domenica 18 luglio 2010

Arsenico e vecchi corrotti

PENSAVO FOSSE AMORE INVECE ERA UNA CRICCA

A proposito della geronto-P3 (dove “P” sta per prostata e “3” per i chili di peso) con tutta la sua cricca ed annessa scorta di cateteri e pannoloni al seguito, mai come in questo caso risulta perfettamente appropriato il vecchio adagio del pesce che puzza dalla testa. E pitturarsi il cranio con misteriose tinture bituminose tra il cuoiato e l’arancione, rifugiarsi sotto tonnellate di cerone e sfidare l’eternità a colpi di lifting continuando a piagnucolare contro fantomatici complotti planetari non fa che abbassare ulteriormente il livello del già sgradevole risultato finale. Prendiamo ad esempio l’amena storiella dei sexy dossier campani, uno dei molteplici e maliziosi passatempi dell’arzilla compagnia del tranello assieme alla manipolazione dei verdetti della corte costituzionale, al tentativo di scardinemeto dello stato diritto, al pokerino con l’appalto, al tresette col morto, al depistaggio, alla corruzione, ai rapporti con cosa nostra, al gioco della bottiglia con escort e massaggiatrici generosamente offerte dai miracolati dell’appaltino, all’aggiramento della legge Merlin, alla locazione di immobili a scrocco a ministri, eroi nazionali ed aspiranti santi ( a questi provvede direttamente propaganda fide), alla sistemazione di magistrati politicizzati ( da loro) ed alla violazione di una valanga di altri articoli del codice penale in attesa che Nonsferatu ed il suo ventriloquo Al Nano li facciano sparire del tutto lasciandoci in dote solo l’ immigrazione clandestina, tanto per far contente le ronde e Bragarossa e nel nome sempre nobile del garantismo (applicabile solo a loro, ovviamente). Risulta così finalmente chiarito una volta per tutte il mistero della sparizione della mondezza napoletana: quella scartata perché troppo tossica da Feltry Kruger se la sono imboscata loro tutta quanta a Villa Arzilla per costruirci mirabolanti dossier a luci rosse nientemeno che contro i loro stessi alleati. E solo gli ingenui possono stupirsi dinnanzi al singolare spettacolo di un ras organico ai camorristi intento a sputtanare il rivale in casa sbattendo in prima pagina i suoi presunti gusti sessuali neanche fosse uno sfigato governatore di sinistra oppure un Boffo qualsiasi: secondo il loro codice d’onore evidentemente frequentare trans è più compromettente dell’ essere abituè dei casalesi. Nel mio piccolo, ad esempio, dovendo scegliere una compagnia per un’innocente cenetta con amici non avrei alcun dubbio su quale privilegiare: verosimilmente non “consumerei”, ma di sicuro troverei la conversazione, gli argomenti ed il tono della serata di gran lunga meno sgradevoli.

RICOMINCIO DA P3

Ciò che resta alla fine è solo il desolante quadretto di un gruppo di vecchi prostatici intenti a dare del “frocio” ad un loro alleato con la benedizione del “Nanocesare” e sfoggiando un vetero machismo quanto meno sepolcrale. Ad un simile convitto non poteva non unirsi il più vetro macho di tutti: il leader fossile del partito più vecchio dell’arco parlamentare, il rivoluzionario in ciabatte sigaro e canotta: Bragheheart, il quale con involontario senso del ridicolo (quando cerca di fare lo spiritoso riesce ad essere molto ma molto più greve) ha chiosato che l’amico Silvio (l’ex mafioso di Arcore secondo La Padania d’allora) risulta dotato di efficace “spadino” e di certo al momento opportuno non mancherà di utilizzarlo. Al piccolo vecchio Cesare ed alla devota cricca proliferata nei salotti della sua corte corre in soccorso come sempre la minzoinformazione con reggilingua, aspirabava, bavaglio modello confort di serie e l’indomito Feltry Kruger, il direttor-rex di famiglia, gagliardamente in testa. L’altro ieri ad esempio si scagliava contro quella sinistra che “… Usa anche la D’Addario!”, omettendo di ricordare che nel caso specifico si tratterebbe di un “articolo” (con assoluto rispetto parlando) di seconda mano, risultandone come è noto utilizzatore iniziale (ed anche finale) nientemeno che il suo amatissimo padrone in piena tempesta ormonale tardo adolescenziale nel corso dei suoi festini allietati dalla “Apicella platinum collection”, da una claque di voci bianche e rosa composta da Sandrino e dalle fanciulle del “Club Silvio ci manchi” (soprattutto la tua bustina con 5000 euro) e “sostenuti” dalle immancabili confezioni multiple di Viagra. Oggi poi il direttore fossile se la prende nientemeno che con uno dei pochi giornali che ancora osa dare le notizie, fatto davvero incomprensibile per la Pravda di Villa Certosa. Viene da chiedersi che idea di giornalismo abbiano certe persone: il problema del bavaglio evidentemente per i pappagalli di regime proprio non si pone. Bei tempi quelli nei quali l’allora giovane ed indomito Kruger veleggiava appassionatamente giustizialista sull’onda di tangentopoli flirtando nel contempo con i leghisti , allora anch’essi pazzi per Di Pietro e scatenati contro il mafioso di Arcore e contro tutti i loro odierni alleati nonché camerati di comode poltrone romane! Tanta acqua è passata sotto i ponti , e loro sempre al loro posto: monumento vivente al vero valore fondante della nostra povera, immutabile repubblica,la gerontocrazia. Proviamo a sommare le primavere dei vari Feltry, Dell’Utri, Previti, Bragheheart , Carboni, Chiavatar e via dicendo: arriveremmo altro che all’età della pietra: forse a quella del piombo, viste le ormai certe e disdicevoli frequentazioni del biennio 92-93. E poi inorridiamo pensando che il Nanocesare non solo dovremo sopportarcelo fino al 2013 (diciannove anni dalla discesa in campo, senza contare l’eterno apprendistato alla corte di Bettino: un’eternità!) ma vorrà anche ricandidarsi oltre. In fondo bisogna capirlo: se lui un giorno dovesse smetterla di giocare a fare l’alta carica dello stato cosa cazzo li avrebbe massacrati a fare per un ventennio i suoi poveri servi per sfornargli sempre nuovi lodi e porcate su misura? Quando si dice la vecchia e bassa politica… In tutti i sensi….