domenica 26 aprile 2009

Il comunista delle Libertà

Dopo averla logorata, spiazzata, sorpresa, esasperata per anni adesso Silvio B. ha capito che la sinistra non va più combattuta, basta semplicemente andarsela a prendere. E così dopo essersi agevolmente assicurato i docili e servizievoli socialisti, i ringhiosi ma fedelissimi leghisti (can che abbaia...),i più smalizianti tra i democristiani e i neo-carrieristi missini, il premier si appresta a conquistare il bottino più ambito: i comunisti. Avremo finalmente in campo il ”Partito comunista delle liberta” ed alle prossime elezioni si fronteggeranno due schieramenti: il Pdl il cui candidato premier Silvio B. terrà comizi con doppiopetto e bonazze d’ordinanza al seguito nei giorni pari, e la “Sinistra delle libertà” con candidato Berlusconi S. i cui comizi verranno organizzati nei giorni dispari ed ai quali il “Lider Maximo” si presenterà in mimetica, finto barbone stile Fidel e occhialetti alla Gramsci, mentre l’Unità verrà distribuita come inserto gratuito del “Giornale”. Starodinaria e spiazzante come al solito la prima mossa: dopo essersene sbattuto per tutta la vita della liberazione, della resistenza, dei partigiani e di tutte queste menate da veterocomunisti, Silvio con un colpo di genio si è finalmente materializzato ed ha proposto di farla diventare la festa della libertà. Abracadabra, la magia è fatta: in 20 secondi e dopo oltre mezzo secolo questa data simbolo della sinistra e dell’Italia democratica ed antifascista si trasforma nella festa delle libertà per volere del leader del popolo delle libertà. Prossima tappa, il primo maggio: lo storico concerto sindacale vedrà l’esibizione di un unico artista, Mariano Apicella, e si terrà non più a piazza S. Giovanni ma direttamente a l’Aquila: altra geniale trovata di colui che cavalca con la stessa disinvoltura tempeste finanziarie, processi epocali, montagne di spazzatura, calvizie, prostata ingrossata, e terremoti.
Incredibile come nessuno tra i suoi avversari sia mai riuscito a capirlo davvero: ci si è ostinati per anni a parlare di cose serie, si sono studiate formule e alleanze, si sono creati e disfatti partiti e leader, si sono scomodati illustri politologi, opinionisti, sociologi, economisti... Insomma, ci si è ostinati a fare politica mentre Silvio fabbricava e vendeva emozioni. Ci si è sforzati di convincere le teste mentre Lui parlava alle pance, scoprendosi con il passare del tempo sempre più in perfetta sintonia con gli istinti più profondi della gente. Il suo corpo amato come una icona sacra dai suoi fans è sempre in prima fila, adeguatamente esposto dinnanzi a schiere di telecamere di famiglia. C’è un terremoto? Lui arriva piangendo, ci sono i potenti della terra? Lui cazzeggia e fà il simpatico. C’è la crisi? Lui dispensa ottimismo e, incredibile, ci riesce! C’è la finale di Champions? Lui compare in tribuna pronto a mettersi la coppa in bacheca. C’è da bombardare Saddam? Lui dice che lo fà per il bene di donne e bambini. Se spara cazzate, e lo fa regolarmente, è talmente abile da finire per convincere anche se stesso. E poi, capolavoro tra i capolavori, arriva il 25 aprile e lui che fa? Ma dice qualcosa di sinistra, ovviamente.
Sembra un secolo fa quando era un imprenditore in piena crisi economica, inguaiato con la giustizia, spesso e volentieri sconfitto alle elezioni, stracciato due volte su due da Prodi, bastonato alle europee. Ma lui, da sempre più vivo che mai rinasce dalle sue ceneri, si autoriproduce, si clona via via più smisurato, seduttivo, convincente e, incredibile, ringiovanito come un moderno Dorian Gray. Ha torto chi lo paragona ad un dittatore: un dittatore un paese lo tiene con la forza, lui con il sorriso. Un dittatore usa il pugno di ferro, lui racconta barzellette. Non ha bisogno di olio di ricino e manganello perchè da perfetto piacione seduce e convince. Così oggi in tanti con sgomento ci accorgiamo che, pezzo dopo pezzo, l’Italia è praticamente ai suoi piedi. Lo apetta il Quirinale? Ma certo, tra poco ce lo porteremo a furor di popolo tutti insieme. Ma forse non gli basta. Sembra che qualcuno lassù, sondaggi alla mano, stia iniziando per la prima volta dalla creazione dell’universo a preoccuparsi per davvero...

