lunedì 9 novembre 2009

Re Papi Martello tornato dalla guerra

Come in precedenza con Bocca di Rosa, tributiamo un devoto omaggio al grande cantautore genovese Fabrizio De Andrè, oggi più che mai attuale con i suoi bellissimi testi, allo stesso tempo poetici ed ironici. E' dunque la volta delle picaresche gesta Re Carlo Martello, umilmente rivedute ed adattate agli assai poco eroici protagonisti dei nostri tempi

-Re Papi nemico della legge
Tornava dal suo gregge
Accolto a suon di lodi
-al sol della calda primavera
scattò la prescrizione
del sire vincitor
-il sangue di toghe comuniste
arrossa la bandana
d'identico color
-ma più che del lifting le ferite
da Papi son sentite
le bramosie d'amor
-se hai ansia di gloria e sete d'onore
e vuoi fare fesso il tuo elettore
non ti è concesso un momento
per poter fare all'amore
-chi poi impone a veline e sue ministre
di castità la cintura, fatto assai grave,
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave
-così si lamenta il Re cristiano
s'inchina intorno il grano
gli fa corona il gregge
-Quand'ecco nell'acqua cristallina
mirabile velina
il simbolo d'amor
-nel folto di lunghe trecce bionde
il seno si confonde
ignudo in pieno sol
-Mai non fu vista cosa più bella
mai io colsi siffatta pulzella
disse Re Papi scendendo veloce di sella
-"De' papi non v'accostate
già da Giampi è gaudio quel che cercate
ad altra più facile fonte la sete calmate"
-Sorpreso da un dire sì deciso
sentendosi deriso
Re Papi s'arrestò
-ma più dell'onor poté il digiuno
fremente l'elmo bruno
il sire si levò
-viagra era l'arma sua segreta
da Papi spesso usata
in gran difficoltà
-alla donna così apparve un pelatone
con un sorriso da falsone
ma era sua maestà
-"Se voi non foste il mio sovrano"
Papi si lava il pesante cerone
"non celerei il disio di fuggirvi lontano,
-ma poiché siete il mio signore"
Papi si ingoia il pillolone
"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"
-Nonnetto egli era assai valente
ed anche in quel frangente
d'onor si ricoprì
-e giunto alla fin della tenzone
incerto sul taccone
tentò di risalir
-veloce lo arpiona la pulzella
repente la parcella
presenta al suo signor
-"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"
-"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,
-anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"
-Ciò detto agì da gran cialtrone
neanche un’elezione
e in sella si lanciò
-frustando Sandrino come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò
-Re Papi tornava dalla guerra
lo accoglie il suo gregge
a suon d’impunità
-al sol della calda primavera
lampeggia la pelata
dell’unto dal Signor