mercoledì 21 luglio 2010

Nel nome della legge

Spifferi di corridoio riferiscono di un Nanocesare letteralmente al di fuori della grazia divina.
“Ancora con questa stramaledettissima storiella della questione morale?”, sembra abbia tuonato rivolto ai suoi atterriti servitori tra fulmini, saette, frammenti di fili di sutura e schizzi di cerone.
“Cribbio, ma vi sembra possibile che dopo che dopo anni ed anni di culo così mi debba ancora ritrovare tra le balle qualcosa di morale? In cosa diavolo consisterebbe poi questa stramaledettissima questione? Ecco il solito complotto dei comunisti con i loro magistrati politicizzati, le toghe rosse, i teoremi, la giustizia ad orologeria, il golpe, il fango, il tradimento della volontà popolare, il ribaltone! Volete infine i cosacchi pronti ad abbeverare i loro cavalli nelle mie piscine? Volete i mangiatori di bambini al potere, voraci ed insaziabili nel nutrirsi delle vostre fanciulle private così della gioia di chiamarmi “papi”? Volete vivere in un regime di terrore, malattia e miseria senza cibo, libertà, ed ancor peggio senza telecomandi? Volete tutte ministre racchie come la Bindi, visto che le gnocche me le sono già fatte tutte io? Volete che mi abbattano il vulcano giocattolo così raffinato della mia villa preferita? Volete che mi esproprino le tombe fenicie risalenti al medioevo quando visse Napoleone? Volete vedermi in galera? Volete che mi intercettino ogni volta che parlo al telefono con puttane, faccendieri e leccaculo? Volete privarmi dei festini e delle simpatiche cenette? Volete infine restare tutti senza lavoro, ridicoli maggiordomi dei miei stivali? Venite ordunque sotto al predellino a prestare giuramento mistico dal vostro duce, sudditi: non lo vedete che siamo più di due milioni? Non lo sapete che il mio gradimento sfiora il tremila percento? Che ho evitato la terza guerra mondiale, la fine del mondo e pure l’invasione degli alieni? Che sono il miglior presidente della storia, l’unico che abbia vinto scudetti, champions ed anche un paio di crociate? Io solo sono l’unto dal signore! Ghe pens mi!!”
A quel punto tutti i presenti, ben consapevoli del significato sinistro dei soliti deliri senili e degli sproloqui di battaglia del ducetto bonsai, tentarono immediatamente di discolparsi.
“Ma cosa dici sire, noi di quella robaccia li non ne sappiamo proprio nulla! L’ultima volta che ne abbiamo sentito parlare sarà stato al massimo al catechismo!” .
“E poi” tuonò ancora il sovrano sempre più inferocito “tutti questi continui riferimenti alla legalità! Qualcuno di voi sa dirmi di cosa cazzo si tratta?”.
“Non ti preoccupare sire, non è cosa che ti riguardi…” improvvisò tutto sudato un avvocato secco secco tale e quale ad un vampiro. “ La legge non è altro che quell’insieme di norme che ti abbiamo codificato per permetterti di fare ciò che ti pare e piace senza mai correre il rischio di finire davanti ad un magistrato. Tu sei il prescritto dal signore!”.
Improvvisamente, come sempre in estasi mistica dinnanzi al supremo, prese la parola Sandrino, il poeta illuminato:
“O maestoso il mio padrone tutto pieno di cerone, la tua unica morale è sfuggire al tribunale. La tua unica questione è chi avere nel lettone. Non pensare alle sinistre, fatti solo le ministre. Non curarti della legge ama solo noi del gregge! Noi che odiamo i comunisti siam felici che tu esisti…”
“Ma insomma, qui non c’e più rispetto per chi ha dei valori, ed io ne ho accumulati ed occultati a valanghe: chiedete pure notizie a Mills! Mi sono sempre fatto un mazzo così, ho lavorato tutta la vita per violare ad uno ad uno ogni ridicolo articolo del codice penale, civile, tributario, amministrativo, stradale! Ho sempre fatto di tutto per sconfiggere quella maledetta parolina, “moralità”… Eh no, cazzo! Ho riciclato capitali della mafia, ho corrotto politici di tutti i colori, ho assunto ergastolani, ho asfaltato strade piazze e cervelli, ho smistato mazzette pure al Monopoli, mi sono iscritto alla p2, ho mentito spudoratamente e sistematicamente al mio paese ed alla mia famiglia, ho tradito le mie mogli, ho fatto stampare “Una storia italiana”, sono andato a mignotte, ho comprato sentenze, ho fottuto il fisco, ho elargito mazzette a finanzieri giudici ed avvocati, ho creato società off shore, ho comprato calciatori in nero, ho toccato il culo alla Merkel, sono sceso a patti con mafia e camorra, ho distrutto la stamaledettissima libertà di stampa, ho bombardato con l’amico George vecchi, donne e bambini innocenti, ho mandato Mastro Minzo al Tg1 ed ho fatto pure tutti i palinsesti della Rai, ho comprato senatori dell’opposizione, ho sciacallato perfino su Eluana (che per me poteva anche partorire) e sui terremotati, e poi li ho anche fatti manganellare quando sono venuti a rompere il cazzo sotto casa mia: ma non l’avevano capito che li avevo assoldati solo come comparse, ‘sti quattro sfigati? Insomma, “ghe fott mi”; e voi mi venite a tirar fuori questa patetica storiella della moralità? Trovatela e fatela sparire dalla mia vista una volta per tutti, cribbio! E’ un ordine del vostro Cesare: il nano è tratto!”
