domenica 31 gennaio 2010

Il bue prescritto e l'asino cornuto

E così adesso siamo anche costretti a sciropparci il bue che si mette a dare del cornuto all’asino. Una volta scoperta l’esistenza della Calabria grazie all’ultimo Reggina- Milan ( una certa Sicilia invece gliel’avevano già spiegata a modo loro gli eroici Dell’Utri, Cuffaro, Mangano, Schifani, per arrivare ai fratelli Graviano, e pare si siano anche piaciuti molto), papi ha infatti pensato bene di recarvisi personalmente per recitare l’ultimo megaspot elettorale con tanto di strizzatina d’occhio bipartisan ai leghisti in cappuccio bianco ed agli onesti impallinatori dei poveri extracomunitari. “ I reati aumentano a causa degli stranieri!” ha tuonato il bue sfoggiando la sua nuova chioma alla Jimmy Hendrix. Teoria interessante: in effetti molti di loro risulterebbero dei pericolosi criminali, peccato però che il reato del quale si macchino più di frequente è quello terribile di immigrazione clandestina. Lo stesso cioè che è stato ricamato su misura di tutte le paure così redditizie in termini elettorali dai leghisti in tonaca bianca, distinguibili dai veri attivisti del klan solo grazie al tanfo del “profumo Dur”. Sembra che il reato sia stato ideato dal figlio del mitico “Braveheart canottato” in persona, che l’avrebbe ricopiato nientemeno che da un articolo del giochino cult dell’estate leghista, l’indimenticabile “rimbalza il clandestino”.
Ma proprio mentre Chiavatar solletica il piloro del suo elettorato di riferimento, un’ autorevole (ed indipendente) analisi del “Global Agenda Council on Illecit Trade” inserisce inopportunamente il nostro immacolato paese al primo posto nel “G5” delle mafie di tutto il mondo. Disponiamo in pratica della malavita organizzata più potente del pianeta, per volume d’affari criminali seconda solo a quella inarrivabile degli Stati Uniti. Questa poco onorevole “special hit” ci vede davanti alla mafia cinese, alla “Yakuza” giapponese, alla mafia russa ed a quelle dei cartelli sudamericani. La buonanima di Mangano ne sarebbe orgoglioso, Putin invece sta schiattando dall’invidia e pare abbia chiesto a papi la restituzione del lettone e di quell’amato giubbotto del Kgb che gli conferiva un aspetto ancora più autorevole e minaccioso agli occhi di Bondi, Cicchitto e Capezzone. Oltre a trafficare in droghe di ogni tipo, armi, oggetti e medicinali contraffatti, rifiuti e prodotti chimici, questi gentiluomini trattano anche un articolo molto richiesto sul mercato, compreso quello nazionale: esseri umani. In pratica i moderni schiavi nell’era della globalizzazione. Proprio coloro cioè che secondo le camiciole verdi e nere con tanto di cappucci bianchi minaccerebbero al pari di un’orda barbarica i nostri sacri confini. Almeno fino al momento in cui non accettano di lavorare in nero, magari raccogliendo arance per dieci euro al giorno, vivendo stipati come bestie in ignobili gabbioni e privati di qualsiasi diritto, compresi quelli basilari di pregare e di incazzarsi (pena: una bella raffica di pallettoni salati sulle chiappe).
Insomma per contraddire i deliri dei nostri raffinati pensatori non serve neanche le politica, basterebbero il buon senso, i numeri ed un briciolo di umanità. La maggior parte delle denunce contro i cittadini stranieri riguarda il pericolosissimo reato di immigrazione clandestina: in pratica queste persone sono delinquenti per solo il fatto di esistere e perché così ha deciso la Lega, che da quando non può più prendersela contro Roma Ladrona essendone ormai parte integrante, in qualche modo deve pur giustificare la sua esistenza altrimenti inutile. Se poi andiamo ad analizzare i reati commessi da questi feroci criminali, l’unico nel quale sopravanzano i nostri onesti concittadini è la riproduzione illegale di audiovisivi (che poi ci compriamo noi stessi assieme ai RayBan ed alle borsette taroccate, risparmiandoci sopra pure un bel gruzzoletto di euro ), mentre per quanto riguarda spaccio, furto e rapine gli italiani risultano ancora saldamente in testa ad ogni graduatoria. Senza considerare che, ad esempio nel caso del narcotraffico, spesso gli stranieri sono solo l’ultima ruota del carro, mentre chi accumula miliardi possiede passaporto italiano, frequenta paradisi fiscale e magari beneficia anche di un graziosissimo scudo.