giovedì 16 aprile 2009

Catastrofi naturali

Dopo lo sciame sismico i poveri cittadini aquilani si trovano attualmente alle prese con l’assai più subdolo ma inesorabile sciame di ministri e sottosegretari con annesso codazzo di fotografi,giornalisti e cinereporter di corte. Il tutto ovviamente in attesa dello spegnimento delle telecamere, in seguito al quale delle tendopoli e dei senzatetto non fregherà più un cazzo a nessuno. E mentre ci si chiede da più parti se costituisca peggior sciacallaggio farsi propaganda sulla pelle di questi poveri Cristi piuttosto che denunciare una simile sconcezza, il Berlusca appare turbato sopratutto per non essersi potuto godere serenamente e con tutti i riflettori puntati addosso il suo nuovo abito XXL, modello esclusivo Pdl, cucito addosso al proprio ego smisurato con pelle umana prelevata direttamente dai vari, servizievoli cespuglietti. Indossata appositamente la solita falsissima espressione addolorata ed il maglioncino casual col doppiopetto delle situazioni operative (meno male che ci ha risparmiato la bandana),e dopo essersi informato dell’esatta collocazione geografica dell’Abruzzo (regione a lui sconosciuta in quanto priva di squadre in champions league), il premier tuttofare vi si è dunque recato personalmente ed ha sobriamente promesso che ricostruirà tutte le case con 10 piani di più, le basiliche 100 anni più antiche, il Gran Sasso mille metri più alto. Completamente immedesimato nel ruolo del “Salvatore”, ha poi distribuito benedizioni alle folle adoranti alle quali ha misericordiosamente messo disposizione una dele sue ville piu’ suggestive, sembra quella col piccolo vulcano eruttante caro all'amico Putin, tanto per farle sentire un pò più a loro agio. Allestito prontamente nella tendopoli un maxischermo con la diretta non stop del grande fratello e di tutte le partite del Milan, il premier ha poi avallato la proposta leghista di costruire l’Aquila 2 direttamente in val Brembana. Nel frattempo fioccano le idee ed i progetti dei più illuminati tra i pensatori della destra: mentre Giuliano Ferrara propone il bombardamento delll’Iran e Borghezio la castrazione chimica di tutti i marocchini residenti in Abruzzo, all’unanimità si reclama l’arresto di Michele Santoro, colpevole di informazione non asservita, e di Vauro del quale viene criticato un cattivo gusto evidentemente non rilevato in coloro che hanno costruito con la sabbia del mare al posto del cemento (verosimili intoccabili portatori di voti ai ras locali). Dall’opposizione giunge nel frattempo un contributo come al solito costruttivo: megarissa tra coloro che vogliono la ricostruzione subito, la ricostruzione dopo il congresso oppure la ricostruzione dopo le primarie: in definitiva la ricostruzione tra 2 secoli.
In questo desolante panorama, singolari come sempre risultano le battaglie leghiste: dopo aver tuonato per decenni contro il sud sciupone adesso le camicie verdi vogliono sprecare palate di soldi pubblici per far fallire un referendum che gli sta sulle balle e che di fatto ce li toglierebbe finalmente dalle balle. Proprio come gli eredi delle antiche popolazioni barbare, che mordevano ai fianchi l ‘impero romano non per distruggerlo ma perchè bramavano di farne parte, i padani, dopo aver tuonato per anni contro Roma ladrona, ora che hanno scoperto le dolcezze del ponentino e la comodità delle poltrone non intendono di certo tornarsene nelle loro valli a raccogliere stelle alpine ed a mungere le vacche. I cittadini romani del resto, sornioni,cinici e disincantati da sempre, non si scompongono più di tanto: nel corso dei millenni hanno visto passare di tutto, dagli ostrogoti ai lanzichenecchi, dai turchi fino ai nazisti, e non si agitano di certo per un Calderoli qualunque. Pertanto il governo ha proposto le possibili date per garantire il fallimento del quorum:urne aperte dalle ore 13 alle 15 di ferragosto, oppure dalle 22 alle 24 del 31 dicembre, o infine durante la finale dei mondiali 2010. Sembra però che la vera data preferita da Maroni sia il 31 febbraio prossimo venturo. Per quanto riguarda la sede ove ci si dovrà recare a votare, la scelta sarà tra la Patagonia, la steppa siberiana e la foresta equatoriale. Oltre al certificato elettorale bisognerà presentare codice fiscale, partita iva, libretto delle vaccinazioni, tessera sanitaria, carta di credito, libretto di circolazione del suv, mappa catastale del villino a Mentone, albero genealogico di almeno tre secoli, ultimi 3 pap test,esame della prostata, test di di gravidanza dell’amante, numero tessera mediaset premium, abbonamento a panorama,social card di Tremonti, estratti conto delle banche svizzere, ultimi 100 numeri della Padania, foto della Brambilla,copia della cartella clinica di Bossi e libro autografato sulla vita di Silvio. Le ronde padane provvederanno ad annullare i voti di chiunque fosse sprovvisto di anche uno solo di questi elementari e basilari requisiti.
Il quorum verrà elevato al 99%, che indicherebbe, secondo “ il Giornale”, l’attuale indice di gradimento del premier. Fallirà il referendum? Ma certo! Esultate pure cari leghisti: Roma a quanto pare è ancora ladrona anche se Roma, adesso, siete solo voi!

lunedì 6 aprile 2009

Mister Obamaaaa!!

