giovedì 18 novembre 2010

Natale ad Antigua

Il nano è tratto: indossato doppiopetto d’ordinanza, anfibi col tacco e trucco barricadiero papino si prepara a galleggiare almeno fino al 2020, altrimenti che razza di tappo sarebbe. E soprattutto dovesse mai perdere la sua unica assicurazione a vita contro i magistrati (la poltrona) cosa gli racconterebbe poi al povero Ghedini sempre più cachettico per la faticaccia immane di tenerlo fuori di galera? Per illustrare le sue strategie belliche ad un gregge imbufalito per il tradimento dei finiani ma più che mai disposto ad immolarsi nel sacro nome dell’eterna impunità il padrone in carne ed ossa si recherà così al più presto nei suoi tele salotti preferiti: “Bunga a Bunga” ed il Tiggiano di Minzolingua. E per rendere la propaganda sul governo fannullone ancora più incisiva ed efficace papino sta meditando di sfoderare la sua invincibile arma mediatica da fine del mondo: la gnocca. Cosi, tormentato dalla gelosia e stravolto dall’invidia per il successo dell’odiatissimo programma di Fazio e Saviano, il ducetto bonsai apparirà in video accompagnato da tutte le sue ministre, sottosegretarie e candidate coccodè in un nuovissimo programma a reti (a due piazze) e materassi unificati dal titolo: “Vieni insieme a me”. D’altra parte, come spiega l’anemico Sallusferatu ad un atterrito pubblico televisivo istintivamente con le mani a protezione del collo, la crisi esisterebbe solo nel palazzo, come evidenziato dal travolgente successo della nostra destra papulista alle recenti elezioni regionali. Già, parliamo proprio di quelle consultazioni alla vigilia delle quali un papino in overdose da sondaggi ( taroccati) vagheggiava nientemeno che il 50%, per poi fermarsi malauguratamente attorno ad un misero 35 (adesso le più ottimistiche delle previsioni lo segnalano al 28). Quelle stesse delle “schiaccianti” vittorie in Piemonte grazie a 9000 voti di differenza, decine di migliaia dei quali quanto meno sospetti, con la lista dei “Pensionati per Cota” ancora sub sudice e tante grazie ai casti e puri sognatori del movimento a cinque stelle ( le ha viste solo il centrosinistra). Oppure quelle nel Lazio dove la Polverini Silvani vien dal Trullo ha prevalso solo grazie al pingue Alfredino che con la sua bulimia le ha tolto dalle palle l’ingombrante lista del Pdl, o magari in Campania dove Caldoro ha trionfato nonostante Cosentino e gli amichetti della P3 tentassero di dargli del recchione ( ci avevano preso gusto nella vicenda Boffo). Senza calcolare ovviamente la vocazione maggioritaria al suicidio di quel Piddì che però almeno adesso ha trovato l’arma finale per non soccombere più nei confronti con papino: perdere prima le primarie. La propaganda del Miniculpap intanto affila le sue armi elettorali: questo governo si che ha fatto le riforme, vedi ad esempio quelle del cranio del presidente Belfagor. Certo che si è occupato dei problemi della gente, come dimostrano le infinite discussioni su Lodo Alfano, processo breve, legittimo impedimento ed intercettazioni. E’ vero: servono solo ad un unico cittadino “super partes” (guarda caso sempre lo stesso) ma da qualcuno si doveva pur cominciare. E poi sotto con i conti pubblici che sarebbero in perfetto ordine, e giù con impropri paragoni con Grecia, Irlanda e Portogallo quando invece i nostri punti di riferimento più adeguati sarebbero ormai al massimo il Ruanda e lo Zimbabwe. Certo commetteremmo un peccato mortale nel sottovalutare il radicamento di Chiavatar e la sua enorme esperienza in campagne elettorali, unico settore nel quale eccella per davvero avendone collezionate almeno sei. Capita quotidianamente di imbattersi in tanti sprovveduti stupiti di come ancora circa 30 elettori su cento ( dunque, calcolando la totalità dei cittadini, al massimo un italiano su quattro: altro che tutto il popolo sovrano!) abbiano il coraggio di votare per il partito personale di un simile avanzo di balera (ma non di galera, causa prescrizioni a raffica). Poveri ingenui: provate infatti a sommare ipoteticamente tutti i voti degli affiliati o dei semplici simpatizzanti di mafia, camorra e ndrangheta e dei loro familiari, degli evasori fiscali, dei corrotti e dei corruttori, dei pregiudicati di ogni ordine e grado, di affaristi e faccendieri, dei furbetti, di massoni vecchi e nuovi, di puttanieri, zoccole ( però solo quelle maggiorenni), aspiranti cubiste o veline con manager rampanti al seguito, della sterminata pletora dei nipoti di Mubarak ed ecco che otterrete il blocco sociale di riferimento del gregge: i colpevoli. Possibile, direte voi, che non si trovi tra di loro magari per sbaglio neanche un innocente magari un po’ coglione però almeno in buona fede? No: non c’è! Nella migliore delle ipotesi si tratterebbe infatti di complici e fiancheggiatori, un po’ come quelli che fanno il palo oppure nascondono il boss nel sottoscala. A questi vanno poi aggiunti tutti i dipendenti, i servitori per indole ed infine quei poveri craxiani dall’animo talmente corroso dall’eterno odio anticomunista da rappresentare un caso umano ancor prima che politico.Per fortuna però adesso, grazie al risveglio dei fasci viventi ( Fli), tutti coloro che un tempo dichiaravano di votare per il gregge turandosi il naso solo per mancanza di valide alternative anticomuniste non avranno più alibi: se continueranno a votare papi lo faranno infatti con le narici belle libere ed i calzoni calati fino alle caviglie.
Infine desideriamo segnalare finalmente il trionfo della giustizia e della verità: a Piazza della Loggia scoppiò infatti solo una caldaia, ad Ustica un aereo precipitò a causa dei gabbiani, Moro si suicidò nel portabagagli della sua utilitaria e l’Italicus imboccò malauguratamente una galleria contromano per colpa di un macchinista alcolizzato e comunista. Perché da sempre in fondo in questa nostra povera Italia ogni processo in realtà non è né breve né lungo: è soltanto inutile..