lunedì 9 agosto 2010

Il falò delle libertà

In queste idi d’agosto di veleni e tradimenti le trame oscure, gli intrallazzi e gli intrighi di palazzo dei vecchi mestieranti della politica gonfiano di rancore ed amarezza il cuore dell’ anziano duce dell’amore: “ Ma come, adesso questi qui mi accusano nientemeno che di essere illiberale: ma se gli ho dato tutto, li ho coperti d’oro, li ho tirati fuori dalle fogne! In fondo in cambio di tutta questa libertà pretendevo solo che facessero sempre quel che mi pareva..”. E così per tirarsi su il morale (ed altro) ha deciso di dedicarsi al solito festino nel castello con tanto di ministre, escort, deputate e laccaculo al seguito.
La democratica, liberale, amorevole e garantista epurazione dei finiani (colpevoli di intollerabile accanimento legalitario) dal predellino delle illibertà di Papi II Sung ha finito in effetti per generare un vero e proprio psicodramma in quella palude malfamata che in teoria dovrebbe essere lo spazio di una moderna e dignitosa (e magari anche incensurata) destra europea. I promotori delle libertà d’altra parte, come rivendica orgogliosamente il secondo politico più sputtanato della galassia (Cecchetto squadra e compasso) hanno da sempre scelto il garantismo come stella polare e fede incrollabile nelle le loro altrimenti inutili esistenze. Il tutto mentre il primo della lista, l’inqualificabile Straquaqquaraquadanio, preannuncia senza neanche arrossire per la vergogna ( a lui evidentemente preclusa) il ritorno all’ipergarantista “metodo Boffo”, il maghetto di Arcwords Feltry Potter estrae come al solito dal cilindro la casetta giusta al momento giusto ed i gentiluomini del P3dl sfornano a getto continuo dossier finalizzati a far passare un loro compagno di partito nientemeno che per un recchione. Non c’è che dire: tutte gemme di garantismo allo stato puro e per palati forti! D’altra parte c’è da capirli, poveretti: la poltrona da governatore l’avevano promessa all’uomo di fiducia dei clan, quello su cui pende richiesta di arresto per camorra ma che loro difendono a spada tratta (in fondo mica è frocio: è solo camorrista. E poi loro sono garantisti, no?) in ottima compagnia con i leghisti, quelli che misteriosamente un tempo erano giustizialisti e si scagliavano contro la corruzione di Roma Ladrona e che oggi sotto padrone si sfogano solo contro straccioni e poveri immigrati. Gli stessi clan poi che forniscono materiale inesauribile per le porcate del maghetto di Arcwards sotto forma di mondezza, quella fatta sapientemente accumulare durante l’olocausto del governo Prodi e poi miracolosamente sparita chissà come in una regione dove non si sposta neanche una buccia di banana che camorra non voglia. A completare il neo Miniculpop (definizione che il padrone ha trovato subito molto stimolante, in particolare per quanto attiene alla seconda ed alla terza componente) ci pensa Min Laden, il telebano del padrone, quello che alla guida di un immondo ed umidiccio Tglingua con aspiratore odontoiatrico sempre attivo spaccia prescrizioni per assoluzioni ed ignobili sciacallaggi per miracolose ricostruzioni.
