lunedì 2 novembre 2009

Non mi muovo!

E’ con malinconica rassegnazione che accogliamo la notizia dell’ennesimo passo indietro: non il suo, che sarebbe quanto mai opportuno, ma della nostra democrazia, sempre più in procinto di sprofondare in una voragine senza fondo di ridicolo. Lui intanto se ne fotte, e resta orgogliosamente appiccicato al suo smisurato potere, anche se dagli ex paradisi svizzeri spirano venti assai poco rassicuranti (“E’ solo grazie al silenzio degli avvocati e delle banche ticinesi che non è ancora chiaro da dove siano arrivati i milioni che hanno permesso il sorgere dell’impero Fininvest”), anche se dovesse incappare in una condanna penale sfuggita miracolosamente alle innumerevoli leggine “ad personam”, anche se il Killer pentito Gaspare Spatuzza dovesse vuotare il sacco sugli inconfessabili segreti sulle stragi del 93 e sulle trattative stato- mafia. Anche se lo intercettassero nuovamente mentre parla di gnocca, carriere televisive e compravendita di senatori con un vecchio amico socialista (boss di quella Rai alla quale vorrebbe sottrarre il canone), o magari lo paparazzassero ancora una volta con un manipolo di ragazzine seminude sulle ginocchia. Niente, lui resta incollato alla poltrona come una cozza sullo scoglio perché (sostiene la corte) il popolo sovrano così ha deciso, e con il consenso elettorale verrebbero automaticamente meno il codice civile, quello penale e sopratutto l’odiatissima costituzione. Noi non ce ne eravamo mai accorti, tantomeno fior di costituzionalisti, ma secondo il gregge è così.. Poco importa se i giornali di tutto il mondo lo raffigurano di volta in volta in versione Mussolini, Al Capone, Giulio Cesare, immancabilmente attorniato da una moltitudine di adoranti maggiordomi e veline seminude. Lui va avanti, la colpa tanto è sempre dei giudici comunisti ed ovviamente di Repubblica. Peccato che nessuno si senta in dovere di ricordargli che la prima persona a denunciare il ciarpame, le minorenni e le infedeltà plurime sia stata la sua seconda moglie, (immediatamente ripudiata e derisa dai media di famiglia), che a condannare il malvezzo del velinismo in politica siano stati i finiani di Farefuturo, che l’appropriata definizione di “mignottocrazia” l’abbia inventato un suo ex braccio destro, nonché profondo conoscitore dei segreti della corte, come Paolo Guzzanti.
Niente: lui ha i voti. Ed anche qui ci sarebbe qualcosa da obbiettare: il popolo infatti non ha eletto con maggioranza relativa non un monarca assoluto, ma un’alleanza tra Pdl, Lega nord più tanti altri partiti minori, e probabilmente alcuni elettori, magari neanche tanto pochi, non si sentono più a loro agio nel ruolo poco dignitoso di pecore del gregge del predellino, e sarebbero felicissimi di salutare un bel rinnovamento (anche anagrafico) capace anche di risparmiargli l’ennesima campagna elettorale da scontro finale tra bene e male, e soprattutto l’ennesimo voto a naso turato.
E come se non bastasse, adesso ci si mette pure il mistero del filmino hard a base di coca e viados, con una sgradevole parolina a volteggiare sopra l’illustre cranio di molti ( troppi) padroni e servitori: ricettazione. L’irruzione di via Gradoli risale ai primi giorni di luglio, l’allora direttore di Libero venne a sapere del video il 15 luglio. Il 5 ottobre poi, ed è storia recente, lo stesso finisce in mano a Signorini, che informa subito i vertici Mondadori, e tramite sua figlia, papi in persona. Il 12 ottobre il video viene visionato da Maurizio Belpietro, e sembra venga anche trovato anche un accordo economico la vendita. Il 14 ottobre viene mostrato a Giampaolo Angelucci, editore di Libero ed imprenditore della sanità laziale in pessimi rapporti con Marrazzo, che dunque finì in pasto anche ad avversari di natura non strettamente politica. Nel frattempo hanno il via le indagini del Ros e della magistratura. Signorini intanto blocca la trattativa con Libero perché sembra sia interessata anche la Mondadori.
Poi esplode l’inchiesta ed il video perde definitivamente il suo valore economico e la sua importanza come bomba ad orologeria: solo a questo punto papi compie il nobile gesto (e siamo al 19 ottobre). Tre mesi dopo che ne era venuto a conoscenza Feltri, quindici giorni dopo di sua figlia e di Signorini. Diciamo che hanno riflettuto molto, ma molto a lungo prima di decidersi.. .
Insomma qui non si tratta più di un ricatto di carabinieri deviati, ma di una vera e propria strategia ben collaudata nel tempo di sputtanamento mediatico ad uso e consumo politico e non. La stessa che negli ultimi mesi abbiamo osservato in azione così tante volte….
Ne vedremo delle belle? Ma no, sempre la solita storia da quasi vent’anni: i giudici comunisti, la persecuzione, il golpe, il popolo, la propaganda, il fango. Ma quando mai uno così se ne tornerà dignitosamente a casa sua? Se andrà a fondo, lo farà con la bava alla bocca, il fumo dalle orecchie, un esercito di esaltati pronti al martirio accanto a lui, e sopratutto portandosi appresso tutto ciò che resta di questa povera democrazia ! Lui, l’incollato dal Signore…