venerdì 3 luglio 2009

I fiumi di porpora

Nel Piddì si registra un clima di grande fermento in vista dell’ormai prossimo congresso, e le mille anime del partito stanno cercando faticosamente di coagularsi tra di loro... Nel senso che si stanno tentando di arrestare con ogni mezzo i fiumi di sangue che sgorgano copiosi dalle segrete stanze democratiche. Si cementano nel frattempo alleanze il più estese possibile, ed a questo scopo la Serracchiani è stata posizionata a tempo indeterminato in un pilone della Salerno Reggio Calabria, l’unica autostrada al mondo concepita non per risolvere i problemi della mobilità, ma quelli della ‘ndrangheta. Si sperimenta poi una lodevole fusione delle culture originarie, i resti di alcune delle quali sono stati recentemente rinvenuti opportunamente disciolti nell’acido.
Il Piddì, come è noto a tutti, ha tante anime. Visto il numero dei morti e feriti sul campo, diremmo anzi che ormai ha più anime che militanti in carne ed ossa. In realtà si potrebbe sostenere che ogni singolo elettore del partito costituisce un’ anima: un'anima in pena.
Le notizie che giungono dal fronte ci dicono che ad affrontarsi saranno per ora Bersani e Franceschini. Fassino sta con Franceschini, D’Alema sta con Bersani. Follini, che dovrebbe stare con Franceschini, sta con Bersani, alla faccia dei Democristiani. Con Bersani non sta la Serracchiani, che va con Franceschini che è simpatico anche a Veltroni e, perché no, pure a Fioroni. Per questo motivo non ci sta D’Alema, che va con Bersani e dunque non con i democristiani, ma con i socialisti perché vorrebbe riaggregarsi ai comunisti. E i Rutelliani? Sono tutti filo-vaticani, perciò vorrebbero allearsi con i casiniani. Poi c’è la terza via di Chiamparino, ma c’è anche Bassolino e pure la Jervolino. E magari Ignazio Marino, che piace tanto anche al giovane Lingottino... Io penso che questa sarebbe la soluzione ideale. Perché il Pd può essere salvato solo da un uomo nuovo? No, perché il Pd può essere salvato solo da un chirurgo.
Con Marino torneranno in voga i temi della laicità: basta con le posizioni dominanti, quelle lasciamole a Papi che ne è un esperto, su certi temi ci vuole chiarezza: il popolo democratico si aspetta dei si e dei no. E a questo punto si registra l’intervento di Veltroni: “Io aggiungerei anche dei forse…” Il buon Walter, a cui tutti nel Piddì oggi vogliono di nuovo un gran bene, se ne esce ancora una volta fuori con la storia della vocazione maggioritaria, quella cioè che solo a sentirla nominare fa incazzare Prodi come una biscia. “Nel 2008 non è stata una sconfitta, abbiamo preso il 33%, un italiano su tre ci ha votato!”, rivendica orgoglioso. Peccato però che gli altri due abbiano votato per Papi. Pazienza, come si suol dire: con le nostre palle gli abbiamo mollato un bel calcione su quelle scarpacce col tacco, al nanetto infame.
Se con Marino si torna fortunatamente a parlare di laicità, si spaventano a morte i coraggiosi di Rutelli, che così vengono etichettati perché in effetti ci vuole un bel coraggio ad andare dietro a questo singolare esperimento di ex radicale riscopertosi clericale.
In casa Piddì, insomma la notte è buia e tempestosa, ma non tutto è perduto: Papi ha perso ogni misura e si è messo a fare una cazzata dopo l’altra. Alla fine, cari compagni, cari fratelli e care sorelle, vedrete: un'escort ci salverà!