domenica 23 agosto 2009

Le voci del padrone special edition: Ladroni per Agnelli

In queste torride giornate di fine agosto assistiamo con sincero stupore ad un fenomeno mediatico senza precedenti: tutta la stampa di Papino il Breve si scaglia infatti con inaudita ferocia contro i guai fiscali degli Agnelli, manco fossero paladini della sinistra e nemici giurati del pornopremier - possiamo garantire che nessuno tra noi vecchi compagnacci inguaribili si sognerebbe mai di tenere appesa al muro una foto dell’avvocato, al limite custodiamo gelosamente il nostro Berlinguer, o magari il più romantico Che.
Piuttosto assistiamo con curiosità ed una punta di maliziosa soddisfazione a questa guerra tra ricchi, a questo sputtanamento cosmico tra padroni, nella consapevolezza che, in cuor nostro, di certi peccatucci fiscali ne avevamo sempre conosciuta l’esistenza. La strategia che guida la stampa del gregge è poi spudoratamente evidente: distrarre l’opinione pubblica dagli scandali del pornopremier e dalla follie leghiste , ma soprattutto riproporre l‘antico alibi craxiano del “cosi fan tutti”, che in pratica corrisponderebbe ad un colossale, inaudito ed inaccettabile insabbiamento globale con successiva amnistia. Alla quale noi risponderemo, come sempre: COL CAZZO!

Leggiamo dunque gli ultimi titoli di Libero “ Esclusivo: prima puntata, i segreti di casa Agnelli. Seconda puntata, il testamento dell’avvocato. Terza puntata, Agnelli, il guaio è la servitù. Quarta puntata, la società occulta di Agnelli... E così via, picchiando come pazzi. Ma il meglio di sè lo da come sempre quel cagnaccio di Arcore di Feltri nel suo primo editoriale sul Giornale.
"..I neopuritani li attendiamo al varco e constatiamo che non muovono un dito per quanto sta avvenendo sul fronte fiscale. Il defunto avvocato avrebbe esportato e costruito capitali all’estero sui quali non sarebbero state pagate tasse. Sugli Agnelli che si sarebbero fischiati due miliardi di euro la sinistra non dice nulla (lo sostiene il dipendente di uno che si è creato sessantaquattro società off-shore, che ha fatto transitare miliardi di lire in fondi neri, 21 dei quali per il suo antico mentore Craxi, altri usati ad esempio da Cesare Previti per “comprarsi” i giudici di Roma ed ottenere così la Mondadori, oppure per corrompere Mills)... Invece occorre indagare, processare, eventualmente condannare (aspettate, dobbiamo tenerci la pancia per le risate: sapete chi parla così? Il direttore del giornale di Papi, cioè Mister Universo dell’impunità, colui che ha messo tutti i suoi avvocati in parlamento per sfuggire ai processi e non farsi condannare, Mister Prescrizione, il Signor Lodo, il Principe delle Leggi Ad Personam... Complimenti Feltri, hai vinto il primo premio universale “Faccia come il culo”!). Questo è lo stile che si impone. Perchè non viene adottato anche contro le birichinate del premier? (perché il premier troverà sempre il modo per non farsi processare, semplice). Fosse appurato che l’avvocato non era quel gran signore lodato, ma un furfante, ci sarebbe da chiedersi perché in Italia i progressisti considerino meno grave rubare (consideriamo gravissimo rubare, soprattutto se lo fa un primo ministro!) che toccare il sedere a una ragazza a cui va a genio farselo toccare… Inoltre bisognerebbe spiegare ai compatrioti come sia possibile prelevare da aziende quotate in borsa montagne di quattrini neri, e portarseli via senza commettere reato di falso in bilancio.." (perché non chiedi delucidazioni al padrone, che in materia di falso in bilancio era talmente esperto da aver preferito depenalizzarselo per legge?)”

...Insomma, Feltri è finito nelle sabbie mobili, per non dire di peggio. Giustissimo che se gli eredi Agnelli avranno da scontare condanne giudiziarie ciò avvenga, ma vogliamo ad andare a spulciare le famose “birichinate” (definizione di Feltri) di Papino il Breve?
Dunque, parliamo di un un anziano signore la cui lista di guai con la giustizia è più o meno la seguente: due amnistie (falsa testimonianza sulla p2 e fondi neri sull’acquisto di Villa Macherio), sei prescrizioni (All-Iberian 1, finanziamento illecito, All Iberian 2, falso in bilancio, fondi neri caso Lentini, falsi in bilancio Fininvest 1998-1992, falsi in bilancio per i versamenti a Squillante, corruzione giudiziaria Mondadori), un proscioglimento per aver depenalizzato con leggi ad personam il suo stesso reato(falso in bilancio Fininvest), tre assoluzioni dubitative (corruzione guardia di finanza, fondi neri Medusa, corruzione Sme-Ariosto), una archiviazione a Milano per traffico di droga, due archiviazioni per concorso in stragi, sei archiviazioni a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio, tre processi in corso (Telecinco a Madrid, corruzione giudiziaria per Mills, già condannato, processo sospeso dal Lodo Alfano, fondi neri sui diritti Mediaset). Il tutto senza contare le condanne dei suoi più stretti collaboratori: corruzione per Cesare Previti (utilizzando soldi Fininvest, quindi chissà a vantaggio di chi corrompeva...), concorso esterno in associazone mafiosa per Dell’Utri, corruzione ancora per Mills.
Insomma, di fronte ad un simile apocalittico quadro giudiziario, i peccatucci fiscali degli Agnelli appaiono come i misfatti di un ladruncolo di merendine al cospetto di quelli di Al Capone.
Fossimo in loro abbandoneremmo al più presto questo scivolosissimo terreno... Se non altro per far finta di volersi adeguare al tanto sbandierato garantismo della destra, in realtà da sempre applicabile solo al padrone ed al suo clan. Molto meglio dunque tornare ad occuparsi di mignotte, cari amici di Libero e del Giornale, materia che il pornopremier, del resto, gradisce moltissimo e maneggia con estrema maestria.

In conclusione, questa guerra a colpi di porcate tra padroni non può che farci sorridere: vuoi vedere che ad andare in paradiso, alla fine, sarà davvero solo la povera, ma da noi sempre amatissima classe operaia?