lunedì 16 agosto 2010

Il frastuono degli indecenti

L’ingloriosa implosione del predellino delle impunità, inesorabilmente schiantosti sugli odiati tomi del codice civile e penale, ha dato il là ad un indecoroso coro di belati vittimistico persecutori che di certo non vede il manganellatore Feltry Kruger ed il suo pallido emulo scucchione Beldidietro come gli unici protagonisti. Occhio a queste poche righe estratte da un’indecente intervista rilasciata da uno dei tanti pseudo ministri craxiani riciclati, contengono infatti un istruttivo concentrato del peggior furore propagandistico, ideologico, truffaldino e servilista del berlusco-onanismo militante: “La richiesta dei finiani di dimissioni del premier è un gesto di disperazione politica (senti chi parla!). Per quanto riguarda Berlusconi, i ministri ed il sottosegretario deve sempre prevalere il principio di presunzione di innocenza ( per cacciare il presidente della camera bastano invece le inchieste spazzatura del giornale del padrone). La richiesta di dimissioni di Fini è una questione politica (tenersi invece un presidente del consiglio plurinquisito ed in attesa di tre processi per i servi evidentemente non lo è, come se il voto lo ponesse sempre al di sopra della legge). Perché si è fatto transitare l’immobile attraverso società off shore ( vogliamo chiedere un parere all’esperto di società off shore David Mills?) e poi lo stesso è finito nella disponibilità di una persona vicina al presidente della camera? (e neanche una parola su come si comportano le persone vicine al presidente del consiglio, a partire da Cesarino e Marcellino per finire ai massoni capitanati dal macellaio supercazzora). Le indagini sul presidente Berlusconi sono state avviate centosei volte (bum!) e neanche una si è conclusa con la condanna ( e ti credo: si è sempre fatto fare leggine che gli consentissero di depenalizzare i suoi reati e di scappare come un coniglio dai tribunali!). Solo assoluzioni e archiviazioni, solo un accerchiamento giudiziario condotto da alcuni magistrati politicizzati (gli unici esistenti in realtà sono quelli che si è comprato lui)”. Capito bene? Solo assoluzioni, anzi ha detto proprio assoluzioni con prescrizione!! ( in realtà sono state solo indecenti prescrizioni: capito a cosa gli serviranno legittimo impedimento e processo breve?). Insomma, il solito vittimismo persecutorio e piagnonista falso e truffaldino ad uso delle pecore del gregge e di tutti quei coglioni che dopo due decenni ancora se lo bevono. Ma il peggio è che questa gente neanche si vergogna più: quale sarà dunque il compito di uno pseudo ministro degli esteri nell’era della dittatura dell’amore: pulire il culo ai cammelli di Gheddy, lucidare l’argenteria nella dacia dell’amico del kgb, cambiare la biancheria nel lettone dei festini hard?

Ma al museo degli orrori del Popolo delle Libertà ( la sua) non poteva mancare la conferenza stampa pulp ed eversiva di Pena e Panico, il ministro della paura con le bragone verdi ben calate ed il clone dell’avvocato Nonsferatù riuscito male ( sembra impossibile eppure esiste!). I due “saggi” hanno disquisito a lungo ed in piena sintonia sul delicato tema della lotta alla criminalità organizzata: in pratica hanno tentato di spiegare ai delinquenti come sfuggire alla galera grazie alle leggi commissionategli dal boss, dal falso in bilancio al bavaglio al processo breve e via elencando. D’altra parte come è noto loro i mafiosi li gradiscono al senato, i camorristi alla presidenza di regione, i massoni in parlamento ed i corruttori direttamente a palazzo Chigi.
“ Un governo tecnico sarebbe un golpe, l’articolo uno della costituzione dichiara che la sovranità appartiene al popolo”
Purtroppo per loro però ( che in realtà stanno solo svolgendo il solito compitino commissionatogli dall’alto, anzi dal basso) quella costituzione che non per niente vorrebbero sfasciare assieme all’intero paese ( unica, autentico pallino dei leghisti: quello per il quale si sono venduti anima e culo al cainano) dispone al contrario che in caso di fallimento del governo ( causa indecorosa cacciata dei pochi non inquisiti dal partito ) il presidente della repubblica si rivolga al parlamento per verificare la presenza di eventuali maggioranze alternative. La carta prevede infatti che i parlamentari, eletti dal popolo sovrano attraverso elezioni democratiche ( ma che con questa legge procata in realtà sono solo dipendenti della casta) non abbiano vincolo di mandato ( da qui la forsennata campagna acquisti del cainano, l’unico autentico ribaltone con vago sentore di corruzione esistente oggi nel paese). Potrà anche non piacere, ma è ciò che da sempre accade nella nostra democrazia parlamentare (!) ed additare il tutto come un golpe al punto di evocare la piazza e minacciare la solita secessione (“Il nord se ne va”, e magari depositerà anche i suoi risparmi alla Credieuronord, tanto qualche furbetto che li salva poi lo trovano..) rappresenta questo si comportamento pienamente eversivo. Per quanto riguarda poi la strampalata teoria che vorrebbe il nome del premier sulla scheda come una sorta di presidenzialismo ante litteram all’amatriciana, questa si che è un’ autentica bestialità da analfabeti del diritto nonché turisti delle istituzioni: la costituzione come è noto la si cambia solo grazie ai voti dei due terzi del parlamento oppure attraverso un referendum confermativo. Il fatto che papino senza badare a spese abbia iniziato a far scrivere il suo nome dappertutto, dai megaposter alle schede elettorali, dalle valanghe di telespot ai rotoloni Regina ( la sede più adeguata) dando il via ad una personalizzazione cesarista della politica da far impallidire Ceausescu, può rappresentare al massimo un’ indicazione di certo non un’inesistente modifica di fatto della carta costituzionale.

Articolo 1: “ L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti indicati dalla costituzione”. A certa gente la seconda parte evidentemente non interessa, probabilmente vivono già in un altro paese: la monarchia assoluta di Papi II Sung, dittatore dell’amore .

Nell’isteria collettiva non poteva di certo mancare l’evocazione della piazza, magari per replicare l’avvilente spettacolino di poche migliaia di comparse incarognite convocate solo grazie al viaggio gratis, ai panini di “Arfredino” ed al gettone di presenza, e stipate come sardine in un angolo di una piazza semivuota pronte ad applaudire al rito di iniziazione massonica dei futuri amministratori delegati regionali, con il macellaio supercazzora ad urlare invasato sul palco “Due milioni!” (non si riferiva evidentemente al numero dei presenti ma all’entità di una mazzetta). E tra le perle della stampa di regime, non volendoci soffermare ulteriormente sulle sputtanatissime manganellate a suon di spazzatura, segnaliamo un articoletto dell’ex direttore dalla vocina bianca, quello che lasciò il posto a Feltry Potter in quanto non disposto a portare la battaglia politica in camera da letto.
“… Fini se lo sogna di Notte, si agita e grida Bocchino Bocchino! La moglie gli risponde: ma così, senza neanche prima un bacetto?...” Come commentare ? Poveraccio! D’altra parte se a fare battute scontatissime e di pessimo gusto ha iniziato il padrone in persona, le percorre ovviamente si accodano entusiaste. Ora abbiamo capito, cara vocina bianca, perché non sei disposto ad infilarti sotto le lenzuola: ma chi te ce vole!