli a quel paese, questi quattro giudici che ancora si ostinano a fare il loro mestiere. Ma non lo sapete con chi avete a che fare? Non sapete che lui è al di sopra di ogni legge? Che avete di fronte il recordman mondiale di impunità e prescrizioni? Non lo vedete che ha i voti e che dunque, unico caso in un paese civile del pianeta, il consenso elettorale lo pone al di sopra del codice penale? Ma iniziassero a pensare alle cose serie questi fannulloni comunisti politicizzati, a partire dal nuovissimo reato di immigrazione clandestina che finalmente li terrà inchiodati per secoli a correr dietro a pericolosi criminali morti di fame!
Sono quindici anni (Quindici anni!) che lui e la sua corte continuano a prenderci per il culo! Di sicuro non gli crede più nessuno, come èovvio, a partire dai suoi molteplici portavoce in servizio permanente effettivo, per arrivare alle schiere dei suoi fans. Ma quel che conta è che il vittimismo piagnone del capo paga sempre ed ha un sua precisa finalità strategica: funziona infatti come una sorta di chiamata alle armi, un radunate le truppe che il nemico è alle porte. Non appena Berlusca pronuncia le tre paroline magiche: comunisti, giudici,complotto, tutti i suoi pretoriani si mettono immediatamente sull’attenti e si schierano compatti al fianco del capo. Nel merito, ovviamente, è perfettamente inutile entrare, ed infatti lo fanno solo quattro poveri fessi illusi. Tutto il popolo italiano, a partire dal suo, è infatti perfettamente consapevole che lui ha distribuito mazzette a destra e a manca: schiere di giudici, politici, finanzieri,avvocati sono transitati nei suoi libri paga rigorosamente in nero. Tutti sono a conoscenza delle sue società off shore, della tessera P2, del sodalizio con Craxi, delle leggi fatte su misura per i suoi processi ed i suoi affari. Lui è forse l’unica persona al mondo, a parte qualche dittatorucolo di terza categoria, che può permettersi il lusso di far eleggere tutti i suoi avvocati in parlamento, così che al mattino gli fanno le leggi ed il pomeriggio corrono nei tribunali per farle applicare.
Il problema vero, purtroppo, non è neanche lui ma quella metà buona di paese che sta lo sostiene, lo adora e lo accetta così com’è, anzi lo ama proprio perché è così. Nel paese del principe e di Macchiavelli, dove da sempre il fine giustifica i mezzi, se il fine è mettere il bavaglio agli odiati comunisti delle noiosissime regole e legittimare gli istinti più profondi che covano nella società: l’antistatalismo, l’anarchismo, l’individualismo, il paraculismo, l’eterna italica furbizia, allora un pezzo di paese e’ con lui,qualsiasi cosa faccia o abbia fatto in passato.Un pezzo di paese reale a cui lui ha ridato l’orgoglio e sopratutto una identità forte e condivisa che gli sopravviverà e con il quale dovremo fare i conti ancora per moltissimo tempo.
Cosa possiamo fare noi? Niente di utile, ovviamente. Almeno nell’immediato. Salvo prepararci a resistere alla prossima travolgente ondata di piena elettorale Berlusconiana. Poi sarà il caso con calma di iniziare a riorganizzarci le idee, a partire, ad esempio, da una riflessione seria sulla strategia del Partito Democratico, con la sua vocazione maggioritaria vera o presunta che sia. Sarà una scelta giusta o non varrebbe la pena piuttosto di ripartire con una seria politica delle alleanze?
Ma questo è un altro discorso. Per ora, teniamoci forte e si salvi chi può!

