giovedì 25 novembre 2010

Piccoli pensieri sulla riva del fiune ( in attesa del cadavere del nemico...)

-Quel grandissimo permaloso di un ministro del terrore scippa ( chissà perché..) a magistrati e forze dell’ordine la medaglietta per l’arresto di latitanti mafiosi e camorristi fino al numero due nella lista dei più pericolosi al mondo. Per vedere finalmente in galera anche il numero uno ( il più crudele, malvagio e congenitamente privo di scrupoli di tutti) dovremo però attendere che prima la consulta si pronunci su quella gran porcata chiamata legittimo impedimento…

-Nel frattempo la sentenza Dell’Utri ci ha chiarito una volta per tutte che il “senatore” è stato mafioso si, ma solo fino al 1992. Dopo di che si sarà redento? Macchè: dopo è stato promosso in Forza Italia! Nella sentenza i giudici ci spiegano anche, tra le altre cose, che lo stalliere Mangano fu inviato dallo stallone di Arcore esclusivamente con funzioni protettive: doveva difendere infatti Cosa Nostra dal cainano…

-Dell’Utri dunque mediatore con la mafia, Cosentino con la camorra, Previti con i magistrati a buon mercato, Mills con le società off shore, Bettino ed i craxiani con i fasti della prima repubblica, la P3 con catastrofi & appalti ed Emilio Fido, Tarantini e Lele Mora con le gnocche maggiorenni e non: quando si dice il nuovo miracolo italiano!

-Papino intanto custodisce nel cassetto (accanto alla pompetta ed agli aggiornamenti satellitari degli indirizzi delle migliori zoccole d’Italia: non sia mai dovesse capitare un rimpasto di governo) il suo prossimo predellino nuovo di zecca, ma sbaglia chi ritiene che come al solito nome e simbolo siano stati imposti dall’alto ( la decisione è maturata infatti ampiamente al di sotto il metro e cinquanta) e siano il frutto di una scelta solitaria: il boss ha infatti prima consultato l’amatissimo specchio delle sue brame. E comunque è ormai ben chiaro a tutti cosa rappresentino per lui i suoi partiti: semplicemente il prolungamento del pene….

-Primo teorema di Ghedini: la cosa più bella della vita non è quando ti dicono ti amo, è quando ti dicono sei prescritto…

-Marroni è molto offeso con Saviano: che in Lombardia ( in particolare ad Arcore) ci fossero imprenditori collusi con la mafia loro della Lega infatti lo dicevano già dieci anni orsono ( prima della schiavitù). Così per mostrare ai secessionisti con le braghe le sue pallette verdi il terribile se ne va da Fazio pronto ad “elencare” tutti i suoi arrestati. Noi gli elenchiamo invece le leggi che lui ed i suoi alleati hanno votato o avrebbero voluto votare in tutti questi interminabili anni di governo: falso in bilancio (abolizione) 1 e 2, legge sulle rogatorie, legge Cirami, lodo Maccanico - Schifani, legge ex Cirielli (faceva schifo pure a lui), condono sulle tangenti, condoni e scudi fiscali a volontà, giro di vite sulle intercettazioni, legge Gasparri, decreto salva Rete 4, aiuti di stato ai decoder, indulto (votato anche da Forza Italia: serviva come il pane anche a loro), lodo Alfano, lodo Alfano bis, lodo Alfano costituzionale, scandalo quote latte, legittimo impedimento, prescrizione breve e processo breve. Ecco poi l’elenco di alcuni dei suoi alleati più fedeli: Dell’Utri, Previti, Cosentino, Caliendo, Mills, Brancher, Scajola, Verdini, Bertolaido, Totò Cuffaro, Graviano ( il mafioso che non parla al contrario di Spatuzza), Mastella, Mangano ( l’eroe di Arcore). Ed ecco infine alcuni dei processi che hanno coinvolto o coinvolgono il loro mentore nonché padrone: falsa testimonianza P2 ( condanna pre-1994), tangenti alla guardia di finanza, All Iberian 1 e 2, falsi in bilancio, appropriazioni indebite e frodi fiscali varie, lodo Mondadori (corruzione), Sme Ariosto 1 e 2, corruzione Mills, diritti televisivi, consolidato Mediaset. In effetti signor ministro nell’eterna lotta tra mafia e stato nessun governo aveva mai fatto tanto quanto voi: contro lo stato.

-L’aspirante ribelle delle papi opportunità (appena rientrata nel porcile, pardon: nell’ovile) a causa della sua amicizia con Italo ha rischiato un terribile contrappasso: poteva infatti cadere per colpa di un Bocchino! Adesso qualcuno ingenuamente si chiede quali saranno le sue prossime mosse: le possibilità che una ministra riscaldata come lei si dimetta sono pari a quelle che Bin Laden entri nei boy scout, comunque per saperne di più basterà consultare il caledario. Intanto, devota più che mai a Papi Pio, dichiara che lui si che li capisce i problemi delle donne: in Campania infatti detta sempre legge Cosentino però in compenso gli ha consigliato un ottimo infuso contro dismenorrea e sindrome premestruale..

-Berlusconi intanto è sempre più furioso contro l’informazione Rai: chissà se ce l’ha con quel direttore disonesto che tentava di spacciare una prescrizione per assoluzione. Papino si dichiara inoltre indignato per le critiche della stampa sul caso Napoli: lui infatti aveva intimato alla monnezza di sgombrare entro tre giorni ( Bertolaido ha in effetti immediatamente fatto fagotto) ma questa si è rifiutata di obbedirgli. E così il boss non riesce a proprio capacitarsi di come un sacchetto di monnezza possa mostrare molta ma molta più dignità dei vari Gasparetto, Sandrino e La Rissa messi assieme…

- In conclusione nessuno osi sostenere che papino non ha fatto abbastanza per il suo paese: ha perfino telefonato in questura spacciandolo per la nipotina di Mubarak! Peccato però che, una volta concretizzata l’evasione, l’abbia affidato come al solito a mignotte. Perché in fondo per lui da sempre la vita, gli affari e la politica sono sempre il solito colossale, pirotecnico bunga bunga….

giovedì 18 novembre 2010

Natale ad Antigua

Il nano è tratto: indossato doppiopetto d’ordinanza, anfibi col tacco e trucco barricadiero papino si prepara a galleggiare almeno fino al 2020, altrimenti che razza di tappo sarebbe. E soprattutto dovesse mai perdere la sua unica assicurazione a vita contro i magistrati (la poltrona) cosa gli racconterebbe poi al povero Ghedini sempre più cachettico per la faticaccia immane di tenerlo fuori di galera? Per illustrare le sue strategie belliche ad un gregge imbufalito per il tradimento dei finiani ma più che mai disposto ad immolarsi nel sacro nome dell’eterna impunità il padrone in carne ed ossa si recherà così al più presto nei suoi tele salotti preferiti: “Bunga a Bunga” ed il Tiggiano di Minzolingua. E per rendere la propaganda sul governo fannullone ancora più incisiva ed efficace papino sta meditando di sfoderare la sua invincibile arma mediatica da fine del mondo: la gnocca. Cosi, tormentato dalla gelosia e stravolto dall’invidia per il successo dell’odiatissimo programma di Fazio e Saviano, il ducetto bonsai apparirà in video accompagnato da tutte le sue ministre, sottosegretarie e candidate coccodè in un nuovissimo programma a reti (a due piazze) e materassi unificati dal titolo: “Vieni insieme a me”. D’altra parte, come spiega l’anemico Sallusferatu ad un atterrito pubblico televisivo istintivamente con le mani a protezione del collo, la crisi esisterebbe solo nel palazzo, come evidenziato dal travolgente successo della nostra destra papulista alle recenti elezioni regionali. Già, parliamo proprio di quelle consultazioni alla vigilia delle quali un papino in overdose da sondaggi ( taroccati) vagheggiava nientemeno che il 50%, per poi fermarsi malauguratamente attorno ad un misero 35 (adesso le più ottimistiche delle previsioni lo segnalano al 28). Quelle stesse delle “schiaccianti” vittorie in Piemonte grazie a 9000 voti di differenza, decine di migliaia dei quali quanto meno sospetti, con la lista dei “Pensionati per Cota” ancora sub sudice e tante grazie ai casti e puri sognatori del movimento a cinque stelle ( le ha viste solo il centrosinistra). Oppure quelle nel Lazio dove la Polverini Silvani vien dal Trullo ha prevalso solo grazie al pingue Alfredino che con la sua bulimia le ha tolto dalle palle l’ingombrante lista del Pdl, o magari in Campania dove Caldoro ha trionfato nonostante Cosentino e gli amichetti della P3 tentassero di dargli del recchione ( ci avevano preso gusto nella vicenda Boffo). Senza calcolare ovviamente la vocazione maggioritaria al suicidio di quel Piddì che però almeno adesso ha trovato l’arma finale per non soccombere più nei confronti con papino: perdere prima le primarie. La propaganda del Miniculpap intanto affila le sue armi elettorali: questo governo si che ha fatto le riforme, vedi ad esempio quelle del cranio del presidente Belfagor. Certo che si è occupato dei problemi della gente, come dimostrano le infinite discussioni su Lodo Alfano, processo breve, legittimo impedimento ed intercettazioni. E’ vero: servono solo ad un unico cittadino “super partes” (guarda caso sempre lo stesso) ma da qualcuno si doveva pur cominciare. E poi sotto con i conti pubblici che sarebbero in perfetto ordine, e giù con impropri paragoni con Grecia, Irlanda e Portogallo quando invece i nostri punti di riferimento più adeguati sarebbero ormai al massimo il Ruanda e lo Zimbabwe. Certo commetteremmo un peccato mortale nel sottovalutare il radicamento di Chiavatar e la sua enorme esperienza in campagne elettorali, unico settore nel quale eccella per davvero avendone collezionate almeno sei. Capita quotidianamente di imbattersi in tanti sprovveduti stupiti di come ancora circa 30 elettori su cento ( dunque, calcolando la totalità dei cittadini, al massimo un italiano su quattro: altro che tutto il popolo sovrano!) abbiano il coraggio di votare per il partito personale di un simile avanzo di balera (ma non di galera, causa prescrizioni a raffica). Poveri ingenui: provate infatti a sommare ipoteticamente tutti i voti degli affiliati o dei semplici simpatizzanti di mafia, camorra e ndrangheta e dei loro familiari, degli evasori fiscali, dei corrotti e dei corruttori, dei pregiudicati di ogni ordine e grado, di affaristi e faccendieri, dei furbetti, di massoni vecchi e nuovi, di puttanieri, zoccole ( però solo quelle maggiorenni), aspiranti cubiste o veline con manager rampanti al seguito, della sterminata pletora dei nipoti di Mubarak ed ecco che otterrete il blocco sociale di riferimento del gregge: i colpevoli. Possibile, direte voi, che non si trovi tra di loro magari per sbaglio neanche un innocente magari un po’ coglione però almeno in buona fede? No: non c’è! Nella migliore delle ipotesi si tratterebbe infatti di complici e fiancheggiatori, un po’ come quelli che fanno il palo oppure nascondono il boss nel sottoscala. A questi vanno poi aggiunti tutti i dipendenti, i servitori per indole ed infine quei poveri craxiani dall’animo talmente corroso dall’eterno odio anticomunista da rappresentare un caso umano ancor prima che politico.Per fortuna però adesso, grazie al risveglio dei fasci viventi ( Fli), tutti coloro che un tempo dichiaravano di votare per il gregge turandosi il naso solo per mancanza di valide alternative anticomuniste non avranno più alibi: se continueranno a votare papi lo faranno infatti con le narici belle libere ed i calzoni calati fino alle caviglie.
Infine desideriamo segnalare finalmente il trionfo della giustizia e della verità: a Piazza della Loggia scoppiò infatti solo una caldaia, ad Ustica un aereo precipitò a causa dei gabbiani, Moro si suicidò nel portabagagli della sua utilitaria e l’Italicus imboccò malauguratamente una galleria contromano per colpa di un macchinista alcolizzato e comunista. Perché da sempre in fondo in questa nostra povera Italia ogni processo in realtà non è né breve né lungo: è soltanto inutile..

