mercoledì 30 dicembre 2009

Botti di capodanno

Botto musicale: Tutto ci saremmo aspettati nella vita tranne di riscoprirci un giorno in piena sintonia con la seconda discarica dello stato. In effetti mai come oggi appare drammaticamente evidente che la fonte dell’odio e della violenza sociale sia costituita sopratutto dalla rete. Ci riferiamo anche all’istigazione al suicidio, cioè quel sentimento che ha accomunato migliaia di povere menti indifese (compresa quella di chi vi scrive) nell’ascoltare la canzoncina di Natale di una Noemi Letizia pateticamente agghindata con una coroncina bianca sul cranio: sarà per caso lei la futura reginetta di sua maestà Belpietro ? La povera ragazza, sfoggiando una vocina a metà strada tra una gracula e quella dell’ex direttore del “Giornale” Mario Giordano, oltre a causare danni irreparabili a milioni di incolpevoli tube di Eustachio, ci ha incredibilmente portati a solidarizzare una volta tanto perfino con papino: se queste aspiranti veline devono flagellarci così i timpani, molto meglio spedirle all’europarlamento!

Botto incappucciato:Piena legittimazione ha avuto in questo periodo anche un’altra teoria che spopola nel gregge. Secondo le menti più raffinate del centrodestra ( il Gabibbo e Lando Buzzanca) infatti, la martellante produzione industriale di porcherie provenienti dalle “ Fabbriche dell’odio” sarebbe in grado di scatenare nientemeno che atti di follia latente in menti disturbare e psicolabili. A dimostrazione di ciò, nel bel mezzo della sede più istituzionale della repubblica un pazzoide esaltato si è spogliato del suo cappuccio da venerabile ed ha vomitato in faccia ai malcapitati colleghi sproloqui, deliri ed odio millenario in quantità industriale, legittimando così pienamente la proposta di ridurre il numero dei parlamentari. Difficile però trovar loro posto: le carceri gia così sono tutte strapiene....
Per fortuna ci ha pensato il mite Sandrino travestito da Tartaglia a mettere le cose al posto giusto, e così al segnale convenuto sul volto di papi sono comparse le stigmate: da noto pluriiquisito, frequentatore di escort, corruttore semplice ed amico dei mafiosi si è trasformato in Cicciolino, il leader dell’amore.
Come primo atto il nuovo Gandhi di Villa Certosa ha promesso che chiuderà le peggiori “fabbriche dell’ odio e del fango”. Terrorizzati per il loro posto di lavoro, Feltri, Belpietro e Signorini sono saliti di corsa a protestare sopra un tetto…

Botto sinistro:In questi ultimi sei mesi tutto ciò che si poteva sperare accadesse per azzoppare una volta per tutte Cicciolino si è puntualmente verificato, da Mills alla D’Addario, da Spatuzza al Lodo Alfano. Peccato però che i suoi sondaggi godano di ottima salute, mentre l’opposizione annaspa distratta dai suoi hobby preferiti: la guerre fratricide e la ricerca del “Sacro Graal” delle riforme inciciuzionali (in pratica: il salvataggio delle chiappe dell’amore). Dobbiamo perciò avere il coraggio di ammettere che esiste, dai tempi dell’implosione del Pci, un enorme problema irrisolto di rappresentanza politica e sociale. Facciamo un piccolo esempio concreto. I “cinepanettoni” saranno anche delle cagate pazzesche ( per usare un linguaggio alla Fantozzi) , però li vanno a vedere milioni di persone “normali”. Fargli sapere che li consideriamo dei sottosviluppati mentali non mi sembra il modo migliore di relazionare con la cosiddetta società civile (in pratica, tra di noi). Papi queste cose le conosce alla perfezione, e almeno dai tempi di Caligola nessuno maneggia altrettanto bene la tecnica del “Panem et circenses”, grazie alla quale tiene questo paese “amorevolmente” sotto i suoi tacchi rialzati da vent’anni. Arco temporane durante il quale le curve degli stadi si sono colorate quasi tutte di nero, i raduni di Pontida di verde, i multiplex sono finiti sotto la tutela esclusiva di Sandro Bondi, mentre le mitiche casalinghe di Voghera ed i loro mariti vegetano ipnotizzati dal verbo di Mastro Minzo, Emilio Fido, del grande fratello e da Milan- Inter, ovviamente solo su Mediaset Premium. E così mentre qualcuno si rifugia dentro un cinema d’essai per assistere all’opera omnia del maestro Ejzenstejn in lingua originale sottotitolata in aramaico antico ( non capendoci una mazza ma sentendosi molto gratificato), un vecchio attrezzo del peggior Craxismo diventa il ministro più popolare della repubblica sparando follie post ideologiche contro le “elite di merda” e i cineasti parassiti e comunisti.
Poi accade il miracolo. Un popolo viola scende in piazza nel nome della democrazia, della costituzione e del’uguaglianza tra cittadini: in pratica, tutto ciò che si apprestano a spazzar via grazie all’inciucio. I dirigenti del partitone freddo dunque schizzinosamente si astengono, anche perché le uniche manifestazioni alle quali si degnano di partecipare sono le loro.
Insomma il cosiddetto “paese reale”, questa misteriosa e sconosciuta entità che in pratica saremmo tutti noi, si colora sempre più di nero, di verde, di viola, di azzurro…qualcuno sa spiegarmi cosa cazzo aspetta la “sinistra” a ricominciare a passare qualche pennellata anche di rosso?

