domenica 24 ottobre 2010

Dieci piccoli indiani (Bugiardi)- parte prima

Una volta eliminato l’impossibile non farti prendere per il culo: ciò che rimane anche se improbabile è certamente la solita menzogna.
(S. Holmes. Più o meno…..)

Dieci piccoli servetti se ne andarono a mangiar uno fece indigestione solo nove ne restar…

“Ad anomalia si risponde con anomalia!” sbraita nel saloon polveroso il pistolero Sallusti agitando il winchester davanti al povero Rodotà intento a smascherare la menzogna n. 1: in nessun paese europeo è prevista l’immunità per il premier, al massimo per qualche sparuto monarca o presidente della repubblica. Manca in effetti una legislazione aggiornata in materia di cesari (secondo la vulgata della P3) ed aspiranti faraoni, sarà forse per questo che il fido Al Nano si ritrova con due globi oculari sempre più schizzati ed un traffico neuronale caotico come una tangenziale ed intasato più del cesso di una mensa universitaria. Confessiamo che almeno stavolta siamo d’accordo col pistola: all’anomalia di un presidente del consiglio indagato per molteplici reati gravissimi e totalmente estranei alla sua attività di governo si risponde con l’anomalia di un parlamento di servitori ed avvocati sempre pronti a cucirgli addosso mostruosità giuridiche in serie solo per garantirgli l’eterna impunità…
Ma al maldestro pistolero è poi malauguratamente esplosa in mano la canna della vecchia barzelletta sconcia sull’avviso di garanzia di Napoli…

Nove poveri servetti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato otto solo ne restar

Capita ancora oggi infatti di imbattersi in stonati e polverosi 33 giri di regime incantati nel ripetere (menzogna n.2) che il Chiavatar uno scivolò dai tacchi e si lussò il cerone a causa di un avviso di garanzia recapitatogli in data 22 novembre 1994 nel corso di un G Tappo da lui presieduto a Napoli ( sapete bene infatti che stiamo parlando di un vero e proprio intenditore di punti G). In realtà si trattava di un semplice mandato di comparizione (menzogna n.3), a lui noto almeno dalla sera prima ma del quale come sempre aveva fatto un uso improprio ( ci si era pulito…la faccia). Il governo della “discesa in fango”, il primo in questi vent’anni di latitanza dalla legge, l’esecutivo nel quale Cicciolino voleva far entrare nientemeno che Di Pietro (menzogna n.4 : “Non sapevo sbattesse dentro tanti innocenti”, gli avvocati scendilettone dovrebbe almeno spiegargli che i Pm non hanno il potere di arrestare proprio nessuno) cadde in realtà in seguito ad una mozione di sfiducia presentata in data 16 dicembre 1994 da D’Alema, Bossi e Buttiglione anche sull’onda della protesta montante nel paese contro la riforma pensionistica. Fu dunque l’alleato Braghehear ad ammosciare la pompetta di Chiavatar grazie ad un semplice rutto e ad un dito medio mulinatogli in faccia almeno due settimane prima del G Tappo. Presero così il via gli anni dei lunghi coltelli, di Berluskaz mafioso di Arcore e della Lega costola della sinistra (mentre in realtà si tratta solo dello scroto del partitone dell’amore: tiene da sempre bene in alto i coglioni): insomma di tutta quella paccottiglia frettolosamente occultato sotto il tappeto nell’era dell’amore tossico e delle abbuffate di pajata, polenta e poltrone nella moderna “Roma Magnona” in salsa leghista.
Già allora circolava nella corte dei nani e delle ballerine riciclate l’antica storiella craxiana riveduta e corretta di una prima repubblica abbattuta solo grazie ad un golpe ordito da micidiali magistrati politicizzati (menzogna n 4: gli unici in realtà esistenti sono, ad esempio, i tristemente noti ammazzasentenze del porto delle nebbie) e non schiantatasi sotto il peso di un colossale debito pubblico e di una corruzione diffusa ormai così spudorata da non essere più tollerabile neanche in un paese storicamente dotato di più peli nello stomaco di quanti ne abbia Gallo Cerone sul suo tappetino cranico color mogano. A questo punto però prestate bene attenzione a queste poche, illuminate parole: “La vecchia classe politica è stata travolta dai fatti e superata dai tempi, l’autoaffondamento dei vecchi governanti schiacciati dal debito pubblico ( ma non erano state le toghe ?) e dal finanziamento illecito ai partiti ( e chissà chi era il primo a foraggiarli in gran segreto grazie alle sue 64 società off-shore…) lascia il paese impreparato nel momento del rinnovamento (ma tu con chi intrallazzavi fino a ieri: con Mangano e Dell’Utri? Con gli amichetti della P2? Con il vecchio socio latitante ad Hammamet?)...”. Sono certo che avrete intuito al volo la fonte purissima di queste nobili ed ispirate parole da statista: ma quell’ingrato volpone di papino appena disceso in fango, è chiaro! Ed ancora, furiosamente giustizialista:“Basta con i ladri di stato ( esclusi i presenti)! Noi siamo per una politica nuova (!), diversa (!!), pulita (!!!). Siamo l’Italia che lavora contro l’Italia che ruba (!!!!)”. A quel punto, vittima di un’’irrefrenabile commozione, è corso in bagno a sciacquarsi il viso: nel bidet.
Ma il padre (ma che dico: il padrino) di tutti gli onesti era purtroppo ignaro del mortale pericolo che incombeva sul suo capoccione non ancora rizzollato dalla Protezione Civile spa: il ribaltone..

