giovedì 11 novembre 2010

La fisica del fango

Galleggiare oppure andare a fondo, questo è il dilemma. Sapendo benissimo di quale poco nobile materia siano in realtà composte questa maggioranza ed il leader del Copulo delle Libertà propenderemmo decisamente per la prima ipotesi. Certo lo spettacolo del povero Sandrino trinceratosi eroicamente al centro esatto dell’occhio del ciclone ed intento a difendere appassionatamente il suo signore sputtanato risulta sempre toccante e commuovente quasi come il finale di Ghost. Il sommo poeta di Arcore nonché ministro della devozione e’ infatti così intimamente convinto della “Sua” infallibilità ed approva così incondizionatamente il “Suo” operato che quando lo hanno avvertito del crollo di Pompei (non prima però di aver dato una ripassatina al Bignami ministeriale) per spirito di emulazione ha subito provveduto a mandarci la Minetti. Bunga Bunga man intanto, da buon vecchio furbacchione qual’è, ha fiutato come un cane da tartufo la ghiotta opportunità di sciacallare nuovamente su una bella disgraziuccia ed ha immediatamente srotolato la lingua di Bruno Vespa offrendosi di ospitare tutti i gladiatori senza tetto nelle sue innumerevoli residenze private. Sembra che quelli destinatati a villa Certosa, terrorizzati dalla presenza del vulcano eruttante a festa e non disposti a farsi accompagnare da Lele Mora, alla prevedibile compagnia di Emilio Fede, Noemi e Topolanek abbiano preferito senza ombra di dubbio quella delle fiere . L’Italia nel frattempo appare flagellata da terribili catastrofi naturali: il Veneto è sommerso dalle acque, il nostro patrimonio culturale cade a pezzi e Sacconi parla alla conferenza sulla famiglia. In realtà ad essere preoccupati in questi giorni sono soprattutto i leghisti: mortificati per non aver potuto servire adeguatamente il loro sire nel caso della minorenne ladruncola extracomunitaria frequentatrice del palazzo adesso gli tocca pure assistere inermi allo smottamento post alluvionale del “Suo” tappetino cranico reso instabile da anni ed anni di infiltrazioni nel cerone. E così, mentre il ministro delle quote latte, l’ape Zaia, dichiara solennemente che anziché pensare ai terroni gladiatori bisogna prima provvedere alla zucca pregiata di Cesare, sembra che Fido Bertolaido come estremo atto di devozione prima della meritata pensione abbia abbandonato lo sporting village e si stia adoperando per rizzollarla personalmente con le sue preziose manine da aspirante eroe nazionale appena “ripassate” da una manicure brasiliana in topless inviatagli da Regina del Cacao Meravigliao. D’altra parte, come dice Sandrino, la colpa dei crolli è tutta del destino cinico e beffardo, le cose vecchie possono infatti schiantarsi al suolo da un momento all’altro: sarà forse per questo che mai come oggi il leader del Copulo delle Libertà appare così fragile? Certo, su questi benedetti leghisti non si può proprio fare affidamento. Prendiamo ad esempio il ministro del terrore: uno così coglione ( o così in malafede) da credere che nel caso Ruby sia tutto in filato liscio come l’olio e che la fanciulla sia veramente stata identificata come la nipote di Mubarak potrebbe benissimo arrivare a convincersi che la trota sia il figlio di un ministro vero. Gianfranco Fini nel frattempo, appena risvegliatosi da un pisolino durato appena una quindicina d’anni, osa chiedere a Chiavatar nientemeno che le dimissioni (altrimenti i suoi arditi ministri e sottosegretari duri e puri lo prenderanno a dentate sulle ginocchia) e sogna un nuovo governo con Casini e lo stesso papino: ma valeva proprio la pena fare tutto questo bordello solo per ricreare il Polo? Le solite talpe di palazzo in realtà sussurrano che l’ex delfino la spina gliel’abbia già staccata da un pezzo: prova ne sarebbe che durante l’ultimo festino proprio sul più bello gli si è improvvisamente sgonfiata la pompetta. Intanto i media come sempre inzuppano il biscotto nel gossip e scavano nel fango a caccia di pettegolezzi: così oggi ci tocca assistere ad istruttivi filmati amatoriali che illustrano un flusso ininterrotto di fanciulle scosciate in entrata ed in uscita dalla reggia di Arcore, probabilmente sempre le stesse che conservano in memoria sul cellulare il numero diretto del presidente del consiglio (non sia mai che a qualche poliziotto venga in mente di arrestarle o magari di chiedergli solo le generalità): ma insomma, quante cazzo di nipotine c’avrà mai ‘sto coniglio di Mubarak? Sandrino però indignato negata tutto: ”Io sono uno a sua disposizione, ho lavorato dieci anni a villa San Martino e conosco benissimo tutti quelli che la frequentano! “Lui” poi è un uomo generissimo dal cuore nobile e stracolmo d’ amore: pensate che mi lascia perfino il giovedì pomeriggio libero!”. Le ultime indiscrezioni segnalano infine un grande ottimismo nel governo circa la possibilità di imbarcare nella maggioranza all’Udc: sembra infatti che Pierfornicando Casini, passando per caso davanti alla villa di Arcore ed osservando tutto quel gran via vai di gnocca, abbia finalmente lasciato cadere ogni esitazione ed abbia solennemente dichiarato con piglio istituzionale da autentico statista: “Io centro!”