martedì 16 marzo 2010

Senti chi parla

Quando i colpi si fanno bassi, i bassi iniziano a colpire: a partire ovviamente dalle temute, folgoranti intercettazioni. A dire il vero per sottrarlo all’ennesimo sputtanamento intergalattico, anziché cercare di affossare un prezioso strumento di indagine a disposizione di magistrati e forze dell’ordine nel tripudio di amici mafiosi e colleghi corruttori, agli zerbini del padrone potrebbe forse essere sufficiente staccargli il telefonino. A quel punto per riuscire a sistemare in santa pace aspiranti stelline mogli di senatori sul mercato, smistare appalti e consulenze d’oro a parenti birbantelli, organizzare cenette simpatiche a base di escort assieme a Giampy e Bertolaido, esaltare le doti pratiche ed…orali di ministri e sottosegretari e censurare liberamente programmi televisivi scomodi il padrone potrà sempre ricorrere ai “papini” (variante brianzola dell’antica arte sicula del “papello” acquisita grazie ai preziosi insegnamenti dell’eroico stalliere Mangano), ai piccioni viaggiatori, ai messaggi nella bottiglia, al telefono senza fili, ai segnali di fumo, alla telepatia oppure alla propria clonazione, ispirandosi ovviamente al prototipo perfettamente riuscito della famosa pecorella Dolly, quella attualmente impiegata in qualità di sottosegretario al ministero delle papi opportunità grazie a capacità e doti comunicative decisamente superiori rispetto al titolare del “dicastero per grazia ricevuta” (anzi: forse più che altro data. Peraltro attualmente anch’egli impegnato nella creazione degli esclusivi circoli delle “massaggiatrici della libertà”). Siccome però tra il dire ed il fare c’è di mezzo il dna, proibitiva è risultata la ricerca di materiale genetico riconducibile al titolare dell’amore al punto che i paleontologi governativi sono riusciti a rinvenire scarsissime tracce di acidi nucleici fossili frammisti a cerone, push up, guepiere e bandane solo tra le lenzuola del celebre lettone. Papi d’altra parte in questo periodo appare decisamente nervoso, e bisogna anche capirlo: lui vorrebbe solo essere lasciato libero di censurare in santa pace tutti coloro che gli stanno sulle palle grazie ai servigi dei suoi dipendenti sistemati ai vertici della tivvù pubblica e dei cosiddetti organi di garanzia come ogni rispettabile ducetto che si rispetti, e quei fetenti magistrati comunisti non se la piantano di intercettarlo neanche quando si chiude dentro al cesso! Andando avanti su questa strada perversa finirà che il tasso di democrazia nel nostro paese salirà a livelli paragonabili perfino a quelli dello Zimbabwe: inaudito anche a detta di personalità notoriamente indipendenti ( dall’indipendenza) quali il solerte Mauro Masi! Inoltre il povero papino duecentomila persone oneste ed incensurate in piazza tutte assieme (venticinque secondo i torturatori della Diaz e di Bolzaneto e gli assassini di Stefano Cucchi) disposte a manifestare nientemeno che nel nome della democrazia, della legge e della costituzione non le aveva mai viste prima d’ora in tutta la sua vita neanche negli incubi peggiori! E così, in mancanza di un provvidenziale terremoto o di una semplice alluvioncina, per sfornare validi argomenti di depistaggio e propaganda da gettare in pasto al devoto Minzogiornale ecco l’immancabile denuncia del clima d’odio ( vera specialità della casa padronale) con tanto di fantomatico attentato a base di bombe taroccate e successiva cattura dell’ennesimo, pericoloso latitante. Quest’ultimo episodio in particolare risulta davvero singolare: Cicciolino, oltre ad interi battaglioni di fanatici e devotissimi killer mediatici posizionati nelle trincee di ogni pixel del vostro lcd ed arcipelaghi di società “off shore” distribuite in tutta la galassia, deve possedere anche un bunker segretissimo ove assieme agli scrigni contenenti i preziosi testicoli affidatigli dai servitori per non avere ingombro, alle statuine del Duomo prestate a Tartaglia, ad interi container di silicone ed alle farfalline da regalare alle veline in transito, custodisce anche rinchiusi i cento latitanti più pericolosi del paese pronti per essere tirati fuori dal cilindro e consegnati alla patrie galere esattamente nel momento del bisogno, cioè subito dopo la fine di una manifestazione dell’opposizione e cinque minuti prima della sigla del Minzogiornale: un tempismo filogovernativo davvero stupefacente!
Ma adesso da buon utilizzatore finale papi ha rotto gli indugi ed ha deciso di rinunciare perfino all’amatissimo legittimo impedimento, quello che gli hanno messo nero su bianco Al Nano e Nonsferatu ( sotto sua dettatura) e che lui si autocertifica da solo ogni volta che scappa da un’udienza per poter raggiungere la sospirata milionesima prescrizione. Ha deciso finalmente di salire su quel banco degli imputati che lo attende da circa mezzo secolo? Ma no, intende solamente scendere in piazza a capo del suo gregge pronto a manifestare contro il più odiato tra gli articoli della costituzione, quello che pretenderebbe di imporre perfino all’eletto dal Signore il principio eversivo: “La legge (e le regole) sono uguali per tutti”. Una vera bestemmia golpista e comunista alla quale contrapporre con la solita prepotenza il credo dell’amore fascista, leghista e pidduista: “la legge si applica solo agli sfigati ed agli immigrati mentre si interpreta con tutti i furbetti, i corrotti ed i potenti di ogni ordine e grado”. E se questi incapaci non riusciranno neanche stavolta a scrivere un “decretino ad listam” o delle “porcate ad personam” in grado di parargli costituzionalmente e definitivamente le chiappe, nel cassetto ci sono sempre pronti ad essere utilizzati il processo breve, il Lodo Alfano tre e l’ immunità parlamentare: insomma la solita, eterna impunità. Magari il tutto commissionato ancora una volta grazie a qualche semplice telefonatina finalmente sicura, essendo nel frattempo state affossate tutte quante le intercettazioni. Telefonata però alla quale chiunque conservi un briciolo di dignità residua, di schiena dritta e di amor proprio d’ora in poi non potrebbe che rispondere: “ Silvio chi? Scusi, ha sbagliato numero.”