Cosa Resterà

Lo sentivo parlare di ottimismo e per la prima volta mi sono reso conto di quanto è vecchio. Non anagraficamente, si intende: l’anzianità è un passaggio nobile dell’esistenza che coincide con l’esperienza, la saggezza, l’equilibrio e che merita quel rispetto che lui per primo non le riserva, ricorrendo a qualunque mezzo per occultarla.
Intendo vecchio culturalmente: con quella sua aria da cumenda, le vecchie barzellette che non fanno ridere nessuno, il machismo da caserma, l’anticomunismo fuori tempo massimo, le battute da pianobar ma soprattutto con il suo ottimismo coatto in pieno stile anni ottanta. Un ottimismo che ci riporta come d’incanto alla Milano da bere, allo yuppismo imperante, al rampantismo di bassa lega, al benessere individuale e all’arricchimento ad ogni costo che iniziano ad imporsi come valori dominanti nella società. Se provo a chiudere gli occhi mi riesce facile immaginarmelo sotto una palma ad Hammamet mentre con il suo amico Bettino sorseggia un Ramazzotti e maneggia mazzette sfottendo quello sfigato di Berlinguer, con la sua mania per la questione morale ed i suoi completi da impiegato bulgaro. I mitici anni ottanta: gli anni del decadentismo della prima repubblica, del Bettino imperante, dell’alba del culto dell’estetica e dell’eterna giovinezza,dell'edonismo reganiano,del drive-in e delle prime teletette (ovviamente berlusconiane) al vento, del soddisfacimento dei bisogni materiali ad ogni costo aggrappato sul bordo di una voragine di debito pubblico. Gli anni in cui si consumava sorridendo e si spendeva felici anche ciò che non si aveva, come a lui piacerebbe tanto ricominciassimo a fare. Gli anni ottanta: gli anni d’oro del Berlusconismo, in cui ha costruito il suo impero. Nuovo lui? Ma se era vecchio decrepito già quando è sceso in campo! Vedere come riesca ancora a far passare come innovativa una biografia politica ed imprenditoriale ed un modello culturale ormai confinabili nell’archivio della storia è il segno della potenza della pubblicità, l’unico settore nel quale è indubbiamente un maestro.
C’era una volta una vecchia canzone: ”Cosa resterà di questi anni anni ottanta”…
...Ma Berlusconi, naturalmente!

mercoledì 20 maggio 2009

Socialisti a Chieri

Esiste da tempo una grave anomalia nel panorama politico nazionale: quella della collocazione dei socialisti italiani. Ne esiste infatti ancora qualcuno che misteriosamente non è ancora traslocato a destra. Per nostra fortuna, almeno nel Chierese, questa anomalia sta per essere risolta.
La gloriosa storia del socialismo nella città Piemontese è una storia di lotte sociali, sindacali, tutela selle fasce deboli, solidarietà, diritti, movimento operaio: tutte cianfrusaglie buone per essere messe in cantina. Il futuro è una bella alleanza di governo con berlusconiani, leghisti e post fascisti. Nulla di originale, insomma.
“…Nel 1995, dopo le elezioni politiche che vedono a Chieri la vittoria dei candidati dell’ulivo, un gruppo di socialisti decide di dar vita al Club Pertini con finalità culturali, e l’obiettivo di approfondire le tematiche proprie della sinistra, nella convinzione che il socialismo non sia finito con il XX° secolo…”. Infatti l’hanno lasciato sopravvivere altri 9 anni.
Il Club Pertini nasce nel 1997 “…nell’intento di creare nella città un luogo d’incontro aperto a tutte le forze di sinistra per contribuire alla creazione di un comune sentire di coloro che credono ad una politica di sviluppo e progressista. La speranza è quella che, anche nel nostro paese, si possa giungere un giorno alla nascita di una grande forza politica, aderente all’internazionale socialista, sull'esempio dei partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti che per la loro dimensione e compattezza hanno potuto caratterizzare e caratterizzano la vita politica degli altri grandi paesi europei”. E così, per realizzare questo sogno, oggi alcuni membri del club danno vita alla lista “X Chieri”. Se il salto dall’internazionale socialista alle ronde padane, ai profughi ributtati in mare, agli irregolari da denunciare ed al Papi vi appare un pò azzardato non preoccupatevi: vi sono tantissimi illustri esempi, anche nel governo nazionale, di compagni traslocati che ora si trovano perfettamente a loro agio.
Fondatori del “club Pertini”: Francesco Lancione, Giovanni Aceto, Franca Barone in Lancione, Marina Bodrato in Maspoli, Alfonso Buttiglieri, Valerio Cagliero, Mario Ghirardi, Andrea Lapi, Stefano Latella, Giuseppe Maspoli, Ciro Monghini, Germano Patrito, Maurizio Sicchiero, Graziano Tagini, Igino Vergnano, Marco Vitali.
Il Club cessò la propria attività nel 2005; alcuni membri del gruppo promotore iniziarono allora a porsi un interrogativo: e adesso che si fa? Proviamo a dar vita a questo tanto desiderato partito di ispirazione laburista, socialdemocratica, socialista da far approdare poi nell’Internazionale socialista? Più tardi, forse. Molto meno complicato e più redditizio, adesso, fondare una bella lista civica che faccia da cavallo di Troia alla destra italiana, la più reazionaria, xenofoba e populista del continente.
Prima però, in omaggio alla storia passata, decidono di pubblicare un bel testo, la cui lettura risulta molto istruttiva ed è consigliabile a tutti i futuri elettori: “Socialisti a Chieri", cent’anni di storia a partire dall’inizio del movimento operaio locale. Il gruppo di lavoro risultava così composto: Bartolomeo Brigata, Francesco Lancione, Eraldo Chicco, Giacomo Forte, Claudio Campagnolo, Gaetano Guidi Colombi, Andrea Lapi, Stefano Latella, Sergio Manolino, Giuseppe Maspoli, Ciro Monghini, Germano Patrito, Franco Rappazzo, Marco Vitali...
In conclusione, sarebbe interessante sapere come commenterebbe Sandro Pertini; probabilmente ora si starà rosicchiando la pipa rivoltandosi nella tomba, ma in fondo questo è solo un problema suo: la guerra è guerra, e sopratutto la poltrona è la poltrona!

