domenica 14 giugno 2009

Non è un paese per vecchi

Reduce dalla cocente delusione elettorale e dalla denuncia di un tentativo di complotto internazionale ai suoi danni, il leader del Gdl attende con comprensibile ansia mista a desiderio di rivalsa l’ormai prossimo incontro ufficiale con Obama. E poco importa che il suo invito sia giunto in coda a quelli di tutti gli altri leader del pianeta, compresi il grande capo degli uomini rossi ed il santone degli Yanomami.
Per la grande occasione diplomatica, il cerimoniale statunitense è stato preparato nei minimi dettagli.
Silvio Berlusconi dovrà imbarcarsi fin dal nostro paese indossando un cappellone ben calato sulla fronte, occhiali scuri ed impermeabile, in modo tale da risultare irriconoscibile... E, possibilmente, evitando di imbucare sul volo di stato Apicella, ballerine con nacchere e veline.
L’aereo verrà quindi fatto atterrare nel deserto del Nevada, in quella stessa Area 51dove, prima di Papi, pare siano sbarcati solo gli alieni. Ad attenderlo ci sarà uno scassatissimo taxi, guidato da un rasta giamaicano e dotato di vetri opportunamente resi fumè da stratificazioni multiple di catrame frutto di decenni di appassionati cannoni.
All’arrivo a Washington, il taxi verrà fatto entrare alla Casa Bianca dalla porta di servizio. A Silvio Berlusconi sarà quindi riservato l’appartamento di rango più elevato: la soffitta.
Scartata da Obama la prestigiosa opportunità di una colazione di lavoro, il nostro premier verrà quindi invitato ad un caffè di lavoro... In pratica, gli sarà fornito un gettone con cui potrà rifocillarsi al distributore automatico riservato all’impresa di pulizie.
Quindi, l’atteso incontro con il presidente. Il quale, ben informato dall'efficace diplomazia statunitense, provvederà a lasciare a casa le figlie minorenni e la moglie, nel timore di inopportuni pizzicotti sul sedere.
Obama confermerà quindi che la collaborazione con il capo del governo di Roma sarà per lui preziosissima, e tanto per dimostrarlo gli chiederà di iniziare con il lucidargli l’argenteria.
La conferenza stampa verrà poi annullata su richiesta della delegazione italiana, terrorizzata dal fatto di mettere di fronte a Papi i giornalisti del Pais, dell’Economist, del Financial Times e di Sky.
Nella serata il premier verrà rispedito a Villa Certosa direttamente con lo Shuttle.
Nella notte, deluso per i modesti risultati della sua visita ufficiale, Papi inviterà a farsi una birretta con lui Putin, Gheddaffi e Topolanek.
Come diceva quella vecchia canzone? “Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo…”