martedì 16 febbraio 2010

Paraculan activity

Ciò che lascia maggiormente interdetti di fronte alla nuova ondata di ordinaria corruzione è la profondità abissale di quel “sonno della ragione” che sembra essersi impossessato della cosiddetta “società civile” nel corso di questo decadente ventennio dell’amore. Episodi di disgustoso sciacallaggio come quelli ormai sotto gli occhi di tutti tempo addietro avrebbero scatenato un maremoto di indignazione collettiva tale da far tremare i polsi a tutti i “furbetti dell’appaltino” assieme ai loro padroncini di riferimento ed ai benefattori “unti dal cerone”. Oggi purtroppo i camerati in camicia nera che un tempo tiravano monetine ai corrotti hanno trovato impiego come camerieri di Arcore, mentre gli sventolatori di cappi in parlamento nonché aspiranti secessionisti in mutandoni verdi si sono ridotti a docili chihuahua ringhianti solo davanti ai poveri immigrati, al punto da arrivare ad evocarne improponibili rastrellamenti domiciliari di tragica memoria (come attenuante bisogna riconoscere che da uno come Matteo Salvini non si può pretendere la conoscenza della storia: non ha mica tempo per studiarla lui, è troppo impegnato a giocare al “rimbalza il clandestino” con la trota pluribocciata). E tutti noi ci ritroviamo immersi in quel clima “gelatinoso” e bipartisan che trasuda un desiderio di impunità diffusa assolutamente inquietante. Insomma, verrebbe quasi da dire che si stava meglio quando si stava peggio, quando cioè non aveva ancora visto la luce questa dittatura porno soft popolata da sciacalli, nani, escort, ballerine ed aspiranti ducetti bonsai e pidduisti dal sorriso rifatto e dal tacco rialzato.
Ingenuamente molti si chiedono cosa debba accadere di più perché tante persone perbene si decidano finalmente ad aprire i loro occhi. In questi ultimi tempi, al netto degli scandali estivi, Bertolaido e Chiavatar ci hanno portato per la prima volta nella storia sull’orlo di una crisi diplomatica sia con gli Usa che con la Santa Sede ( loro si che sanno come si gestiscono catastrofi e grandi eventi quali il traffico di gondole sul Canal Grande, l’organizzazione di un G8 fantasma e l’ostensione delle reliquie di qualche antico santo o del sudario che ha avvolto Cicciolino dopo l’attentato: basta saperli appaltare all’amico o al parente giusto). Papi poi ha sfiorato la guerra nucleare con Teheran, quindi ha fatto inorridire i palestinesi elogiando le stragi di Gaza salvo precipitosamente smentirsi al cospetto di Abu Mazen lasciando così capire agli israeliani con che razza di statista da baraccone avessero a che fare. E poi qualcuno si stupisce se ormai lo ricevano solo beduini nella tenda, petrolieri texani “neo con” con il vizietto della menzogna, problemi irrisolti con il padre e l’hobby delle bombe, ed anziani dittatori comunisti sopravvissuti miracolosamente al crollo del muro di Berlino! Da vecchio showman incallito ha trovato anche il tempo per la sua solita figuraccia da mandrillo allupato elogiando le bellezze di quelle albanesi troppo spesso “importate” come schiave per la gioia ed il sollazzo dei nostri cari “ripassatori finali” (ecco un altro clamoroso caso di conflitto di interessi: avrà parlato in qualità di premier, di amico di Bertolaso oppure di utilizzatore finale?). Intanto il parlamento dei suoi dipendenti e maggiordomi è occupato a tempo pieno nell’elaborazione di leggine che dovranno evitargli la galera oppure altre porcate immonde ed anticostituzionali quali la “protezione civile spa”, utili solo a smazzare in tutta tranquillità e senza alcun intralcio ottimi appalti per i soliti parenti ed amici.