giovedì 14 maggio 2009

Chieri, Italia

Molti ritengono che nelle elezioni amministrative le persone contino più delle appartenenze. Niente di più sbagliato: cos’è infatti in politica una persona se non i programmi che si propone di realizzare, le idee per le quali è disposta a battersi, quell’insieme di valori e di interessi concreti in cui si riconosce?
Prendiamo l’esempio di Chieri: qui la destra locale deve essere davvero ridotta molto male se per essere rappresentata ha dovuto affidarsi ad un noto e stimato esponente del mondo socialista. Uno di quelli autentici, non uno dei tanti accasatisi contro natura ma felicemente nel partito della destra extralarge. Come potrà un domani questo ipotetico sindaco mettere in pratica le sue antiche idee progressiste con il sostegno di una coalizione ultrareazionaria? Per intenderci, questo stimato pediatra dopo aver assistito un bimbo di una famiglia irregolare correrà a denunciarlo come pretendono i suoi neo-alleati leghisti? Le ipotesi dunque sono due: o si vedrà costretto a realizzare quelle politiche di destra che non gli sono mai appartenute, o la sua maggioranza dovrà sostenerlo nelle battaglie progressiste andando contro gli interessi del proprio stesso blocco sociale. Esiste in realtà la terza possibilità: il potere come miracoloso collante, la potenza della poltrona con tutti i benefici ma anche i compromessi che ne conseguono. Possibile? Certo, non sarebbe di sicuro un inedito. Ma non è quello che credo ci si possa augurare per il bene dei cittadini chieresi. Motivo in più per sostenere Manuela Olia ed augurarle in bocca al lupo!

www.spaziodeberlusconizzato.blogspot.com per Manuela Olia Sindaco

mercoledì 13 maggio 2009

Il Ministro della Paura esiste!

