venerdì 20 agosto 2010

Indietro popolo!

Vi capitasse mai di incontrare un brutto ceffo con indosso un’orrenda canottiera nera, il sigaro puzzolente perennemente in bilico dal labbro pendulo, il dito medio sfacciatamente sventolato ai quattro venti intento a grugnire frasi sconnesse in un dialetto incomprensibile non preoccupatevi: non è un beneficiato dalla legge 180, un fuggiasco da Villa Arzilla o magari un serial killer in disarmo ma nientemeno che un leader politico di uno sventurato paese intento a parlare (crede lui) nel nome del popolo sovrano durante la solenne incoronazione di Miss Padania: “ Noi siamo bravi e buoni, però non ci rompano i coglioni ( burrppp…). Mica siamo come quel “democristiano di merda” di Verdini (prootttt…). E se mi rompono le balle mentre mi pulisco il culo con il tricolore (dito medio nel naso) o disturbano la mia trota mentre gioca al rimbalza al clandestino vi porto a Roma ladrona (che in realtà saremmo noi da quasi vent’anni) trenta milioni di valligiani col mitra, ricomincio a cospargere i campi col piscio di maiale ed il “nord” ritira i risparmi dalla sua banchetta ( fallita da un pezzo) e se ne va! Perché la Lega ce l’ha duro (effluvio di profumo “Dur” dalle ascelle) e così anche il mio amico Silvio ( quello che una volta chiamavo Berluskaz il mafioso di Arcore) che lo sa usare proprio bene il suo spadino (basculamento anteroposteriore del polso e del bacino) assieme ai nostri amichetti perseguitati come il carissimo Abbrancher. E cosa volete che sia poi una sciocchezza come il reato di concorso esterno in associazione mafiosa (grattata di palle)?”.

Ecco, se io fossi il popolo nel vedermi rappresentato in maniera così grottesca e sguaiatamente cialtronesca mi incazzerei di brutto, altro che voto! Purtroppo bisogna al contrario riconoscere che lo “sdoganamento della panza” come manifesto culturale, la “legittimazione delle viscere” come strumento di lotta politica, “l’ elevazione del cattivo gusto e del rampantismo più rapace” a modello sociale dominante,”l’evacuazione fisica e finale dello snobismo” dell’ odiatissima borghesia intellettuale di sinistra, la “rivendicazione dell’orgoglio corporale” in antitesi a quello culturale ed il “trionfo della cafonaggine, dell’individualismo e dell’anarchia” come fine ultimo del predellino oggi funzionano a meraviglia al punto da costituire l’identità politica dominante di questa classe dirigente criminale. Anni addietro, quando ancora ne esisteva una, essere di destra poteva non piacere ma era una cosa seria. Soprattutto era uno spazio politico distante anni luce e precluso alle picaresche gesta di vecchi pavoni arrapati e truccati da bordello circondati da avvenenti ragazzine in carriera in un’orgia collettiva di festini hard, canzonette, mazzette, barzellette, radicali liberi e radicali riciclati, fasciosocialisti, fasciocomunisti, fascioclericali, fascioservitori e fasci e basta, spioni deviati con dossier spazzatura in bocca, isteria collettiva da interminabile campagna elettorale, secessionisti dal proprio cervello con tricolore al posto della carta igienica, silicone, botulino, bandane e tappetini cranici, lettoni rotondi un po’ troppo affollati, aspiranti eroi nazionali in pausa massaggio (scroccato), cammelli di Gheddy, pennivendoli asserviti, amichetti dittatori del Kgb e deliranti intimidazioni al presidente della repubblica che starebbe “pisciando fuori dalla tazza” ( potrebbe sempre farsi prestare il pappagallo da papino, visto che sono quasi coetanei) : il tutto in un incessante turbinar di schizzi di bava e servili lingue mulinanti.
Negli oscuri e non rimpianti regimi degli di tal nome si finiva nei gulag o nei campi di concentramento per attività sovversiva o magari per ragioni etniche e razziali, nel regimetto dell’amore a pagamento ti ci sbattono se decidono che sei culattone e molestatore ( e ovviamente non è vero) o se magari arredi la cucina in un mobilificio sull’Aurelia. In compenso il razzismo tira ancora alla grande: basta ascoltare le furiose intemerate xenofobe di improbabili arruffapopoli garantisti con i padroni e forcaioli con gli sfigati, e poi magari andare anche a contare i cadaveri di extracomunitari galleggianti nel Mediterraneo. Insomma siamo in presenza di una colossale operazione di omologazione e massificazione collettiva verso il basso sapientemente pianificata a tavolino per anni ( la mitica “gente”, quella che a detta di papino avrebbe al massimo la licenza elementare e si ciberebbe solo di telenovelas e megaspot) ed in grado di legittimare gli atteggiamenti sbracati e volgari che una certa politica, quella neo conformista e dominante, ha scelto per comunicare col suo “popolo” ( che, al netto della propaganda di regime, sommando opposizioni ed astenuti risulta costituito solo da una sia pur consistente minoranza di cittadini). D’accordo: lo snobismo elitario e salottiero è un vizio capitale insopportabile tipico di una certa sinistra grigia e polverosa che non piace affatto neanche a noi. I tempi della cosiddetta “superiorità morale” sono finiti da un pezzo e siamo tutti felici di poter finalmente sdoganare i cinepanettoni, Pierino la peste, Giovannona Coscialunga, Bombolo ed il Monnezza. Ma solo a patto che questi vengano utilizzati come specchio per sorridere dei nostri vizi capitali, non certo come modello culturale da imporre a tutti i costi.
Dicono che ogni popolo abbia i leader che si merita ( ma in fondo vale anche in senso contrario) ed allora, osservando sbigottiti tutti questi scandali con tanto di belati e grugniti di sottofondo, non ci restano che due possibilità: ritirarci sull’Aventino ed assisterli mentre trascinano il nostro paese sempre più nel bordello e nella melma fino a distruggerlo del tutto ( il vero sogno in camicia verde) oppure gettarci sempre più a peso morto nella mischia. Propenderemmo per la seconda ipotesi, nella speranza che un domani prossimo venturo un fragoroso, terrificante, apocalittico, liberatorio, costituzionale e partigiano megarutto collettivo possa finalmente seppellirli….