domenica 21 febbraio 2010

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Per l’eroico Bertolao Meravigliao, il Leonida della “corruzione civile spa” capace di domare con la sola forza del pensiero terremoti ed alluvioni, mettere sull’attenti Pentagono e Casa Bianca e far scomparire profilattici utilizzati per vedere le stelle (neanche fossero telescopi), il nemico più insidioso non poteva che venire dall’interno. Un piccolo ma molesto nucleo polposo situato in un angusto spazio intervertebrale aveva infatti da tempo iniziato a tormentargli quei preziosi plessi brachiali solitamente così attivi ed efficienti. Tramontata la possibilità di far rientrare la manutenzione del sito anatomico tra le grandi opere di interesse nazionale al pari dell’ostensione della celebre bandana, dell’abbattimento del riportino di Schifani e del restauro del leader dell’amore (tragicamente esitato nella genesi di un misterioso bradipo fenotipicamente assimilabile ad un piccolo sauro) con conseguente assegnazione dei lavori ai soliti furbetti, il Leonida di palazzo Chigi pensò bene di chiedere un erudito consulto agli specialisti della prestigiosa accademia fisiatrica internazionale del “Cacao meravigliao”, forse confidando nelle prodigiose virtù taumaturgiche e curative della miracolosa piantina .
Ebbe in questo modo origine quella che è balzata agli onori della storia come la “ripassatina della baia del porco”, così definita in quanto l’azione si svolse lungo un ansa del Tevere ad altissimo rischio esondazione anche solo per i capricci di una insignificante nuvoletta passeggera. In tale sito, tutelato da vincoli ambientali, paesaggistici ed urbanisti di ogni genere, la solerte “Prostituzione civile spa” aveva consentito l’edificazione con denaro pubblico di un’autentica megalopoli dello sport ad uso e consumo dei soliti furbetti dell’appaltino, con ulteriori prospettive di espansione per quella che sarebbe dovuta diventare una vera e propria Las Vegas sul Tevere. Dopo aver contattato una celebre luminare della fisioterapia mondiale, l’indimenticabile Regina del Cacao Meravigliao, ed aver provveduto a sfollare l’intera zona nord della capitale per garantire l’ assoluta privacy della ripassatina di Leonidao, il commando si trovò però di fronte ad un problema di difficilissima soluzione con mezzi esclusivamente convenzionali: reperire un bichini carioca ristretto tra le pecore ed i polli dell’agro romano da far indossare alla giovane, prosperosa terapeuta, forse nella speranza di farle salvare la pelle in caso di travolgente esondazione del Tevere. A quel punto Leonida ebbe accesso alla riservatissima alcova e potè andare incontro serenamente al suo destino che lo portò infine a vedere le stelle! Sgomberato tempestivamente il campo, i valorosi guerrieri di Bertolao Meravigliao iniziarono le operazioni di depistaggio, la principale delle quali consisteva nell’accurata ricerca di eventuali profilattici usati a protezione della colonna…cervicale, fatto questo confermato da provvidenziali intercettazioni di conversazioni in autentico linguaggio spartano antico:
-Capo, qua nun se trova ‘n cazzo!
-Aho’, artro che protezione! Questo qua c’ha sessant’anni e ancora nun l’ha capito che nun se li deve magna’: se li deve infila’!

Nel frattempo negli oscuri palazzi del potere capitale, i potenti “furbetti dell’appaltino” di "letta e di governo" si fregavano le mani sghignazzando e brindando ad ogni entusiasmante notizia di sempre nuove catastrofi. Il sottosegretario in odor di santità ed aspirante alla poltrona del colle più alto sembra galleggiasse anche lui, sia pur altezzosamente, nella gelatina:
-Egregio ingegnere: alea iacta est! Sono lieto di fornire parere esaustivo nonché favorevole ai vostri professionali quesiti volti a mettere a frutto ed a servizio della comunità nazionale un curriculum vitae ed un cursus honorum acquisito con competenza e completezza universalmente riconosciuti, bensì…
-Ma che cazzo stai a di’? Nun ce rompe li cojoni e trovace da lavorà! ( secondo gli esperti, si tratterebbe sempre di gergo spartano, questa volta però un po’ meno antico e con venature vagamente tufellare…)
-Egregio ingegnere, davvero sconveniente questo turpiloquio …
-Turipche? Aho’ ma questo come parla, nun ce se capisce ‘n caz….
-Turpiloquio: slang dei bassifondi, linguaggio da volgarissimi ghetti, vocabolario del demonio non consono ad un benefattore della santa sede nonché umile servitore del padrone di Arcore quale sono io! Il santo padre non ne sarà affatto soddisfatto…
-E sticazzi, vor di che soddisferemo tu sorella!