Non faremo entrare nessuno, saremo inflessibili, li ributteremo in mezzo al mare…Ringhiano davvero forte, questi leghisti dalle braghe verdi sempre ben calate al cospetto del padrone! Solo che in questo caso la faccia feroce non la fanno con gli odiati zingari che, secondo loro, ci svuotano l’appartamento o ci stuprano le donne, ma con poche centinaia di poveri derelitti in fuga da guerre, genocidi, miseria, torture , malattie. Se non vogliamo scomodare l’umanità, merce mai come oggi terribilmente rara, o le tanto sbandierate (a chiacchiere e quando fa comodo) radici cristiane dell’Europa, parliamo allora di regole e trattati internazionali, del diritto di asilo politico al quale molti di questi poveri profughi avrebbero potuto legittimamente aspirare. Invece ci tocca assistere allo spaventoso spettacolo di esseri umani tra i quali tantissime donne, alcune delle quali incinte, e bambini ributtati in mare, risospinti verso la Libia dove il loro destino è tutto rinchiuso nella brutalità dei lager locali.
Ma bravo Maroni, ideale ministro della paura! E’ evidente che attraverso questa becera cattiveria da bassa propaganda elettorale non si risolve il problema dell’immigrazione clandestina, della globalizzazione, dei flussi migratori che pur in tempi non lontani ma frettolosamente dimenticati videro milioni di italiani, anche padani, dal lato sbagliato della storia. Stiamo vivendo un epoca di grandi ed inarrestabili mutamenti che andrebbero governati, se solo se ne fosse capaci, non esorcizzati risprofondando qualche centinaio di disperati nell’inferno da cui provengono. Ma chi sgomenta non è tanto il ministro leghista, evidentemente attaccatissimo alla sua cadreghina romana, ma coloro che in ragione delle sue inflessibili gesta impennano il consenso elettorale del suo partitino territoriale e razzista. Chi sgomenta è un presidente del consiglio che per compiacere i compagni di tante cenette in canotta dichiara di non gradire una Italia multietnica fingendo di non vedere che questa è già da tempo una realtà molto ben riconoscibile nelle nostre città, nelle nostre scuole, nelle nostre fabbriche, nelle nostre case e perfino nelle sue aziende. Con la stessa vergogna con la quale un marinaio ha confessato di aver eseguito il comando infame tra i singhiozzi e le richieste di pietà dei profughi sfiniti, in tanti osserviamo questi concittadini incattiviti, impauriti, egoisti, ipocriti, smemorati... Diciamolo chiaramente: un pezzo di paese che fà davvero venire i brividi.
Bravo Maroni, che da buon erede dei barbari ci riporta in pieno nel medioevo della barbarie: Vuoi farci diventare tutti spioni? Vuoi che dalle corsie corriamo nelle caserme a denunciare un clandestino, o magari un profugo, che per noi è solamente una persona da curare? Allora perchè non chedi anche ai tanti nostrani puttanieri, chissà quanti dei quali tuoi fedeli elettori, di denunciare (anzi di liberare) le migliaia di schiave irregolari che battono nelle nostre strade per i loro piccoli, segreti peccatucci da onesti padri di famiglia? E perchè non invitare a denunciare le migliaia di donne col permesso di soggiorno non in regola che senza nessuna tutela ed in nero accudiscono i nostri anziani e bambini, sicuramente molti dei quali padani? Non sarà per caso che tutte queste persone ci fanno comodo e quindi conviene chiudere un occhio? E a che scopo cercare di creare una nazione di spioni e di delatori, anche in considerazione del fatto che gli stranieri più numerosi, i rumeni, sono cittadini comunitari e dunque hanno tutto il diritto di entrare come e quando vogliono?
Forse è proprio vero che esiste la Padania: questo schifo che vediamo intorno a noi non è più l'Italia in cui ci riconosciamo!