domenica 14 novembre 2010

Tu chiamale se vuoi mozioni

Cronache da un paese sull’orlo di una crisi di nervi: dopo i cassaintegrati sui tetti ed i clandestini sulla gru la cronaca ci segnala oggi la protesta un anziano esagitato issatosi sulle tegole di Palazzo Madama. Ma mentre gli extracomunitari dovranno rispondere solo di quel reato di clandestinità tanto caro al ministro del terrore (basta che non coinvolga zoccole e parenti di Mubarak), l’arzillo vecchietto è atteso da circa vent’anni dai tribunali di mezza Italia per rendere finalmente conto di cosucce tipo corruzione e reati finanziari e fiscali di ogni ordine e grado. L’aspetto positivo dei tutta questa faccenda è che almeno adesso il gregge del predellino ha finalmente gettato la maschera per rivelarsi quello che in realtà è: un comitato personale permanente a garanzia dell’impunità del capo. Se così non fosse potrebbero infatti tranquillamente ricomporre la crisi, scegliersi tra le loro file un altro premier ed esprimere un nuovo governo con una maggioranza allargata senza così perdere il comando, vanificare la recente vittoria elettorale e gettare il paese nel caos in un momento tanto delicato. Troppo semplice, se bunga bunga man infatti ( al quale, come tutti tranne le pecore sanno benissimo, non gliene può fregare di meno del paese, della volontà popolare e del fardello di governare) schioda le sue personali ed impunite chiappe dalla poltrona di alta discarica dello stato addio scudi, scudetti, legittimi impedimenti e lodi vari: si va dritti in tribunale e vista ad esempio la sentenza definitiva del caso Mills ( quella che Mastro Minzo spacciò per assoluzione: d’altra parte questi qui festeggiano pure la condanna in appello per mafia) con esito prevedibilmente catastrofico. Non per niente adesso i suoi maggiordomi, sconvolti dall’insonnia e da terrificanti attacchi di panico, si spingono ad evocare nientemeno che piazzale Loreto, peccato però che il destino di un attrezzo del genere potrà compiersi al massimo tra Pigalle ed il Bagaglino.
Nel frattempo Bragheheart, dopo averci fracassato i testicoli per decenni contro il nepotismo dei terroni, si porta appresso la trota pure quando entra dentro al cesso. Difesa ad oltranza della peggior casta, complicità con i vecchi puttanieri, vertici segreti, crisi pilotate e giochetti di palazzo peggio che nei bei tempi andati, baronie esasperate: abbiamo capito finalmente in cosa consista questa loro benedetta Padania, nella peggiore Italia elevata all’ennesima potenza.
La crisi intanto costringe il leader del Copulo delle Liberà a concludere precipitosamente il suo viaggio in Corea: si era già presentato al vertice così azzoppato che al posto di G 20 lo avevano ribattezzato 19 e mezzo. Per lui, poveretto, deve essere stata davvero una fuga dolorosa: rinunciare a fare le corna ad Obama, toccare il culo alla Merkel, bestemmiare attorniato da maggiordomi perennemente in estasi per contratto ( nessuno infatti che lo ami per davvero come il povero Sandrino) e raccontare l’ultima sui froci ebrei malati di aids deve essere stato davvero un sacrificio. Aggiungiamo poi che, vista l’altezza media della popolazione locale, almeno in quel d’oriente i suoi piedini potevano risparmiarsi l’atroce supplizio delle stamaledettissime scarpette col tacco. Del resto in questi giorni che per lui oltreconfine marcasse male lo si era già capito dai titoli di tutta la stampa planetaria e la conferma si era avuta con la disposizione dei posti alla cena di gala: la nostra diplomazia aveva infatti fiutato il peggio non appena identificato il seggiolone in cucina accanto al tavolo della servitù. Bisogna però riconoscere che l’operosa e previdente Corea si era adeguatamente preparata per accogliere il nostro premier: fin dalla sera prima del suo arrivo era infatti scattato il coprifuoco per le minorenni.
Adesso però la battaglia politica si sposta alla camera ed al senato laddove “I love shopping” si scatenerà senza esitazioni nella solita campagna acquisti faraonica. Lui infatti i giochetti di palazzo li disprezza solo a chiacchiere, anche se di certo preferisce di gran lunga quelli da camera da letto. Non ci resta dunque che confidare nella coerenza e nella dignità dei finiani, mai come in questo caso infatti non possiamo che concordare con il povero Veltroni: non si interrompe una mozione..

giovedì 11 novembre 2010

La fisica del fango

Galleggiare oppure andare a fondo, questo è il dilemma. Sapendo benissimo di quale poco nobile materia siano in realtà composte questa maggioranza ed il leader del Copulo delle Libertà propenderemmo decisamente per la prima ipotesi. Certo lo spettacolo del povero Sandrino trinceratosi eroicamente al centro esatto dell’occhio del ciclone ed intento a difendere appassionatamente il suo signore sputtanato risulta sempre toccante e commuovente quasi come il finale di Ghost. Il sommo poeta di Arcore nonché ministro della devozione e’ infatti così intimamente convinto della “Sua” infallibilità ed approva così incondizionatamente il “Suo” operato che quando lo hanno avvertito del crollo di Pompei (non prima però di aver dato una ripassatina al Bignami ministeriale) per spirito di emulazione ha subito provveduto a mandarci la Minetti. Bunga Bunga man intanto, da buon vecchio furbacchione qual’è, ha fiutato come un cane da tartufo la ghiotta opportunità di sciacallare nuovamente su una bella disgraziuccia ed ha immediatamente srotolato la lingua di Bruno Vespa offrendosi di ospitare tutti i gladiatori senza tetto nelle sue innumerevoli residenze private. Sembra che quelli destinatati a villa Certosa, terrorizzati dalla presenza del vulcano eruttante a festa e non disposti a farsi accompagnare da Lele Mora, alla prevedibile compagnia di Emilio Fede, Noemi e Topolanek abbiano preferito senza ombra di dubbio quella delle fiere . L’Italia nel frattempo appare flagellata da terribili catastrofi naturali: il Veneto è sommerso dalle acque, il nostro patrimonio culturale cade a pezzi e Sacconi parla alla conferenza sulla famiglia. In realtà ad essere preoccupati in questi giorni sono soprattutto i leghisti: mortificati per non aver potuto servire adeguatamente il loro sire nel caso della minorenne ladruncola extracomunitaria frequentatrice del palazzo adesso gli tocca pure assistere inermi allo smottamento post alluvionale del “Suo” tappetino cranico reso instabile da anni ed anni di infiltrazioni nel cerone. E così, mentre il ministro delle quote latte, l’ape Zaia, dichiara solennemente che anziché pensare ai terroni gladiatori bisogna prima provvedere alla zucca pregiata di Cesare, sembra che Fido Bertolaido come estremo atto di devozione prima della meritata pensione abbia abbandonato lo sporting village e si stia adoperando per rizzollarla personalmente con le sue preziose manine da aspirante eroe nazionale appena “ripassate” da una manicure brasiliana in topless inviatagli da Regina del Cacao Meravigliao. D’altra parte, come dice Sandrino, la colpa dei crolli è tutta del destino cinico e beffardo, le cose vecchie possono infatti schiantarsi al suolo da un momento all’altro: sarà forse per questo che mai come oggi il leader del Copulo delle Libertà appare così fragile? Certo, su questi benedetti leghisti non si può proprio fare affidamento. Prendiamo ad esempio il ministro del terrore: uno così coglione ( o così in malafede) da credere che nel caso Ruby sia tutto in filato liscio come l’olio e che la fanciulla sia veramente stata identificata come la nipote di Mubarak potrebbe benissimo arrivare a convincersi che la trota sia il figlio di un ministro vero. Gianfranco Fini nel frattempo, appena risvegliatosi da un pisolino durato appena una quindicina d’anni, osa chiedere a Chiavatar nientemeno che le dimissioni (altrimenti i suoi arditi ministri e sottosegretari duri e puri lo prenderanno a dentate sulle ginocchia) e sogna un nuovo governo con Casini e lo stesso papino: ma valeva proprio la pena fare tutto questo bordello solo per ricreare il Polo? Le solite talpe di palazzo in realtà sussurrano che l’ex delfino la spina gliel’abbia già staccata da un pezzo: prova ne sarebbe che durante l’ultimo festino proprio sul più bello gli si è improvvisamente sgonfiata la pompetta. Intanto i media come sempre inzuppano il biscotto nel gossip e scavano nel fango a caccia di pettegolezzi: così oggi ci tocca assistere ad istruttivi filmati amatoriali che illustrano un flusso ininterrotto di fanciulle scosciate in entrata ed in uscita dalla reggia di Arcore, probabilmente sempre le stesse che conservano in memoria sul cellulare il numero diretto del presidente del consiglio (non sia mai che a qualche poliziotto venga in mente di arrestarle o magari di chiedergli solo le generalità): ma insomma, quante cazzo di nipotine c’avrà mai ‘sto coniglio di Mubarak? Sandrino però indignato negata tutto: ”Io sono uno a sua disposizione, ho lavorato dieci anni a villa San Martino e conosco benissimo tutti quelli che la frequentano! “Lui” poi è un uomo generissimo dal cuore nobile e stracolmo d’ amore: pensate che mi lascia perfino il giovedì pomeriggio libero!”. Le ultime indiscrezioni segnalano infine un grande ottimismo nel governo circa la possibilità di imbarcare nella maggioranza all’Udc: sembra infatti che Pierfornicando Casini, passando per caso davanti alla villa di Arcore ed osservando tutto quel gran via vai di gnocca, abbia finalmente lasciato cadere ogni esitazione ed abbia solennemente dichiarato con piglio istituzionale da autentico statista: “Io centro!”

