venerdì 27 maggio 2011

Milano da bere?

In quegli stessi giorni in cui, attingendo a piene mani dalle tecniche delle più truffaldine televendite, il partitone dell’amore mercenario tenta di spacciare una riedizione riveduta e corretta della Milano da bere (“Prendi due multe, la terza è gratis!”, “Scopri i nuovi cento fantastici premi del catalogo a punti ecopass , in omaggio a scelta un ministero od una corsia preferenziale!”,“Camicie da stirare? Ci pensa nonna Letizia! Macchie e certificati penali da sbiancare? Rivolgiti a Mastro Minzo!, Problemi col fisco e con il codice penale? Chiama il nostro numero verde, David Mills e Cesare Previti saranno a tua disposizione durante l’ ora d'aria!”, “Vuoi un accompagnatore in mutande per festicciole di compleanno ed addii al celibato? Albertini è colui che fa per te!”,”Moschea sotto casa? Da Calderoli gavettoni di piscio di porco gratis per tutti!”, “Gratta e vinci una crociera sul Nilo in compagnia della nipotina di Mubarak!”) tra tutti i volenterosi elettori pensanti, purtroppo spesso destinati ad essere messi in minoranza da quegli stronzi (limite che nessun sistema elettorale democratico è mai riuscito ad eliminare) che via via li additano come antropologicamente diversi, privi di cervello, puzzolenti e perfino coglioni, si diffonde l’angoscioso dilemma di quanti tra costoro possano essere così idioti da riuscire a bersi tutta quella montagna di balle allucinogene. Ma siccome al peggio non c’è mai fine il Cavalier Pompetta, ormai ridotto a furia cieca e puro istinto primordiale di sopravvivenza e latitanza, carica la sua campagna elettorale paranoica di tutta la coercizione emotiva possibile al punto che, per intuirne l’effetto su tutti noi malvagi zingari estremisti e brigatisti, basta pensare a ciò che provano in natura due animali dei quali uno prossimo ad essere sbranato dall’altro. Nella realtà onirica e squilibrata della propaganda disperata del vecchio molestatore di Obama e di ragazzine, incapace di prendere atto della sua cessata esistenza in vita come premier causa manifesta incapacità ed indegnità, Milano viene tinteggiata come una futura gigantesca zingaropoli, una moderna sodoma in mano ad omosessuali incalliti, un luogo malvagio nel quale la droga scorrerà a fiumi, la nuova capitale del fondamentalismo islamico più radicale, la città nella quale vecchi pervertiti si abbandonano a riti orgiastici con prostitute minorenni e non, la temibile Stalingrado d’Italia ultimo avamposto del marxismo leninismo più ortodosso ( a dire il vero solamente una di queste allucinazioni è purtroppo già realtà: sapreste individuare quale?). Parafrasando Flaiano potremmo dire che Puttankamon ha talmente poca fiducia nel suo paese che si è messo a fare progetti sul passato, incapace di focalizzare la realtà al punto di non riuscire ad ammettere che l’unico angolo davvero multietnico e ( sopratutto) multilingua della Padania si trova proprio sul materasso della sua affollatissima alcova personale.

Ed ecco così che ciò che resta di quel blocco sociale che ama definirsi “destra” ed è ancora disponibile a vivere sotto padrone sciorinare con la bava alla bocca ed il cervello sempre più tenacemente ancorato alle viscere tutto il solito vecchio armamentario propagandistico in salsa craxian-pidduista leghistoide, l’unico del resto che l’erede diretto nonchè figliolo legittimo del caf conosca a meraviglia: Vuoi una zingaropoli sotto casa? Al diavolo: cacciamoli tutti via col loro odore nauseabondo perché si riproducono come criceti e poi sfornano tutti quei ladruncoli marmocchi pronti con le sudice manine a mendicare monetine e subito dopo a fotterti pure l’autoradio! Ed i negri? A cosa diavolo servono le prigioni se non ad imprigionarci i negri, mica i corruttori amici dei mafiosi, i maneggioni delle cricche, gli occultatori di capitali ed i concussori satiro pedofili! E gli sguaiati spacciatori sudamericani con i loro spinelli, le donne zoccole ( ma se vanno al bunga bunga le facciamo meteorine o consigliere) e tutti quei terribili virus contagiosi portati dai topi che li accompagnano in ogni angolo delle nostre strade! E i cinesi ossignur, con i loro disgustosi ravioli da finocchi, gli odiosi involtini radical chic e gli spezzatini fatti con le budella del tuo cane che di certo accopperanno appena ti giri solo per un attimo ! Che ne direste poi di inserire nel programma una bella bombetta intelligente da lanciare contro la moschea e far fuori tutti quei cazzo di islamici prima che ci tirino giù il Pirellone con un aereo da turismo: sai mai che poi spuntano fuori le firme taroccate delle regionali! E poi basta con tutte le donne in genere (tranne quelle agghindate da porno poliziotte, sexy infermiere e deputate hard) con la loro scia di tampax e la lacrimuccia facile! Ed ovviamente foera dai ball la stramaledetta lobby delle checche ancheggianti ed ammiccanti con indosso oscene canottiere attillate e camiciole varipinte, i tamarri puzzolenti di aglio e di sudore, i centri sociali brigatisti e spacciatori di droga, i rumeni che ti fottono il posto all’asilo nido, i magistrati come la Bocassini ( ed ovviamente De Magistris: forza Nick ‘o Miricano!) con le loro toghe insanguinate che pretendono perfino di processare chi è riuscito a farsi i danè ( e sticazzi di come ci è riuscito, solita fissazione da invidiosi comunisti), gli ebrei con quei ridicoli pistolini circoncisi, i marocchini coi loro osceni falli come minareti che ci stuprano le figlie in trepidante attesa delle simpatiche cenette,i giovani sfaticati sempre pronti a piagnucolare ed a menare le mani, i borghesi sinistroidi ed altezzosi con le tonnellate di letame sotto al naso, i ladri di macchine amici dei brigatisti come Pisapia! Basta, cacciamoli via una volta per tutte dalle nostre città blindate e nuclearizzate, dalle nostre splendide oasi del catrame, del mattone e del cemento: abbiamo la maggioranza, un governo con il gradimento al 101% ed il padrone più amato e perseguitato dai tempi dei vangeli e perciò facciamo tutto ciò che cazzo ci pare e piace: se vuoi una cosa prenditela e poche balle, siamo o non siamo il paese delle libertà, cribbio! La democrazia e le regole sono vezzi da finocchi, i nostri (i miei) interessi vengono prima di tutto e volteggiano sopra ogni cosa perciò ‘fanculo ai comunisti e ai culistretti e tutti a votare assieme a Silvio: viva il terrore, viva il partito dell’amore!!!

