venerdì 5 marzo 2010

Panino Democratico

Adesso la notizia è ufficiale: quelli del partito dell’amore mercenario sono definitivamente fuori di melone! Un pizzico di saggezza, realismo ed elementare buon senso suggerirebbero infatti, nel bel mezzo di una tempesta perfetta come quella laziale, di prendere innanzitutto a pedate nelle chiappone bulimiche l’incapace “de panza e de governo” così sensibile alle sirene di un panino galeotto al punto da non riuscire neanche a presentarsi in orario allo sportello. Quindi di mettersi in fiduciosa attesa del pronunciamento definitivo della giustizia amministrativa e magari anche dell’inevitabile “leggina” che il governo generosamente sfornerà con la stessa rapidità con la quale ha tacitato, grazie ad un raid squadristico, tutte le trasmissioni televisive scomode nella piena consapevolezza che da noi la legge del più prepotente è l’unica a venir sempre rispettata. Invece loro strepitano e si affannano come forsennati dando un’immagine di confusione ed isteria collettiva davvero insperata per noi poveri oppositori ridotti ormai ai minimi termini. La nipotina del Monnezza, al secolo signorina Silvani Polverini Vien dal Fascio, invoca così invasata un’oceanica sollevazione popolare nell’intento davvero democratico di esibire una minacciosa prova di prepotenza muscolare. Si presentano all’appello un migliaio di incauti elettori (cinquantamila secondo la questura, un milione nei titolo del Tg1), incerti se chiamati a protestare contro il panino alla porchetta proletario, gli uffici centrali circoscrizionali notoriamente bolscevichi oppure il verdetto politicizzato ed eversivo dell’ultima edizione del “Grande Fratello”.
“..Non saremmo responsabili delle nostre azioni!”, tuona nel frattempo il camerata La Rissa dismessa per un attimo la livrea da maggiordomo di Arcore ed indossata la vecchia camicia nera con manganello incorporato. Secondo i soliti ben informati al momento starebbe organizzando una versione post moderna della marcetta su Roma, tanto ai panini “Ce penza Arfredo”. In effetti da questa marea nera sbracata e caciarona possiamo davvero aspettarci di tutto, tranne ovviamente che uno sciopero della fame.
Le voci del padrone si uniscono gagliardamente al belato generale: “Se punite gli elettori si va in piazza!”, titola un Feltry Kruger intento per un giorno ad accantonare in seconda pagina gli amatissimi sacchetti della spazzatura: infatti si è visto in quanti erano a manifestare. Scucchione Beldidietro, il direttore dal pensiero affilato come la punta del suo mento, riesce perfino a stupirci ed a superarsi: “Rapina in corso”: nientemeno! Forse sarebbe stato più appropriato titolare : “Panino in corso”! Il tutto con sommo sprezzo del ridicolo proprio nel giorno in cui i suoi senatori applaudono calorosamente un collega dimissionario e destinato alla galera in quanto uomo inviato direttamente dalla ‘ndrangheta. Ed inoltre il suo governo presieduto da un corruttore semplice sotto processo, tra l’altro, proprio per corruzione finge di voler combattere nientedimeno che? Ma l’amatissima e preziosa corruzione, ovviamente! “In certe vicende bisogna considerare l’aspetto umano”, chiosa in difesa del senatore dimissionario il cattolico dell’amore Giovanardi, lo stesso che certificò il povero Stefano Cucchi ammazzato dall’anoressia e dalla droga, non dalle bastonate dei questurini: il vero e drammatico caso umano evidentemente è proprio il suo. E fanno perfino tenerezza quegli anziani e stanche teatranti come “Parrucchino Giallo” Malaiuti, il venerabile gran maestro Cecchetto armato di squadra e compasso e Renatino Riportino che continuano a ripetere imperterriti da vent’anni la stessa favoletta di Bettino contro la giustizia politicizzata ( in questo caso se la prendono nientemeno che con gli uffici elettorali golpisti!): uno degli effetti collaterali più graditi del prossimo, inevitabile declino del leader dell’amore mercenario sarà la definitiva scomparsa dalla scena politica nazionale di simili reperti archeologici, con tutta la nostra solidarietà preventivamente espressa a quei poveri nipotini che se li ritroveranno sempre tra le palle in mutandoni ascellari pronti a smoccolare contro il portiere comunista, il postino politicizzato ed il maledetto telecomando rosso.
In tutta questa gazzarra indegna nessuno che si fermi per un attimo a riflettere sulla madornale cazzata compiuta da colui che decise di affidare le liste elettorali ad un bulimico incapace di rispettare perfino un elementare limite temporale. E nessuno che si ponga il problema di cosa riserverebbe il destino ad un comune mortale che, ad esempio, volesse presentare una semplice domanda di ammissione ad un concorso pubblico con un’ora di ritardo a causa di un’improvvisa crisi ipoglicemica. Se, come tutto lascia credere, verranno ascoltati i belati del popolo delle prepotenze d’ora in poi varrà il principio che chi sbraita, minaccia ed urla più forte avrà sempre ragione. Da domani dunque qualunque cittadino potrà pretendere, ad esempio, di pagare un bollettino postale fuori orario convocando una piccola manifestazione condominiale, chiedendo una leggina per farsi riaprire lo sportello o magari facendosi inviare direttamente a domicilio da Brunetta l’impiegato fannullone e di sinistra.
Siamo dunque ancora una volta di fronte all’irrisolto problema del rispetto delle regole e delle leggi, tutta robaccia comunista in grado di provocare fatali shock anafilattici in schiere di nostri stimabili concittadini. Una materia però che una signora che si spacciava per sindacalista dovrebbe conoscere e rispettare alla perfezione, se solo non avesse trascorso gran parte del suo tempo ( dicono) a gonfiare tessere piuttosto che ad occuparsi dei diritti dei lavoratori. Deve essere proprio per questo che non si è accorta, o magari ha solo fatto finta di niente, che il suo governo sta scherzando nuovamente con il fuoco dell’odiato articolo 18, per la gioia ed il sollazzo dei soliti ministrini bonsai ideologizzati e fascio socialisti e di quella stessa Confindustria che si propone di cacciar via le vittime di concussione tenendosi ben stretta al suo interno tutti gli onesti corruttori.
In questo mondo di matti ci tocca anche sopportare le uscite fuori luogo dell’indomito Bertolao Meravigliao, il quale invece che dimettersi e scappare a nascondersi per la vergogna in mezzo ai pinguini della Patagonia o tra gli aborigeni australiani, come ogni killer che si rispetti torna sempre nel luogo del delitto. E così eccolo proporre nientemeno che le olimpiadi dell’Aquila: chissà quale tra i suoi amichetti birbantelli troverà la chiave e la ripassatina giusta per riuscire ad aggiudicarsi i sontuosi appalti. Per l’occasione verranno inaugurate anche nuove discipline olimpiche: il lancio del calcinaccio, la maratona con le carriole ed il salto delle macerie, speriamo solo che almeno le piscine non le facciano anche qui un po’troppo lunghe. Papi ne frattempo, nell’intento di sfuggire alle critiche dell’ingrato eterno delfino, si era fatto organizzare da Regina del Cacao Meravigliao un bel viaggetto rilassante in Brasile. Purtroppo per lui ha dovuto rinunciare all’ultimo istante a causa del solito, legittimo impedimento: la massaggiatrice prenotata infatti aveva il ciclo…