domenica 7 novembre 2010

Figli delle stalle

Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a piagnucolare. E così per l’atavica incapacità del vecchio mandrillone di tenersi ben allacciato il pannolone tutti quei poveri pretoriani da sempre oscillanti tra euforica isteria e psicotico vittimismo oggi si ritrovano sprofondati in un destabilizzante stato maniaco depressivo da tardo impero ed imminente, inevitabile decadenza. Alcune sere fa ad esempio un oscuro psichiatra dell’amore ancora in piena fase anale fuori tempo massimo disquisiva sorridente (causa esaurimento scorte di vergogna) sulla (quasi) onnipotenza del suo Signore, posizionandolo spudoratamente nell’Olimpo dei grandi uomini del fare: se si riferiva ai cazzi propri purtroppo non possiamo che concordare pienamente con lui…..
Secondo il Miniculpap infatti, dopo decenni di vantaggiosa rendita di posizione da tessera p2, smazzettamenti al Caf ed efficaci mediazioni da parte di dipendenti mafiosi pluriomicidi ed ergastolani, “Lui” discese in campo in campo nientemeno che per cambiare il nostro povero paese! Peccato però che oggi, a distanza di ben sedici anni da quella giornata infausta, ci ritroviamo ancora in piena emergenza economica, morale e sociale e rispetto ad allora sembriamo tutti più incazzati, incarogniti, rassegnati. Il centro dell’Aquila nel frattempo, set preferito delle ridicole fiction miracolistiche sulle spalle della povera gente, è sempre raso al suolo. Adesso poi si mette a crollare pure Pompei alla quale l’umile ministro (in)competente potrà dedicare al massimo una delle sue improbabili poesiole mentre il centro di Napoli affoga sempre nei rifiuti, anche se finalmente il problema spazzatura sta per giungere al suo epilogo naturale: Berolaido infatti tra poco si toglierà dalle balle e noi potremmo fare un bel falò con tutti i suoi insignificanti maglioncini blu da centro estetico. Papi nel frattempo non trova niente di meglio da fare che alternare le sue solite battutacce da vecchia bettola ad auto glorificazioni decisamente fuori luogo: nessuno infatti a suo dire sarebbe più idoneo di lui, grazie al suo governo abbiamo scavalcato perfino il Ruanda nella classifica dei paese più corrotti mentre con le televisioni ( Masi dixit) abbiamo da tempo distanziato lo Zimbabwe. Il paese Lui dunque lo ha cambiato eccome, peccato però che l’abbia fatto in peggio. In compenso allora aveva quasi le pezze al culo ed il fiato dei magistrati sul collo mentre oggi può ancora permettersi il lusso (per poco) di comportarsi come un vecchio sultano decadente, è ricco sfondato e si è fatto pure opportunamente riadattare il codice penale su misura di quasi tutti i suoi processi: non c’è dubbio che sia proprio un vero uomo del fare! Soprattutto poi se parliamo di bunga bunga. A proposito del quale non finiremo mai di ringraziare coloro che almeno hanno avuto la decenza di silurarlo dalla conferenza sulla famiglia: non sembrava proprio il caso neanche al fido Giovanardi, il buon samaritano secondo il quale il povero Cucchi fu ammazzato dalla droga e dall’anoressia (non dalle bastonate) senza che nessuno da Palazzo Chigi si sentisse in dovere di spedire in suo soccorso non dico un’igienista dentale ma quanto meno una callista. Peccato però perché parlando di famiglia papino avrebbe potuto spiegarci ad esempio come ha fatto a sfasciarsene un paio, oppure secondo lui cosa intendesse la moglie quando si riferiva ad un vecchio malato erotomane sempre a caccia di ragazzine. Ci avrebbe poi illustrato al meglio quei suoi tanto sbandierati “valori” a proposito dei quali, tra farfalline gioielli e bustine piene di banconote, regna in effetti una certa confusione anche nella cerchia più ristretta dei suoi servitori . Da buon utilizzatore finale ci avrebbe infine chiarito il suo pensiero riguardo all’affidamento dei minori, che consisterebbe a quanto pare nel sottrarli con l’abuso e le menzogne alle grinfie degli odiati magistrati per consegnarli ad escort e cubiste brasiliane in possesso del numero di telefono personale del presidente del consiglio: vuoi mettere che sballo! Bisogna riconoscere però che lo scandalo a luci rosse in questi giorni infanga anche altri potenti. Sembrerebbe coinvolto perfino il terminator bonsai degli odiatissimi statali comunisti e fannulloni, ma noi siamo certi di poter dimostrare al di la di ogni ragionevole dubbio la sua purezza: cosa volete che ci faccia infatti un’ escort con un tipo più corto di un vibratore?
Adesso per fare bella figura e leccare un po’ le chiappe al vaticano, in attesa di qualche mancetta alla scuola cattolica ed un paio di mazzate agli omosessuali (sempre ben gradite da quella panza del paese tuttora infatuata e perennemente in simbiosi col vecchio porcellone), questi qui tirano fuori dal cassetto con sommo sprezzo del ridicolo nientedimeno che le vecchie, polverose leggi antiprostituzione. Ben fatto, peccato però che grazie al “Godo Alfano” verranno arrestate in flagranza tutte le fanciulle colte ad esercitare la “professione” al di fuori delle residenze delle più alte cariche dello stato. Alle quali, per attenuare il carico di fatica e di stress di gran lunga superiori ad esempio di quelli che gravano sul capo di un operaio oppure di una lavoratrice con figli a carico, verrà riconosciuto il sacrosanto diritto ai festini con bunga bunga incorporato grazie ad una leggina ad hoc sul “legittimo arrapamento”.
Ma papino in realtà è solamente un cuore nobile ed ingenuo: invece di sputtanarsi su scala planetaria chiamando di persona la questura poteva avvertire i fedeli complici Bragheheart e Bobo il terribile che il problemino con l’irrequieta ragazzina come al solito glielo risolvevano loro due! Dopo aver parato il culo a tutti i suoi amici ladroni mafiosi e camorristi cosa volete che sia infatti un’ escort minorenne, extracomunitaria non in regola con i documenti reduce da un festino in casa sua? E così i rivoluzionari in pantofole avrebbero di certo inviato un plotone di ronde padane spacciandola per la nipote di Calderoli ed affidandola alla trota per un bel torneino al rimbalza il clandestino. Perché loro si che hanno gli attributi (li conservano infatti con cura sotto formalina) e con gli exrtracomunitari sanno bene come comportarsi: tolleranza zero e fuori dalle balle tutte quelle non bene equipaggiate ed indisponibili ai bunga bunga col padrone! Per quanto ci riguarda infine noi dobbiamo smetterla una volta per tutte di fare i soliti moralisti di sinistra mandando al manicomio quelli come Beldidietro e Feltry Kruger che neanche capiscono di cosa si stia parlando: di grandi ed illustri puttanieri sono infatti stracolmi tutti i libri di storia. Peccato però che i nostri eroi non ci vadano da soli ma stiano purtroppo tirandosi appresso tutto il paese sprofondandolo in gigantesco bordello ed umiliandolo con un colossale bunga bunga….

sabato 30 ottobre 2010

Dieci piccoli indiani bugiarti ( Parte seconda)

“Non mi interessa il lodo Alfano”: le bugie hanno le gambe corte. Ed indossano mocassini col tacco…
(Proverbio popolare. Più o meno…)

Sette poveri servetti legna andarono a spaccar un di lor s’infranse a mezzo e sei soli ne restar


In realtà gli scheletri negli armadi polverosi del bottegone i magistrati li cercarono eccome, al punto che i primi a finire in galera negli anni della Tangentopoli lombarda furono proprio due ex compagni doc come Soavi e Li Calzi ed i patteggiamenti e le condanne per finanziamento illecito ai partiti si sprecarono anche tra i reduci dell’ex Pci. Voi però non vi azzardate a farlo presente a quelli come Cappuccio Cecchetto, Sandrino, Giulianone oppure ai due ministri bonsai Pena e Panico: il ventre molle del berlusconismo militante, i visceri del padrone che con i loro rutilanti borborigmi diffondono incessantemente scariche di mefistofelico odio anticomunista, i sacerdoti di quel fasciosocialismo all’italiana transitati contro natura dall’internazionale alla Padania, dal sol dell’avvenire al cul delle veline, dalla sinistra lombardiana a Storace e Calderoli (guarda caso all’epoca tra i più accesi fans di tangentopoli). Altrimenti a quelle anime pallide gli piglia pure un colpo apoplettico e stramazzano al suolo trascinandosi appresso tutto il loro vecchio armamentario di lingue ipertrofiche, cappucci, compassi, canzoncine di Apicella e falsi dossier correndo anche il rischio di incappare in un micidiale contrappasso politicizzato tale da spedirli direttamente in paradiso. Poveracci: provate ad immaginare tutti quei nanetti atterriti eternamente sospesi in una rarefatta atmosfera di celestiale purezza, sobrietà e castità governata da quell’immutabile regola divina: “La legge è uguale per tutti. Almeno quassù…” dal sapore così esplicitamente comunista. Sicuramente penserebbero di essere finiti in procura, ed a quel punto non gli resterebbe altro da fare che dichiararsi prigionieri politici..

I sei poveri servetti giocan con un alvear da una vespa uno fu punto cinque soli ne restar

“Sarebbe bene che un uomo con le qualità di Di Pietro scendesse in politica. La sua ansia moralizzatrice è patrimonio di tutti e potrebbe essere utile al paese. I miei giornali, le mie tivvù, il mio gruppo sono stati sempre in prima fila nel sostenere i giudici di mani pulite...” (menzogna n.7). Ma si, avete capito bene: e chissà da quale devastante senso di ingratitudine deve essere stato colto il povero San Bottino da Hammamet, patrono di tutti i latitanti, ascoltando queste parole oscenamente contro natura. Il papino della discesa in fango ( con tutto il suo codazzo di aspiranti stelline e pennivendoli scendiletto) era in effetti un convinto (?) fan di quei magistrati allora sulla cresta dell’onda al punto da volerseli portare tutti quanti nel governo, nelle istituzioni e perfino nel partito ( c’è riuscito solo con la Parenti, però adesso lui ed i suoi trombettieri si scagliano contro Di Pietro e De Magistris perché stanno nell’Italia Dei Valori: ma allora è proprio vero che la coerenza è la virtù dei coglioni..). Quegli stessi giudici divenuti nel corso degli anni via via delirando: “attentatori contro organi istituzionali”, “volenterosi carnefici dello stato di diritto”, “golpisti”, “toghe rosse” , “braccio armato della sinistra”, “eversori antropologicamente distanti dal genere umano” e contro i quali scagliare nientemeno che una spudoratissima commissione d’inchiesta parlamentare promossa dalla maggioranza attraverso la quale la casta dei ladroni si arroga il diritto impunitario alla censura nei confronti del proprio giudice naturale. A tal proposito sembra che sua altezza il conte Igor Marini, scongelato ed imbeccato ancora una volta di tutto punto, abbia già iniziato il riscaldamento a bordo discarica. In pratica ci tocca sempre riascoltare la solita stucchevole storiella della “giustizia politicizzata(menzogna n 8) che a sentirla pronunciare dagli inquisiti e dai vecchi attrezzi di quel Caf crollato in realtà per volontà degli elettori ( che poi hanno subito mandato al potere tutti i riciclati, i portaborse ed loro sodali tuttora saldamente in sella: proprio una bella rivoluzione all’italiana, insomma..) può avere un senso, ma ritrovarsela innestata nelle zucche di quelli come La Rissa e Gasparetto che allora tiravano le monetine in camicia nera fuori dal Raphael, dei secessionisti in bragone verdi che sventolavano cappi dentro quel parlamento dove oggi alpeggiano beati limitandosi a far scudo a ladroni, corrotti e camorristi di ogni ordine e grado e del riciclatore Feltry Kruger, che a quel tempo dirigeva un “Europeo” ipergiustizialista vittima di squassanti polluzioni notturne al solo pensiero di Borrelli, sinceramente fa un po’ pena ed anche parecchio schifo In realtà quello che abbiamo visto in azione per sedici anni in Italia è stato un macroscopico quanto inedito caso di “politica giudiziarizzata”, e la tutta l’epopea del partitone dell’amore ( a pagamento) in fondo non è altro che un indigesta miscela di vittimismo della casta sapientemente divulgato quanto falso e truffaldino associato alla pretesa di impunità per il boss e tutta la sua corte e farcito da obbrobri legislativi ad personam quasi sempre pasticciati quando non palesemente incostituzionali. Tutti sanno infatti benissimo che lui è sceso in politica solo perché finanziariamente in pessime acque ed angosciato dalle inchieste della magistratura che coinvolgevano eccome la sua illustre persona ed il suo gruppo già prima di quella vittoria elettorale che avrebbe sottratto il potere nientemeno che alla gioiosa macchina da guerra del pericoloso mangiatore di bambini Achille Occhetto. Al di la di quello che narra la propaganda infatti ( menzogna n 9) già prima del ‘94 papi si era beccato una condanna in appello per falsa testimonianza sulla P2, e dal 1992 al 1994 finirono nel mirino della giustizia autentici pezzi da novanta della sua corte quali Brancher, Paolo Berlusconi, Letta, Galliani, Confalonieri, Dell’Utri, Foscale, ecc: altro dunque che giudici scatenati contro di lui solo dopo la nascita di Forza Mafia!
La giustizia politicizzata in Italia in definitiva è solamente quella che galleggia sul loro fango: chi sono d’altra parte i veri inventori nonché utilizzatori finali di quel maleodorante “Metodo Boffo” teorizzato dal prode Straquaqquaraquadanio?..


Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar, un lo ferma il tribunale quattro soli ne restar

Questa strofa verrà saltata perché palesemente intrisa di odio giustizialista e forcaiolo e traboccante intollerabile antiberlusconismo militante….


Quattro poveri negretti salpan verso l’alto mar uno un granchio se lo prende quattro soli ne restar

Ultimo bunga bunga a Palazzo Chigi. Prima di deliziarci con le balle spaziali sulle inesistenti assoluzioni del cainano (menzogna n 10: ma quando mai!) inspiriamo profondamente e tuffiamoci in apnea nella maleodorante melma quotidiana iniziando col suggerire allo zelante Beldidietro di non gettare più la scucchia oltre l’ostacolo, anche perché questo risulta posizionato ad un livello talmente infimo che per oltrepassarlo dovrebbe come minimo mettersi a strisciare. Qui infatti il gossip (menzogna n 11) c’entra come i cavoli a merenda, come Sandrino con la poesia, come Apicella con la musica, come Di Pietro con la grammatica, come Bonaiuti con le tinture per capelli oppure come il Pdl con la legge. La cronaca infatti riporta le vicende di una ladruncola marocchina minorenne trattenuta dalle forze dell’ordine per dei piccoli furti in appartamento e non rispedita di corsa nei lager libici da Bobo il terribile ma tutelata nientemeno che da Palazzo Chigi nel nome del celebre “Lodo Bunga Bunga( quello che prevede l’immunità per le frequentatrici dei festini delle più alte cariche dello stato, gli stessi che a loro volta costituiscono legittimo impedimento per evitare al premier di recarsi in tribunale. Evidentemente, oltre alla legge, anche la gnocca nel paese dell’amore non è più uguale per tutti…). L’avvenente furfantella, imbottita di gioielli donatigli dal suo misterioso ed altolocato protettore, è stata perfino spacciata per la nipote di Mubarak ( tanto nella cricca del predellino un negro vale l’altro, inutile stare a sottilizzare tra Marocchini ed Egiziani: sono gente pratica che lavora e non ha da perder tempo con la cultura, loro. Al massimo,se gli avanza qualche minuto, se ne vanno a mignotte…) ed onorata dalla scorta della mitica igienista dentale personale del padrone ( considerando ciò che esce da quella bocca la sua deve essere davvero una missione ai limiti dell’ impossibile). Altro dunque che gossip e bunga bunga: siamo di fronte ad un torbido caso di abuso di potere e di violazione delle leggi sull’affidamento dei minori ( che in questo caso secondo i pifferai non varrebbero in quanto la fanciulla era equipaggiata almeno come una ventiquattrenne) con annessi retroscena di uno squallore tale da suggerire ad un individuo dotato di un minimo di dignità e d’ amor patrio immediate dimissioni con ignominia e conseguente esilio a vita in una delle tante off shore di Antigua. Ma già, dimenticavo: come diceva mons. Fisichella anche il bunga bunga con ministre, attricette, veline e minorenni così come le bestemmie e la comunione ai pluridivorziati deve essere contestualizzato. In parole povere se a praticarli sono i potenti bastano un paio di pater nostrer ed un po’ di leggine giuste: che sia per caso proprio questa la teoria alla base delle famose radici cristiane della Lega? Lui intanto sostiene di amare le donne ( però solo quelle bone che gliela sventolano davanti: le mogli infatti le ha pluricornificate e la povera Rosy Bindi la insulta tutti i giorni) e di aiutare i bisognosi: chissà se telefonerebbe con la stessa tempestività anche per difendere le ragioni di un povero disoccupato, di un padre di famiglia cassaintegrato o magari di un altro ladruncolo extracomunitario non accessoriato con tette xxl e non habitué delle sue cenette con bunga bunga incorporato (magari tentando di spacciarlo per il cugino del cammello di Gheddafi). Pur non amando il gossip, ammettiamo che saremmo tanto curiosi di conoscere l’identità delle due ministre partecipanti alle festicciole, anche se in realtà qualche sospetto in proposito ce l’avremmo: vuoi vedere che si trattava proprio di Sacconi e di Brunetta?. E poi che squallore desolante questo mondo nel quale vecchi porcelloni ai confini con la pedofilia se ne vanno in giro a reclutare povere minorenni disiminbite e disponibili da spedire in batteria nelle seratine hard dell’attempato mandrillone. Capitasse una cosa del genere ad un qualunque genitore di ragazza una minorenne altro che madonnina, ci sarebbe da stampargli sul faccione come minimo una scarpata col tacco della Fascianchè tale da fargli cascare per terra tutto quel cerone assieme a tappetini cranici ed optional vari annessi e connessi (ecco a voi un inequivocabile esempio di clima d’odio comunista, povere vittime innocenti…). La stessa fascia dura e pura che oggi corre in suo soccorso dicendo che lui le donne le seduce: bello sforzo, tanto quando gli dice male poi le paga (sembra anche con posti da ministro e sottosegretario). Il capo bunga bunga comunque di spazzatura non intende più parlarne: lui infatti preferisce di gran lunga viverla. Per quanto riguarda quella di Napoli, le scorte non collocabili nei giornali di famiglia (magari perché troppo profumate) verranno fatte sparire entro tre giorni. E così, mentre Bertolaido fruga disperatamente tra i sacchetti alla ricerca dei suoi preservativi usati con la massaggiatrice in tanga, chissà Gallo Cerone a chi telefonerà stavolta. E soprattutto: lo farà di persona o incaricherà per suo conto il prode Cosentino?

(2,continua)

domenica 24 ottobre 2010

Dieci piccoli indiani (Bugiardi)- parte prima

Una volta eliminato l’impossibile non farti prendere per il culo: ciò che rimane anche se improbabile è certamente la solita menzogna.
(S. Holmes. Più o meno…..)

Dieci piccoli servetti se ne andarono a mangiar uno fece indigestione solo nove ne restar…

“Ad anomalia si risponde con anomalia!” sbraita nel saloon polveroso il pistolero Sallusti agitando il winchester davanti al povero Rodotà intento a smascherare la menzogna n. 1: in nessun paese europeo è prevista l’immunità per il premier, al massimo per qualche sparuto monarca o presidente della repubblica. Manca in effetti una legislazione aggiornata in materia di cesari (secondo la vulgata della P3) ed aspiranti faraoni, sarà forse per questo che il fido Al Nano si ritrova con due globi oculari sempre più schizzati ed un traffico neuronale caotico come una tangenziale ed intasato più del cesso di una mensa universitaria. Confessiamo che almeno stavolta siamo d’accordo col pistola: all’anomalia di un presidente del consiglio indagato per molteplici reati gravissimi e totalmente estranei alla sua attività di governo si risponde con l’anomalia di un parlamento di servitori ed avvocati sempre pronti a cucirgli addosso mostruosità giuridiche in serie solo per garantirgli l’eterna impunità…
Ma al maldestro pistolero è poi malauguratamente esplosa in mano la canna della vecchia barzelletta sconcia sull’avviso di garanzia di Napoli…

Nove poveri servetti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato otto solo ne restar

Capita ancora oggi infatti di imbattersi in stonati e polverosi 33 giri di regime incantati nel ripetere (menzogna n.2) che il Chiavatar uno scivolò dai tacchi e si lussò il cerone a causa di un avviso di garanzia recapitatogli in data 22 novembre 1994 nel corso di un G Tappo da lui presieduto a Napoli ( sapete bene infatti che stiamo parlando di un vero e proprio intenditore di punti G). In realtà si trattava di un semplice mandato di comparizione (menzogna n.3), a lui noto almeno dalla sera prima ma del quale come sempre aveva fatto un uso improprio ( ci si era pulito…la faccia). Il governo della “discesa in fango”, il primo in questi vent’anni di latitanza dalla legge, l’esecutivo nel quale Cicciolino voleva far entrare nientemeno che Di Pietro (menzogna n.4 : “Non sapevo sbattesse dentro tanti innocenti”, gli avvocati scendilettone dovrebbe almeno spiegargli che i Pm non hanno il potere di arrestare proprio nessuno) cadde in realtà in seguito ad una mozione di sfiducia presentata in data 16 dicembre 1994 da D’Alema, Bossi e Buttiglione anche sull’onda della protesta montante nel paese contro la riforma pensionistica. Fu dunque l’alleato Braghehear ad ammosciare la pompetta di Chiavatar grazie ad un semplice rutto e ad un dito medio mulinatogli in faccia almeno due settimane prima del G Tappo. Presero così il via gli anni dei lunghi coltelli, di Berluskaz mafioso di Arcore e della Lega costola della sinistra (mentre in realtà si tratta solo dello scroto del partitone dell’amore: tiene da sempre bene in alto i coglioni): insomma di tutta quella paccottiglia frettolosamente occultato sotto il tappeto nell’era dell’amore tossico e delle abbuffate di pajata, polenta e poltrone nella moderna “Roma Magnona” in salsa leghista.
Già allora circolava nella corte dei nani e delle ballerine riciclate l’antica storiella craxiana riveduta e corretta di una prima repubblica abbattuta solo grazie ad un golpe ordito da micidiali magistrati politicizzati (menzogna n 4: gli unici in realtà esistenti sono, ad esempio, i tristemente noti ammazzasentenze del porto delle nebbie) e non schiantatasi sotto il peso di un colossale debito pubblico e di una corruzione diffusa ormai così spudorata da non essere più tollerabile neanche in un paese storicamente dotato di più peli nello stomaco di quanti ne abbia Gallo Cerone sul suo tappetino cranico color mogano. A questo punto però prestate bene attenzione a queste poche, illuminate parole: “La vecchia classe politica è stata travolta dai fatti e superata dai tempi, l’autoaffondamento dei vecchi governanti schiacciati dal debito pubblico ( ma non erano state le toghe ?) e dal finanziamento illecito ai partiti ( e chissà chi era il primo a foraggiarli in gran segreto grazie alle sue 64 società off-shore…) lascia il paese impreparato nel momento del rinnovamento (ma tu con chi intrallazzavi fino a ieri: con Mangano e Dell’Utri? Con gli amichetti della P2? Con il vecchio socio latitante ad Hammamet?)...”. Sono certo che avrete intuito al volo la fonte purissima di queste nobili ed ispirate parole da statista: ma quell’ingrato volpone di papino appena disceso in fango, è chiaro! Ed ancora, furiosamente giustizialista:“Basta con i ladri di stato ( esclusi i presenti)! Noi siamo per una politica nuova (!), diversa (!!), pulita (!!!). Siamo l’Italia che lavora contro l’Italia che ruba (!!!!)”. A quel punto, vittima di un’’irrefrenabile commozione, è corso in bagno a sciacquarsi il viso: nel bidet.
Ma il padre (ma che dico: il padrino) di tutti gli onesti era purtroppo ignaro del mortale pericolo che incombeva sul suo capoccione non ancora rizzollato dalla Protezione Civile spa: il ribaltone..

Otto poveri servetti se ne vanno a passeggiar, uno ahimè rimane indietro sette solo ne restar..

