lunedì 21 settembre 2009

Ansia da prestazione

L’ansia da prestazione, è cosa nota, genera brutti scherzi: pressione alta, tachicardia, insonnia, sudorazioni profuse ma soprattutto, ed è la conseguenza più temuta, impotenza.
In particolare, di questi tempi molto diffusa a destra nella sua variante giornalistica, l’Impotentia titolandi. Stiamo parlando di una fastidiosissima patologia che colpisce numerosi redattori, ma soprattutto i direttori dei giornaletti assassini di papi, bramosi come non mai di appagare la bulimia narcisista e paranoide del padrone. In questa foga da eccesso di zelo leccaculo fino ad ora i danni per la causa sono stati sicuramente superiori ai benefici, basti pensare che nel tritacarne di Freddy Krueger sono finiti nientemeno che il Vaticano e Gianfranco Fini, due entità che con il comunismo c’entrano quanto papi con la democrazia: un cazzo. E ci fa perfino tenerezza il povero Beldidietro, costretto ad arrancare dietro all’illustre e cattivissimo predecessore ed esposto per questo ad incidenti di percorso degni di un principiante, tipo la polemichetta fuori luogo e fuori misura con il presidente della Repubblica: “Napolitano fa aspettare anche i morti”: ma non diciamo cazzate, Beldidietro!
D’altra parte il linguaggio e lo stile della destra pecoreccia che la sorte beffarda ci ha riservato sono questi, c’è poco da fare: perché sforzarsi infatti di rivolgersi ai cervelli, correndo il rischio perdipiù di non essere capiti, quando è invece così semplice interloquire con le panze? E allora sotto a chi tocca: “Elite di merda”, “Andate a morire ammazzati”, ”Ridicolo, vergognoso, tornatene nei ranghi”, “Ti faccio secco con un dossier a luci rosse”, “Veronica velina ingrata”, “Golpisti, eversivi, malfattori, farabutti, coglioni…”, e così via, con toni e contenuti al confronto dei quali Alvaro Vitali sembra il Manzoni.
Il tutto poi, come ad esempio nel caso del Puffo socialista cacciatore di fannulloni, aggravato dall’atavico complesso di inadeguatezza dei tappi, che li porta ad essere rancorosi e perennemente ossessionati dall’ansia di dimostrare che almeno loro ce l’hanno mooolto più lungo. Lo show dell’altro giorno, di fronte ad una folla in pieno orgasmo da delirio paranoide e populista, è stato un piccolo manuale di psicopatologia di una massa. Il livore e l’astio che sprigionano da quel bonsai fascistoide può essere spiegato infatti solo applicando i principi della psicoanalisi... Oppure, più semplicemente, con l’anatomia: non sarà infatti che, come cantava il grande De Andrè, queste persone sono carogne perchè hanno il cuore troppo vicino al buco del culo?