mercoledì 14 ottobre 2009

Bastardi senza lodo

Nel suo ultimo film, il regista Quentin Tarantino si diverte ad immaginare un regime nazista tradito da quella smania autocelebrativa tipica di ogni autoritarismo che si rispetti, con il fuhrer stesso, ed suoi principali collaboratori, inceneriti nel corso di gigantesco incendio doloso all’interno di un cinema parigino. Ci sono molti metodi per tastare il polso alla reale compattezza di un regime, uno dei più efficaci è quello di osservare le modalità attraverso le quali si rappresenta: da questo punto di vista è fuor di dubbio che il potere di papi goda ( purtroppo) di ottima salute.
Tutti noi ricordiamo benissimo le melliflue e commuoventi vicende del maritino italiano modello, illustrateci con tanta ossequiosa ricchezza di particolari in quella indimenticabile “ Storia Italiana” che si intrufolò nelle nostre case non richiesta, tantomeno desiderata. Costui era a tal punto innamorato della famiglia da mandare a pezzi la sua soltanto per avere l’opportunità di farsene un’altra, il tutto zompettando disinvoltamente da un family day all’altro, con sottofondo di cori celestiali e per la gioia del compianto don Gianni e di un manipolo di zie suore. Eccolo dunque pronto a rimorchiarsi ed a sposare una giovane velina ( parola di Feltry: “Veronica velina ingrata”, vedere titolo di Illibero per credere) . Le case di tutti noi vennero dunque invase da questo libercolo trash sulla vita e le gesta della famigliola da Mulino Bianco che più bianco non s i può, neanche ad affidarlo alle amorevoli slinguazzate di Mastro Minzo e del grande leccaculo. Peccato però che erano tutte cazzate, come del resto nella tradizione della migliore commedia all’italiana: la moglie, chiedendo il divorzio, dichiara infatti che il maritino non sta proprio tanto bene ( ma lui in realtà se la spassa alla grande), si presenta a feste di minorenni conosciute chissà come, organizza cenette simpatiche con fanciulle arruolate in batteria, vestite e truccate secondo cerimoniale imposto dall’utilizzatore finale in persona: produce e poi sguazza dentro il suo “ciarpame”, insomma. Molte di queste donne che frequenta sono prostitute, altre ufficialmente no, ma vanno spudoratamente a caccia di carriere politiche e televisive ( dove sarebbe dunque la differenza?). Insomma, il boss si trova in imbarazzo e deve confutare l’evidenza, i suoi innumerevoli media ed i tanti servitori appecoronati lo assecondano pienamente (li paga per questo, perciò si dichiarano non interessati al gossip, che tale misteriosamente resta anche se poi le veline appaiono destinate alle liste elettorali), i giornali che pongono domande scomode, oppure osano dissentire, si ritrovano querelati dal lodato dal signore ( ma per fortuna non dalla costituzione, che infatti verrà presto smantellata e sepolta assieme a tutti i magistrati che si ostinano ad applicarla). In definitiva: una storia italiana davvero, non c’è che dire.
Chi scrive ricorda di aver percorso in lungo ed in largo la Romania ai tempi di Ceasusescu e del comunismo reale, cioè quello vero non quello di Franceschini: ebbene, in tutti le iconografie esposte nelle città e nelle campagne ti ritrovavi l’occhiuto faccione del tiranno sorridente da ogni angolatura. Esattamente come papi qui da noi, con qualche tonnellata di cerone, catrame cranico, tacchi sotto le scarpe e lifting in meno ovviamente: questi dittatori comunisti erano sicuramente spietati, ma almeno conservavano un briciolo di dignità nel presentarsi alle loro masse. Ma soprattutto il Conducator faceva scrivere nei poster molte meno cazzate di papino! “ Meno tasse per tutti”, si magari per gli evasori incalliti ed i criminali che riportano i capitali occultati all’estero pagando il 5% di tasse e con la garanzia dell’impunità e dell’anonimato, per tutti gli altri poveri cristi invece la pressione fiscale non è mai stata così alta come adesso. Ma chi volete che ve le venga a raccontare queste storie, Mastro Minzo? Vespa ? Fede? Mimun? Mazza? Feltri? Rossella ? Belpeitro ? Il terrorizzato De Bortoli con i suoi illuminati ( fulminati) liberali terzisti appecoronati? Il direttore del mitico “Chi“?
E adesso arriviamo alle comiche finali: Il filmettino di regime leghista da tardo impero decadente, quel Barbarossa che tanti smottamenti inguinali provoca nel mutandone pannolonato del senatur e di tutta la sua nomenclatura in camicia verde, radunata per l’occasione in una sbracatissima serata cafonal-trash di fine estate, questa si davvero italiana. A quanto pare costoro sono gli unici ad aver avuto il coraggio di guardarsi il ciofecone storico, per produrre il quale ci si e messa di mezzo nientemeno che la Rai, dando così almeno per una volta ragione a Feltry: cosa cazzo lo paghiamo a fare questo maledettissimo canone?
Adesso ci manca solo che producano un filmetto che esalti le gesta di un eroico manipolo di patrioti in camicia nera, intenti a bruciare barboni e pestare omosessuali, e siamo a posto. Certamente assisteremo ad un’altra prima in grandissimo stile, e stavolta parteciperebbero proprio tutti, compresi illustri prelati accompagnati da Buttiglione e da una smagliante Binetti in serata di grazia, entusiasta per aver contribuito a gettare ancora più benzina sul fuoco dell’omofobia dilagante , nonché sul suo povero Piddì. Altra storia Italiana, ovviamente: roba da venetennio, ma non quello fascista, che da questo punto di vista era molto più evoluto: da ventennio berlusconiano, un vero miracolo ( leggi: incubo) italiano!
Caro Tarantino, perche non vieni a girare Bastardi senza gloria parte seconda qui da noi? Li mettiamo tutti quanti in un bel cinema e gli facciamo dar fuoco ( metaforicamente, si intende) da un extracomunitario omosessuale non in regola con i documenti e con il burqua ben calato sulla testa: dal rimbalza il clandestino all’incendia il razzistello. E’ solo un film, non preoccupatevi: arte, simbolismo, finzione ( proprio come il Barbarossa, caro ministro Brunetta nemico del culturame politicizzato, ma solo se di colore rosso ) Puro spettacolo e basta, insomma: ma in fondo proprio a questo serve il cinema, per cui lasciateci almeno sognare in santa pace: non si interrompe un’ emozione!