giovedì 4 febbraio 2010

Indovina chi viene alla cenetta

Grazie alla preziosa attività investigativa di alcune testate indipendenti (dalla verità) tipo “Libero”, “Panorama” ed “Il Giornale”, siamo in grado di aggiornarvi sulle trame oscure scatenate dalla bestia immonda per defenestrare dai palazzi del potere il miglior presidente di tutto il Nuovo Testamento (amen).
Secondo queste fonti il “santo subito”, reduce dalle fatiche del family day, dalla recita dell’angelus e dall’ostensione delle stigmate in piazza Duomo, passeggiava serenamente sulle acque dei Navigli riflettendo sui misteri della vita. Al suo seguito come sempre i fedeli discepoli, malauguratamente ridotti di numero in quanto nel frattempo Capezzone aveva forato la ciambella con la papera e Cicchitto era affogato per colpa del cappuccio troppo stretto. Utilizzando le ipertrofiche lingue come canotti, i devoti avanzavano lentamente tra i gelidi flutti innalzando al cielo la solita preghiera: “ Lodo a te, mio signore”, con l’ascetico “Igor occhi a palla” pronto a replicare: “Sempre sia lodato”. Baciato dalla grazia divina ed ispirato dallo spirito di Bettino, il santo dell’amore pensò bene allora di esibirsi in qualche miracolo dei suoi, tipo la moltiplicazione dei legittimi impedimenti e la resurrezione del latitante di Hammamet, per festeggiare la ricomparsa del quale tutti gli antifurti della zona iniziarono a suonare all’impazzata mentre i ristoratori si precipitavano ad abbassare le saracinesche..
Ma sull’ignaro predicatore incombeva una terribile minaccia: il demonio in persona, annidato nei meandri oscuri della conferenza episcopale italiana, della direzione dell’Avvenire e di certe procure possedute, pianificava infatti malvagie trame alle sue spalle. Per contrastare questo patto scellerato, le forze del bene coalizzate armarono la penna del Vittorio D’Arcore di papi con una bella pataccona che attribuiva al povero Boffo la patente di omosessuale molestatore. Sistemate in un sol colpo l’irrequieta Cei ed una voce scomoda, il santo subito non poteva di certo immaginare che la bestia si apprestava ad assumere le sensuali sembianze tentatrici di un serpente col suo frutto avvelenato
Rientrato nel palazzo, il leader dell’amore chiese come sempre ai servitori un consiglio su come organizzare la seratina. I socialisti proposero allora una partita a “rubamazzo”, gioco nel quale eccellevano già dai tempi di tangentopoli. I leghisti ribatterono con il Risiko in versione “rimbalza il clandestino” mentre Gasparri propose un giretto all’”uomo nero”, venendo però come al solito tacitato per manifesta incapacità di intendere e di volere. Papi invece, dopo aver allattato Capezzone e cambiato il pannolino a Brunetta, propose la sua solita, carissima partitella a “scopa”.
Ma proprio in quel momento il demonio suonò alle porte del palazzo. Una volta all’interno, la spregiudicata e sensualissima sicaria di Satana si avvinghio col suo corpo tentacolare al povero santo, trascinandolo brutalmente sul lettone di Putin nonostante un’eroica e commuovente resistenza. Il pover’uomo si appellò disperato al nome di Veronica, alla sacralità del matrimonio, alla centralità della famiglia, al valore della fedeltà, alla virtù della castità: tutte qualità da lui inflessibilmente praticate. Ma la vampira non si arrese e portò avanti il suo immondo stupro su commissione iniziando ad armeggiare con la patta dei calzoni.Un violento temporale con fulmini e saette squarciò allora il cielo oscuro di una capitale ridotta a moderna Sodoma e Gomorra. Il poeta di corte Sandrino intonò alti i versi della sua disperata apocalisse:
-” Oh padrone sul lettone stai calando il pantalone, guarda tu cosa ci tocca: questa è proprio una gran gnocca! Ma se tu sei volitivo perché vuoi il preservativo? Non annegar la tua virtù in una scatola di Hatù: per saziare le tue voglie non avevi tu una moglie?”.
Ma la diabolica creatura aveva infilato nel bicchiere una pozione magica a base di essenza di mandrillo, viagra, pappa reale, gerovital, concentrato di ostrica e peperoncino ed Ovomaltina. Il santo ormai posseduto iniziò allora ad armeggiare con le parti basse ed a supplicare:
-”Perché! Perché mi stai facendo questo? Alzati e cammina, coglione!”.
-“Oh mio povero padrone: l’ansia hai da prestazione! Nonostante la pozione non t’ arriva l’erezione!”.
-“Ma perché non ti alzi, bastardo di un comunista dei miei stivali col tacco? Possibile che gli unici cazzoni che mi obbediscono sempre sono solo quelli in parlamento?”.

Tutto infuriato per la malaugurata defaillance si recò allora sotto la doccia pronto ad azionare la turbopompetta spaziale “Sputnik” regalatagli dall’amico russo. Tornato nel lettone del peccato ormai ridotto ad un groviglio immondo di membra lascive, sudore, cerone e silicone, il leader violentato, ormai preda del demone della lussuria, iniziò a recitare versi in brianzolo antico cercando nel contempo ispirazione da un vecchio calendario della sua ministra preferita, dall’opera omnia di Don Gianni Baget Bozzo ed impugnando una foto in bianco e nero dell’amico don Verzè.
Il mattino dopo, persa irrimediabilmente la verginità, il santo violentato cercò ripetutamente al telefono il suo confessore, sbagliando però sempre numero e finendo per importunare così la malefica Patrizia. Al che, già che c’era, pensò bene di chiederle un ulteriore appuntamento, utilizzabile anche come legittimo impedimento. Ed anche al fine di chiarire bene, tra un perizoma ed una giarrettiera, la sua totale adesione ai valori di Santa Madre Chiesa ed ai principi scolpiti nella celebre “Storia italiana”. Ma il complotto era ormai consumato: la traditrice Veronica, anche lei alleata della bestia, da buona “velina ingrata” osò chiedere il divorzio ed al povero papi non rimase che consolarsi tra le amorevoli braccia del Cardinal Bertone, di Cacasenno Bertolaso, del fedele direttore Vian e della schiera sterminata dei suoi avvocati e servitori pronti a lodarlo in ogni occasione: in questo paese infatti la gnocca, esattamente come la legge, non è mai uguale per tutti.
Oggi per purificare la sua anima violata il povero Santo si occupa d’ infanzia: infatti alleva scuderie di giovani fanciulle che lo ricambiano chiamandolo papi e che lui spedisce dritte in parlamento ed ai consigli regionali. Dunque è proprio vero ciò che narra la leggenda: è lui l’incontrastato leader dell’amore. A pagamento..