Su questa favoletta buffa ( menzogna n.5) la propaganda del Miniculpap ha edificato memorabili grattacieli di sabbia . Il governo tecnico presieduto da Lamberto Dini ( ex ministro del Chiavatar 1, dunque non di certo un premier comunista) nacque perché in parlamento, come ampiamente previsto dall’odiatissima costituzione, esistevano i numeri per una maggioranza alternativa ( ed ecco perché oggi hanno tanta strizza di andare alle urne). Tra l’altro gli unici a negare la fiducia al futuro “Ranocchio” furono proprio quelli di Rifondazione, mentre Forza Mafia benevolmente si astenne. E così, sempre secondo la propaganda, le sinistre andarono al potere ( assieme ai cosacchi democristiani ed ai leghisti bolscevichi, con un premier proveniente da Forza Italia ed i veri comunisti, forse distratti, stranamente all’opposizione…) non rispettando le regole costituzionali ma solo in virtù di un inesistente “ribaltone” e dei tanto esecrati giochi di palazzo ( tipo quello di Tremonti, eletto con il patto Segni e presto transitato tagli e bagagli nella corte di nani e ballerine. O tipo quelli che piacciono tanto ad “I love shopping” quando se ne va a caccia di parlamentari a buon mercato nelle lande desolate dell’opposizione, magari offrendo il saldo di qualche rata del mutuo o piccole tele particine per mogli, fidanzate ed amanti varie…). Peccato per lui però che due anni dopo L’Ulivo di Prodi lo stracciò alla grande nella cabina elettorale dimostrando al di la di ogni ragionevole sondaggio quale fosse in quegli anni la reale volontà del popolo sovrano. Così, tanto per non perdere l’abitudine, loro continuarono ad architettare depistaggi ed a diffondere spazzatura tossica tipo la denuncia di strampalati brogli elettorali (vero, Cota? E poi aspetta a cantar vittoria, vediamo prima come va a finire con i tuoi cari “Pensionati per Cot@”..) e l’altra storiella davvero comica dei comunisti salvati dalle inchieste dai loro amici magistrati in toga rossa… ( menzogna n. 6).

(1, continua…)

lunedì 18 ottobre 2010

Monster parade 28

6 RAI: DI PEGGIO DI PIU’
Rassegnamoci una volta per tutte, non c’è proprio trippa per gatti: per uno da sempre abituato a smuovere in Rai Masi e monti cosa volete che sia un piccolo ritocco a tutti i palinsesti? Infatti Gallo Cerone non solo non perde il pelo ma tanto meno il vizio dei suoi amatissimi editti bulgari: e così dopo il lavoro sporco ( ed interminabili ore di memorabili cazziatoni telefonici ai poveri subordinati di tele-Zimbawe) ecco la sospirata sospensione dell’odiatissimo Santoro. Al suo posto il giovedi sera verrà trasmesso uno speciale divulgativo sull’azione di governo a cura del ministero dell’occultamento e della disinformazione: “ Fanno zero”. Il martedì sera invece i leghisti complici devoti, dopo la burla della pace della pajata, verranno omaggiati di un programma nuovo di zecca: “Magnarò”. E veniamo ora alle alte cariche istituzionali: a Gianfranco Fini sarà riservato solo un minuscolo angoletto sulla Sette, “L’infedele”, mentre il mansueto presidente del senato ed il suo barbiere avranno a disposizione uno spazio tutto loro in seconda serata: “Riport”. Ovviamente all’opposizione come sempre non resterà che paperissima…

5 MAI DIRE FIOM
L’oceanica manifestazione dei lavoratori ha causato un travaso di bile ai poveri ministri del terrore e della macelleria sociale, indignati soprattutto per l’intollerabile assenza di incidenti. La vedova di Bettino Sacconi si è dichiarata inoltre del tutto estranea ad una piazza così ideologica ed elitaria al punto di essere del tutto priva di ladroni. Ma anche tra i dirigenti del Piddì ’iniziativa del sindacato più massimalista ha creato sconcerto e confusione….

4 YES WE CAN’T
Alla vigilia infatti Bersani, in pieno stile “ma anche”, aveva dichiarato con fermezza: ” Non aderiamo ma partecipiamo”, e subito tutti i militanti a “rimboccarsi le maniche” per cercare di capire cosa cazzo intendesse dire. La frase in effetti risulta quantomeno criptica: ad esempio se uno rispondesse “ non partecipo però aderisco” all’invito di una sventola sotto le lenzuola il suo amor proprio gli invierebbe immediatamente un ultimatum “se non te la trombi stavolta mi dimetto” mentre lei probabilmente scorrerebbe subito al nome successivo della lista. D’altra parte bisogna pur capire il dramma democratico: accantonata la vocazione maggioritaria ( alla sconfitta) adesso ricercano alleanze ma se frequentano Cremaschi s’incazza Pierfornicando, se escono con Bonanni le buscano da Niki Sventola. Così, intrappolati nell’eterna dicotomia freudiana tra zuppa e pan bagnato, alcuni di loro sognano di delegare la questione ad un papa straniero da ricercare ovviamente tra industriali, banchieri e perfino autorevoli esponenti della maggioranza. Sottointeso che di un operaio o magari un professore non se ne parla proprio. Forse il problema in fondo è tutto qui: più che cercare un nuovo papa forse i democratici dovrebbero scovare tra le loro fila un moderno S. Francesco. Così finalmente avremo in Italia qualcuno che parla con gli uccelli al fianco del nano che parla con l’uccello…

3 PER CHI SUONA LA BANDANA
Ma se Sparta piange, Atene di certo non se la passa tanto bene. Sbattuti fuori gli eretici legalitari a causa dell’ormai epica diaspora degli ex missini ( l’Aenneide), Re Hatù ed i cavalieri dell’alcova rotonda si ritrovano adesso su di un predellino ridotto ad un’autentica polverira. Gli ex colonnelli maggiordomi si prendono infatti a pesci in faccia con quelli di “Liberamente”, e mentre la Brambilla riscalda i suoi “promotori della giarrettiera”, in toscana la Bergamini da del bischero a Verdini, in Puglia Raffaele Fotto non sopporta più Quagliarello, in Campania siamo alla faida tra Caldoro e Casentino ed in Sicilia c’è ormai un caotico tutti contro tutti. Anche Formigoni poi, assieme a tutti i ministri furiosi per i tagli, non è che ami molto un Giulio Tremonti divenuto talmente abbottonato da non scucire neanche più le risorse per un cappuccino. Il partito del predellino insomma si è talmente balcanizzato che papi avrebbe perfino pensato di affidarne la riorganizzazione ad Ivan il Terribile.

2 AL CAFONE
Bragheheart intanto, tra una pernacchia e una minaccia, appare furioso per la possibile perdita del Piemonte: “E’ a rischio la democrazia !”. In effetti è proprio così, soprattutto quando sembra si vincano le elezioni con l’imbroglio, e coloro che strepitavano come aquile ogni volta che Prodi stracciava Papi ( e forse non ricordano i recenti casi del Trentino e del Molise) dovrebbero saperlo benissimo. Nei confronti del povero Cota non abbiamo assolutamente nulla di personale: è forse l’unico leghista che quando compare davanti al teleschermo non ci spinge ad indossare di corsa elmetto e giubbotto antiproiettile. Però in questo caso in un’elezione vinta con soli novemila voti di scarto sono in ballo le circa 15 mila schede legate alle liste “Al centro con Schanderbec” e “Forza consumatori”, ma soprattutto le venticinquemila dei “Pensionati per Cota” . Se, come si ipotizza, le firme in questione fossero praticamente tutte false Mercedes Bresso potrebbe anche tornare alla regione ed all’ombra della mole di pensionato per Cota ne resterebbe solo uno: Cota.


1 FOTTIN HOOD
“Sciopero generale” urlano i sindacalisti, ed ovviamente tutti indignati a dargli addosso. Chissà poi perché: in fondo il governo ( ovviamente lodi esclusi) è in sciopero generale dal giorno stesso in cui ha prestato giuramento. Salvo poche lodevoli eccezioni: il ministro del terrore ad esempio, visto il successo della sua tessera del tifoso, adesso sta pensando di introdurre la “tessera del mafioso”: chiunque ne risulterà sprovvisto non potrà mai più accedere al parlamento.
L’altro che purtroppo lavora è l’unico che vorremmo riposasse un po’: il ministro dei tagli e della bancarotta Tremonti. La sua politica economica in effetti è diventata materia di studio e di culto in particolare per le vedove di Hammamet: ha tolto l’ici sulla prima casa anche ai redditi più alti, tassa le rendite finanziarie a livelli irrisori, con lo scudo favorisce gli evasori fiscali e poi attraverso indiscriminati tagli orizzontali costringe tutti quanti a tirare la cinghia. Ora, dando per scontato il fatto che al settore pubblico si rivolgano in particolare le fasce più deboli, verrebbe da dire che tutta la politica redistributiva del governo consista davvero nel togliere ai poveri per dare sempre di più ai ricchi.
Molti osservatori anche neutrali dunque concordano sul fatto che la politica italiana stia andando tutta a puttane trascinandosi indietro l’ intero paese. Ma forse, come direbbe Mons Fisichella, è sempre solo tutto un semplice problema di contesto…

sabato 16 ottobre 2010

Mistero basso

STRAZIAMI MA DI PAPI SAZIAMI
Nessuno immagina quante verità si possano intuire sulla reale natura dell’animo umano osservando anche solo un banalissimo culo, soprattutto se questo in realtà è una faccia. Prendete ad esempio Papino il Breve: tra una barzelletta ed una bestemmia con accompagnamento di pernacchie padane ha trovato perfino il tempo per fustigare il suo “partitone ad personam” ed i tre pistoleri della Pravda di famiglia: chissà se adesso qualche folle avrà le palle per trascinarlo davanti ai probivili! Ma come, immaginiamo si chieda qualsiasi povero Cristo dotato di un minimo di sale in zucca, loro lo trattano come un monarca assoluto, lo servono al punto di tenergli il pappagallo perfino durante lo sgrullone, si dimostrano più realisti del re andando a scovare spazzatura in tutte le discariche del pianeta, sbattono per mesi i suoi mostri (mica i loro) in prima pagina, gli votano tutte le peggiori porcate partorite dalla fertile mente di Nonsferatu per evitargli la galera, non oserebbero mettere in discussione la sua leadership neanche dopo l' inimmaginabile trapasso (sicuramente politicizzato), lo considererebbero un perseguitato politico anche vedendolo scippargli la nonnina, lo fanno sentire un figo anche se in realtà è un ultrasettantenne tarchiato ed affetto da severa alopecia (con conseguenti danni iatrogeni deformanti da accanimento terapeutico) e magari lo riscaldano pure e se lo coccolano sotto le lenzuola del lettone rotondo, gli dedicano poesieole e canzonette fastidiose quasi quanto un enterobatterio e lui tutto beato dalla dacia dell’amico del Kgb (unico luogo al mondo ove sia ospite gradito assieme alla tenda di Gheddy) osa trattarli in questo modo? Va bene che ormai (al netto dei pregiudicati e di qualche coglione di ritorno) quelli furbi se ne sono già andati via quasi tutti da un pezzo: da Fini a Casini, da Follini a Tabacci, da Guzzanti ad Adornato, da Bocchino alla Moroni, da Lombardo a Barbareschi passando per Granata, Briguglio per arrivare a Pisanu (ormai all’uscio), però tutte le rimanenti pecorelle non smarrite meriterebbero almeno un pizzico di semplice gratitudine, se non proprio di umana considerazione. In particolare loro, gli unici depositari dell’ortodossia, lo zoccolo duro ( per le zoccole dure è gia previsto un…canale privilegiato) del berlusconismo militante, i templari di Villa Certosa: i craxiani. Ovvero le eterne ed incurabili vestali del sacro fuoco dell’anticomunismo viscerale, i più furiosi, ideologici, rancorosi, prevenuti e soprattutto i più bassi di tutti al punto che papino stesso, Sacconi e Brunetta impilati raggiungerebbero a malapena la vertiginosa vetta di un tacco della Fascianchè.