sabato 21 maggio 2011

Puttankamon

Dicono che martedi mattina la Moratti si sia messa davanti allo specchio e si sia subito rovinata la giornata: aveva visto Berlusconi. In effetti dalle parti del primo premier di letto e di (mal) governo, tira davvero una brutta aria: che sia proprio lui quello che non si lava? Il flusso neuroendocrino dei suoi mediatori impazziti da tempo segna tempesta: la bugiarda e scorrettissima mamma di Batman nonchè protetta da batt-man manterrà infatti intatte tutte le sue possibilità di spuntarla al secondo turno ( grazie soprattutto alla terrificante visione di barbuti talebani coltivatori di papavero sul palco della Scala in una Milano post atomica nella quale fiumi di droga scorrono al posto del viagra e del cerone mentre orde di zingari e cosacchi amici dei piemme dissetano le loro bestie immonde nell’acqua sacra dei navigli all’ombra di un’imponente mosche eretta al posto del Duomo, scenario apocalittico solo in parte addolcito dalla speranza di veder scomparire per sempre Mestizia assieme all’odiosa Fascianchè sotto un bel burqua griffato Prada), ma per Berfagor, il fantasma dell’Orgettina, la sconfitta risulta inappellabile e definitiva: si era ridotto ad elemosinare voti sulla scheda elettorale come un povero mendicante per ritrovarsene poi nel cappello esattamente la metà di quelli che aveva nelle precedenti comunali. Così dopo una campagna elettorale visionaria, sociopatica e paranoica che ha finito per tramortire quegli stessi elettori dell’amore dei quali Chiavatar abusa emotivamente da anni, dalla città culla (un secolo fa) del berlusconanismo un clamoroso ed imprevedibile “fora dai ball” si è stampato proprio sul faccione variopinto e rifatto (ma allora è lui quello che quando si guarda allo specchio s’ incazza!) del migliore degli ultimi tre secoli. Ora: uno psicoleader con quattro processi penali ed uno civile a carico alla guida di una zattera che galleggia grazie ad un pugno di impresentabili mercenari voltagabbana ed inseguito da schiere di escort affamate di bustarelle e poltrone da consigliere regionale che vedesse dimezzati i suoi consensi personali verrebbe immediatamente messo alla porta dal suo stesso partito se non fosse che, come è noto, per i pallidi maggiordomi in camiciola bianca, nera e verde e per tutte le pecorelle belanti del “meno male che Silvio c’è” quando le cose vanno male sono gli elettori che sbagliano, non certo i sondaggi.
Nel panico del dopo big bung ed in attesa dell'inevitabile diluvio mediatico ecco così le formiche impazzite esternare su fantomatici pareggi con argomenti quanto meno stravaganti ( chissà perché allora almeno per una volta siamo noi ad essere allegri mentre a loro rode terribilmente il culo), un po’ come quell’allenatore che nell’intervallo si ritrova malauguratamente in svantaggio ma dichiara che in fondo senza quei due pallini si starebbe ancora sullo zero a zero rischiando così un esonero immediato con successivo trattamento sanitario obbligatorio. Nel frattempo quel vecchio 33 giri incantato di Cappuccio Cicchitto ( la cui attività elettrica cerebrale si è irrimediabilmente sclerotizzata ad Hammamet) intonava la solita parabola truffaldina della sinistra malvagia pronta ad abbattere per via giudiziaria il leader più amato dal popolo sovrano ( ma solo quando conviene a loro), malauguratamente smentito ancora una volta proprio dal più attendibile dei testimoni: il popolo. In effetti Cappuccetto Rosso sangue non ha tutti i torti: è cosa nota infatti che fu la Bocassini travestita da Lele Mora a recapitare l’adolescente Ruby per ben 14 notti nell’alcova affollata dell’utilizzatore finale, a suggerirgli che fosse la nipote di Mubarak ed a spingerlo infine a quella devastante telefonata grazie alla quale la pecorella minorenne smarrita finì nell’unico posto al mondo nel quale non sarebbe mai dovuta andare: a casa di una zoccola brasiliana accompagnata dall’igienista genitale personale di Puttankamon.

