venerdì 4 dicembre 2009

La Spatuzza nell'occhio

Dopo il commuovente Sandro Bondi di Ballarò, ieri sera è stato Tarak Ben Ammar a garantire personalmente per l’amico papi: tutte lacrime versate inutilmente. Loro infatti lo conosceranno anche bene, ma la stessa cosa si può dire di Gianfranco Fini, cioè di colui che l’ha paragonato ad un aspirante monarca assoluto in delirio da impunità (praticamente ad un pazzo), e di quella Veronica Lario che lo definì pubblicamente un insano erotomane, frequentatore di minorenni a caccia di scorciatoie per facili carriere. Certo, comprendiamo perfettamente che uno come Sandrino conosca papi ancora più intimamente della sua signora, ma quello che ormai tutti il mondo (tranne il gregge) pretende dal leader di una (ex) importante democrazia occidentale non sono le pacche sulle spalle interessate dei servitori, degli innamorati e dei vecchi soci in affari, sono le sentenze definitive.
Davvero singolare poi questo caro amico tunisino, che si va ad aggiungere alla lista dei vari Putin, Gheddy, Bush & co., e che sbandiera ai quattro venti i suoi grandi affari con le major in mano agli ebrei, e subito dopo il finanziamento della causa palestinese con i soldi di Craxi ( ed anche di papi?): chissà cosa ne pensano il governo israeliano e quello americano. E poi c’è ancora chi si stupisce se papi ormai lo frequentano solo dittatori ex ufficiali del kgb e beduini. L’amico produttore ci ha poi spiegato come sia normale, e forse anche legale, che gli imprenditori ricorrano a società più o meno di comodo sparse nei paradisi di tutto il mondo per non versare tasse nel proprio paese. Comportamento legittimo, forse, ma assolutamente disdicevole per un multimiliardario che incidentalmente è anche presidente del consiglio di quel paese al fisco del quale occulta da sempre i propri capitali, salvo poi depenalizzarsi opportunamente il reato di falso in bilancio. Ma d’altra parte quelli che si comportano così lui li premia con lo scudetto fiscale, per poi completare l’opera dichiarando moralmente lecito non pagare le tasse ai poveri pecoroni che ancora gli credono, ed ai quali promette da vent’anni che entro un secolo le ridurrà. Altro che lotta alla mafia, dunque: un regalo dopo l’altro! Cosi le tasse, in questo paese dal debito pubblico mostruoso, finiscono per ricadere tutte sul groppone degli unici che le pagano per davvero: lavoratori pubblici e pensionati, oltre a qualche altro sfigato onesto di buona volontà. In pratica tutti quei maledetti comunisti fannulloni che dovrebbero sempre sorridere per contratto. Scusali, Brunetta, se invece ogni tanto gli girano le palle. In fondo anche il ministro craxiano bonsai non è sempre così di buon umore, visto che non perde occasione per mandare “ ammorì ammazzata” la “sinistra di merda”, i “cineasti parassiti” e tutti i “maledetti fannulloni ed anche i poliziotti panzoni”. Davvero un mostro di gentilezza. Anzi, un mostro e basta.

Oggi, colpito a morte nel suo onore da Spatuzza, papi rivendica assieme ai suoi trombettieri cortigiani che nessun governo ha fatto altrettanto per la mafia: a favore, forse? Sostengono, in maniera vagamente onirica, di arrestare otto mafiosi al giorno: calcolando diciotto mesi di governo, cioè circa cinquecentoquaranta giorni, fanno più di quattromilatrecentoventi mafiosi arrestati! Cifre in libera uscita, un po’ come i suoi sondaggi, insomma. In realtà questo è il governo dello scudo fiscale e dei mille condoni, dell’eroe Mangano, degli appalti miliardari del ponte sullo stretto, della candidatura alla regione Campania di un politico onorato di mandato d’arresto per camorra, dei beni confiscati ai mafiosi e generosamente restituiti con una semplice asta, delle troppe depenalizzazioni, della prescrizione breve e chi più ne ha più ne metta. Bisogna riconoscerlo, papi ha davvero fatto tanto: baciamo le mani..