giovedì 1 luglio 2010

Sotto la canotta niente

(Nonostante lo stand by, dovuto essenzialmente alla perdurante overdose di impegni personali con conseguente drammatica carenza di tempo libero, desidero salutare e ringraziare i pochi amici che ancora passano qui a trovarmi ed approfitto per aggiungere questo breve ma sentitissimo post..)

Commosso fino alle lacrime per un destino da sempre ostile e beffardo nei confronti del suo carissimo amico Silvio, il Braveheart in bragone e canottiera esterna oggi con sommo sprezzo del ridicolo: “A Silvio qualcosa dovremo pur concedere”! Come se vent’anni vissuti spudoratamente sull’onda di tonnellate di “porcate ad personam” (senza calcolare le precedenti, generosissime e ben retribuite donazioni ereditate dalla peggior prima repubblica) non abbiano consentito al ducetto bonsai di salvare le traballanti aziende pappandosi anche bocconcini prelibati quali la Mondadori, gonfiare a dismisura la proprie ricchezze personali e risparmiarsi anche la seccatura di qualche scomodo annetto di meritata galera. Il tutto in un tripudio di servitori e maggiordomi in camicia nera, rossa e verde, avvocati corrotti ed avvocati corruttori, giudici a buon mercato, senatori amici e sodali di eroici mafiosi ed ergastolani pluriomicidi, giornalisti leccaculo, zombi riciclati, camorristi, dittatori ex ufficiali del kgb, massoni e pidduisti, servitori deviati dello stato e bombaroli, ladri di agendine rosse, aspiranti veline, spacciatori, escort e puttanoni di ogni genere e grado. Davvero commuoventi questi rivoluzionari da salotto divenuti via via sempre più feroci con le formiche ed allo stesso tempo i più fedeli e scodinzolanti tra tutti i guardiani delle malefatte di “Roma ladrona”, quella che del resto li vede ormai protagonisti indiscussi da almeno un quindicennio. Ci verrebbe quasi voglia allora di suggerire ai secessionisti in pantofole di concedere all’amico ed ex “mafioso di Arcore” qualcosa di assai più intimo e personale della solita generosa leggina ad personam, se non avessimo purtroppo la triste certezza che tutto ciò stia in realtà accadendo da almeno tre lustri. Elargite dunque al vostro signore anche l’ennesino dono, che questo si chiami “Lodo Alfano costituzionale” esteso a tutti ministri ( per proteggere compiutamente dalle malefatte di toghe rosse e subdoli sicari donatori di appartamenti galantuomini quali ad esempio Brancher, Scajola e Matteoli) o magari “legge bavaglio”, in grado di consentire alla cricca radunatasi all’ombra del padrone di continuare a brindare nottetempo (e nel nome della privacy) ad ogni terremoto, catastrofe naturale o grande evento spacciato per emergenza nazionale sulla quale banchettare tra vecchi amici, magari in compagnia degli eroici fratelli Graviano (quelli che non parlano mai…), mentre una brasiliana in bikini ti porta in paradiso grazie ad un sapiente body massage e gli uomini della scorta vanno a caccia come cani da tartufi di preservativi usati .Perché in definitiva da tutte queste squallide storie di ordinario malaffare e dispotismo servilista che ci intossicano da almeno un ventennio una sola certezza emerge granitica ed inaffondabile come un iceberg, e cioè cosa indossi il senatur sotto la canotta in occasione delle cenette a lume di candela di Arcore: niente.