Dunque, proviamo ad immaginare la scena: cerimonia solenne, Buckingham palace, i grandi della terra schierati innanzi ai fotografi in attesa delle foto ufficiali, atmosfera delle grandi occasioni. Ad un certo punto, a squarciare la sacralita’ del momento , una voce si alza nello sgomento generale: ”Mister Obama! A MISTER OBAMAAAA!!!!”. Panico ed imbarazzo terrificanti. Il presidente degli Stati Uniti, fischiettando, prova a far finta di niente. La regina invece s’incazza ( pare sia la prima volta in cerimonie ufficiali nell’ ultimo mezzo secolo) : “What is it? Why does he have to shout?” ( traduzione:” Ma chi è? Cosa cazzo si urla?”). Ma cosa sta accadendo ,si chiedono sbigottiti i più? Non è che “Er cipolla“e’ capitato per sbaglio nel regale palazzo? Ma neanche per sogno: chi poteva essere se non lui, il grande affabulatore, lo statista del secolo,l’unto del Signore, il sempre giovane idolo delle donne nostrane?
Strasburgo, commemorazione per i caduti della nato.Il cancelliere Merkel si appresta a partecipare assieme al Silvio nazionale. Il quale però, da vero yuppi postmoderno, e’ impegnato in una cafonissima conversazione al cellulare ( non si sa se con il premier turco per perorare questioni internazionali o con Agostino Sacca’ per raccomandare una velina appena rimorchiata): la cancelliera, dopo lunga ed inutile attesa , pensa bene di mandarlo a cagare.
Queste immagini fanno il giro del mondo , impazzano sul web e ci rendono sempre piu’ simili alla caricatura che da sempre ridicolizza universalmente l’italiano medio, ma il premier impermalosito cosa fa? Se la prende con i giornalisti ovviamente, che come al solito l’hanno frainteso: Lui infatti pensava di essere sul set di “Natale a Londra” mica ad un raduno di pallosi politicanti perditempo (circostanze perlatro nel corso delle quali il suo comportamento non si differenzierebbe di una virgola).La prima ritorsione a questo punto sarà Emilio Fede alla guida di Youtube e Brunetta la prossimo G8 (già si registrano diserzioni di massa).
Per Il premier d’altra parte questo è un periodo magico: come un autentico re Mida tutto cio’ che tocca si trasforma in oro: avesse pizzicato il sedere della regina (in realta’ pare l’abbia fatto) l’avrebbe reso uguale a quello di Carla Bruni .
In patria, dove le sue performance da Bagaglino sono molto apprezzate dalla vasta e variopinta claque , grazie al piano casa si è appena allargato con una verandina su Forza Italia dove ha piazzato An con i suoi ex colonnelli riciclati in giardinieri e maggiordomi, e un po’ di altre vecchie glorie stile Mastella, accanitamente mantenuto in vita politica incollato alla sua poltrona grazie a sostanziose flebo di assessorati .Il suo Pdl mira ad essere la realizzazione dell’utopia di ogni ducetto pidduista che si rispetti: Un capo, il suo popolo ed in mezzo un manipolo di servi. Via il parlamento, inutile perdita di tempo, a morte la costituzione comunista,botte da orbi al sindacato non allineato, sul lastrico gli statali di sinistra e fannulloni. Solo lui ed il suo popolo: quello che sorride ed applaude a comando e che tanto lo adora quanto piu’ ci sputtana in ogni angolo della terra. Quello stesso popolo che, più fa il paraculo, più si pavoneggia, più fa il vecchio misogino, più si trucca, più appare italicamente furbo, più le spara grosse, piu’ insulta , più “chiagne e fotte”,sempre più lo idolatra e si identifica con lui.
Sarebbe un problema loro, un caso più che altro di psicopatologia di massa, se non fosse che esistono tanti altri italiani che assistono sgomenti da quindici anni a questo scadimento senza fine, che vorrebbero andare personalmente da Obama, dalla regina, dalla Merkel ed in ogni casa della galassia a spiegare che qui non siamo tutti cosi’,ed a chiedere disperatamente asilo politico.
Tutto inutile? Probabile. Perciò in attesa del prossimo cinepanettone colleghiamoci a youtube (prima che arrivi Emilio Fede) e facciamoci quattro risate (amarissime) con “Mister Obamaaaaaa!”