Otto poveri servetti se ne vanno a passeggiar, uno ahimè rimane indietro sette solo ne restar..

Su questa favoletta buffa ( menzogna n.5) la propaganda del Miniculpap ha edificato memorabili grattacieli di sabbia . Il governo tecnico presieduto da Lamberto Dini ( ex ministro del Chiavatar 1, dunque non di certo un premier comunista) nacque perché in parlamento, come ampiamente previsto dall’odiatissima costituzione, esistevano i numeri per una maggioranza alternativa ( ed ecco perché oggi hanno tanta strizza di andare alle urne). Tra l’altro gli unici a negare la fiducia al futuro “Ranocchio” furono proprio quelli di Rifondazione, mentre Forza Mafia benevolmente si astenne. E così, sempre secondo la propaganda, le sinistre andarono al potere ( assieme ai cosacchi democristiani ed ai leghisti bolscevichi, con un premier proveniente da Forza Italia ed i veri comunisti, forse distratti, stranamente all’opposizione…) non rispettando le regole costituzionali ma solo in virtù di un inesistente “ribaltone” e dei tanto esecrati giochi di palazzo ( tipo quello di Tremonti, eletto con il patto Segni e presto transitato tagli e bagagli nella corte di nani e ballerine. O tipo quelli che piacciono tanto ad “I love shopping” quando se ne va a caccia di parlamentari a buon mercato nelle lande desolate dell’opposizione, magari offrendo il saldo di qualche rata del mutuo o piccole tele particine per mogli, fidanzate ed amanti varie…). Peccato per lui però che due anni dopo L’Ulivo di Prodi lo stracciò alla grande nella cabina elettorale dimostrando al di la di ogni ragionevole sondaggio quale fosse in quegli anni la reale volontà del popolo sovrano. Così, tanto per non perdere l’abitudine, loro continuarono ad architettare depistaggi ed a diffondere spazzatura tossica tipo la denuncia di strampalati brogli elettorali (vero, Cota? E poi aspetta a cantar vittoria, vediamo prima come va a finire con i tuoi cari “Pensionati per Cot@”..) e l’altra storiella davvero comica dei comunisti salvati dalle inchieste dai loro amici magistrati in toga rossa… ( menzogna n. 6).

(1, continua…)