mercoledì 6 maggio 2009

Complotti e Lacrime

Indovinate un pò la reazione del popolo della (semi)libertà nell’apprendere che la Freedom House ci ha declassato a paese in stato di semilibertà a causa dell’eccessiva concentrazione di media in una sola mano? Complotto comunista, ovviamente! Cioè il solito minestrone di vittimismo militante che va in scena da vent’anni a reti unificate con un successone che è la migliore dimostrazione di quanto purtroppo la Freedom abbia ragione. Il capolavoro in tal senso si è visto con gli innumerevoli processi Berlusconi: spacciati per uso politico della giustizia hanno rappresentato al contrario un mirabile esempio di uno spregiudicatissimo uso giudiziario della politica.
Veronica Lario chiede il divorzio? Ma è caduta in un tranello della stampa di sinistra, ovviamente! Le veline nelle liste? Ma quando mai! Le ragazzine? Solo amichette di famiglia del Papi ! La Carfagna e la Brambilla? Statiste fin dalla culla! La Bindi? Che schifo! Le scappatelle? Giammai! O magari qualcuna ma, come sostiene il confessore privato del premier, semplici, perdonabili peccatucci che ogni potente che si rispetti ha il diritto di coltivare. Un paio di Pater Noster e via, fino alla prossima sveltina ed al prossimo lodo Schifani, che sottrarrà al divorzio le più alte cariche dello stato.
Se la sinistra avesse viscidamente organizzato le manovre della Lario, d’altra parte, avrebbe commesso il più clamoroso degli autogoal. Tutto lascia supporre infatti che questa vicenda porterà sempre più acqua al mulino dell'imperatore: innanzitutto gli ha consentito l’ennesima serata da padrone assoluto della Rai e di Bruno Vespa, con una incredibile puntata speciale di “Porta a porta”, nel corso della quale il contraddittorio al premier in piena estasi autoassolutoria si è limitato al conduttore genuflesso e una claque di primafiliste osannanti. Poi perchè nessuno al mondo sa fare la vittima in modo convincente come lui, e con così tanti rivoli a completa disposizione nei quali incanalare le sue lacrime padronali. Infine perchè se è vero come è vero che lui parla e si identifica con le viscere del paese, il fatto che a 72 anni riesca a trombarsi le diciottenni non può che provocargli ondate di cameratesca ed invidiosa approvazione.
Quello del complotto comunista è d’altra parte il piagnisteo di maggior successo del Berlusca, quello che più lo sintonizza con le sue genti nostalgiche come non mai della cortina di ferro e di un mondo più semplice e ordinato, con un cattivo cosi’ ben riconoscibile nel baffone di Stalin e rassicurante nella sua completa identificazione con il male assoluto. Nel caso specifico ci sarebbe da chiedersi chi e come tra le ombre rosse sia riuscito a convincere Veronica ad affrontare questa impari battaglia: Veltroni con un album di figurine panini? Bertinotti con una scatola di Cubani? La Bonino con un pò di fumo? Nanni Moretti con una Sacher? Nichi Vendola con un cd dei Village People?
Il lamento anticomunista del Berlusca non conosce confini: se gli viene il cagozzo è a causa di qualche cellula comunista infiltratasi tra i sui enterobatteri, se non gli tira con una diciottenne è sicuramente colpa del viagra cinese, se ha la nausea è per l'insalata russa, se il sudore gli scioglie il cerone dipende dal virus dell’influenza cubana.
Insomma, sondaggi alla grande, gradimento al 200%, fans scatenate ,Bruno Vespa in estasi mistica: Silvio non è più politica, è fede!
Cosa potrà mai farci svegliare da quest’incubo? Ci sarà al mondo qualcuno in grado finalmente di organizzarlo questo primo, benedetto, attessissimo complotto comunista?

