mercoledì 10 giugno 2009

La rossa purpurea di Arcore

Il recente passaggio elettorale ha fatto emergere alcuni appassionanti temi nel dibattito internazionale.
Ad esempio, cosa cazzo ci saranno andati a fare in Europa De Mita e Mastella? Che gli elettori campani, stanchi di riciclare rifiuti di tutto il continente, stiano iniziando ad inviare al mittente quelli loro?
E il successo dei leader conservatori sarà stato determinato dalla crisi o dal fatto che Papi aveva promesso loro di portarsi dietro una vagonata di veline? E che cosa passerà per la testa del Silvio, sparito da ogni teleschermo dopo la cocente mazzata del mancato plebiscito? Ha dato buca perfino a Bruno Vespa, trattandolo come una povera letteronza da strapazzo, come mai si era permesso in precedenza!
A chiarirci questo angoscioso dilemma ha provveduto fortunatamente la Brambilla. La rossa ha infatti testimoniato in diretta Tv di essere stata due intere giornate ad Arcore con Papi, e la cosa non ha sorpreso nessuno: non per niente se l’è fatta… Ministro. Stupefacenti invece i particolari fornitici da Michela: secondo lei il premier avrebbe impiegato il suo tempo da perfetto presidente architetto progettando nuovi alloggi per i terremotati. Tutti ovviamente dotati di finte nuraghe, piantagioni di cactus e vulcano eruttante stile Villa Certosa.
Ieri sera gli italiani hanno potuto assistere ad un'istruttiva puntata di Ballarò. Da una parte c’era l’ultima spiaggia del Piddì, dall’altra l’ultima ministra del Papi. La quale, come sempre le capita davanti alle telecamere, ha passato tutta la serata a urlare, sbraitare, sbuffare strabuzzando gli occhi ed agitandosi su di una sedia divenuta bollente. Ad un certo punto, atterriti dinnanzi al teleschermo, abbiamo tutti precipitosamente mandato a letto i bambini, aspettandoci ormai solamente di iniziarla a sentire parlare in aramaico antico con il timbro di voce di Ignazio La Russa.
Ad uno spettacolo di così autentico furore gli spettatori di tutto il mondo avevano assistito solo tre volte prima d’ora: la prima con Regan, la celebre adolescente dell’esorcista, dinnanzi al malcapitato sacerdote; la seconda con Fabrizio Cicchitto stuzzicato da un sarcastico D’Alema che gli ricordava il suo percorso politico (dalla sinistra lombardiana al grande partito della destra europea, passando per Hammamet); la terza con Bondi dinnanzi a San Franceschini, il quale gli faceva ingenuamente osservare che il problema di Papi non è Noemi ma tutte le balle che spara di continuo.
Fabrizio Cicchitto, Bondi ed ora la Brambilla: ogni volta che un esponente del Gdl si trova innanzi ad uno del Piddì inevitabilmente perde la testa ed inizia a dar fuori di matto... A dimostrazione di quale sia in realtà in Italia il partito dell’odio .
La stessa ministra Berlusconiana, interrogata da un qualsiasi interlocutore su qualunque argomento, si limita ogni volta a ripetere ininterrottamente la stessa paginetta di propaganda scrittagli in fretta e furia da Bonaiuti e mandata a memoria prima del programma. Ieri però, di fronte ai numeri impietosi e veritieri della crisi snocciolati da madre Debora e da Epifani, trovandosi come sempre totalmente impreparata, è dovuta correre al cesso in diretta per telefonare ai superiori e chiedere spiegazioni. Una figura di merda cosmica. Se una scena del genere l’avesse fatta uno studente ad un qualsiasi esame sarebbe stato bocciato senza possibilità di scampo. Lei, invece, fa parte del governo della repubblica.
Interessante notare infine la mutazione antropologica dei leghisti: dai personaggi pittoreschi delle origini, i vari Obelix Boso, Calderoli, Borghezio e così via, siamo passati ora ai giovani bellocci e perfettini con l’aria impeccabile dei manager di Publitalia in cravatta verde. Peccato però che poi, inevitabilmente, inizino pure a parlare… Nella sostanza, si tratta solo di uno dei segni della mutazione genetica da partito di protesta a partito di poltrona. Frequentando Mediaset da tempo questi leghisti romanizzati devono aver capito perfettamente che ciò che conta non è infatti la sostanza, ma solo l’apparenza. Così ad esempio tagliano i fondi alle forze dell’ordine, e poi la sparano grossa dichiarando di aver risolto il problema sicurezza con le ronde padane e con un paio di carrette ributtate nel Mediterraneo. Tanto i tonni abboccano sempre. A quanto pare non solo in fondo il mare, ma anche nelle cabine elettorali…