UOMINI CHE ODIANO I PIEMME
Volete un esempio di questa commuovente devozione “senza se e senza ma” però sempre col solito “slurp”?
Dunque: apprendiamo in serata di come anche la procura di Roma stia indagando su Papino il Breve e su parte della sua amatissima prole. Povero padre di famiglia sventurato: sulla testa di chi potrà dunque giurare questa volta? Il commento schizzato dalla lingua del prode Cappuccio Cecchetto con la velocità di una riflesso rotuleo ci ha sinceramente sorpreso per la sua originalità: “Giustizia politicizzata!”. Ma no! Ed ancora, rinnovando il repertorio: “ Berlusconi, prima incensurato come un’ educanda, ha iniziato ad essere perseguitato da procure rosse volte a sovvertire il risultato elettorale per portare al potere gli amici comunisti solo a partire dalla sua discesa in campo”. Questa, che in realtà è l’unica barzelletta di papino che faccia ridere a crepapelle, l’avevate già sentita da altre parti, no? Peccato però che non risulti affatto vero che una bugia ripetuta all’infinito possa trasformarsi in una verità, anche se troppe persone molte volte colpevolmente male informate (od ancor peggio in malafede) oppure semplicemente obnubilate dal mostruoso conflitto di interessi e dal vittimismo cosmico, spesso se la bevono. Anzi: tutto ciò rende ancora più scorretta e moralmente deprecabile l’azione di chi si presta a recitare il ruolo del megafono, della trombetta o più semplicemente del pappagallo di regime. D’altra parte tutta la propaganda del Miniculpap si fonda interamente su un limitato numero di menzogne, ereditate quasi interamente dal Caf agonizzante, ed ossessivamente e scientificamente declinate al fine di creare confusione e sfinimento ma sulle quali sarebbe bene che tutti quanti la smettessimo una volta per tutte di sorvolare.

Andiamo dunque a ripescare alcuni semplici ma istruttivi fatti accaduti nel passato ( per coloro che volessero approfondire: Gomez, Travaglio: “Le mille balle blu”, Bur. Veltri, Travaglio:“L’Odore dei Soldi”, Editori Riuniti. Alexander Stille: “Citizen Berlusconi”,Garzanti):
…Una prima indagine contro Berlusconi fu aperta dalla guardia di finanza nel lontano1983 e poi archiviata…. Nel 1989 Papino fu processato per falsa testimonianza sulla P2 ( mitica tessera 1816) ed in appello il reato venne confermato ma estinto grazie ad una recente amnistia…. Le prime indagini del pool “Mani Pulite” sulla Fininvest sono datate 1992 (anno nel quale nessuno aveva idea della futura discesa in campo del Cainano)... Sempre nel 1992 venne arrestato Aldo Brancher, braccio destro di Confalonieri ( e futuro ministro del nulla al fine di beneficiare del legittimo impedimento: quando si dice questione morale e rinnovamento della classe dirigente!) per un episodio di corruzione nei confronti di un ministro… Vennero accertate anche tangenti ad altri politici…ed ancora nel fatidico 1992 venne indagato ( il povero) Paolo Berlusconi (ma probabilmente i giudici si erano confusi). ..Nel ‘93 un Piemme romano ( certamente non politicizzato in quanto papino non solo non era sceso in campo ma non aveva neanche iniziato il riscaldamento) chiese l’arresto di Letta e Galliani per tangenti collegate alla legge Mammì, ma l’ufficio del gip presieduto da Renato Squillante (ma guarda un po’) si guardò bene dal convalidarlo…. Ci furono anche altre inchieste su manager del Biscione…ecc. ecc.”. Insomma le solite storie di ordinaria corruzione molto diffuse e trasversali in quegli anni, come oggi del resto…

Dunque nel lontano 1993 papino si trovava malauguratamente in difficoltà economiche, era accerchiato, come moltissimi altri imprenditori, da procure non ancora rosse (altra bugia: il pool risparmiò i comunisti! I vertici dell’ex Pci milanese in realtà vennero inquisiti in massa ed i primi a finire in galera in quegli anni furono i due ex comunisti Li Calzi e Soave) ed aveva pure perso i suoi antichi protettori del Caf. Navigava insomma in pessime acque al punto da spingersi a confidare ad Indro Montanelli ( prima di cacciarlo dal giornale che aveva fondato): “ Se non entro in politica finisco in galera e fallisco per debiti”. Concludiamo riportando le vecchie frasi di un gup di Brescia: ” …La procura aveva già avviato numerosi procedimenti per fatti concernenti lui e le sue aziende compiendo tra il febbraio 92 ed il luglio 93 ben 25 accessi presso le diverse sedi Fininvest e Publitalia…”

Insomma caro Cappuccetto Rotto continuate pure a ripeterci la solita favoletta della giustizia politicizzata, la storia purtroppo per voi ci racconta esattamente il contrario: con la “discesa in campo” ha avuto inizio la più colossale opera di uso giudiziario della politica mai vista in precedenza se non in qualche sperduto regimetto di piccoli dittatori antropofagi o bananari. Vero è che le inchieste sono continuate ancora più intensamente dopo il fatidico 1994, ma sempre scatenate dall’unico vero accanimento registrato nel corso di questi ultimi decenni di storia italiana: quello di papino nei confronti del codice penale. Accetto scommesse sul fatto che il giorno in cui il centrodestra avrà le palle per liberarsi, ritornare finalmente “normale” e scegliersi un nuovo leader presentabile oltreconfine ed oltre lenzuola, ma soprattutto onesto (diciamo, tanto per fare un esempio: Tremonti, Maroni , Formigoni, Casini oppure, perché no, lo stesso Fini) nessuna procura invierà più avvisi di garanzia per portare i suoi cosacchi in piazza S Pietro, si tornerà a discutere solo di politica e le inesistenti toghe rosse scompariranno per sempre dalla scena assieme a ladroni, veline e maggiordomi ( utopia?). Anzi no, in verità anche contro Gianfranco Fini si è scatenato di recente un accanimento giudiziario e mediatico senza precedenti: il vostro.
Dossier spazzatura per sputtanare tutti i nemici veri o presunti, verità distorte, propaganda faziosamente costruita a tavolino: ma sarà davvero così difficile scovare infine il famoso pistolino fumante? Ma no, basterà cercarne uno corto corto, coi tacchi e tutto ricoperto di cerone…

domenica 10 ottobre 2010

Il collezionista di chiappe

SERVIRE O ESSERE
Povero Beldidietro: l’altra sera faceva quasi tenerezza con quell’aria stralunata di uno appena sfuggito ad una catastrofe nucleare quasi vergognandosi di essere ancora vivo. Il suo attentatore fantasma, un ectoplasma con la cresta assassina e la pistola ad acqua inceppata dileguatosi senza lasciare tracce neanche fosse Fantomas, lo ha terrorizzato tanto da sospingerlo in universo crepuscolare inconsueto per la schizodestra dell’amore-odio e tutto racchiuso in una piccola, semplice domanda: ”Servi noi? Perché? Dimostratemelo!”

Ma con vero piacere! Torniamo indietro di alcuni mesi: il vecchio mandrillo coi tacchi seleziona classe dirigente saltellando come un grillo arrapato tra guepiere, push up, calze a rete e barili di Viagra al punto che perfino un’anima pia come Boffo si chiede sommessamente se tutto ciò sia in linea con la parola del Signore. Mons Fisichella non fa in tempo a teorizzare che l’ escort contestualizzata nel lettone rotondo possa nascondere in realtà una novella Maria Goretti che dalle colonne di quel Giornale che sta a Paolo Berlusconi come la casa del Colosseo sta a Scajola ( è suo ma lui non lo sa) parte un dossieraggio assassino senza precedenti contro il moralizzatore accusato di essere nientemeno che un omosessuale molestatore. Tempo dopo Gianfranco Fini osa pronunciare di fronte al gregge adorante nel corso dell’ennesimo “Bee pride” il più eretico di tutti i concetti banditi dal padrone: questione morale. Apriti cielo! La Marcegaglia, ed è storia recente, nota trotzkista travestita da first lady degli industriali osa mettere in dubbio l’efficacia dell’azione di governo e subito parte il “cazzeggio” di Porro e di Sallusti ( la gang di “Banana meccanica” solitamente bestemmia, minaccia, insulta e ricatta ma sempre e solo per scherzare, ovviamente). Loro infatti volevano semplicemente giocare, peccato che la povera Emma terrorizzata sia corsa a fare testamento e scorte di Imodium prima di precipitarsi a chiedere aiuto ai magistrati ( Lord Sallusti, con quell’aria da pistolero appena uscito da una bella fagiolata attorno al fuoco di un vecchio spaghetti western, subito la sistema da par suo: ”Emma è un’isterica!”, tiè ). Stessa sorte era toccata in precedenza a tutti quelli incautamente posizionati sulle palle rifatte del cainano, dalla Ariosto alla povera moglie pluricornificata Veronica ( immortalata in prima pagina con le tette all’aria ed umiliata come “velina ingrata” mentre le “veline grate” transitavano direttamente dai festini alle liste elettorali) al giudice Mesiano (quello che con sentenza civile di primo grado ha stabilito il sacrosanto diritto al risarcimento per la parte lesa in un macroscopico caso di corruzione giudiziaria confermato in cassazione) fino a D’Alema, Di Pietro, Ezio Mauro e così via.

Ma se invece che sulle palle il vostro nome è scolpito nel cuore o sul libro paga del padrone, anche se siete corrotti, corruttori, massoni, ladri, puttanieri, escort, evasori, eversori, bancarottieri, ricattatori, falsificatori di bilanci, camorristi oppure mafiosi state pur tranquilli che dalle nobili colonne del quotidiano fondato dal povero Montanelli non vi sfiorerà mai neanche un sia pur flebile alito di critica. Prendete il caso del pentito Spatuzza: ha tirato in ballo papino e Dell’Utri per la trattativa stato mafia ed è stato massacrato come un assassino inaffidabile mentre il suo collega omertoso Graviano passeggia beatificato nel paradiso di Arcore al finaco dell’eroico stalliere Mangano. E poi: inchieste sulla P3? Ma quando mai! Dubbi sulla trattativa stato-mafia? Ma per carità! Sospetti sulla colpevolezza di Mills? Eresia! Inquietudini per la condanna in appello di Dell’Utri? Macché, anzi: festeggiamenti! Presunzione dì’innocenza per Fini? Ma quella vale solo per i complici! Perplessità su Caliendo, Carboni, Brancher, Cosentino, Verdini, Bertolaido? Non sia mai detto: tutte vittime dei teoremi di luridi piemme politicizzati e della stampa di sinistra, mica dei pericolosi criminali come il temibile Tulliani, uno che ha avuto più titolacci in prima pagina di Stalin e Pol Pot. Riserve su qualche minuscolo dettaglio dell’azione di governo? Ma se è il migliore di tutti dall’epoca dell’unità d’Italia! E poi giù in coro a piagnucolare per la persecuzione delle dieci domande di Repubblica, omettendo ovviamente di aggiungere che queste non nascevano da dossier spazzatura o dalle peripezie di spioni dei caraibi ma dalle dichiarazione pubbliche della moglie (“Mio marito non sta bene, curatelo…. frequenta minorenni…”) e da quelle della D’Addario che ci spiegava come lei stessa assieme a schiere di altre escort (più prosaicamente: mignotte) sia finita nei festini e nel lettone rotondo del presidente del consiglio della Repubblica italiana ( che da eterno inguaribile bugiardo qual è ha sempre negato: e oggi qualcuno dei suoi servi ha pure la faccia come il culo di pretende le dimissioni di Fini in quanto mentitore!).

Insomma le notizie e le pseudo inchieste ( spesso spazzatura scovata chissà dove: infatti Feltry Kruger si è già dovuto scusare pubblicamente un bel po’ di volte e rischia perfino di essere radiato) come strumenti di ricatto e punizione oppure come manganello da roteare in faccia agli avversari al punto che dopo Montanelli un altro direttore assai meno nobile, Mario Giordano, si rifiutò di appecoronarsi alla linea del padrone fino al punto di inseguire per vendetta la politica nelle camere da letto ( ed ovviamente è stato sostituito dal solito Feltry Potter, quello che un tempo stravedeva per coloro che oggi devono stargli sulle palle per contratto). Chiunque abbia dimestichezza con i vari giornali “comunisti” conosce benissimo la loro linea, le piccole e grandi faziosità, gli interessi più o meno nobili che muovono i gruppi editoriali che li possiedono, ma sa anche che non sono accecati ed asserviti al punto di risparmiare critiche, a volte perfino astiose ed iperboliche, verso la propria area politica di riferimento. “Il Fatto” ad esempio, mentre pubblica scottanti rivelazioni sulla seconda carica dello stato ( che mai leggerete su Libero, sul Giornale, su Panorama o sulla Padania troppo presi dall’ appartamentino del cognato per poter trovare il tempo di occuparsi di innocenti storielle di mafia) stampa in prima pagina un articolo al fulmicotone sul Piddì firmato da Marco Travaglio.

