lunedì 8 giugno 2009

Le banane di Balotelli

Coloro che a Roma hanno preso a bananate Balotelli sono dei deficienti, punto.
D’altra parte da un paese che premia nelle urne quei personaggi che più si distinguono nell’intossicare l’atmosfera con furori xenofobi cosa vuoi aspettarti di più?
Però qualche spunto di riflessione questa vicenda di piccolo razzismo da curva sud ha almeno il merito di fornircelo. Noi ad esempio siamo da sempre convinti che le persone vadano giudicate esclusivamente in base a comportamenti individuali, non certo al colore della pelle, alle inclinazioni sessuali, alla fede religiosa, alle idee politiche, alla forma del naso, al numero di scarpe e così via…
Detto ciò, se prendere di mira Balotelli per la sua pelle scura è veramente da coglioni, spernacchiarlo per i suoi atteggiamenti da bulletto costituisce al contrario una lodevole iniziativa pedagogica. Stesso metro di giudizio ovviamente per gli sputi, le corna, gli insulti, le risse e tutte le altre poco nobili scene cui troppo spesso ci tocca assistere nei nostri amati campi di calcio.
Forse sarebbe ora che questi personaggi pubblici si rendessero conto di essere un modello per migliaia di persone, spesso molto giovani e sensibili al loro fascino, e venissero invitati a partecipare a qualche corso accelerato di bon ton. Nel caso specifico, il ragazzone nerazzurro andrebbe precipitosamente spedito da Moratti in ritiro presso qualche collegio svizzero, che sia dotato però anche di un ottimo barbiere.
Non volendo soffermarci ulteriormente in predicozzi moralisteggianti, ci limitiamo a questo punto a rispedire metaforicamente al mittente le banane romane, sperando che vengano impiegate in modo più proficuo ed in luoghi più idonei dagli incauti mandanti. Mi dichiaro però fin da ora preventivamente colpevole di una sonora, civica pernacchia nel caso remoto mi imbattessi casualmente in Balotelli. Al quale tra l’altro farei anche osservare, se nel frattempo non mi avesse ancora fracassato tutti i denti, che a lui per primo spetta l’onere di mostrarsi all’altezza di quel meraviglioso colore di pelle che Madre Natura gli ha generosamente regalato.