domenica 30 agosto 2009

Il giornale dello sciacallo

“Abbiamo appena iniziato a caricare i fucili”, minaccia truce il novello Carlos al soldo di Papi, e già oggi le colonne del Giornale hanno più l’aspetto di agghiaccianti fosse comuni in tempi di pulizia etnica che quello di normali pagine di un sia pur schierato quotidiano. Tra le righe insanguinate possiamo già riconoscere i poveri resti della famiglia Agnelli, di Ezio Mauro, di Dino Boffo, di Carlo De Benedetti, dei Moratti, di Antonio Di Pietro,di Dario Franceschini e dei centristi. Ma loro hanno appena cominciato….Il tutto seguendo l’antica ma sempre valida regoletta nazista: ne colpisci uno ( il padrone) ne ammazziamo dieci.
Ma questa volta a Kruger ed al suo mandante Papi il proiettile sembrerebbe proprio essere scoppiato in mano: la famosa nota informativa alla base della vomitevole diffamazione del povero Boffo ha infatti tutto l’aspetto di una vera e propria bufala, e riporta l’attenzione collettiva alle mai cessate attività di zelanti ed oscuri servitori dello stato, ma soprattutto di papino, intenti a raccogliere nell’ombra tonnellate di dossier- spazzatura da usare poi per quelle soffiatine a giornalisti compiacenti che tanto fanno felice il comune padrone.

Ma facciamo un passo indietro.

Nel 2006 gli agenti della Digos fanno irruzione in un appartamento di via Nazionale a Roma dove opera un certo Pio Pompa, ex comunista di quelli che tanto piacciono a papi, ora funzionario del Sismi. Fu assunto direttamente da Niccolò Pollari, generale della guardia di finanza scelto direttamente dall’allora premier ( si parla sempre di papi, ovviamente) . Nei cassetti, negli schedari e nei computer dell’appartamento in uso al funzionario dei servizi segreti la polizia ritrova appunti e dossier su politici, magistrati, imprenditori, giornalisti, dirigenti delle forze dell’ordine, oltre alle prove dell’attività di disinformazione svolta da Pompa, per conto di Pollari, facendo recapitare e pubblicare veline, perlopiù inattendibili, da giornalisti amici e compiacenti. Tra i quali l’allora vicedirettore ( ma guarda un po’!) di Libero Renato Farina, giornalista già in odore di servizi segreti. Pompa e Pollari si erano conosciuto tramite Don Verzè, il prete imprenditore del San Raffaele, da sempre legato indovinate a chi? Ma a Papi, naturalmente. Pompa si dimostra di una efficienza mostruosa nel mettere assieme dossier su dossier: naviga in internet, legge giornali si informa su tutto e tutti: insomma un vero e proprio spione coi fiocchi. Peccato che le notizie raccolte siano a volte attendibili, ma altre volte delle vere e proprie bufale. Del resto, in caso di pericolo, possono dimostrarsi molto utili anche quelle. Intanto l’attenzione delle forze dell’ordine si concentra su un appunto anonimo datato 24 agosto 2001 in cui ci si propone di “ disarticolare con mezzi traumatici” l’opposizione al governo Berlusconi ( ma a questi qui piacciono davvero tanto le campagne d’autunno). Citiamo testualmente dalle pagine di “Mani sporche” ( ed Chiarelettere) “ Chi legge ha la sgradevole sensazione che tutto quello che è accaduto nei cinque anni del centrodestra sia stato pianificato a tavolino: dalla guerra ai magistrati e ai giornalisti scomodi, alle leggi ad personam per bloccare i processi, fino alle calunnie contro l’opposizione a colpi di commissioni vergogna come la Telekom Serbia e la Mitrokin”
Insomma, un vero e proprio manuale su come “disarticolare”, “ neutralizzare”, “ridimensionare”, “dissuadere” i nemici di Papi. Un vero e proprio progetto paraeversivo a tutto vantaggio di chi adesso piange ogni giorno in diretta a reti unificate contro un ipotetico piano eversivo messo in opera chissà da chi ( magari da un manipolo di mignotte assatanate di potere?) ai suoi poveri danni.
La storia a quanto pare si ripete: stiamo assistendo infatti ad una massiccia campagna di diffamazione contro tutti i nemici,veri e presunti, di papi e del suo sistema di potere, portata avanti dai media di sua proprietà e da giornalisti ( sempre gli stessi) alle sue dirette dipendenze, e basata su documenti e dossier di oscura provenienza e dubbia attendibilità. In sostanza, se la famosa nota informativa non accompagnava affatto, come riferito da Carlos, la sentenza del giudice di Terni, allora si tratta di una bufala, e le notizie giunte all’attenzione del giornale, vere o false che siano, non possono che apparire come il frutto avvelenato di un lavoretto sporco con conseguente soffiata .
Papi insomma, oggi come allora, è tranquillo e convinto di tenere tutto il paese per le palle. Troveremo mai qualcuno in grado di dare finalmente una bella strizzata di coglioni anche a lui?