Ecco caro scucchione: la differenza tra un giornalista ed un servo (intendendo con questo termine letteralmente ”al servizio di..”: non per niente prima o poi siete tutti transitati sul libro paga del padrone) è esattamente quella che o passa tra uno come te e personaggi del calibro di Montanelli, Biagi e Scalfari, non so se mi spiego…..

ULTIMO TANGA A PALAZZO CHIGI
Ma l’asservimento non si limita alla stampa: tutti quanti nella sputtanatissima cricca di Chiavatar si limitano a ripetere più o meno stancamente le solite favolette confezionate dal minuculpap: “Persecuzione, giustizia politicizzata, governo del fare, amore contro odio…” e via cazzeggiando. Ad esempio oggi va molto di moda la storiella dell’esecutivo che avrebbe fatto miracoli per la mafia, e tutti ad appuntarsi sul petto medaglie che spetterebbero solo a magistrati, polizia e carabinieri. In effetti tra leggi bavaglio, processo breve, scudo fiscale, difesa a spada tratta di Cosentino, condoni e tagli vari alle forze dell’ ordine i clan e le famiglie mostreranno di sicuro (come sempre nella cabina elettorale) eterna ed onorata gratitudine. Vestali del solito vecchio verbo in particolare evidenza una tiratissima Brambilla dalla chioma insolitamente bicolore e la psicofascia con tacchi a spillo incorporati nel calcagno come sempre posseduta dalle forze del maligno al punto che Santoro al fianco di Travaglio ha provveduto a piazzare anche Milingo. La dura e pura ha sciorinato un altro cult dello studio Previti- Ghedini ( un uomo chiamato cavillo): l’elenco delle diecimila inchieste e dei milioni di processi a carico del povero Cicciolino perseguitato. Peccato però che papino nel suo curriculum possieda “solo” una ventina di processi, tutti riguardanti reati non connessi con la sua attività politica, dei quali tre ancora in corso e quasi tutti gli altri conclusi con l’assai poco nobile prescrizione. A proposito della quale ricordiamo ancora una volta per coloro che non ne fossero a conoscenza che nella vicenda Mondadori (condanna definitiva, tra gli altri, per il suo avvocato nonché cofondatore di Forza Italia ed ex ministro della repubblica Previti) papino è stato prescritto in quanto riconosciuto (generosamente) “corruttore semplice” e dunque gratificato con le attenuanti generiche. Cosa significa? niente.. “semplicemente” che abbiamo un presidente del consiglio ufficialmente corruttore.
La fascianchè con sommo sprezzo del ridicolo è riuscita anche rinfacciare al povero De Magistris la sua appartenenza nientemeno che ad un partito guidato da due magistrati! Allo stesso tempo trova evidentemente normalissimo sedere al fianco di Previti, Dell’Utri, Cosentino, Verdini, Caliendo, Brancher e via dicendo…Ma già, dimenticavo: sono solo tutti dei poveri perseguitati!

Caro Beldidietro, torniamo al quesito iniziale: mi dispiace ma dovrete essere voi a dimostrare ai cittadini ( anche a tutti quelli di destra che ne sono perfettamente consapevoli) di non essere degli eterni servitori. Ad esempio il giorno in cui inizierete a prendervi ( e soprattutto a prenderLo) un po’ meno sul serio ed praticare anche voi la nobile virtù del dubbio dimostrerete finalmente di aver imboccato la strada della guarigione e della definitiva emancipazione.
Papi nel frattempo giuggioneggia:” Vogliono che vada a casa ma io ne possiedo venti e non saprei in quale andare”. In tempi di crisi, davvero la solita battutina simpatica ed elegante. Proviamo ad aiutarlo a scegliere: che ne diresti ad esempio di una bella casa circondariale?

martedì 5 ottobre 2010

Una porcata li seppellirà?

Esistessero al mondo pannoloni per gli ego incontinenti Papino il Breve dovrebbe procurarsene una vagonata: “ Ho salvato il mondo!” continua a ripetere ossessivamente ignaro del fatto che al di fuori della tenda di Gheddy o della dacia di Putin il suo ruolo universalmente riconosciuto al massimo è quello dello scemo del villaggio globale. Poi, accantonati opportunamente tutti i vari family day le truffaldine “storie italiane”, il maritino modello si rivolge al gregge adorante ben eretto sul pulpito dei suoi ben noti “valori”: ”Cambio una fidanzata al giorno”, sbrodola credendosi simpatico senza che nessuno dei suoi zerbini gli faccia presente che quelle sono solo escort e badanti. Alemanno intanto festeggerà la definitiva sottomissione alla Lega con la prossima “cena dei cretini” al termine della quale, una volta sparecchiato, gli verrà concesso in via del tutto eccezionale perfino il lusso di lavare i piatti. Ma oggi il tema di più stretta attualità è l’eventuale presenza in parlamento di una nuova maggioranza in grado di modificare l’orribile porcata elettorale. “Vogliono cambiarla per farne una che favorisca la sinistra!” tuonano falsamente indignati i tromboni dell’amore, e la prima cosa che ci viene in mente è da che pulpito viene la predica….

Correva l’anno del Signore ( secondo Sandrino) 2005. Il cainano annaspava (come gli capita ogni volta che, finito lo show della campagna elettorale, gli tocca cominciare a governare) tra scandali, crisi economica, porcate immunitarie ed immobilismo. Gli oracoli di corte ( i sondaggi) segnalavano un centrosinistra avanti di circa otto punti percentuali, e con la legge elettorale in vigore dal 1993 ( quel Mattarellum ideato sulla base del travolgente successo del maggioritario nel referendum popolare) largamente in testa sia alla camera che al senato. Così in preda al panico da disfatta, spudoratamente con la sola maggioranza semplice(Casini e Finiani erano ancora pecorelle del gregge rivestite da morbida lana bianca), senza ricercare alcun tipo di confronto con le opposizioni ed a ridosso dell’ormai prossima scadenza elettorale (dunque con metodo e tempi mai visti in precedenza nella storia repubblicana) la destra dell’amore si cucì addosso una legge elettorale fatta su misura per depotenziare gli effetti della temuta sconfitta e consegnare a Prodi un paese ingovernabile, terreno fertile per la tanto sospirata (anche da molti eterni inciucioni del centrosinistra) grande coalizione su modello tedesco. Venne cancellato cosi il maggioritario per tornare ad un proporzionale corretto con soglia di sbarramento per i singoli partiti e le coalizioni sia alla camera ed al senato ed indicazione del programma e del nome del leader (NON DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, scelto come sempre dal capo dello stato: sia specificato chiaramente a beneficio dei mistificatori di professione e degli analfabeti della costituzione). Il tutto evidentemente con l’assai poco nobile scopo di aggravare le frammentazioni nel variegato mondo dell’Unione. Venne poi introdotto un premio di maggioranza mai visto in Italia dai tempi della legge truffa del 53, assegnato però al senato su base regionale al fine ( neanche tanto nascosto) di fare di Palazzo Madama quel Vietnam che poi in effetti si sarebbe rivelato. Infine grazie alle le liste bloccate si consegnava nelle mani della casta il potere di vita e di morte sui parlamentari privando i cittadini del sacrosanto e democratico diritto di scelta. Al resto pesarono la grigia campagna elettorale del’Unione e il solito show di papino, per cui quello che uscì dalle urne fu effettivamente un “quasi pareggio” ed un paese di fatto ingovernabile.

La legge è datata 21 dicembre 2005, le elezioni si tennero il 9 aprile 2006.

I santarelli che oggi strepitano sono gli stessi che allora, ad un passo dall’apertura delle urne e grazie ad un vero e proprio colpo di mano parlamentare senza precedenti, cambiarono le regole del gioco in modo unilaterale secondo il proprio tornaconto di bottega e fottendosene alla grande della governabilità (dunque del bene del paese): evidentemente verginelle si, ma solo dal collo in su…

Questa legge fu ribattezzata da colui che le ha dato il nome, Roberto Calderoli, una vera e propria porcata. Evidentemente ci vogliono davvero dei gran porci per combinare una così bella porcata…

lunedì 4 ottobre 2010

La moltitudine dei numeri zero

Povero Beldidietro, sai che spavento si sarà preso: sembra che qualcuno abbia perfino tentato di accopparlo! “ Pago un prezzo per le mie idee”, ha orgogliosamente rivendicato lo scucchione eterodiretto: evidentemente deve esserci un ritardo nella consegna , qualcuno lo avverta che forse è ancora in tempo per farsi risarcire. Le idee proprie d’altra parte nella tribù del predellino sono merce esplosiva in grado di condurre il proprietario direttamente davanti ai proniviri, e dunque da depositare tempestivamente in qualche apposita società “off shore” dei mitici comparti A e B. Al loro posto verranno innestate nelle scatole craniche svuotate le uniche ammesse dalla propaganda del padrone ed allegate al kit del perfetto promotore coccodè: “comunisti sfigati, amore contro odio, toghe rosse, stampa di sinistra, giustizia politicizzata, ribaltone, abbiamo salvato il mondo, menomalechesilviocè” e via delirando. Nessuno ne parla, ma un altro terribile attentato ad un povero giornalista di destra è fallito di un soffio in quanto l’aggressore di Sallusti, per lo spavento, è stramazzato al suolo stroncato da in infarto non appena l’ha visto in faccia. Sembra che il malcapitato malvivente intendesse colpire alla nuca il giornalista pistolero con l’ultima poesiola del cantore di corte Sandrino, un’appassionata ode contro quei cornuti dei magistrati in grado di provocare nella vittima una fulminante commozione…cerebrale. Al netto della doverosa solidarietà agli aggrediti, non si può non osservare maliziosamente come questi poveri perseguitati dell’amore riescano sempre a scovare l’attentatore giusto al momento giusto fin dai tempi della povera madonnina affogata in un mare di orrido cerone, oppure di quella misteriosa cimiciona delle dimensioni di un vecchio scaldabagno sventolata ai quattro venti da un indignatissimo papino come prova di una intollerabile azione di spionaggio ai suoi danni ( senti chi parla!).

Il terrificante ministro della paura ci comunica intanto che presto altri attentati seguiranno (ormai avvezzi a tutte le mal pratiche della prima repubblica, questi protagonisti assoluti della neo Roma ladrona che sull’odio, l’intolleranza ed il terrore hanno costruito tutto il loro consenso non potevano di certo privarsi di un pizzico di sana strategia della tensione), ovviamente provocati come sempre dal clima creato dalla stampa di sinistra e da (udite udite) nientemeno che alcuni poveri siti web! A proposito di odio, mentre il suo boss spernacchiava e dava dei porci ai cittadini romani e papino il breve insultava da autentico cafone Rosy Bindi non privandosi neanche del lusso ( a lui concesso) di una bella bestemmia, chissà se Bobo il terribile ha mai dato un’occhiata al quotidiano del suo partito, o magari ascoltato la sua radio o per caso sfogliato qualche numero di Libero e del Giornale. D’altra parte la stampa, secondo loro, è tutta in mano ai comunisti. Eccetto ovviamente rare eccezioni quali appunto Libero, il Giornale, Panorama, tutti i rotocalchi Mondadori, importanti quotidiani locali quali La Nazione, Il Tempo, il Mattino, Il Resto del Carlino. E poi il Foglio, la Padania, tutti gli autorevoli berlusco nani in doppio petto del Corriere ( i vari Ostellino, Panebianco, Galli Della Loggia, Sergio Romano) per non parlare di mastro Minzo, Mazza, Minun, Fede, Liguori, Rossella, Brachino, Paragone e via dicendo. Vuoi vedere che a questi comunisti infiltrati dappertutto in fondo non resta altro che la Repubblica., l’Espresso, il Fatto, il Tg3, Santoro e qualche piccolo quotidiano di partito?

