martedì 19 gennaio 2010

Il mistero del "Sacro Grano"

Appassionati di spy story all’erta: trame oscure si dispiegano in queste fredde giornate invernali attorno alle sacre spoglie del povero esule Bettino: esisterà qualcuno così furbo da riuscire a svelare un mistero degno del miglior thriller di Dan Brown? Il mistery si apre con le gesta di un eroico manipolo di ministri e sottosegretari socialisti, misteriosamente in forza ad un governo in fondo (molto in fondo) a destra in Europa, intenti a commemorare la memoria del loro vecchio leader morto esiliato. Si era macchiato di reati politici? No, era stato condannato in via definitiva ad una decina d’anni di galera per corruzione e finanziamenti illecito: dicono fosse un esule, tecnicamente era un latitante. Tra gli illuminati (fulminati?) anche la sottosegretaria Margherita Boniver, l’ex “bonazza di Craxi”, quella alla quale l’ attuale alleato canottato in piena fase testosteronica attiva (precedente a quella secessionista: dai propri ormoni ) si proponeva di far assaggiare nientemeno che il celebre manico celtico. Questi eroici fascio- riformisti auspicano l’intervento dell’Internazionale Socialista per far rimpatriare la salma, non si sa bene per quale misteriosa ragione visto che gli interlocutori istituzionali dei compagni sarebbero nientemeno che Maroni, oppure magari Gasparri e La Russa. In questo clima confuso e torbido perfino il presidente Napolitano, un vecchio incallito comunista con il tic della firma compulsiva, esterna che Bettino fu trattato con eccessiva durezza, omettendo però di farci conoscere la sua opinione su come la classe politica alla quale apparteneva si comportò nei confronti del paese, saccheggiandolo. Intervistata sul perché gente teoricamente di sinistra sia finita con la destra più eversiva del pianeta, l’innocente bonazza candidamente ammette: ” Ai comunisti non la darò mai! “, neanche avessero la candida o magari perfino le piattole ed i condilomi. Molto meglio dunque i fascisti ed i leghisti, che notoriamente ce l’hanno anche duro, ma che incidentalmente una volta erano i primi a sventolargli in faccia cappi e monetine. Cosa accomuna dunque questa eterogenea congrega, più simile più ad una maionese impazzita che ad una coalizione di governo? Ma l’odio per i giudici ed i comunisti, ovviamente! Secondo una loro teoria apocrifa (pare fuoriuscita dallo studio Previti) Gesù non sarebbe stato crocifisso ma avrebbe sposato Mara Maddalena Carfagna, reduce da un calendario di Frate Indovino, con la quale avrebbe dato il via ad una discendenza estintasi nella persona del povero esule perseguitato. Ai seguaci di questa religione veniva garantito un posto in paradiso, magari proprio quello delle isole Cayman frequentato assiduamente dal caro defunto. Ma un manipolo di magistrati rossi e di pericolosi bolscevichi hanno cominciato a perseguitare questa nobile stirpe alla ricerca del “Sacro Grano”, occultato in fondi neri sventuratamente (per loro) in gran parte rinvenuti. Una classe politica di vergini vestali sarebbe stata dunque perseguitata da una setta di pericolosi fanatici in toga rossa. Calcolando tre gradi di giudizio e due condanne definitive, ed in considerazione del fatto chi il mestiere dei giudici è purtroppo ( sempre per loro) quello di far rispettare la legge, forse allora il vero nemico di Bettino era in realtà nientemeno che il diabolico codice penale. Adesso però il sindaco del partito di estrema destra nel quale militano i compagni socialisti vuole dedicare all’esule una via della città che una volta era da bere ma soprattutto da spolpare: Via Bettino, confluente magari su piazzale Mangano: più che una strada una tangenziale. Panico tra gli automobilisti: misteriosamente scomparsi in blocco e contemporaneamente tutti i satellitari riportanti le nuove strade. Ad inneggiare alla memoria di Bettino anche un singolare caso di trans-giornalista: una volta lo chiamava “il cinghialone”, adesso lo vuole santo. Una volta stravedeva per Di Pietro, poi l’ha massacrato, quindi gli ha chiesto umilmente scusa, adesso lo addita niente meno che come una pedina della Cia ( ma per gli spioni non ci lavoravano già i loro Ferrara e Betulla Farina?). Il tutto in attesa di una nuova smentita, inevitabile visto il soggetto: istruttivo a tale proposito anche il caso Boffo: si è cosparso il capo di cenere per aver pubblicato montagne di ciofeca, intanto però la vita gliel’aveva distrutta additandolo come molestatore omosessuale e costringendolo alle dimissioni. Dicono però che Feltri sia un grande giornalista: infatti ha chiesto scusa. Magari quelli bravi le cazzate non le scrivono, ma questa è solo un’opinione comunista… Ad inneggiare a Bettino anche un antico sodale, uno strano residuato bellico delle guerre puniche che prima trafficava con i socialisti, i massoni, i mafiosi ed i cartaginesi: infatti dal suo conto “All Iberian” transitarono svariati miliardi nelle casse dell’esule ed elefanti nelle gabbie di Annibale, ma forse erano solo le donazioni dei fedeli. E forse Napolitano quando parla di eccessiva durezza si riferisce al fatto che qualcuno si sia perfino dato la pena di andarsele a cercare. Al momento il vecchio nano si tiene defilato, magari in attesa di sapere cosa suggeriscano i suoi sondaggi taroccati. Dicono che sia un grande imprenditore, ma in teoria quelli bravi non hanno bisogno di distribuir mazzette, iscriversi alle logge massoniche, corrompere politici e magistrati, frequentare mafiosi, rimodellarsi a propria immagine e somiglianza il codice penale. Se è per questo, dicono anche che sia un grande Latin lover, ma allora perche frequenta (ripagandole con carriere tv, farfalline, bustarelle e poltrone) escort? Eppure questo leader oggi di estrema destra una volta brigava con i socialisti, poi è diventato strenuo tifoso di quel pool di Milano al sostegno del quale schierò compatti i suoi servitori. Poi, visti i guai con la giustizia, ha fatto di nuovo una bella piroetta: ora i giudici sono nemici cosi come per i suoi alleati leghisti e missini, quelli che una volta li osannavano. A dire il vero i padani una volta dicevano anche che papi era “Berluskaz il mafioso di Arcore”: proprio come sostiene quel Di Pietro che oggi odiano, ma una volta amavano.
Insomma i socialisti odiano i magistrati e dunque si alleano con fascisti e leghisti che una volta li volevano in galera in disprezzo a quei comunisti che nel frattempo hanno smesso anche di essere tali. Come in ogni thriller che si rispetti la trama risulta incomprensibile e prelude al colpo di scena finale. Le toghe rosse avrebbero distrutto degli innocenti per portare al potere dei poveri comunisti troppo impegnati però a fasi del male da soli per capirlo? Mavalà, per parlare in Ghedinese antico..
Come in ogni giallo, per scovare il colpevole bisogna trovare il movente: chi sarà colui che al tempo di tangentopoli era sull’orlo del baratro e della galera e poi è diventato via via sempre più ricco e potente, e si è liberato grazie al denaro ed ai suoi servi di tutte le grane? Inutile trattenere il fiato: un avvocato secco secco accompagnato dal suo prestanome con gli occhi a palla ha infatti strappato l’ultima pagina: il finale era caduto in prescrizione. Ma cosa vi credevate, poveri illusi? Questo qui è solo un “romanzo ad personam” ma soprattutto un romanzo breve….