mercoledì 2 dicembre 2009

Monster parade 24

5
IL PERFETTO ELETTORE DEL PD

Consentitemi una volta tanto una piccola nota autobiografica: chi vi scrive si identifica totalmente con il profilo del perfetto elettore democratico.
Non mi sono mai lasciato suggestionarie dall’utopia comunista, avendone valutato per tempo il terribile impatto sulle condizioni di vita dei popoli che l’ hanno sperimentata sulla loro pelle. Per questo ho salutato con grande fiducia la svolta della Bolognina e l’approdo verso gli orizzonti di un più realistico socialismo riformista. Ho vissuto con passione militante la crescita e le mutazioni del nuovo partito, sostenendo nel mio piccolo con lealtà tutti i segretari che si sono succeduti: da Occhetto a D’Alema, da Veltroni fino ad arrivare a Piero Fassino. Ho vissuto intensamente la stagione dell’Ulivo, lodevole tentativo di allargare la coalizione al riformismo proveniente dalla tradizione del cattolicesimo solidale, ed ho ovviamente gioito per i successi elettorali di Romano Prodi, un ottimo primo ministro frustrato solo dalla litigiosità delle sue ristrette maggioranze.
Ho prima auspicato poi atteso con ansia la nascita del partito democratico riponendo grande fiducia in Walter Veltroni prima, Franceschini dopo.
Insomma, mi ritengo il prototipo dell’ elettore democratico perfetto.
Per quale partito voterò dunque alle prossime regionali?
Ma per l’Italia Dei Valori, ovviamente.
Considero quello mio un voto in libera uscita: tutti quanti sogniamo di invecchiare e poi morire nella nostra casa d’origine. Ma, soprattutto dopo aver ascoltato Violante e Letta, ciò che mi sento di rimproverare ai miei ex dirigenti è di aver aggiunto alla sigla Pd una elle di troppo…

4
NON CI RESTA CHE PIANGERE

Continua la lunga stagione della politica a luci rosse: ad essere coinvolto di nuovo il presidente della camera. Ma questa volta non c’entrano nulla i dossier monnezza di “ Libero” e del “Giornale”. I dirigenti del Piddi sono infatti in pieno panico: loro fanno di tutto per essere carini con papino, ma quel mandrillone di Gianfranco ad uno ad uno gli sta fottendo tutti gli elettori…

3
IL POETA DI CORTE

Sandrino, commuovente come sempre nella difesa del Signore, ci ha somministrato impietosamente la solita barzelletta sulle persecuzioni dei magistrati politicizzati, alla quale orami credono solamente lui, Violante e Napolitano. Infatti il presidente della camera, intervenuto in diretta, neanche si è degnato di commentare. Poi ha difeso a spada tratta il processo breve, portando come esempio di vittima innocente della macchina giudiziaria nientemeno che Marcello Dell’Utri, cioè un condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Sarà, ma papino ed i suoi non ci hanno mai dato l’impressione di essere così ansiosi di farsi processare velocemente per dimostrare la loro non colpevolezza, casomai il contrario. E se adesso vogliono inventarsi questa nuova porcata è perchè sanno benissimo che così i loro processi non saranno brevi: saranno finiti

2
IL GREGGE SENZA MEMORIA

Bruno Tabacci è uno che quando parla raramente dice cose banali. Ieri sera il poeta cortigiano ha provato a proporcelo quale esempio di politico brutalizzato dai magistrati forcaioli. Insomma la solita minestrina riscaldata che la propaganda del padrone ripete ossessivamente da vent’anni ed alla quale ormai credono solo i dirigenti del Pd . Per fortuna non così il presidente della camera ed il buon Bruno, che papino lo conoscono bene per averlo frequentato a lungo, e dunque ora lo evitano con cura: proprio come quel famoso virus di cui tanto si parla, insomma. Tabacci con grande dignità democristiana (la stessa che sfoggiò anche Giulio Andreotti), ha specificato che quelli come lui si sono difesi NEL processo, e poi ha ricordato a questo paese smemorato che nel ‘94 in piazza starnazzavano in prima fila i fascisti con le monetine ed i leghisti con i cappi. Ma soprattutto c’era papino con le sue televisioni schierate compatte al fianco dei giudici di Milano, Emilio Fede e Feltry Kruger (dalle colonne dell’Europeo) in testa. Certe cose è bene non dimenticarle: colui che voleva nominare Di Pietro ministro dell’interno, capo della polizia e numero due di Forza Italia indovinate un po’ che era? Il buon Tonino però per sua fortuna rifiutò: da bravo Pm conosceva bene i criminali…
Così come occorre ricordare ( e nel blog lo documentiamo) che il primo giornale a sbandierare ai quattro venti che papi era mafioso non fu “Repubblica”, ma nientemeno che “La Padania”. Chissà come è andata a finire la querela…
Insomma bravo Tabacci: non meritavi di fare quella fine. Di andare sotto processo? No di finire con Rutelli..

1
L’AMICO DEI DITTATORI

La domanda giusta non è perché riesca a frequentare solo personaggi come Topolanek, Putin e Gheddy, oltre ad alcuni emiri che condividono con lui la passione per gli harem. La domanda giusta è: ma come cazzo gli viene in mente ad on onesto dittatore come Lukashenko, che magari paga pure qualche tassa e non frequenta escort e mafiosi, di farsi vedere in giro accanto ad uno come lui?