Tornando all’odio non si può non tirare in ballo il solito Di Pietro. Papi si è risentito perché ha sostenuto che la democrazia lui la stupra mentre invece lei ci sta eccome! Siamo una repubblica in avanzato stato di decomposizione etica e profonda narcosi del senso civico, l’unico luogo al mondo dove i ladri possano permettersi il lusso di reclamare a gran voce una commissione parlamentare d’ inchiesta contro le guardie. Inoltre, visto il maldestro spettacolo della compravendita parlamentare, possiamo considerarci l’unico paese della galassia dove si vedono sorci ( ben retribuiti) intenti a risalire su una nave che sta affondando. Tutti infatti sanno che Lui paga bene le sue escort di ogni ordine e grado, non come quello sfigato di Bersani che se vuole farsi una trombata deve prima indire le primarie: probabilmente è per questo che ha il terrore che si candidi pure Niki Vendola.
Poi papino, dando nuovamente sfogo alla più profonda delle sue ossessioni senili, si è scagliato ancora contro la povera Rosy Bindi. Che certo non sarà (come le sue gallinelle) una versione riveduta e corretta di Jessica Rabbit, non avrà due airbag al posto delle tette e la bocca simile ad un canotto (confesso che ogni volta che nel video compaiono la Rapetto o la Santachè corro terrorizzato ad indossare il salvagente) però la sua scatola cranica non risulta strapiena di collagene e silicone ma di ben oliati neuroni, l’unica cosa al mondo che papino tema di più delle sentenze. Infine si è scagliato nuovamente contro i magistrati definendoli “associazione a delinquere”. Per una volta almeno in parte condividiamo: basti pensare a tutti quelli che lui ha corrotto, agli ammazzasentenze di ogni ordine e grado ed a quelli pilotati attraverso gli amichetti della nuovissima P3.
Adesso papino il breve ( “mens nana in corpore nano”) si è messo pure a bestemmiare. Giustamente il mondo cattolico si è indignato, poi però è arrivato monsignor Fisichella a spiegarci che bisogna contestualizzare. Se proprio vogliamo metterla su questo piano, come contesto adeguato per farsi scappare una bestemmia mi verrebbero in mente ad esempio quella mamma alla quale hanno appena comunicato che il figlio di tre mesi e mezzo ha una massa tumorale inoperabile al cervello oppure quel padre di famiglia che non ha più un posto di lavoro. Diciamo allora che contesto meno idoneo per insultare il Padre Eterno delle bagordate di un vecchio e volgare puttaniere affetto da genetica predisposizione all’affabulazione ed ossessionato dalla smania di compiacere il suo pubblico di zerbini proprio non esiste. Poi però ricordo che a questo pluridivorziato danno anche la comunione ed allora rifletto su come in questo moderno medioevo per certi alti prelati la compravendita delle indulgenze sia ancora un ottimo business, infatti oggi si torna a parlare di piano vita. In pratica: i “valori” come moneta sonante da scambiare in cambio di un occhio chiuso sulle umane meschintà e di una complice benevolenza in vista delle prossime elezioni. E adesso scusatemi per favore: in questo contesto la nausea si sta facendo proprio insopportabile

giovedì 30 settembre 2010

Le braghe del ladrone

C’era una volta Bossi, la costola della sinistra. Poi il tempo, come sempre galantuomo nel rimettere ogni cosa al suo posto, ci ha dimostrato che si trattava al massimo della prostata di papino. D’altra parte le strampalate intuizioni politologiche degli strateghi del Piddì noi le conosciamo benissimo: ad esempio baffino di ferro col “mafioso di Arcore” ( felicissima intuizione di una “Padania” allora non asservita) ci voleva nientemeno che riscrivere la costituzione, facendone così a tutti gli effetti un autorevole “papi costituente”. Purtroppo per lui però inciampò in alcuni clamorosi errori di valutazione, primo fra tutti quello di non preoccuparsi di arredare la bicamerale con un bel lettone rotondo e soprattutto molto ma molto capiente. Anni dopo l’eterna nemesi di baffino, Veltroni l’africano (mancato), ci ha incantato con la favoletta della vocazione maggioritaria, e adesso finalmente abbiamo capito cosa intendesse: portare Calearo e la Binetti in parlamento. Oggi “Uolter” piuttosto che ad un safari in Africa preferisce dedicarsi alla caccia di firme nella savana dell’opposizione. Peccato però che la sua orgogliosa rivendicazione di quel mitico 33% ricordi la vanagloria di un bomber felice per la doppietta realizzata mentre la propria squadra buscava un sonoro sette a due. Il tutto coincise infatti con la masochistica polverizzazione della rissosa sinistra antagonista e la consegna del governo del paese al principale leader dello schieramento avversario con la più schiacciante maggioranza parlamentare della storia repubblicana grazie alla quale (come sempre) non è riuscito a produrre altro che leggine impunitarie, risse, chiacchiere e fango. Ma torniamo al mitico Bragheheart, il paleo leader degli aspiranti secessionisti con la faccia feroce davanti ai poveracci e le braghe sempre ben calate al cospetto del padroncino bonsai. In fondo bisogna sforzarsi di solidarizzare con lui: è solo un povero anziano vasculopatico dal cervello fulminato contemporaneamente da un trombo e da un vecchio trombone. La frasetta dello scandalo, “Sono Porci Questi Romani”, penso di averla ascoltata per la prima volta in vita mia nel periodo dell’inserimento all’asilo nido. D’altra parte tutto nella sua attuale comunicativa basata su grugniti, smorfie, dita medie alzate, pernacchie e rutto libero ci conferma come la senescenza, specie se patologica, possa riportare la coscienza a stadi evolutivi tipici della prima infanzia: a questo punto non gi resta che sostituire la canotta con un body ed il sigaro puzzolente con un bel biberon, visto che in materia di quote latte ( e fallimenti bancari) nella lega si che se ne intendono. Una volta Bragheheart sparò contro uno che gli stava sulle balle la simpatica definizione: “scorreggia nello spazio”. Per amaro contrappasso oggi lui, poveretto, può ambire al massimo al titolo di “scorreggia nell’ospizio”( con rispetto parlano per gli ospizi, ovviamente): siamo certi che almeno in questo caso nessuno gli sbatterebbe in faccia una sacrosanta mozione di sfiducia. Se però la faccenda delle battutine di Bragheheart la osserviamo da un punto di vista politico, questa diventa di colpo maledettamente complicata: bisogna stare bene attenti infatti a distinguere tra “Italia del nord” (dove vivono tantissime persone fantastiche che non ne posso più di tutti quei rozzi e bifolchi razzistelli di provincia ) e “Lega nord”. E, da capitolino di nascita, aggiungo che dell’eterna rivalità Roma- Milano ne ho davvero pieni i coglioni e se mai dovessi cercarmi un nuovo un amico, tra un bergamasco che si oppone ed un romano che col suo voto porta acqua al mulino di tutta questa gentaglia ( Bragheheart, Polverini, Maroni, Alemanno, Storace, Mussolini, Calderoli: sempre lo stesso indigesto minestrone) sceglierò sempre il primo.

Recentemente un commosso e commuovente ( ma solo per le risate che ci fa fare ogni volta che lo ascoltiamo) Sandrino, infatuato più che mai del suo signore, ha dichiarato nell’ilarità collettiva di uno studio televisivo che “Lui (inteso come l’assoluto) scese in campo non per salvarsi le chiappe dalla galera e dalla bancarotta ma nientemeno che per cambiare l’Italia” . In effetti dobbiamo riconoscere che c’è riuscito: allora Sandrino era comunista, adesso è il poeta ufficiale della destra più eversiva, populista ed anticostituzionale della galassia. Prima della discesa in campo avevamo Mario Chiesa ed i mariuoli, oggi abbiamo Flavio Carboni ed i furbetti. Prima c’era la P2 (tessera 1816: Silvio B.) oggi abbiamo la P3. Allora La Russa e Gasparri tiravano le monetine in faccia a Craxi mentre i leghisti gli sventolavano in faccia il cappio in parlamento, oggi siedono tutti assieme felicemente al fianco di Ferrara, Brunetta, Frattini, Sacconi, Boniver, Stefania Craxi, Lavitola e chi più ne ha ( di craxiani) più ne metta. Allora Ca(pe)zzone stava con i radicali, La Malfa nel Pri, Cicchitto nella P2, De Michelis in discoteca, la Carfagna nei calendari e Noemi Letizia sul fasciatoio. Feltri dirigeva “L’Europeo” ed osannava i giudici del pool di Milano ( assieme a missini e leghisti), oggi ricicla spazzatura e si dedica ai monolocali con angolo cottura su commissione del peggior nemico del codice penale ( il quale a suo tempo offrì il ministero dell’interno nientemeno che allo stesso Di Pietro). Allora “Sono Porci Questi Romani” lo ascoltavi dalle labbra di qualche mediocre comparsa di B movie in polverose salette di terza visione, oggi da quelle sbilenche di un ministro della repubblica nel corso dell’elezione di Miss Padania (al padron-papino avranno di certo concesso lo ius prima noctis). Allora la mitica gente sosteneva quasi all’unanimità Tangentopoli, oggi vota in maggioranza per la coalizione dei ladri. Allora la Lega gridava “ Roma ladrona”, oggi si è trasformata nella versione riveduta e corretta di Roma ladrona. Infine allora c’era la corruzione: oggi ne abbiamo molta ma molta di più. E cosa dire poi di Fini? Dopo un lungo letargo finalmente si è svegliato: deve essere stato drammatico per lui rendersi conto di come contro papino proprio non c’è partita. Prendiamo ad esempio le società “off shore”: venisse anche dimostrato che ha trafficato con una di queste per rigirare un appartamentino al cognato, papi lo surclassa alla grande con le sue sessantaquatro dei comparti A e B creategli da Mills ( quello condannato per essere stato corrotto in primo ed in secondo grado e prescritto per il rotto della cuffia in cassazione: il vero ed unico motivo per il quale Chiavatar dovrà lodarsi, scudarsi e restare alta carica istituzionale a vita, pena un processo con inevitabile condanna oppure al massimo la milionesima prescrizione). Ma a Bragheheart tutto ciò non interessa: sono passati i gloriosi tempi di Berluskaz, il mafioso di Arcore. E poi è troppo indaffarato a difendere Cosentino, Brancher, Scajola, Bertolaso, Verdini, Carboni & co. ed a mantenere il culo incollato sulla sua comoda potrona ladrona al fianco di Dell’Utri (condanna in primo e secondo grado per mafia) e Previti ( condanna in primo, secondo e terzo grado per corruzione), notoriamente due eroiche vittime della solita giustizia politicizzata al pari di Mangano (santo patrono dell’omertà), è ovvio.
E’ proprio vero: questa gente ha davvero cambiato l’Italia. Speriamo che non siano irrimediabilmente cambiati anche gli italiani, se solo ne esistesse ancora qualcuno ancora provvisto del coraggio ( e magari anche del piacere) di definirsi tale…

(P.s.: le scuse di Bossi, evidentemente eterodirette al fine di salvare il governo da una scivolosa mozione di sfiducia, risultano assolutamente irrilevanti. D’altra parte per capire gli umori della base e dei vertici leghisti basta farsi un giro nei loro siti, ascoltare la loro radio, sfogliare “La Padania”. Fossi stato Alemanno non le avrei neanche chieste. Mai come in questo caso infatti il rimedio risulta di gran lunga peggiore del male…)