venerdì 16 ottobre 2009

Il fasciosocialista

Imbattersi ancora oggi un socialista (craxiano), impegnato a vomitare addosso al malcapitato di turno tutto il suo repertorio di odio antico e di acido rancore anticomunista, rappresenta un’esperienza assimilabile ad uno sgradevolissimo viaggio nel tempo. Più precisamente ci riporta a circa vent’anni fà, stesso livore, stesso schizofrenico e delirante vittimismo, stessi occhi strabuzzati fuori dalle orbite, stessa sgradevole bava alla bocca, medesimo manicheismo estremizzato fino all’ennesima siderale potenza: insomma, uno spettacolo per stomaci forti davvero inquietante. E’ come se questi compagni fossero stati pietrificati dalla catastrofe tangentopoli con l’espressione stravolta ben stampata su faccioni trasfigurati in maschere dolorose.
In questo senso ascoltare gli sproloqui del povero Sacconi a Ballarò (ma Brunetta, con i suoi comunisti da mandare ammorì ammazzati, piuttosto che Bondi, o magari Cicchitto sarebbero stati la stessa cosa) è stato davvero istruttivo.
Tanto per cominciare, l’orgogliosa rivendicazione dell’identità socialista, sbattuta in faccia al povero Lucio Villari accusato del più supremo dei mali (l’essere stato nientedimeno che militante comunista), ha rappresentato un classico e fantozziano scivolone su una buccia di banana, essendo il Villari in questione quello sbagliato. Ma si sa, uno scambio di persona a chi è accecato dall’odio più radicale può benissimo capitare, e questi qui, quando anche semplicemente immaginano di vedere rosso, si mettono a caricare come tori impazziti .
Se solo fosse stato possibile, ci sarebbe piaciuto chiedere al Maurizio furioso cosa ci sia da essere orgogliosi nell’essere passati dall’internazionale socialista al governo più di destra del vecchio continente, con l’aggravante di un’innaturale alleanza con giustizialisti duri e puri come gli ex camerati e gli xenofobi leghisti.
Il buon Sacconi dovrebbe ricordare infatti chi si esaltava maggiormente nel clima furiosamente antipolitico di quei tempi, chi erano coloro che tiravano monetine a Bettino al Raphael oppure sventolavano cappi in parlamento, chi impazziva ogni giorno dietro alle gesta di Antonio di Pietro e dei magistrati del pool di Milano ( Feltriii, dove sei, caro? Stiamo parlando anche di te, sai?). Ma ai compagni evidentemente oggi non conviene, stanno troppo bene col loro padrone per potersi permettere anche un briciolo di elementare buona memoria ed un semplice sussulto di dignità. Anche a Papi non conviene ricordare di quando lui per primo esibiva un cuore gonfio d’amore e di gratitudine per il Tonino nazionale, al quale tentò di rifilare via via le poltrone di ministro dell’interno, di numero due di Forza Italia e di capo della polizia: si trattava proprio altri tempi ! Sacconi probabilmente non se li ricorda molto bene: per loro definirsi di sinistra era un vezzo, un hobby, o magari una ciliegina sulla torta, diciamo. Oggi però vivono ancora nella falsa ma rassicurante e deresponsabilizzante visione manichea dell’universo, secondo la quale tutti ciò che è riconducibile al Pci appartiene alla storia della sinistra del male, tutto ciò che li riguarda rappresenta invece la sinistra del bene ( poi misteriosamente trasformatasi chissà come e perché in estrema destra). E così l’ultrà craxiano si è spinto in incauti accostamenti tra partito comunista, brigate rosse, sindacalismo deviato, terrorismo, vittimismo cosmico, denuncia delle minacce ricevute ( dimenticando, assai poco opportunament,e il pesantissimo tributo di sangue che la “sinistra del male” ha pagato al terrorismo rosso e nero, fino ad arrivare al povero D’Antona,opportunamente ricordato anche da Massimo D’Alema )
L’odio che queste persone riescono a riversare contro gli allora compagni comunisti non conosce confini né limiti, sicuramente li accompagnerà nella tomba e si estinguerà non prima di almeno dieci generazioni. Loro continueranno in eterno a delirare su complotti di giudici eversori, immaginati come braccio armato di un potentissimo partito comunista ancora oggi considerato perfettamente in vita e minaccioso. Dei reati ( cioè dei fatti) ovviamente non gli interessa, o meglio non gli conviene interessarsene, a partire dai tanti già accertati oltre ogni ragionevole dubbio. E Papi, con i suoi innumerevoli maggiordomi in servizio permanente effettivo nonché ben retribuito, a sua volta ci ripropone inesorabilmente le stesse cazzate da almeno quindici anni!
Ma la cosa interessante è osservare le reazioni del paese, queste si meritevoli di uno studio sociologico approfondito. Siamo passati infatti dal furore giustizialista e giacobino dei primi anni novanta, esasperato e diffuso soprattutto a destra e nelle aree più antistataliste del leghismo allora nascente, al menefreghismo ed all’affrancamento supino ed acritico con le tesi pseudogarantiste di oggi. Valide ovviamente solo per politici di destra e potenti, si intende: morti di fame e comunisti marciscano pure in galera o vengano ammazzati a colpi di dossier tossici dalla stampa del regime. I nemici di ieri sono oggi tutti schierati compattamente al fianco di Sacconi, insomma. E anche di Papi, che beneficiò come nessun altro di tangentopoli perchè, se da una parte vide cadere i suoi antichi protettori, dall’altra ebbe a sua disposizione praterie di consenso in libera uscita ( quello democristiano e socialista) sulle quali costruire la propria fortuna elettorale.
Ecco perchè ci fanno sorridere le pecore quando sostengono che il padrone è così bravo a raccogliere tanti voti: questi c’erano già tutti anche prima, anzi forse erano perfino di più. Lui ha solo avuto la capacità di andarseli a prendere lasciando così la sinistra laddove era sempre stata nel dopoguerra: cioè all’opposizione.
Cosi oggi questi compagni tanto permalosi si permettono ancora il lusso di odiare ed insultare un pezzo di Italia pulita, non asservita e dignitosa pur essendo allegramente trasmigrati a destra rinnegando così tutta la loro storia ed i loro ideali per un pezzo di pane e qualche poltrona, o magari semplicemente per vendetta ( alla faccia dell’orgoglio socialista!). Il tutto sempre a braccetto con coloro che li odiavano davvero ( avevo molti amici missini, non sapete cosa dicevano allora di Craxi e dei socialisti. Ora votano per loro: si sono opportunamente dimenticati di ogni cosa). Ai quali a loro volta andrebbe chiesto dove sia finito il loro rancore, visto che oggi impazziscono per il braccio destro di Bettino. Insomma un delirio schizofrenico, per rendersi conto del quale basterebbe aver voglia e tempo di andarsi a rileggere o riascoltare gli scritti di Feltri o le parole di Bossi.
Caro Sacconi, avete svenduto il vostro essere di sinistra, altro che rivendicazioni socialiste, e morirete camerati a fianco del grande populista e del direttore col busto del duce ben esposto sulla scrivania: mi spiegate cosa cazzo c’avete da essere orgogliosi?