domenica 17 gennaio 2010

Diritto di sciopero

Chissà se alla fine riusciranno ad organizzarlo davvero, questo temutissimo sciopero degli stranieri: secondo il giudizio di molti costituirebbe un ottimo punto di partenza per mettere finalmente al centro dell’attenzione la questione del lavoro immigrato nel nostro paese. Possibile infatti che si parli di loro solo quando qualcuno commette un reato? Vi sembra giusto che si debba ogni volta assistere all’abominevole rituale dello sceriffo di turno pronto a seminare odio ed a tuonare contro l’orda barbarica alle porte? Qui sembra che i reati, in questo paese di verginelle, di santi e di unti dal Signore, li commettano solo i “bingo bongo”, i “negher di merda” ( variante post moderna degli antichi “ terun”) e gli sporchi zingari, tanto per esprimerci con lessico neorealista. Ed a seguire, sotto a chi tocca con valanghe di editoriali e servizi pulp: dal prode Mastro Minzo con il suo declinante “Tg slurp”, fino ad arrivare a maestà Belpietro, il direttore del quotidiano che ricevette fondi pubblici nientemeno che in qualità di organo del movimento monarchico italiano!
D’altra parte questo governo ha ottenuto il record mondiale, anzi l’apoteosi planetaria, il Nobel intergalattico delle “leggine ad personam”: solo che quando riguardano Cicciolino e la sua cricca servono per evitare la galera, con i poveri immigrati invece si inventano di tutto per poter sbatterceli dentro. Al contrario bisogna dirlo forte e chiaro che per uno straniero che delinque ce ne sono migliaia che in silenzio e con enorme dignità contribuiscono a mandare avanti questa sgangherata baracca, che a vederla caduta così in basso forse neanche lo meriterebbe. Ecco: se decidessero di incrociare le braccia anche solo per mezza giornata forse qualcuno si accorgerebbero finalmente anche di loro, di quanto siano preziosi e di come in realtà dovremmo ringraziarli, non perseguitarli inventando assurdi reati e impedendogli perfino di pregare il loro Dio. Qualche demente incapace sogna invece di cacciarli via. Poi glielo spiega lui a Tremonti che di punto in bianco gli scomparirebbe sotto il naso il 9,7 % del prodotto interno lordo ? Che evaporerebbero sei miliardi annui tra tasse e contributi previdenziali? Calcolando che tra gli stranieri quelli che ricevono la pensione hanno la rilevanza di un granello di polvere nel deserto, chi glielo spiega poi ai nostri anziani che non sarebbero più garantiti neanche quei quattro soldi che lo stato si degna di elargirgli a fine mese? E chi glielo racconta ai padroncini di tutta Italia che verrebbe improvvisamente meno una manodopera che mediamente costa il 36% in meno di quella italiana (escludendo ovviamente il popolo degli sfruttati in nero: gli schiavi di Rosarno, per intenderci. Cioè di coloro che spesso sono irregolari e dunque, per i geni legislatori in canottiera e bragone verdi, adesso vengono automaticamente assimilati a pericolosi criminali )? Ed i beceri curvaroli neri di mezza Italia contro chi ululerebbero in futuro i loro “buuu”: contro il solo, povero Balotelli? E poi, come dirlo a Matteo Salvini che dovrà cambiarselo da solo il pannolone del nonnetto, magari dopo aver festeggiato il “Bianco Natale” ed inaugurato il tram riservato ai milanesi? Ed al figlio del Braveheart in mutandoni che dovrà arrangiarsi da solo col catetere del paparino nell’intervallo tra una partita al rimbalza il clandestino e l’altra? Ed a Castelli che gli toccherà portare al parco i nipotini rinunciando così a presenziare alla sacra cerimonia dell’ampolla ed all’elezione di Miss Padania? E chi glielo spiega al caporale di turno che a raccogliere le arance per due euro all’ora il padrino locale ci manderà lui stesso a forza di pedate nel fondoschiena? E nell’industria, nei cantieri chi ci va a rischiare la pelle al posto dei manovali extracomunitari, visto che, ad esempio, solo nel 2008 in 176 ci hanno rimesso la vita?
Insomma scioperate pure: qualcuno finalmente si accorgerà di voi e magari vi rispetterà di più.
Ciò che ci stupisce e ci rattrista però sono la diffidenza e la freddezza del sindacato. Atteggiamento incomprensibile, che ci ricorda quello dei dirigenti del Pd posti di fronte al mistero inestricabile del “No B Day”: loro partecipano solo a ciò che organizzano, tutto quello che parte dal basso sembra infatti gli faccia pure un po’ schifo. Bisogna capirli, hanno ancora una concezione vagamente marxista delle masse: vanno bene solo se si lasciano docilmente da guidare dalle elite. Che poi le nostre famose “elite” risultino in pieno stato confusionale, questo è un altro discorso. Nel Piddi, ad esempio, tra un po’ faranno le primarie anche per decidere chi mandare al cesso per primo. Non vogliono rassegnarsi al fatto che il mondo di oggi metabolizza tutto molto più in fretta e che potrebbe benissimo andare avanti anche senza di loro. Tutto è in evoluzione, nuove forme di rappresentanza si creano e si dissolvono alla velocità della luce, la rete ha accresciuto enormemente ( e disordinatamente) la coscienza collettiva ed il potere di autodeterminazione dei popoli, almeno di quelli che la frequentano: chi preferisce restare pecorella nel gregge, libera di continuare a farlo: basta richiedere la tessera del partito dell’amore.
Lo dichiarassero, dunque, questo benedetto sciopero, e per mezza giornata mandassero tutti quanti a cagare: dai piccoli razzisti impauriti in camicia verde ai vecchi puttanieri rifatti col giubbotto della Russia ( non è che adesso si vuole far nominare zar? ), ai professionisti della politica del secolo passato. Voi ci siete, esistete, siete un’ enorme risorsa. Dobbiamo sforzarci tutti assieme di imparare a convivere, a capirci, a rispettarci di più pur nelle inevitabili diversità. Magari un giorno arriveremo finalmente anche noi ad avere un presidente giovane ed abbronzato: sempre meglio di uno vecchio ed imbalsamato!