lunedì 4 maggio 2009

Lui e le Donne

Una volta scoperte le immense potenzialità mediatiche delle disgrazie altrui il premier è ormai inarrestabile: dopo aver portato un consiglio dei ministri sopra montagne di spazzatura e proposto il G8 tra i terremotati , in piena emergenza influenza suina provvederà ad organizzare il prossimo vertice internazionale direttamente in un salumificio. Tutto questo iperefficientismo opportunista contribuisce ovviamente a far schizzare sempre più alle stelle il suo già stratosferico gradimento personale: surclassato da tempo Obama, un extracomunitario provincialotto in futuro buono al massimo come parcheggiatore abusivo di Arcore, prossimo appare ormai il sorpasso di Padre Pio, che in quanto a miracoli era niente più che un pivello e non possedeva neanche un monolocale alla Maddalena, una amante diciottenne, una misera radiolina locale o una squadretta di terza categoria. Per il premier a questo punto le insidie non provengono più dal mondo esterno bensì dall’interno: della propria famiglia e, soprattutto, delle proprie mutande. Confortanti accenni di risveglio si segnalano infatti da parte del leader dell’opposizione: Veronica. Pare che la first lady abbia espresso perplessità sui parametri valutati per la selezione dei candidati alle europee: reggicalze, push-up e giarrettiere. In realtà gli adolescenziali quanto tardivi picchi ormonali dell’anziano coniuge dovrebbero essere ben noti alla signora, anche lei a suo tempo giovane attrice folgorata sulla via di Arcore. Notizia di oggi è che Veronica, esasperata e umiliata, sia intenzionata a chiedere il divorzio. Tutto ciò tra lo sconfortato imbarazzo dei giornali di famiglia, che già si apprestano a vivisezionare la sua vita e farla a pezzi, e l’indifferenza assoluta delle gerarchie ecclesiastiche: ciò che per un comune mortale rappresenta motivo di condanna al fuoco eterno, al pluridivorziato premier non impedirà certamente di ricevere comunione e poi presenziare ad un bel family day, nel tripudio di zie suore, vescovi e cardinali. Immensi d’altra parte sono i crediti accumulatisi in questi anni oltretevere: metà dei provvedimenti dei suoi governi sono infatti presi direttamente dalle gerarchie ecclesiastiche, il resto proviene dagli studi Previti-Ghedini-Pecorella o dalle elucubrazioni di illustri pensatori contemporanei tipo Roberto Calderoli e Licio Gelli. Commuoventi le parole di Veronica, che da moglie devota e innamorata avrebbe a lungo ed inutilmente tentato di curare le attrazioni patologiche del coniuge per le giovani fanciulle Ho cercato di aiutare mio marito come si fa con una persona che non sta bene….La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni . Il quadro che emerge da tutta questa vicenda è di uno squallore sconfortante, ai confini con la pedofilia. In compenso ha il merito di fornirci uno spaccato sulla considerazione che la nostra testosteronica destra ha del gentil sesso: l’unica differenza con i talebani è che questi le fanciulle le vogliono col burqua, i nostri machi preferiscono il perizoma.Ricordate quello sfigato di Clinton? l’arrapatissimo Bill fu crocifisso per un pò di preliminari con una adulta consenziente, qui andiamo avanti a forza di “papi”, ammiccamenti, battutine da caserma ed intercettazioni a luci rosse censurate nell’entusiastico e cameratesco tripudio dei fans. Il filoamericanismo di certa gente è proprio come la loro religione: si sbandiera quando fà comodo, poi si getta dentro al cesso. Ovviamente che il premier abbia un atteggiamento veteromachista è, secondo i tanti media di corte, un classico esempio di propaganda faziosamente antiberlusconiana: lui le donne le apprezza veramente, al punto da averne sposate un paio (per ora), nonché di aver inventato per loro in tempo di crisi dei nuovi prestigiosissimi mestieri:
-La primafilista: vera e propria milizia armata di fanaticissime prescelte per i primi posti alle parate del capo: equipaggiamento d’ordinanza: pelliccia anche a ferragosto, chili di gioielli e ovviamente minigonna mozzafiato. Il tutto per la gioia dei secondafilisti, posto per il quale ci si scanna per mesi. Requisiti di ammissione alla selezione: 90-60-90 . Gradito training dal chirurgo plastico ( on lo stesso del premier, impegnato dallo stesso a tempo pieno per le prossime 5 legislature). Le prescelte saranno onorate di poter chiamare il Silvio per nome, o in alternativa “Papi”.