Nel paese reale chiudono le fabbriche, il Pil non è mai stato così basso e si perde occupazione, ma invece di dare un segnale concreto e forte contro la vera piaga nazionale, l’evasione fiscale, lui torna ad ipotizzare condoni, elogiare scudi e piani casa e mettere nel mirino le pensioni, subito dopo aver sviolinato il Vaticano rammaricandosi di non aver lasciato sopravvivere una poverina imprigionata irrimediabilmente in stato vegetativo irreversibile, quella che secondo lui avrebbe anche potuto partorire. Di passaggio si è permesso di umiliare tutte le nostre quarantenni, escludendo categoricamente che una donna di mezz’età possa anche solo immaginarsi di essere sexy: certo, lui e abituato alle veline ventenni che (disinteressatamente, no?) anzichè nonnetto lo chiamano papi..
Nel frattempo Ciancimino Jr. parla e dice cose che tutti sappiamo: chi può essere infatti così ingenuo oppure ipocrita da fingere stupore ascoltando le sue rivelazioni? Il primo ad accennare esplicitamente a certi collegamenti con la mafia fu Paolo Borsellino nel corso di una celebre intervista rilasciata poco prima di essere ammazzato e facilmente accessibile a tutti ( Youtube: “ultima intervista a Borsellino”). Il suo braccio destro nonché cofondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri risulta attualmente condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, Cesare Previti è stato condannato con sentenza definitiva per corruzione in quel processo Mondadori nel quale Papi sì è salvato solo in quanto “corruttore semplice” (infamante qualifica che gli resterà sul groppone finchè campa) e dunque “attenuato e prescritto” ( altro che assolto, cari servitori!). Il suo amato Cosentino ha una richiesta di arresto per concorso esterno con camorra. Tantissime fin dall’inizio sono state le segnalazioni di infiltrazioni mafiose nel suo nascente partito dell’amore, provenienti anche da esponenti di primo piano quale ad esempio Tiziana Parenti. E, tanto per gradire, l’avvocato inglese David Mills è in attesa della sentenza definitiva sulla vicenda che lo vede corrotto da un Cicciolino come al solito lodato ed immunizzato in cambio di false testimonianze sulle sue innumerevoli società “off shore”. D’altra parte certe cose le dicevano anche i leghisti, negli anni nei quali ancora non si erano venduti e Feltri sbavava come un adolescente per Di Pietro.
Nel frattempo, mentre all’Aquila si moriva anche a causa di piloni dimenticati e sabbia al posto del cemento, c’erano avvoltoi assai vicini a Bertolaido che brindavano fiutando futuri appalti e soldi a volontà. Certo una manna dal cielo come un terremoto non capita tutti i giorni, ma in fondo chi conosce questo paese tanto scintillante in superficie quanto arcaico nella sua viscere, giurassico nelle infrastrutture e tollerante nella sua etica collettiva sa bene che occasioni per mangiare e sciacallare sulle spalle della povera gente di certo non ne mancano mai. E così per festeggiare terremoti ed alluvioni come al solito partono mazzette, si organizzano cenette in lussuosi ristoranti e festini hard in circoli esclusivi in mano ad amici degli amici, moneta di scambio assai apprezzata nell’ impero del’amore decadente e mercenario. Per una volta siamo dunque a favore del processo breve, anzi brevissimo: prendiamoli tutti e portiamoli in piazza all’Aquila per farli giudicare dai parenti delle vittime e da coloro che hanno perso tutto ciò che avevano. Magari stavolta gliela daranno loro stessi, e non la giovane brasiliana, una bella “ripassatina”.
E per concludere una semplice proposta: passasse mai la porcata delle porcate della protezione civile spa, quella che consentirebbe di gestire ( sperperare) denaro pubblico senza alcun vincolo e controllo per qualunque evento anche distante anni luce da una grande catastrofe, una disobbedienza civile con sciopero fiscale sarebbe inevitabile: neanche un euro di ciò che in troppo pochi versiamo nelle casse esangui dello stato dovrà essere utilizzato per pagare le loro cenette, i loro barconi, le loro ville, le loro mignotte. A tutto infatti deve esserci un limite: anche a Bertolaido…