giovedì 21 maggio 2009

Cosa Resterà

Lo sentivo parlare di ottimismo e per la prima volta mi sono reso conto di quanto è vecchio. Non anagraficamente, si intende: l’anzianità è un passaggio nobile dell’esistenza che coincide con l’esperienza, la saggezza, l’equilibrio e che merita quel rispetto che lui per primo non le riserva, ricorrendo a qualunque mezzo per occultarla.
Intendo vecchio culturalmente: con quella sua aria da cumenda, le vecchie barzellette che non fanno ridere nessuno, il machismo da caserma, l’anticomunismo fuori tempo massimo, le battute da pianobar ma soprattutto con il suo ottimismo coatto in pieno stile anni ottanta. Un ottimismo che ci riporta come d’incanto alla Milano da bere, allo yuppismo imperante, al rampantismo di bassa lega, al benessere individuale e all’arricchimento ad ogni costo che iniziano ad imporsi come valori dominanti nella società. Se provo a chiudere gli occhi mi riesce facile immaginarmelo sotto una palma ad Hammamet mentre con il suo amico Bettino sorseggia un Ramazzotti e maneggia mazzette sfottendo quello sfigato di Berlinguer, con la sua mania per la questione morale ed i suoi completi da impiegato bulgaro. I mitici anni ottanta: gli anni del decadentismo della prima repubblica, del Bettino imperante, dell’alba del culto dell’estetica e dell’eterna giovinezza,dell'edonismo reganiano,del drive-in e delle prime teletette (ovviamente berlusconiane) al vento, del soddisfacimento dei bisogni materiali ad ogni costo aggrappato sul bordo di una voragine di debito pubblico. Gli anni in cui si consumava sorridendo e si spendeva felici anche ciò che non si aveva, come a lui piacerebbe tanto ricominciassimo a fare. Gli anni ottanta: gli anni d’oro del Berlusconismo, in cui ha costruito il suo impero. Nuovo lui? Ma se era vecchio decrepito già quando è sceso in campo! Vedere come riesca ancora a far passare come innovativa una biografia politica ed imprenditoriale ed un modello culturale ormai confinabili nell’archivio della storia è il segno della potenza della pubblicità, l’unico settore nel quale è indubbiamente un maestro.
C’era una volta una vecchia canzone: ”Cosa resterà di questi anni anni ottanta”…
...Ma Berlusconi, naturalmente!