-La cacciatrice di miliardari. Autentica aspirazione di ogni donna berlusconiana che si rispetti: incastrare un miliardario. Idea in realtà non originale, ma riproposta con entusiasmo dal premier tra il tripudio delle sue fans e l’approvazione, come sempre, di Bruno Vespa.
-La casalinga delle Libertà: ideale e fedele compagna di un ogni paladino del Pdl, in grado di pulire, cucinare, spolverare, stirare per 22 ore al giorno senza mai fiatare e canticchiando allegramente e senza pause “Meno male che Silvio c’è.
-L’aspirante ministro: hai fatto un calendario? Sei mai stata nella casa del grande fratello? Sei mai stata una velina o quantomeno una letterina? Hai capelli rosso fuoco, labbra carnose e autoreggenti da paura? Questo è il lavoro che fa per te. La selezione delle partecipanti al concorso :“Vinci una poltrona al ministero” sarà presieduta da una commissione composta da Cicchitto, Dell’Utri e Teo Mammuccari. Per Silvio d’altra parte l’estetica non è molto: è tutto! I suoi apostoli devono presentarsi perennemente sbarbati, liftati, abbronzati, palestrati e possibilmente ringiovaniti, alti e capelluti (lui che aveva un cranio modello solarium per pidocchi adesso di spalle è indistinguibile da Caparezza). Regole queste che richiamano l’antica massima berlusconiana, secondo la quale le donne di destra sono più belle perchè riescono ad accaparrarsi i miliardari, da cui a sua volta deriva il postulato che quelle di sinistra sono tutte racchie e ammogliate a degli sfigati. Il comunismo d’altra parte per Berlusconi non è altro che uno stato mentale, un luogo dell’anima, uno spazio prepolitico. Comunista è l’Italia che gli sta sulle balle, che veste male, che puzza, che non tromba, che non corre dietro alle ragazzine, che non ha tempo di guardare il Grande Fratello, che non apprezza Fabrizio Corona, che indossa vecchie giacche di velluto, che si alza presto e si fa il mazzo, che non si vanta di essere furba, che vive con i piedi per terra nei paradisi fiscali e magari, orrore, paga anche le tasse. L’Italia dei poveri pensionati con la social card, dei marocchini, dei centri sociali e ovviamente dei bastardi, odiatissimi magistrati. Della sinistra intesa come fazione politica a lui non gliene frega un tubo.
Quelli che la odiano davvero sono i suoi consiglieri più fidati: i socialisti. Basta vedere l’autentico furore dei vari Sacconi, Brunetta, Cicchitto, Ferrara e simili nel colpire tutti le categorie dove si annidano i disprezzatissimi nemici di sempre: i pensionati, i dipendenti pubblici, i sindacati. Uno spaccato illuminante della civiltà berlusconiana ci viene questa mattina dalla semplice osservazione di alcuni titoli dei giornali di famiglia: “Il Giornale” (di Paolo Berlusconi, figurati un po’ che indipendenza…) a nove colonne si scaglia contro Adriano Sofri, colpevole di intromissioni nelle faccende private del adrone: “la lezioncina del moralista mandante di omicidio”. La sobrietà di queste parole la dice lunga su quanto questi garantisti a corrente alternata abbiano accusato il colpo e ci lasciano immaginare le mazzate micidiali che dovrà aspettarsi la povera Veronica, della quale sembra che “Libero” abbia già iniziato a pubblicare vecchie foto con tanto di pocce al vento (da che pulpito viene la predica: parlano i cantori del piu’ grande spacciatore televisivo di tette e culi del pianeta!), in pieno clima di ottimismo berluscoide da imporre alle masse ad ogni costo, ci propone invece due ricette: come difendersi dai virus impazziti e come evitare di invecchiare. Pare che il prossimo numero ci suggerirà la ricetta dell’immortalità e come avere tutta la vita un culo come quello di Jennifer Lopez. Ottimismo, Italia: Silvio veglia su di te (soprattutto sulle tue figlie) e ci garantisce che la crisi è solo una questione psicologica: la spesa una volta finito lo stipendio facciamola direttamente con il prozac. Forse hanno davvero ragione loro: il paese ha solo bisogno urgente di psichiatri. Sottoscriviamo in pieno.