A quel punto, terrorizzati, non sapendo più dove andarla a cercare i maggiordomi camerati iniziarono a frugare dentro alle vecchie boccette di olio di ricino, Cappuccio Cicchetto guardò sotto l’antico compasso, Semolino Bonaiuto frugò nel suo parrucchino multicolore, il ministro delle papi opportunità tra le pagine ingiallite del vecchio calendario che fece la gioia di tanti camionisti ed adolescenti dalla mano lesta, la Polverini Silvani vien dal Trullo frugò dentro i panini del sor Alfredo, la fascistissima Santachè perquisì accuratamente il suo container di silicone. Abbrancher presentò legittimo impedimento in quanto impegnato in una ricerca dal titolo: “legalità questa sconosciuta”, ma gli fu negato in quanto ministro senza portafoglio. Nel frattempo glielo avevano infatti fregato i socialisti, quelli transitati dall’internazionale al partitone conservatore di massa purificandosi direttamente tra le lenzuola del celebre lettone. La cricca riunitasi al completo per l’occasione comincio subito ad elaborare un dossier per dimostrare che la moralità è roba da culattoni. Bertolaido chiese informazioni dettagliate a Regina del Cacao Meravigliao, la quale non sapendo di cosa farneticasse pensò bene di mandargli una massaggiatrice in bikini. L’aspirante eroe dei due appalti, inoltrato prontamente il conto al furbetto di fiducia, suggerì dunque di cercarne traccia tra i profilattici usati ed opportunamente recuperati dai suoi uomini di scorta. Il Ras ligure, scoperto inopinatamente in possesso di uno scampolo di moralità occultata sotto una valanga di calzini e mutande usate, si difese dalle ire della cricca sostenendo che gliel’aveva regalata a sua insaputa qualche detrattore sfigato e di sinistra. Si pensò allora di andare a cercare informazioni nella mitica Padania, furono pertanto sguinzagliare le ronde armare di mazzafionde, bombette puzzolenti e pistole ad acqua. Le eroiche milizie riuscirono perfino a molestare quattro zingari, due badanti ed un gruppo di marocchini riunitisi in preghiera, e pensarono quindi bene di concludere l’eroica serata festeggiando con una bella bevutina ed una partitina al ‘rimbalza il clandestino’. Loro, assieme a tutti gli altri arditi del gregge, quel problemuccio della moralità, fastidioso come un’emorroide trombizzata, l’hanno brillantemente risolto in senso autenticamente federalista: dalla vita in su sceriffi e giustizialisti con i morti di fame, dalla vita in giù garantisti e culattoni con le braghe calate ad uso e consumo del padrone e dei potenti di turno.
Marcellino mafia e vino chiese infine notizie sulla misteriosissima legalità ai suoi amichetti di Corleone che gli suggerirono di provare a cercarla in qualche pilone della Salerno Reggio Calabria. O magari, perché no, tra i crateri di Capaci o Via d’Amelio .
Alla fine di un’estenuante giornata di forsennate ricerche, un suono inquietante e sinistro squarciò l’atmosfera rarefatta di una torrida serata di mezza estate:
“Gapo, gapo….”
“Ma cosa cazzo è questo rumore? Chi è che rantola in questo modo? Fate fuori quella povera bestia, non lo sentite come soffre?”

“Bedda madre gapo, ma cosa dici? Sono io, il tuo devoto servitor La Rissa! L’abbiamo trovata questa catafottutissima moralità della minchia gabo: è finita proprio laggiù, nel tuo cesso! Ce l’avevi buttata tu da ragazzino, non ricordi?”
“Distruggetela, fatela a pezzi, annientatela! E’ pericolosissima, potrebbe essere contagiosa, mi fa venire l’eritema, i pomfi, l’orticaria. Mi mette paura più della Bocassini, Borrelli, Travaglio e Santoro messi assieme…”
“Ma gabo, è stecchita! L’abbiamo già fatta a pezzi da tempo! Morta, sepolta...”
“Ve l’avevo detto no? Non esiste una questione morale nel mio gregge personale! Si tratta solo di fango, invenzioni di qualche giornale illiberale e di sinistra volto a delegittimarci ma che presto imbavaglierò una volta per tutte! E adesso tutti di corsa a festeggiare al mio festino. Mi hanno mandato quattro gnocche nuove zecca ed io devo scegliere il nuovo sottosegretario all’economia. Sotto a chi tocca col collaudoooo…!”