L’intercettazione del dialogo tra il futuro presidente della repubblica ed i sodali della “corruzione civile” e di Leonidao Meravigliao finì sul tavolo del corruttore semplice più famoso della storia:
-Cribbio: ci sono le elezioni e se qualcuno nel gregge si accorge che tra di noi c’e qualche innocente siamo rovinati! Dobbiamo assolutamente incentivare ancora di più la corruzione facendo però finta di combatterla!
Tale singolare proposito da parte del mazzettatore più famoso del pianeta sconvolse l’animo sensibile e puerile del poeta di corte, Sandrino
-Oh padrone col cerone ti sei preso un coccolone: se dai caccia al corruttore tu finisci a San Vittore! Io così divento pazzo: senza mazzette non saremmo un ca…

In effetti l’anziano capocomico ha dato all'affezionatissimo pubblico l’ennesima riprova del suo impareggiabile talento artistico: combattere la corruzione da parte di uno come lui potrebbe davvero rappresentare la battuta comica del millennio! E siccome lo sanno tutti, a partire dagli elettori del gregge, che si tratta solo di una boutade surreale ed autoironica, finisce che qualche voto alla fine lo recupera anche tra quegli oppositori depressi ed annoiati a morte dal grigiore di coloro che dovrebbero rappresentarli.
Se al contrario volesse davvero combattere la corruzione, potrebbe ad esempio cominciare col rinunciare all’appello e pagare subito i danni alla parte lesa per essersi pappato illegalmente una prestigiosissima casa editrice grazie ad una colossale operazione corruttiva messa in opera dai sodali e finalizzata all’acquisto per suo conto di una sentenza pesantissima ( Cassazione dixit, care pecorelle, maggiordomi e terzisti vari: altro che teorema giudiziario!). Oppure potrebbe piantarla con tutte queste vagonate di porcate per scappare dal processo Mills e presentarsi finalmente davanti ai giudici per raccontare la vera storia della presunta mazzetta girata all’avvocato inglese, già condannato in primo grado ed in appello, e finalizzata ad ottenere falsa testimonianza sulle sue innumerevoli società “off shore”. O magari potrebbe cominciare col liberarsi una volta per tutte degli inquisiti, condannati e pregiudicati dei quai si circonda da sempre, ed anche con l’ accettare qualche provvidenziale dimissione, a partire da quelle di Cosentino e Leonidao Meravigliao, così finalmente farebbe qualcosa di utile per quel paese che tormenta sadicamente da un ventennio. Infine, anziché dedicare strade ed odi funebri ad un latitante pluricondannato in via definitiva tra l’altro proprio per corruzione, potrebbe precipitarsi da Mastro Minzo per spiegare agli elettori che molti dei soldi finiti nei paradisi esteri di Bottino provenivano proprio dai suoi conti All Iberian.
Ma lui non ha tempo per queste cose, deve far finta di combattere mafiosi e corruttori in realtà aiutandoli più che mai, ad esempio stozzando le intercettazioni, combattendo i pentiti, inventando il processo breve (morto), elaborando scudi e condoni di ogni genere, depenalizzando reati fiscali e non solo: una vera impresa da eroici spartani, cosa credete!
Nel frattempo la missione di Berolao Meravigliao alla baia del porco si è conclusa come al solito con un grande successo. Un dubbio però ci sorge spontaneo: quel trecento indicherà il numero di valorosi soldati oppure l'entità della solita mazzetta?