Ma come è noto Milano è una città moderata e ad uno che quando aveva i calzoncini corti rubava macchinine e frequentava pericolosi estremisti ne preferirà sempre un altro che si destreggia con assoluta disinvoltura tra campioni di sobrietà e moderazione quali Brusca, Dell’Utri, Mangano, Previti e Cosentino, che ammucchia orgettine a strati nel lettone di Putin, bacia le mani a Ghedaffi il giorno prima di bombardarlo e solletica con un pizzico di invidia il consenso notoriamente democratico del tiranno bielorusso. Nel frattempo, mentre quel gran figlio della prima repubblica di Lassini (sospinto nell’oblio elettorale dall’abbraccio mortale del mefitico Sallferatu e subito volgarmente scaricato dal suo mentore ispiratore) pur di risparmiare i soldi del biglietto si è imbucato nel pullman del Milan, la bugiardona in tailleur si è beccata anche la contestazione dei disabili. Subito il camerata da balera La Rissa ( a proposito, chissà chi frequentavano i fascio camerieri con poltrona incorporata negli anni settanta…) si è scagliato bava alla bocca contro i sindromici politicizzati, lo strapotere delle carrozzelle rosse ed i cateteri ad orologeria urlando ai quattro venti che giammai Milano finirà in mano ai paraplegici, cosa che ha contribuito a rabbuiare ancora di più l’umore già tetro del povero Bossi. Il quale notoriamente sfoggia il suo fiuto da politico di razza fin da quando, giovane rivoluzionario secessionista in braghe e canotta, finì per allearsi col figlioccio prediletto del caf. Quindi lo sgambettò con un bel ribaltone per abbandonarsi docilmente tra i baffetti di D’Alema. Iniziarono poi gli anni ruggenti del Berluskaz mafioso di Arcore, quello stesso (udite, udite) con il quale si è ben presto riappacificato nel corso di una romantica cenetta con rutto libero ( annaffiata, secondo i maligni, anche da qualche bella bustarella) per trasformarsi infine nel pretoriano di ferro di Roma ladrona, nell’apostolo dell’impunità dei potenti nonchè sacro templare di tutte le cricche. Lo straordinario risultato è che oggi nella sua presunta capitale conta tanti voti quanti Grillo e Di Pietro messi assieme, cioè un terzo di quelli di Bersani, mentre a Roma amoreggia con Cosentino, Mastella, Pionati, Dell’Utri e Scilipoti: non c’e dubbio che per il mitico leader della Borbonia si stia aprendo ufficialmente un’enorme questione settentrionale.

I milanesi, gente saggia operosa e concreta da sempre, ne hanno evidentemente piene le balle di barcamenarsi tra la mamma di Batman, la nipote di Mubarak e le Br in procura ed hanno voglia di ricominciare a respirare aria pulita e magari di mangiare una mela che sappia finalmente di mela e non di qualcos’altro. Così qualche buontempone ha iniziato beffardamente a raccontare anche lui vecchie e polverose barzellette, magari riadattandole ai tempi moderni: “Osteria numero sette, il salame piace a fette. Ma alla Ruby caso strano il salame lo da il nano”. Oppure, continuando sullo stesso genere: ”Osteria del cimitero è successo un fatto nero: pochi cadaveri putrefatti hanno votato per la Moratti”. E mentre Bragheheart, per dimostrare che anche secondo gli inventori del rimbalza il clandestino e gli innaffiatori di moschee con urina di porco l’amore vince sempre sull’odio e sull’invidia, da del matto al povero Pisapia sottolineando il tutto con un bel grugnito ( o forse sarà stata la solita pernacchia?) siamo in fremente attesi della prossima pagliacciata con tanto di giuramenti mistici, mortaretti elettorali, domandine retoriche ed inevitabile coretto finale: “Meno male che Silvio c’e”. Che, almeno per una volta, accoglieremo con il cuore colmo di gratitudine rispondendo tutti assieme gioiosamente: “ Osteria del gallo d’oro, è uno stronzo che fa il coro”…