Botto latitante: “Repubblica” ha pubblicato un’interessante intervista a Claudio Martelli, uno dei tanti craxiani non rinnegati (onore alla coerenza), che però rispetto a quel groviglio inestricabile di cattivi umori, di odio, di rancori mai sopiti rappresentato dalla “premiata ditta dell’amore” Ferrara, Cicchitto, Bondi, Brunetta, Sacconi, Boniver ecc, appare ai nostri occhi un illuminato pacifista al livello di Martin Luther King.
Il sempre splendido Claudio ci onora di un quadretto intimistico della sua giovinezza: “Grazie a lui ( Bettino) feci un sano bagno di realismo: conosceva perfettamente la realtà internazionale e la storia italiana, apprezzava Garibaldi, Mazzini e rispettava Mussolini”. In effetti appaiono evidenti le assonanze tra l’eroe risorgimentale della “Giovine Italia” ed il Duce del fascismo, in particolare per quanto attiene alla concezione repubblicana dello stato, al taglio dei capelli ed alla cura della barba.
” La riabilitazione di Craxi è compiuta: di lui si ricorderà il coraggio, il decisionismo, la difesa dei popoli oppressi…”, e magari anche la condanna in via definitiva a dieci anni per corruzione e finanziamento illecito, più le svariate altre in primo grado oppure in appello. E qualche disfattista fomentatore d’odio non dimenticherà facilmente neanche i 150 miliardi di vecchie lire accumulati in conti esteri negli anni dell’esplosione di quel debito pubblico che porteremo sulle spalle per chissà quante generazioni ancora. Gli anni della “Milano da bere” insomma, o più verosimilmente: “da pappare”
Ma le frasi più interessanti arrivano alla fine dell’intervista: ” Berlusconi era amico di Craxi e lo elesse a suo leader politico”, ( per la serie: Cicciolino l’uomo nuovo), “ Ne ‘94 anch’io votai Forza Italia, era una scelta naturale: o di là o con coloro che avevano infierito su di noi cavalcando Mani Pulite”. Dovevano essere davvero molto confusi questi poveri compagni, visto che i più facinorosi ultras del pool di Milano se li era già imbarcati tutti il loro capo assoluto Cicciolino (dimostrandosi ingrato non poco con l’antico amico quando offrì a Tonino nell’ordine: ministero dell’interno, poltrona di n.2 di Forza Italia, sovranità sui servizi segreti). Ed infine “C’era un’amicizia con Berlusconi, ma ciò non mi spinge a condividere la scelta dei socialisti che ancora votano centrodestra”. Perfetto: cosa diavolo ci state a fare cari compagni con la destra più becera, più estrema, più populista, più xenofoba del vecchio continente? Ah già, l’odio anticomunista….. ma come: non eravate voi il partito dell’amore?