E allora il bue prima di cercare la pagliuzza negli occhi degli altri, dovrebbe andare a guardale le travi che si ritrova piantate dentro al suo cerone pluristratificato ormai da un paio di ere geologiche. Il suo amatissimo Cosentino, ad esempio, ha visto confermata la richiesta di arresto per concorso esterno in associazione camorristica nientemeno che dalla cassazione, e se fosse un normale cittadino oggi stesso se ne starebbe tranquillamente al fresco. Ma queste cose da Mastro Minzo e dall’insetto leccaculo di certo non le ascolterete mai. E le dimissioni? Ma per favore! L’hanno imboscato lì proprio per questo, così oggi invece dell’ora d’aria a Regina Coeli si gode le deleghe per il comitato interministeriale programmazione economica e per le frequenze radio tv.
Fantastico: anche di questo Mangano sarebbe orgoglioso, Borsellino magari un po’ meno, ma tanto lui è opportunamente saltato in aria già da un pezzo. Strano? Ma no: cosa aspettarsi da un signore che esulta se sfugge alla condanna in quanto corruttore semplice e dunque attenuato e prescritto “omnia secula seculorum”? Adesso di processi in arrivo ne ha almeno altri tre o quattro ( difficile tenerne il conto anche per Ghedini, che infatti gira sempre con il codice ed il pallottoliere sotto il braccio), ma non c’è da preoccuparsi perché è già pronta ad essere sparata l’ennesima raffica micidiale di leggine ad personam. Tra i suoi collaboratori poi, adesso che gli stanno pure indagando mezza famiglia per frode fiscale ed appropriazione indebita, non è che il quadro sia dei più rassicuranti. Di Cesare Previti e Dell’Utri ormai conosciamo vita morte e miracoli, Nicola Cosentino si gode in beata tranquillità il suo mandato di cattura per camorra, il ministro Raffaele Fotto, rinviato a giudizio per corruzione, turbativa d’asta ed interesse privato, rimane saldamente inchiodato alla poltrona: d’altra parte lui mica aveva l’amante. Così può dedicarsi alla compilazione delle liste della sua “Gnocca prima di tutto” da inviare al boss in vista dei prossimi festini al palazzo. Lady Moratti ha deciso di intitolare una via a Bottino nel giorno stesso nel quale pare l’ abbiano pizzicata assieme al suo staff per sperpero di denaro pubblico in consulenze inutili. Per non essere da meno, al suo fianco anche il leghista Castelli, mentre dicono che Maroni un tempo azzannasse nientemeno che i polpacci a membri di quelle stesse forze dell’ordine che oggi guida con piglio autoritario. Il Pio Formigoni, peraltro formalmente mai indagato, si impantanò anche lui nello scandalo “Oil For Food”, mentre molti dei suoi collaboratori inciampano uno dopo l’altro: da Marco Mazzarino De Petro a Prosperino Piergianni. Il governatore ne chiede le dimissioni e fa pubblica ammenda come capitato a Niki Vendola? Ma no, lui ovviamente si mette a strepitare contro la giustizia politicizzata: tutto suo papi. E della seconda discarica dello stato cosa dire? Ma niente di penalmente rilevante, ci mancherebbe. Solo che Ciancimino Jr. rivela come a suo tempo assieme a Cuffaro e Mannino fungesse da autista negli gli incontri tra due stimati galantuomini quali don Vito padre e Salvo Lima: il passo da quell’ambientino immacolato alla presidenza del senato nell’era di Chiavatar a quanto pare è lungo al massimo quanto una gamba di Brunetta.
Insomma di fronte a questo quadro desolante, disponendo della criminalità organizzata più potente del mondo e guidati da un ventennio da signore che ha collezionato più capi di imputazione, prescrizioni ed impunità delle champions vinte, si capisce perché i criminali di tutto il mondo facciano la fila per entrare qui da noi: in quale altro remoto angolo del pianeta infatti potrebbero trovare dei maestri ed una formazione professionale così qualificati?