giovedì 11 giugno 2009

Alla ricerca del quorum perduto

Ci mancavano solo ‘sti referendum!
Va bene che il quorum non sarà mai raggiunto perché a votare ci andrà solo il venti percento dei parenti di Mario Segni, però coscienza civica fa si che qui ci si ponga almeno il problema.
Cosi, per par condicio, esponiamo cinque validi motivi per andare a votare si ed altrettanti per votare no(oppure astenersi).

Motivi per votare SI

1 Metterlo nel sedere (metaforicamente) alla Lega
2 Fare altrettanto con tutti quei cespuglietti spinosi che tanto hanno fatto incazzare il povero Prodi. E che hanno dato un contributo determinante alla milionesima resurrezione del Papi
3 Dare una picconata alla attuale legge elettorale, varata in fretta e furia dalla destra perché gli conveniva e definita dal suo stesso ideatore una porcata
4 Ridare vigore all’istituto referendario, che a forza di mancati raggiungimenti del quorum da strumento fondamentale di democrazia diretta finirà per diventare un piccolo elemento folkloristico
5 Tutto sommato anche per solidarietà al Piddì, per sostenere i timidi tentativi del povero Fini di allentarsi un pò il guinzaglio ed infine per compassione nei confronti di quello sfigato di Segni, che dal giorno dopo verrà nuovamente rinchiuso nella gabbia in attesa del prossimo referendum.

Motivi per votare NO, oppure ASTENERSI

1 Metterlo nel sedere (sempre metaforicamente) al Papi, che in caso di bipartitismo finirebbe al governo per altri due secoli
2 Una legge elettorale, anche se è una porcata, non si cambia a colpi di referendum. Dovrà pensarci il parlamento, se ne è capace (cioè se fa comodo a Calderoli)
3 Il premio di maggioranza al partito principale è un evidente forzatura del sistema bipolare e finirebbe per mortificare del tutto il valore delle coalizioni. Rischierebbe inoltre di far nascere governi di minoranza, qualora non venisse introdotta una soglia di sbarramento significativa
4 L’assetto politico Italiano è troppo frammentato per essere ingabbiato in un bipartitismo perfetto.
5 Si rischierebbe in definitiva ancora più di oggi di ritrovarsi con milioni di cittadini esclusi da ogni forma di rappresentanza parlamentare.

Partendo dal presupposto che i primi due punti delle rispettive liste, se realizzabili, farebbero la felicità di milioni di italiani, trovare la soluzione giusta al dilemma risulta un vero e proprio rompicapo.
Al quale noi proponiamo tre possibili vie d’uscita:

1 Non andare a votare e metterlo direttamente nel sedere (metaforicamente) al primo leghista che capita a tiro
2 Andare a votare si e poi frantumare la scheda in tanti pezzi rigorosamente distribuiti in maniera proporzionale, con premio di maggioranza a chi riesce ad ingoiarli tutti quanti
3 Andare a votare no e poi buttare le chiavi della gabbia di Mario Segni, così che in futuro non ci scassi più le balle con questi referendum della minchia.

Cosa faremo noi? Ebbene... Sì, andremo a votare e daremo il nostro assenso. Tanto il quorum ce lo scordiamo e come troppo spesso ci capita di recente, torneremo a casa pronti a prendercelo per l’ennesima volta nel sedere… Non metaforicamente.