In questo panorama di maleodorante decadenza i leghisti farebbero quasi tenerezza (ma quando mai!): con il cappio giustizialista che un tempo sventolavano liberi e belli in parlamento ci si sono legati mani, piedi e genitali al padroncino e da perfetti maggiordomi sono disposti a votargli qualunque porcata pseudogarantista (leggi: immunitaria), dal legittimo impedimento al processo breve, dal lodo Alfano ter all’ amnistia generalizzata, dalla legge bavaglio allo ius prima noctis costituzionale. Altro che federalismo: tutto pur di mantenere le chiappe saldamente cementate sulle amate poltrone di Roma Ladrona. ”Fini dovrebbe dimettersi” tuona così con sommo sprezzo del ridicolo ( e spirito autenticamente giustizialista) il ministro della paura Maroni nel momento stesso in cui contribuisce a mantenere inchiodati al loro posto i vari Caliendo & co. nel nome del sempre nobile garantismo.” Se avesse senso dello stato se ne andrebbe!” rincara la dose il duce corruttore che da sempre il senso dello stato lo conosce e lo manipola con sapienza facendolo coincidere alla perfezione con la propria impunità. A questo punto uno potrebbe anche chiedersi (la trota e Calderoli no, troppo complicato): ma se deve dimettersi Fini per un modesto appartamento del valore di 300000 euro ereditato da An in condizioni fatiscenti dove dovrebbe rifugiarsi lo psiconano pluriinquisito e mai assolto abbrancato alle sue poltrone istituzionali al solo fine di sfuggire ai tre processi che l’attendono al varco: Mediatrade, Mediastet e Mills? Già proprio lui: l’avvocato inglese corrotto con soldi di Berlusconi per testimoniare il falso in favore di Berlusconi a proposito di società “off shore” create per Berlusconi. Condanna in primo e secondo grado e prescrizione in cassazione, come dice l’ottimo Benigni: chissà chi sarà il mandante? Quello stesso mandante finale che tanto per rinsaldare vecchie e mai tramontate amicizie se ne va a cena dal sodale Previti, l’avvocato di Berlusconi condannato per aver corrotto con soldi di Berlusconi un giudice (uno di quelli buoni, mica una toga rossa) al fine di far assegnare a Berlusconi la Mondadori. Qui almeno il mandante non è sconosciuto visto che un certo Berlusconi è stato graziato dai giudici ( buoni) con le attenuanti generiche, riconosciuto “corruttore semplice” e dunque prescritto. Quindi per il garantista a braghe alterne Maroni e per tutti i trombettieri di regime non se ne deve andare, al contrario di Fini ovviamente: vuoi mettere il fotterti una casetta a Montecarlo con il fotterti una casa editrice miliardaria?.
Lo stesso corruttore semplice che si tiene sempre stretto al suo fianco una altro vecchio amico e sodale di sempre: quel Marcellino mafia e vino condannato in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Lui almeno una volta ebbe l’onesta di riconoscerlo: “Sono entrato in politica per evitare la galera”. Semplice, no?
Ecco, assistendo disgustati alle gesta poco nobili di questo malgoverno criminale fanno quasi tenerezza quei finiani che si astengono su Caliendo e incovcano le dimissione dei vari Brancher e Scajiola e Verdini: in fondo i poveretti se la prendono solo con i pesci piccoli, mica hanno osato chiedere le dimissioni del capo pluriprescritto in fuga dai suoi tre processi. Chissà, forse nel corso di tutti questi lunghi anni assieme non si erano mai accorti di nulla e dunque orsù, cappuccio Cicchitto: un po’ di sano garantismo cribbio!
Ma la cosa più squallida alla quale siamo costretti ad assistere in questi giorni è il forsennato mercato dei parlamentari e senatori transfughi, voltagabbana ed opportunisti messo in opera da un padrone combattuto tra il desiderio di galleggiare a vista al solo fine di farsi approvare tutti gli scudi stellari architettatigli da Nonsferatu Ghedini e dal suo clone di grazia ( ricevuta) e giustizia con l’esoftalmo oppure far saltare il banco e portare il paese verso incomprensibili elezioni prima che il temuto terzo polo possa organizzarsi. “Cercare nuove maggioranze contando su parlamentari eletti con il Pdl è golpista!” tuona in sintonia con tutta la tribù del predellino un altro ministro che conta quasi meno di Al Nano (cioè niente). Ovviamente meritevoli di elogi saranno invece tutti quei parlamentari e senatori eletti con l’opposizione e che in cambio di mirabolanti promesse e poltroncine d’oro decideranno di passare con la maggioranza. Insomma, se ad esempio uno come Tremonti entra in politica col “Patto Segni” (opposizione) e poi salta sul predellino diventa una superstar, se un altro compie il percorso inverso invece fa un ribaltone. Evidentemente è un po’ come nella la storiella del garantismo-giustizialismo: funziona solo a targhe alterne, in realtà dipende tutto dalla propaganda di regime e dalle convenienze del momento. Papi intanto pare abbia affidato anche alle sue deputate e ministre la nobile “mission” di contribuire a questo dissennato mercato della vacche. Non sarà che, accortosi finalmente che “Bocchino era un deputato e non un punto programmatico” ( parole sue), avrà deciso una volta per tutte di correre ai ripari?